La vendetta di Salem 7
di
Vandal
genere
pulp
Salem 7
Oggi.
Ho la figa che fuma. Prima di uscire, io e Bob ci abbiamo dato dentro parecchio. Lui si è messo il ghiaccio sulla cappella, io sulla figa. Avere un estintore a portata di mano, non sarebbe male.
Ecco che arriva Janet, sfavillante in un abito scuro che le arriva fino ai piedi e una scollatura da vertigine che lascia in vista le sue tette da urlo.
Il tradizionale ronzio mi indica che un Immortale si sta avvicinando al nostro tavolo. Sono tutta sorrisi quando mi volto per salutare Angelo ma, resto di sasso quando mi trovo di fronte una faccia sgradita “Cha cazzo ci fai tu qui?”
“Oh, Ambrose caro” Ambrose caro? “Oh, ma voi vi conoscete già, vedo”
Lo guardò con odio. Bob stringe forte la mano nella mia “Lei?”
“Beh, allora non servono le presentazioni”
Lui mi fissa, abbozzando un sorriso e aiutando Janet a sedersi, da vero cavaliere, tirando indietro la sedia e poi aiutandola a sistemarsi meglio. I nostri occhi non si sono mai lasciati “Ma, insomma, cos’avete voi due? Sembra che vogliate scannarvi a vicenda da un momento all’altro”
Posso farlo anche con una forchetta, pensai. Mi si siede di fronte, il bastardo. Mi chiedo se Janet sappia con che razza di bastardo fa sesso. Mi viene male a pensare la mia amica che si sbatte quel viscido figlio di puttana. Bob sembra remissivo, è terrorizzato dalla presenza di quell’uomo. Dopo quello che gli ho raccontato, penso sia normale “Io e Mary siamo amici di lunga data” disse lui
“Amici è una parola grossa” lo penso e lo dico. Accidenti, potevo portarmi dietro la spada. E poi dove la mettevo?Nella borsetta?
“Uh, va beh, è imbarazzata. Cos’è che c’è? Una tua vecchia fiamma?”
Ha ucciso mia madre, me, uno stalliere, il mio ragazzo, un mio amico e chissà chi altro “Trascorsi..legali” dissi a denti stretti
Lui impassibile, che finge di studiare le posate per cercare eventuali aloni “Un errore giudiziario” dice lui con nonchalance
“Beh, ma se è tutto chiarito..”
Chiarito una sega. Arriva un altro ronzio e Angelo si materializza accanto al nostro tavolo con i menù “Signori” poi fissa il giudice, i baffi si piegano insieme alla bocca e dice “L’erba cattiva non muore mai”
Lui si gira verso Angelo, sgranocchia un grissino e dice in italiano “Non mi sembra di averti mai incrociato, Angelo”
“Titanic”
“Ah” fa schioccare le dita e torna a guardarci “Ordiniamo?”
In bagno, mi sono arrischiata a lasciare Bob e Ambrose da soli. Ma c’è Angelo che sorveglia, facendo finta a seguire i clienti ma, pronto ad intervenire se solo Ambrose avesse fatto una mossa avventata “Ma che cos’è questa acredine con Ambrose?”
“Come ti ha avvicinato?”
“Oh, stavo cercando un volume in biblioteca. Sui processi delle streghe di Salem. Lui era lì che curiosava ed è stato così gentile di raccontare dei punti oscuri della mia ricerca. Sembra molto ferrato sull’argomento. Conosce un sacco di cose, macabre direi, ma interessanti. Sapevi che, un suo antenato, era un inquisitore al processo di Salem?”
Antenato delle mie ovaie “Spiega molte cose”
“Ma cosa ti ha fatto?”
“Ha accusato me e mia madre di qualcosa che non avevamo fatto. Stregoneria … Nel senso che mia madre vendeva talismani della Fortuna e cose così. E lui ci ha accusati di truffare la gente. Fummo condannati alla prigione. Mia madre si impiccò dalla vergogna”
“Ma è terribile”
“Non ha mai fatto ammenda per averci condannato così duramente”
“E’ terribile, non pensavo fosse così..”
Al tavolo, Bob è ancora vivo, ma visibilmente a disagio “Allora, che vi siete raccontati?” chiede Janet tornado a sedersi
“Oh, cose di poco conto” fa evasivo Bob
“Passato, presente e futuro” sorride Ambrose sollevando il calice a mo di brindisi
Bob non ha parlato per tutto il viaggio di ritorno. Fermi al semaforo rosso, si decide a dire “Quell’uomo mette i brividi”
“Ti ha minacciato?”
“No”
“Ha detto qualcosa che ti ha messo sul chi va là?”
“ Ha detto = Credo farebbe meglio a rimanere in disparte per un po’. Un po’ di distacco dalla signorina Walcott le gioverà = e io ho risposto = Credo che, quello che si deve distaccare sia lei, giudice Ambrose = Lui ha sorriso e ha aggiunto = Chi vivrà, vedrà =” il semaforo torna verde “Dimmi che lo batterai Mary. Dimmi che gli staccherai quella testa piena di merda una volta per tutte”
“Credo presto” me lo auguro, almeno
Ho voglia di togliermi la tensione accumulata. E lo posso fare solo con del sano sesso. Ci siamo spogliati in velocità e non siamo neanche arrivati a letto. L’abbiamo fatto lì, sul tappeto finto indiano, comprata ad una fiera qualche mese prima.
Un sesso nervoso, spiccio, nulla di più “Credi sia lei la complice di Ambrose?” chiede Bob
“Non lo so, spero di no” scuoto la testa
Poi, come non mi aspettava più da molto, mi addormento e cedo ad una notte senza sogni.
Mi sveglia il trillo del cellulare. Mi alzo tutta frastornata, stile post sbornia, con il sole che mi frusta gli occhi. Bob è accartocciato in un angolo con la faccia spiaccicata contro la gamba del tavolino del salotto. “Diavolo” gattono fino alla fonte del fastidio. Sotto un mucchio di indumenti, in una tasca dei miei pantaloni, trovo il cellulare “Pronto” voce impastata come se masticassi plastilina
“E’ successa una cosa terribile” dice con voce grave Catherine “Hanno ucciso Angelo”
Di colpo sveglia, la nebbia dissipata, i postumi del post sbornia scopata svaniti “Cosa?”
“Eravate usciti a cena da lui ieri sera?”
“Figlio di puttana. Me l’ha fatta sotto il naso”
Ieri
Prima regole. Se un immortale ti sfida, l’Onore ti impone di accettare lo scontro
Seconda regola. Non sempre uno scontro, deve concludersi con la morte dell’avversario
Terza regola. Gioca pulito
Quarta regola. Se il duello è mortale, alla fine, uno solo dovrà rimanere in piedi
Quinta regola. Non combattere su suolo Consacrato, poiché la morte di un Immortale su di esso, comporterà la perdita della sua essenza
Due anni dopo di permanenza presso Olaf e Ingrid. Duncan crede sia venuto il momento di lasciare il nido e vedere il Mondo.
Olaf mi disse di seguirlo nel bosco “Ti chiedo perdono in anticipo, Giovane Giunco. Avrei dovuto dirtelo prima” in mezzo al bosco, sotto le fronde di una grande quercia, c’era una lapide in pietra scura: M. J. C. W. 1600-1642
Mi inginocchiai davanti a quel sasso, la mano protesa su di essa “Madre?”
“Io e Ingrid abbiamo recuperato le spoglie dal cimitero sconsacrato del villaggio. Abbiamo pensato di dare una degna sepoltura in questo luogo, sperando che rimanga tale negli anni a venire”
Rimasi lì a piangere per non so quanto tempo. Olaf, in disparte, rispettoso del mio dolore. Alla fine mi alzai, lo abbracciai forte e ci allontanammo
“Vorrei che tu ed Ingrid faceste una cosa per me. Insieme a noi, quel giorno, venne giustiziato un ragazzo: si chiamava Benjamin Castro. Un cavallo ha scalciato e lo ha colpito sulla schiena quando era piccola e gli era rimasto il ferro di cavallo sulla pelle. E’ bastato questo per fomentare la folla e far credere loro che fosse stato marchiato dal diavolo”
“Vuoi che recuperi i suoi resti e gli dia degna sepoltura?”
“Sì, ti ringrazio. Tutti quelli che finiranno sul fondo di quel lago, meriteranno degna sepoltura”
“Ci saranno molte lapidi qui intorno” annuì Olaf “Chiamerò uno shamano”
Era il 1644 e il mio viaggio stava per iniziare…
Oggi
C’è molta gente al funerale. Angelo era benvoluto da tutti. VIP, personaggi della politica, sindaco, vicesindaco, assessori. E gente comune.
Nel grande Parco del Memorial si è instituita un gran buffet omaggio al cuoco più blasonato della città. Catherine, in un sontuoso abito nero, sbocconcella dei gamberetti. John, poco lontano, si da da fare con Bob nella scelta degli antipasti “E’ ora di chiudere il capitolo” dice Catherine furiosa
“Lo hai visto qui in giro?” chiedo
“No, ma spero che si faccia vedere”
Mi sposto verso John e Bob. Stanno parlando, capto qualche scampolo di conversazione “Prevedo grande tempesta, amico mio” dice John “Credo che questa morte scatenerà qualcosa che, difficilmente si potrà arrestare”
“Alludi allo scontro tra Mary e Ambrose?” chiede Bob “Ho fiducia in Mary, anche se sono preoccupato. Questo Ambrose è un subdolo e gioca sporco”
“La ami davvero?”
“Certo che sì”
“Io amo Catherine. Nonostante la diversità di anni e, nonostante sia consapevole che, il tempo non gioca a mio favore, farei di tutto per rimanere con lei il più a lungo possibile”
“Sì, ti capisco”
“Potessi fare qualcosa anche io. Il complice di Ambrose è ancora là e, temo per Mary”
“Forse, il distacco è la soluzione migliore” dice John
“In che senso?”
“Non prendere a male quello che sto per dirti caro Bob ma, dovresti prendere in considerazione il fatto che, Mary, potrebbe non farcela. Il dolore che ne deriverebbe sarebbe un vuoto talmente profondo da farti sprofondare in un pozzo dal quale è impossibile riemergere”
“Mi stai dicendo che devo rassegnarmi alla sua perdita?”
Sono dietro ad una tenda e sto facendo la figura della impicciona. Non posso fare a meno di rimanere lì, ad orecchie tese, mentre la folla intorno si da fare attorno al Buffett. In lontananza vedo Janet che avanza verso di noi a braccetto con il figlio di puttana. Fremo, stringo i pugni = Ti stacco la testa bastardo = Lui volta lo sguardo nella mia direzione e mi accenna un sorriso
“Non posso fare una cosa del genere” dice Bob “Sento che è mio dovere assisterla nella sua ultima battaglia. Tu non faresti così anche per Catherine?”
“Io farei di tutto per lei. E’ una guerriera con mille anni sulle spalle. Ha visto molte cose, belle o brutte. E’ indomita, feroce e sessualmente esperta. Lei potrebbe battere Ambrose senza problemi. Ma Mary.. Lei no. Lei non è in grado di affrontarlo o sconfiggerlo. In un modo o in un altro, Ambrose finirà a modo suo quello che ha iniziato secoli fa”
Ieri
Non erit iter finem. Finirà a modo mio.
Così si è dileguato Ambrose, gettandosi nel ribollire delle acque di un Titanic morente. La nave stava colando a picco per colpa di quel figlio di puttana. L’inaffondabile, con uno squarcio sulla fiancata, aveva imbarcato tanta di quell’acqua da spezzarla in due e farla affondare nel profondo degli abissi. Maledetto bastardo che trovi sempre il modo di sfuggire alla mia lama. Hai detto bene, finirà a modo mio.
Oggi
“Hai una bella faccia tosta a farti vedere qui” dico rabbiosa. Janet si è diretta al buffet
“E perché mai. Quale autorità competente e buon conoscitore del talento di Angelo..”
“Lo hai ucciso”
“Ti ricordo che siamo in mezzo ad un sacco di gente”
“Minacci? Come sul Titanic?”
“Non è il caso di fare una tragedia, ora”
“Dobbiamo finirla, Ambrose.”
“Finirà a modo mio” sorride Ambrose
“No, finirà a modo mio”
Oggi.
Ho la figa che fuma. Prima di uscire, io e Bob ci abbiamo dato dentro parecchio. Lui si è messo il ghiaccio sulla cappella, io sulla figa. Avere un estintore a portata di mano, non sarebbe male.
Ecco che arriva Janet, sfavillante in un abito scuro che le arriva fino ai piedi e una scollatura da vertigine che lascia in vista le sue tette da urlo.
Il tradizionale ronzio mi indica che un Immortale si sta avvicinando al nostro tavolo. Sono tutta sorrisi quando mi volto per salutare Angelo ma, resto di sasso quando mi trovo di fronte una faccia sgradita “Cha cazzo ci fai tu qui?”
“Oh, Ambrose caro” Ambrose caro? “Oh, ma voi vi conoscete già, vedo”
Lo guardò con odio. Bob stringe forte la mano nella mia “Lei?”
“Beh, allora non servono le presentazioni”
Lui mi fissa, abbozzando un sorriso e aiutando Janet a sedersi, da vero cavaliere, tirando indietro la sedia e poi aiutandola a sistemarsi meglio. I nostri occhi non si sono mai lasciati “Ma, insomma, cos’avete voi due? Sembra che vogliate scannarvi a vicenda da un momento all’altro”
Posso farlo anche con una forchetta, pensai. Mi si siede di fronte, il bastardo. Mi chiedo se Janet sappia con che razza di bastardo fa sesso. Mi viene male a pensare la mia amica che si sbatte quel viscido figlio di puttana. Bob sembra remissivo, è terrorizzato dalla presenza di quell’uomo. Dopo quello che gli ho raccontato, penso sia normale “Io e Mary siamo amici di lunga data” disse lui
“Amici è una parola grossa” lo penso e lo dico. Accidenti, potevo portarmi dietro la spada. E poi dove la mettevo?Nella borsetta?
“Uh, va beh, è imbarazzata. Cos’è che c’è? Una tua vecchia fiamma?”
Ha ucciso mia madre, me, uno stalliere, il mio ragazzo, un mio amico e chissà chi altro “Trascorsi..legali” dissi a denti stretti
Lui impassibile, che finge di studiare le posate per cercare eventuali aloni “Un errore giudiziario” dice lui con nonchalance
“Beh, ma se è tutto chiarito..”
Chiarito una sega. Arriva un altro ronzio e Angelo si materializza accanto al nostro tavolo con i menù “Signori” poi fissa il giudice, i baffi si piegano insieme alla bocca e dice “L’erba cattiva non muore mai”
Lui si gira verso Angelo, sgranocchia un grissino e dice in italiano “Non mi sembra di averti mai incrociato, Angelo”
“Titanic”
“Ah” fa schioccare le dita e torna a guardarci “Ordiniamo?”
In bagno, mi sono arrischiata a lasciare Bob e Ambrose da soli. Ma c’è Angelo che sorveglia, facendo finta a seguire i clienti ma, pronto ad intervenire se solo Ambrose avesse fatto una mossa avventata “Ma che cos’è questa acredine con Ambrose?”
“Come ti ha avvicinato?”
“Oh, stavo cercando un volume in biblioteca. Sui processi delle streghe di Salem. Lui era lì che curiosava ed è stato così gentile di raccontare dei punti oscuri della mia ricerca. Sembra molto ferrato sull’argomento. Conosce un sacco di cose, macabre direi, ma interessanti. Sapevi che, un suo antenato, era un inquisitore al processo di Salem?”
Antenato delle mie ovaie “Spiega molte cose”
“Ma cosa ti ha fatto?”
“Ha accusato me e mia madre di qualcosa che non avevamo fatto. Stregoneria … Nel senso che mia madre vendeva talismani della Fortuna e cose così. E lui ci ha accusati di truffare la gente. Fummo condannati alla prigione. Mia madre si impiccò dalla vergogna”
“Ma è terribile”
“Non ha mai fatto ammenda per averci condannato così duramente”
“E’ terribile, non pensavo fosse così..”
Al tavolo, Bob è ancora vivo, ma visibilmente a disagio “Allora, che vi siete raccontati?” chiede Janet tornado a sedersi
“Oh, cose di poco conto” fa evasivo Bob
“Passato, presente e futuro” sorride Ambrose sollevando il calice a mo di brindisi
Bob non ha parlato per tutto il viaggio di ritorno. Fermi al semaforo rosso, si decide a dire “Quell’uomo mette i brividi”
“Ti ha minacciato?”
“No”
“Ha detto qualcosa che ti ha messo sul chi va là?”
“ Ha detto = Credo farebbe meglio a rimanere in disparte per un po’. Un po’ di distacco dalla signorina Walcott le gioverà = e io ho risposto = Credo che, quello che si deve distaccare sia lei, giudice Ambrose = Lui ha sorriso e ha aggiunto = Chi vivrà, vedrà =” il semaforo torna verde “Dimmi che lo batterai Mary. Dimmi che gli staccherai quella testa piena di merda una volta per tutte”
“Credo presto” me lo auguro, almeno
Ho voglia di togliermi la tensione accumulata. E lo posso fare solo con del sano sesso. Ci siamo spogliati in velocità e non siamo neanche arrivati a letto. L’abbiamo fatto lì, sul tappeto finto indiano, comprata ad una fiera qualche mese prima.
Un sesso nervoso, spiccio, nulla di più “Credi sia lei la complice di Ambrose?” chiede Bob
“Non lo so, spero di no” scuoto la testa
Poi, come non mi aspettava più da molto, mi addormento e cedo ad una notte senza sogni.
Mi sveglia il trillo del cellulare. Mi alzo tutta frastornata, stile post sbornia, con il sole che mi frusta gli occhi. Bob è accartocciato in un angolo con la faccia spiaccicata contro la gamba del tavolino del salotto. “Diavolo” gattono fino alla fonte del fastidio. Sotto un mucchio di indumenti, in una tasca dei miei pantaloni, trovo il cellulare “Pronto” voce impastata come se masticassi plastilina
“E’ successa una cosa terribile” dice con voce grave Catherine “Hanno ucciso Angelo”
Di colpo sveglia, la nebbia dissipata, i postumi del post sbornia scopata svaniti “Cosa?”
“Eravate usciti a cena da lui ieri sera?”
“Figlio di puttana. Me l’ha fatta sotto il naso”
Ieri
Prima regole. Se un immortale ti sfida, l’Onore ti impone di accettare lo scontro
Seconda regola. Non sempre uno scontro, deve concludersi con la morte dell’avversario
Terza regola. Gioca pulito
Quarta regola. Se il duello è mortale, alla fine, uno solo dovrà rimanere in piedi
Quinta regola. Non combattere su suolo Consacrato, poiché la morte di un Immortale su di esso, comporterà la perdita della sua essenza
Due anni dopo di permanenza presso Olaf e Ingrid. Duncan crede sia venuto il momento di lasciare il nido e vedere il Mondo.
Olaf mi disse di seguirlo nel bosco “Ti chiedo perdono in anticipo, Giovane Giunco. Avrei dovuto dirtelo prima” in mezzo al bosco, sotto le fronde di una grande quercia, c’era una lapide in pietra scura: M. J. C. W. 1600-1642
Mi inginocchiai davanti a quel sasso, la mano protesa su di essa “Madre?”
“Io e Ingrid abbiamo recuperato le spoglie dal cimitero sconsacrato del villaggio. Abbiamo pensato di dare una degna sepoltura in questo luogo, sperando che rimanga tale negli anni a venire”
Rimasi lì a piangere per non so quanto tempo. Olaf, in disparte, rispettoso del mio dolore. Alla fine mi alzai, lo abbracciai forte e ci allontanammo
“Vorrei che tu ed Ingrid faceste una cosa per me. Insieme a noi, quel giorno, venne giustiziato un ragazzo: si chiamava Benjamin Castro. Un cavallo ha scalciato e lo ha colpito sulla schiena quando era piccola e gli era rimasto il ferro di cavallo sulla pelle. E’ bastato questo per fomentare la folla e far credere loro che fosse stato marchiato dal diavolo”
“Vuoi che recuperi i suoi resti e gli dia degna sepoltura?”
“Sì, ti ringrazio. Tutti quelli che finiranno sul fondo di quel lago, meriteranno degna sepoltura”
“Ci saranno molte lapidi qui intorno” annuì Olaf “Chiamerò uno shamano”
Era il 1644 e il mio viaggio stava per iniziare…
Oggi
C’è molta gente al funerale. Angelo era benvoluto da tutti. VIP, personaggi della politica, sindaco, vicesindaco, assessori. E gente comune.
Nel grande Parco del Memorial si è instituita un gran buffet omaggio al cuoco più blasonato della città. Catherine, in un sontuoso abito nero, sbocconcella dei gamberetti. John, poco lontano, si da da fare con Bob nella scelta degli antipasti “E’ ora di chiudere il capitolo” dice Catherine furiosa
“Lo hai visto qui in giro?” chiedo
“No, ma spero che si faccia vedere”
Mi sposto verso John e Bob. Stanno parlando, capto qualche scampolo di conversazione “Prevedo grande tempesta, amico mio” dice John “Credo che questa morte scatenerà qualcosa che, difficilmente si potrà arrestare”
“Alludi allo scontro tra Mary e Ambrose?” chiede Bob “Ho fiducia in Mary, anche se sono preoccupato. Questo Ambrose è un subdolo e gioca sporco”
“La ami davvero?”
“Certo che sì”
“Io amo Catherine. Nonostante la diversità di anni e, nonostante sia consapevole che, il tempo non gioca a mio favore, farei di tutto per rimanere con lei il più a lungo possibile”
“Sì, ti capisco”
“Potessi fare qualcosa anche io. Il complice di Ambrose è ancora là e, temo per Mary”
“Forse, il distacco è la soluzione migliore” dice John
“In che senso?”
“Non prendere a male quello che sto per dirti caro Bob ma, dovresti prendere in considerazione il fatto che, Mary, potrebbe non farcela. Il dolore che ne deriverebbe sarebbe un vuoto talmente profondo da farti sprofondare in un pozzo dal quale è impossibile riemergere”
“Mi stai dicendo che devo rassegnarmi alla sua perdita?”
Sono dietro ad una tenda e sto facendo la figura della impicciona. Non posso fare a meno di rimanere lì, ad orecchie tese, mentre la folla intorno si da fare attorno al Buffett. In lontananza vedo Janet che avanza verso di noi a braccetto con il figlio di puttana. Fremo, stringo i pugni = Ti stacco la testa bastardo = Lui volta lo sguardo nella mia direzione e mi accenna un sorriso
“Non posso fare una cosa del genere” dice Bob “Sento che è mio dovere assisterla nella sua ultima battaglia. Tu non faresti così anche per Catherine?”
“Io farei di tutto per lei. E’ una guerriera con mille anni sulle spalle. Ha visto molte cose, belle o brutte. E’ indomita, feroce e sessualmente esperta. Lei potrebbe battere Ambrose senza problemi. Ma Mary.. Lei no. Lei non è in grado di affrontarlo o sconfiggerlo. In un modo o in un altro, Ambrose finirà a modo suo quello che ha iniziato secoli fa”
Ieri
Non erit iter finem. Finirà a modo mio.
Così si è dileguato Ambrose, gettandosi nel ribollire delle acque di un Titanic morente. La nave stava colando a picco per colpa di quel figlio di puttana. L’inaffondabile, con uno squarcio sulla fiancata, aveva imbarcato tanta di quell’acqua da spezzarla in due e farla affondare nel profondo degli abissi. Maledetto bastardo che trovi sempre il modo di sfuggire alla mia lama. Hai detto bene, finirà a modo mio.
Oggi
“Hai una bella faccia tosta a farti vedere qui” dico rabbiosa. Janet si è diretta al buffet
“E perché mai. Quale autorità competente e buon conoscitore del talento di Angelo..”
“Lo hai ucciso”
“Ti ricordo che siamo in mezzo ad un sacco di gente”
“Minacci? Come sul Titanic?”
“Non è il caso di fare una tragedia, ora”
“Dobbiamo finirla, Ambrose.”
“Finirà a modo mio” sorride Ambrose
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