I segreti di Monteforte

di
genere
gay

1
La versione di Ezio
Mi chiamo Ezio Bruni. Mio padre, il grande dottor Andrea Bruni, trascinò me e mia sorella Delia a Monteforte quasi 4 mesi fa. Ho 18 anni e sono capace di prendermi cura di me, io mi sarei trasferito in una grande città se non fosse per il fatto che mio padre sarebbe incasinato ad allevare mia sorella minore. Quindi sono in questa piccola città noiosa.
Le cose sembrano andare anche peggio qui, c'è una ragazza, Anna Ardi, che io penso sia piuttosto graziosa e con cui mi piacerebbe uscire, ma lei è innamorata del suo vecchio amico, Cristiano . E suo fratello Ben è il secchione della classe. Come se non bastasse la mia insegnante mi ha accoppiato con Ben e così ora devo lavorare con lui per molti giorni alla settimana su un notevole progetto. Ok, Ben non è male, ha la mia età, gioca nella squadra di calcio ed è abbastanza bello. Infatti faccio fatica a non guardarlo, quel fantastico culo rotondo e muscoloso mi fa diventare duro l’uccello al solo vederlo e penso a lui quando mi faccio una sega. Comincio sempre tentando di pensare ad Anna, ma quando penso alla sua bella faccia lo immagino mentre mi mena il cazzo.
Tutto sembrava stesse andando benissimo per due settimane, fino a che venne il giorno della grande bufera di neve. Mia sorella stava passando le vacanze invernali dai nostri nonni, così io ero chiuso in casa con papà. Papà ed io abbiamo bisogno di molto spazio per noi per non litigare e anche così ci riusciamo. Quindi quando mi disse che Ben aveva chiamato per dire che era necessario lavorare al progetto quella settimana perché aveva perso la maggior parte degli appunti della nostra ricerca, mi incazzai. Papà disse che l’aveva invitato a venire presto il giorno seguente per tentare di recuperare il lavoro perso.
Grande: la mia settimana era rovinata perché il biondo era irresponsabile, e più mio papà tentava di convincermi che non era il caso di arrabbiarmi e più mi incazzavo. Non era il caso, continuava a dire; dannazione, non era il caso! Ben era un vero cretino, aveva perso due mesi di lavoro; ora dovevamo rifare tutto. Questo voleva dire lunghe ore di duro lavoro, noi due soli nella mia camera. Dannazione, il mio uccello diventava duro solo a pensarci. Lui non si rende conto di quanto mi eccita. Questa è una piccola città, non una metropoli, così io non posso fare ciò che voglio. Se tentassi qualche cosa lo saprebbero tutti e la mia vita diventerebbe un inferno.
Il giorno seguente, alle 7 di mattina, Ben arrivò. Io ero ancora a letto quando sentii mio padre salutarlo sulla porta. “Entra Ben.” disse allegramente mio papà. “Grazie, dottor Bruni.” rispose Ben scuotendo la neve dal cappotto e togliendoselolo. Io ero in cima alla scala, fuori di vista, nudo, che mi menavo l’uccello duro mentre guardavoil fusto togliersi il cappotto. Indossava sneakers, jeans, una t-shirt stretta e, ragazzi, com’era ben fatto. Quel torace riempiva la t-shirt stretta di cotone ed il mio uccello sobbalzò in approvazione.
“Sta scendendo.” disse papà chiudendo la porta ed appendendo il cappotto di Ben. Chiacchierarono dirigendosi verso la cucina, dicevano che si erano aspettati la neve, ma la bufera di neve di tre giorni che era seguita era fuori dell’ordinario.
Ritornai nella mia stanza, mi misi le mutande e ritornai a letto. Alcuni minuti più tardi papà bussò e poi aprì la porta. “Ezio, è ora di svegliarsi.” Disse attraversando la stanza ed aprendo gli scuri. Indossava solo i jeans senza camicia. Sapevo che la indossava quando aveva fatto entrare Ben, cosa gli era successo? Mio papà può essere uno stronzo, ma è abbastanza bello e fa ginnastica. Quel torace peloso è molto ben scolpito fu l'ultimo pensiero che ebbi mentre lui usciva dalla mia stanza ripetendo: “Forza figliolo, hai visite, è ora di svegliarsi.”
‘Alzati', dannazione pensai sorridendo a me stesso, è già alzato. Mi feci una rapida sega e pulii prima di andare sotto la doccia. Dieci minuti più tardi ero vestito con sneaker, jeans e t-shirt, come Ben. Quando entrai nella cucina stava mangiando frittelle. “Ci sei?” disse mio padre quando mi vide entrare. “Vuoi delle frittelle?” “No grazie, non ho fame.” C’era qualche cosa di meglio della cucina di papà… ma vedendo il mio genitore senza camicia ed il mio biondo partner di studio prenderne una seconda era un po' surreale… perché aprofittare della cucina di mio padre se loro non ...?
Dopo 10 o 15 minuti di chiacchiere finimmo la colazione e Ben ed io andammo nella mia stanza per studiare. Sei ore di lavoro intenso ci permisero di recuperare gran parte del materiale. Gran parte del lavoro l’avevo salvato su disco così la copia che Ben aveva perso sul disco fisso non ci fece tanto danno come avevo paventato. Mentre lavoravo alla tastiera recuperando archivi e compilando di nuovo in ordine corretto il materiale, Ben continuava a chinarsi sulla mia spalla. Le sue mani erano forti e calde appoggiate alle mie spalle e la sua faccia strisciava contro la mia quando lui si chinava in avanti e mi circondava con un braccio quando doveva segnare qualche cosa sullo schermo che pensava dovesse essere cambiato.
Il mio uccello era duro come una pietra. Quello che realmente volevoi fare era girare la testa, guardarlo e dargli un bacio profondo e lungo. Ma sapevo che dovevo restare concentrato; così circa alla una del pomeriggio facemmo una pausa. Andammo in cantina. Papà l'aveva trasformata in una stanza giochi, attrezzi da ginnastica, videogioco, una TV a grande schermo e tavolo da bigliardo. Aveva installato anche un altro bagno con una grande doccia così lui poteva lavarsi dopo avere lavorato fino a sera tardi senza fare troppo rumore di sopra.
Ben non aveva mai visto prima la stanza e ne fu entusiasta. Senza una parola ci sedemmo fianco a fianco sul sofà e lui prese uno dei telecomandi dei giochi. “Mio papà non ci permette di avere videogiochi; dice che imputridiscono il cervello.” Poi sorrise e disse: “Allora, a quale giochiamo?”
Anch’io gli sorrisi ed usai il comando per accendere la Tivù. “Proviamo questo.” Noi eravamo ambedue cavalieri medievali e cooperavamo nel combattere il nemico. Non so come passò il tempo ma alle 6 papà chiamò per dire che la cena era pronta.
Ben ed io eravamo stati veramente bene insieme; quando eravamo entrati nella stanza avevo alzato il riscaldamento e dopo un'ora Ben si era tolto la t-shirt. Io decisi di fare lo stesso; io non sono muscoloso come Ben o mio papà, ma sono abbastanza ben fatto. Continuai a sbirciare verso di lui. Mi chinavo indietro quando lui si chinava in avanti. La sua forte schiena, le spalle larghe, il torace solido ed i ricci capelli biondi tutto mi piaceva in lui. Ogni qualvolta passavamo al livello successivo si comportava come il tipico compagnone, un ceffone sulla mia schiena, braccia intorno alle mie spalle o la faccia a due centimetri dalla mia mentre barriva qualche cosa come “Magnifico!!!” o un ruggito di eccitazione. Fu un grande pomeriggio.
Mentre salivamo per la cena Ben era 4 passi davanti a me. Ragazzi che bel culo aveva! Quei jeans erano ben riempiti e ci volle tutto il mio autocontrollo per non afferrarlo proprio lì sui gradini. Di sopra la casa era più calda del solito: il papà doveva aver aumentato il riscaldamento. Eravamo tutti e tre senza camicia seduti a tavola, l’icapacità di mio padre a cucinare era evidente ma non sembrò importare a Ben. Prese un’enorme bistecca, patate e tutto il resto. Si complimentò con papà mentre puliva il piatto. Anche papà ed io ambo mangiammo, ma non così energicamente come Ben. La conversazione era del solito genere a cena. Ben ed io dicemmo che avremmo studiato un'altra ora o due, poi avremmo ripreso all’indomani.
A quel punto papà disse: “Con la bufera di neve che c’è ti converrebbe restare qui stasera.” Tanto assorbiti dal lavoro, poi dal gioco e poi dalla cena, non ci eravamo accorti che aveva continuato a nevicare.
Ben non sembrò obiettare, sarebbe rimasto a dormire, Cristo Santo! Sarebbe stato magnifico e mi chiesi se dormiva nudo come mio papà. Finalmente potevo verificarlo. Continuai a sognare ad occhi aperti fino a quando mio padre continuò a ripetere e poi finalmente gridare il mio nome: “Ezio!”
“Huh?” mi ripresi. “Scusa, cosa c’è?”
“Ti ho chiesto se volevi il dolce.” Scossi la testa e guardai Ben che finiva il suo pasto. “Perché voi ragazzi non salite nella tua stanza, io laverò i piatti?” io fui d'accordo.
Ben aiutò a sparecchiare la tavola mentre io andai di sopra ad accendere il computer per lavorare ancora un po’. Li sentii scherzare e mi trovai ad avere un sogno ad occhi aperti su di loro. Un minuto più tardi Ben venne nella stanza e si mise dietro di me con le mani sulle mie spalle. Distrattamente mi strofinava le spalle e, ragazzi, come era bello!
Io facevo del mio meglio per tenere la mente sul lavoro e fino alle 9 facemmo del nostro meglio per riallacciare tutta la ricerca. Ben cominciò ad essere annoiato ed io irritato di dover fare la maggior parte del lavoro mentre era lui ad averlo perso. Mio papà sporse la testa e disse, “Ben, sarà meglio che chiami i tuoi per avvisarli che starai qui.”
Lui lasciò la stanza e scese in cucina per chiamare i suoi. Mio papà si sedette dove prima stava Ben e si chinò verso di me come faceva prima Ben. Ragazzi che buon profumo aveva. La sua barba carezzava la mia guancia ed il mio uccello si alzò. “Cristo santo!” pensai tra di me. “Sono eccitato da mio padre!”
Un paio di minuti più tardi Ben rientrò e disse: “Mi hanno detto di restare, le strade sono bloccate.” “È veramente così drammatica?” Chiese mio padre. “Sì, ne abbiamo un paio come questo ogni anno. La cosa migliore è rimanere in casa.” In quel momento si spense la luce.
“Dannazione!” disse mio papà alzandosi nella stanza scura. Gli dissi di stare fermo ed attraversai la stanza urtando Ben e facendolo quasi cadere; ci abbracciammo per non cadere. Ragazzi come mi piaceva! Trovai una scatola di fiammiferi che tenevo in un cassetto e ne accesi uno, poi usai la sua luce per cercare una candela che tenevo nella stanza per questo scopo. Scesi in soggiorno, aprii un cassetto ed estrassi una grande scatola di candele, candelieri e fiammiferi e li portai di sopra.
Senza tensione anche il riscaldamento era spento. Avevamo una stufa a legna, Ben sapeva che nelle camere da letto padronali di queste vecchie case c’era sempre un foro per le stufe ed anche la mia camera da letto ne aveva uno; questo voleva dire che potevamo scaldare solo le due camere da letto ed il soggiorno finché non tornava la tensione. La mia stanza aveva solo un letto ad una piazza, ma Papà aveva un letto matrimoniale. Mio papà disse che lui ed io potevamo dividere il suo letto e Ben poteva prendere la mia stanza.
Diedi una candela accesa a loro due in un'atmosfera quasi medievale. La neve era già alta quasi sessanta centimetri e non accennava a smettere. Tutto quello che potevo pensare era come mi sarebbe piaciuto aiutare Ben a scaldarsi. Con la mancanza di luce almeno loro non potevano vedere la protuberanza nei miei jeans che era evidente da quando la luce se n’era andata.
Papà andò ad accendere il fuoco nella stufa a legna mentre Ben ed io parlavamo. Una cosa tira l’altra e cominciammo a discutere. Mio padre rientrò nella mia stanza e disse: “Ehi, ehi, cos’è tutto questo gridare?” Spiegammo i nostri punti di vista e papà, come al solito, mi dava torto. Alla fine mi lasciai sfuggire: “Bene, parteggia per lui.” Papà tentò di prenderla alla larga ma io non ci stavo e dissi: “Non passerò la notte in una stanza con te.” Papà disse qualche cosa su stare lui nella mia stanza e Ben ed io prendere il suo letto, ma Ben obiettò perché era ancora arrabbiato con me.
“Ok” disse papà, “Ezio, tu rimani nella tua stanza e Ben ed io andremo nella mia.” Prima che io potessi dire un'altra parola Ben disse: “Eccellente!” e si precipitò della stanza. Io dissi: “Eccellente!” E mio papà disse lo stesso mentre usciva e chiudeva la porta dietro di se.
Sarei stato da solo nella mia stanza mentre papà e Ben avrebbero condiviso il letto. Ragazzi che idiota ero! Chiusi come al solito la mia porta a chiave e mi misi le cuffie (Grazie a Dio c’erano le batterie). Erano circa le 11 quando mi venne un po’ freddo, allora scesi e misi della legna nella stufa. Mentre chiudevo la porta della camera dietro di me mi tolsi le cuffie. Controllai i fori di aereazione per essere sicuro che il calore arrivasse.
Fu allora che sentii: Ben si stava lamentando, “Oh sì, così, ahhh, sì!” “Cosa cazzo...?” Pensai fra di me. Indossavo solo i pantaloni della tuta e null’altro. Mi avvicinai alla porta della camera di papà. Non avevo la candela. Potevo solo sentire quello che stava accadendo. Poi sentii Ben lamentarsi, “Ohhhh Dio!” e mio papà rispondere libidinosamente: “Rilassati, puoi prenderlo!”
Scostai la porta di un paio di centimetri e... non potevo credere a quello che stavo vedendo: Ben e mio padre completamente nudi. Ben era a quattro zampe sul letto e mio padre lo montava alla pecorina!
Non potevo credere ai miei occhi: Mio padre ed il mio compagno di classe che lo stavano facendo, ambedue appassionati e, ragazzi, era papà che martellava nel bel culo di Ben. Il mio compagno si stava lamentando rumorosamente ed i miei pantaloni furono lanciati dietro di me mentre cominciamo a carezzarmi l’uccello duro a quella vistione incredibile.
Senza preavviso papà si tolse dal culo stretto di Ben. “Perché ti fermi?” Chiese Ben guardandolo, i due erano illuminati dalla luce di alcune candele. Ben rotolò sulla schiena, mio papà gli sorrise e disse: “Chi ha parlato di fermarsi!” Mise le gambe di Ben sulle sue spalle e riprese con quello che doveva essere un cazzo da 22 centimetri. Quando ricominciò a penetrare il culo stretto del biondo Ben, lui si lamentò: “Oh Dio! Dottor Bruni!” Col pene seppellito profondamente nel giovane, mio padre si piegò, alzò un po’ Ben ed i due si baciarono. Io cominciai a sborrare sulla porta della camera da letto di mio padre.
Cristo! Papà stava facendo quello che io avevo sognato di fare. Poi pensai che non avrei avuto problemi ad essere al posto di Ben. I due proseguirono duramente e profondamente per 20 minuti nei quali mio spinse al massimo. Nel mentre Ben aveva sparato due carichi sul torace peloso di mio papà. Chiusi la porta, mi lasciai cadere sulle ginocchia e leccai il mio sperma. Poi scesi in sala, raccolsi i miei pantalone e ritornai nella mia stanza.
Mentre ero sdraiato nudo nel mio letto ripassai più volte le immagini che avevo visto masturbandomi per un'altra ora. Capii che Monteforte non sarebbe stato così male come avevo pensato. Capii che mio papà ed io saremmo diventati più intimi. E capii che Anna non sarebbe più stata quella della sua famiglia che avrei desiderato. Quell’onore sarebbe stato di suo fratello, Ben.

2
La versione di Ben
Ok, questa è la fottuta storia. Quella cagna della nostra di un insegnante mi appioppò come partner di studio Ezio Bruni. Il ragazzo è innamorato di mia sorella Anna che è innamorata del mio miglior amico, Cristiano che è appena uscito dal coma. Cristiano ed io eravamo piuttosto intimi; come fratelli. Facevamo tutto insieme ed intendo tutto! Dannazione, lo presi nel culo da lui un paio di volte. Quindi quando era in un coma io ero fottutamente solo, senza un altro ragazzo con cui farlo. Voglio dire che noi viviamo in una piccola città, quindi se qualcuno ti scopre è meglio che sia mentre stai in ginocchio davanti ad una figa.
Dunque, io ho 18 anni, biondo, alto un metro ed ottanta, muscoloso ed abbastanza ben fatto. Per un ragazzo come me il sesso è una necessità e molto. Quindi senza Cristiano per mesi ho avuto solo la mia mano destra che potesse aiutarmi. Questo fino a poco fa.
Ezio Bruni era un ragazzo nuovo, ad essere sincero era abbastanza eccitante ma sempre più spesso mi trovai a pensare a suo papà, il dottor Bruni, quando mi masturbavo.
E’ stato alcune settimane fa, il giorno della tremenda bufera di neve, che la vita diventò molto più interessante. Andai a casa di Ezio per poter lavorare insieme alla nostra ricerca. Suo papà aprì la porta. Ragazzi, mi diventò subito duro come la pietra al vedere quel fusto e quasi mi lasciai cadere sulle ginocchia. Mi disse di entrare e poi mi aiutò a togliermi il cappotto mentre Ezio era nella sua stanza, probabilmente era di cattivo umore. Suo papà lo chiamò e poi salì per dirgli che ero arrivato. Quindi scese, chiacchierammo e dopo un po’ lui si tolse la camicia. Probabilmente ha una quarantina di anni ma il suo torace muscoloso e peloso era magnifico.
Avevo uno stiramento al muscolo della spalla ed essendo lui un dottore, si offrì di dargli un’occhiata. Cominciò a strofinandomi le spalle. Ragazzi, avrei voluto girarmi, baciarlo e prendere in gola il suo grosso cazzo, ma non potevo dirglielo. Il dottor Bruni mi disse che sua figlia era a visitare dei parenti e che c’erano “solo i ragazzi” (intendendo lui ed Ezio ) in casa. Parlò della neve che aveva cominciato a scendere. Sapevo che ci si aspettava una bufera di neve, ma decisi di non dirlo. Mi dissi che la neve poteva essermi utili per restare con padre e figlio.
Ok, non pensavo che sarebbe mai accaduto, ma con un uomo mezzo nudo che mi strofinava le spalle potevo sognare. Ma le cose cambiarono quando per prendere il mio quaderno mi abbassai; il mio culo andò contro il grembo del dottor Bruni e lo sentii, ce l’aveva duro. Decisi di provare a divertirmi, mi chinai fingendo di raccogliere delle carte che erano uscite del quaderno. Cominciai lentamente a strisciare il culo muscoloso contro il suo inguine. Ambedue sapevamo quello che stava per accadere. Le sue mani si muovevano allegramente sulle mie anche e spingeva in avanti. Mi alzai, mi voltai e misi il quaderno girato vicino a lui. Poi lui fece la prima mossa e la sua lingua era a in fondo alla mia gola prima che potessi dire una parola.
“Ben, mi spiace, non avrei dovuto farlo.” disse. Io sorrisi e gli baciai il torace peloso mordicchiandogli i capezzoli duri mentre gli slacciavo la cintura. “Non possiamo!” disse mentre gli tiravo giù i jeans. Le sue mani trovarono la mia nuca mentre io prendevo il suo uccello duro tra le mani e cadevo sulle ginocchia. Senza una parola lo guardai negli occhi e presi la cappella in bocca. Cristiano mi aveva insegnato come succhiare un uccello come un professionista ed il dottor Bruni era il primo uomo con cui stavo dai tempi di Cristiano.
Scesi completamente sul suo cazzo pulsante ficcandomelo in gola. Lui chiuse gli occhi e si lamentò “oh, sì!” afferrandomi fermamente la nuca. Rimasi quasi soffocato sulla sua carne palpitante per quasi 5 minuti prima che lui desse quello per cui stavo lavorando, un carico cremoso, spesso ed enorme. Mi alzai e lo baciai profondamente. Oh sì, avevo trovato quello che cercavo, un bel stallone che poteva alimentarmi con un grande attrezzo.
Il dottor Bruni si tirò su goffamente i jeans e disse: “Sarà meglio che vada a chiamare Ezio.” Fece una pausa e poi disse “Ah, sarà meglio se non diciamo niente di questo.” Lo baciai profondamente poi gli sorrisi e dissi: “Non si preoccupi dottore, non lo dirò a nessuno, è più divertente così.” Il dottor Bruni andò di sopra da suo figlio, quando tornò mi disse che Ezio non era pronto e mi offrì la colazione. Io sorrisi ed accettai. Stavo facendo colazione quando Ezio entrò nella stanza. Non l’avevo mai osservato veramente bene prima, ma era fottutamente carino e mi fece venire subito un’erezione. Dopo la colazione Ezio ed io siamo andati nella sua stanza. Lavorammo per la maggior parte della mattina e producemmo molto. Ezio stava seduto al computer davanti a me ed io mi chinai intenzionalmente su di lui toccandogli le spalle, avrei voluto strappargli la camicia e fargli sentire mio uccello duro. Ragazzi, come lo volevo! Era circa l’una quando decidemmo di fare una pausa ed andammo nella loro cantina.
Attrezzature d’allenamento, Tivù a grande schermo, tavolo da bigliardo; ragazzi, era magnifico! Giocammo ai video giochi. Mio papà li odia, così non ho occasione di giocarci spesso. Passammo molti livelli ed io decisi di agire eccitato. Ogni volta che uccidevamo un nemico nel gioco, io urlavo e l'afferravo. Faceva piuttosto caldo nella stanza, così dopo una mezz’ora mi tolsi la camicia sperando che Ezio facesse lo stesso. Il tempo passò e suo papà ci chiamò dicendo che la cena era pronta.
Una volta di sopra ci sedemmo tutti e tre a tavola senza camicia. Ragazi, tutto quello che volevo fare era pomiciare col dottor Bruni e se Ezio non fosse stato là mi sarei fatto montare alla pecorina sul tavolo. Dopo la cena Ezio ed io ci siamo alzati per ritornare nella sua stanza a lavorare ma, nel momento in cui stavamo per lasciare la tavola, il dottor Bruni disse che la bufera di neve era troppo forte e sarebbe stato meglio che dormissi lì. Ezio non sembrò aver problemi, io speravo di vedere quello che Ezio aveva nei jeans, mi chiedevo se avesse le stesse misure dell'uccello enorme di suo papà. Ezio salì ad accendere il computer. Io gli dissi che l’avrei raggiunto dopo aver aiutato suo papà coi piatti. Una volta soli sparecchiammo ed andammo in cucina.
Penso di averlo fatto impazzire quando dissi: “Stasera voglio quell’uccello enorme nel mio culo.” Lui sorrise e disse che aveva un piano; lo discutemmo poi io andai di sopra per metterlo in opera.
Andai nella stanza di Ezio e mi sedetti dietro di lui chinandomi sopra lui. Ragazzi avrei voluto subito fottere quel bel culo. Gli strofinai le spalle, pensai che se ne sarebbe accorto, ma lui non sembrò notarlo. Alle 9 ero maledettamente eccitato ed in quel momento il dottor Bruni entrò. Mi disse che avrei dovuto chiamare i miei genitori per dire che sarei rimasto per la notte. Scesi in cucina lasciando lui ed Ezio come avevamo progettato. Quando ritornai dissi che i miei genitori erano stati avvisati ed in quel momento mancò la tensione. Ezio attraversò la stanza scura per cercare una candela. Mi incontrò per caso e ci abbracciammo. Dio, come volevo baciarlo. Lui si spostò e trovò una candela, poi scese a prenderne altre. Quando ritornò raccontai come erano costruite queste case. Il dottor Bruni disse che c'era una stufa a legna in cantina. Io mostrai loro come chiudere tutti i fori eccetto che nelle camere di Ezio e suo papà per conservare il calore mentre non c’era tensione.
“Ezio, perché tu e Ben non andate a dormire sul mio letto, io prenderò il tuo.” Suggerì il dottor Bruni. Se non avessi saputo che era parte del piano sarei rimasto di sasso… io volevo che il dottor Bruni mi inculasse quella sera! Il dottor Bruni scese a controllare la stufa ed io cominciai a discutere con Ezio. Era veramente dura; proprio come il mio uccello. Quando suo papà ritornò stavamo gridando uno contro l'altro. Suo papà allora disse: “Ok, Ben può prendere la tua stanza e tu puoi venire da me.” Ma Ezio disse che non avrebbe passato la notte nella stanza di suo padre dato che lui parteggiava per me. Allora il dottore disse: “Va bene, rimani nella tua stanza e Ben starà nella mia.” Ezio era incazzato, gridò “Eccellente!” ed io mi precipitai fuori della stanza seguito da suo padre.
Una volta nella stanza del dottor Bruni, ci spogliammo, ragazzi! Eravamo ambedue duri come pietra. Ci mettemmo a letto e lui si mise su di me, essere faccia a faccia era magnifico. I nostri uccelli duri erano pigiati tra di noi mentre lui mi leccava. Stava diventando più freddo, ma io non me ne curavo, io avevo il dottor Bruni che mi scaldava. Gli dissi di Cristiano e me e di quanto ero eccitato. Lui mi disse che voleva incularmi. Che cosa grande!
Una cosa conduceva all’altra ed io mi trovai a quattro zampe sul letto col dottor Bruni che mi sbatteva duramente e profondamente. Era il miglior sesso che avessi mai fatto. Cristiano era forte, ma il dottor Bruni sapeva veramente come incularmi. Io continuai a lamentarmi. Non mi preoccupavo che Ezio sentisse o no, quell’uomo era un chiavatore professionista ed io stavo godendo di ogni suo centimetro duro dentro di me. Mi allargò. “Ohhh Dio!” mi lamentai e lo sentii dire “Rilassati, puoi prenderlo!” E me lo mise dentro alla pecorina. Quando si tolse gli chiesi perché si stava fermando. Lui mi gettò sulla schiena, mise le mie gambe sulle sue spalle larghe e forti, mi sorrise e disse. “Chi ha parlato di fermarsi?”
Prima che me ne rendessi conto stava impalandomi di nuovo sul suo lungo uccello da 22 centimetri. Cristiano non mi aveva mai inculato così bene. Mi alzò un po’ e mi baciò profondamente. Per altri 20 minuti spinse dentro di me poi riempì il mio culo stretto con un altro carico enorme. Io ero innamorato (beh forse era lussuria)!
Quando finalmente si estrasse dal mio culo eravamo ambedue esausti. Ci pulimmo ed io rimasi sdraiato tra le sue braccia mentre ci addormentavamo. Un po’ desideravo che Ezio ci sorprendesse così la mattina dopo. Ragazzi come sarebbe stato eccitante essere stretto in mezzo tra padre e figlio!

3
La versione del dottor Bruni
Ciao, sono Andrea Bruni. Un anno fa mia moglie rimase uccisa in un incidente automobilistico ed io entrai in crisi. Mi trasferii con mia figlia e mio figlio a Monteforte dove ora sono un dottore di famiglia. Pensavo che una vita più semplice avrebbe migliorato le cose, ma le cose non si sono semplificate negli ultimi mesi.
Mia figlia Delia si adattò abbastanza rapidamente alla vita di qui. Mio figlio Ezio con cui avevo molto battagliato nel corso degli anni, non era facile da convincere ed avendo compiuto 18 anni, era ormai indipendente. Si era innamorato di Anna ma io era suo fratello Ben quello che avevo notato. Ero attirato dal biondo muscoloso e carino ed il ragazzo era il soggetto dei miei sogni bagnati. La mia defunta moglie sapeva che ero bisex e le poche volte che l’ho tradita è stato con alcuni dei miei amici. Ma qui a Monteforte dovevo mantenere un profilo basso.
Un pomeriggio mi ero fermato al ristorante locale per il pranzo. Ben entrò ed ordinò, io ero seduto alla cassa quando lui entrò. Giovane, pulito, diciottenne... proprio come piacevano a me. Appoggiò il suo quaderno vicino a me ed io riconobbi che si trattava degli appunti della ricerca che stava conducendo con mio figlio. Anche il padre del ragazzo era nel ristorante e lui si diresse alla sua tavola per parlargli. Io decisi di tentare il colpo, aprii la mia borsa e ci misi dentro il quaderno di Beni. Due minuti più tardi il giovanotto ritornò, gli chiesi se avevano finito la ricerca con Ezio e lui disse di sì. Dopo un po’ di chiacchiere se ne andò dimenticandosi del suo quaderno.
Più tardi quella sera a cena Ezio si stava lagnando che Ben aveva perso i loro appunti della ricerca. Io gli dissi di farlo venire quel fine settimana. Siccome mia figlia era in visita ai nonni, gli dissi che casa nostra sarebbe stata il luogo ideale. Con mia sorpresa Ezio si disse d'accordo. Dopo cena chiamò Ben invitandolo a venire la mattina dopo.
La mattina salutai Ben quando arrivò, c'era una previsione di bufera di neve ed il tempo sarebbe peggiorato, era quindi probabile che il ragazzo si fermasse da noi per un giorno o due; solo a pensarci mi venne duro.
Avevo sentito dire che Ben ed il suo amico Cristiano, che recentemente era uscito dal coma, erano estremamente intimi e che Ben non aveva ancora una ragazza. Io contavo sul significato di quei segnali sperando che volessero dire quello che io speravo. Dopo averlo fatto entrare l'aiutai a togliersi il cappotto. Il biondino portava jeans stretti, una t-shirt stretta e, ragazzi, come era ben fatto. Chiacchierammo per un po’ prima che andassi a svegliare Ezio. Con mia sorpresa vidi Ben sorridere mentre fissava il mio inguine evidentemente gonfio. Capii che il bambino era ricettivo. Flirtammo e mentre Ezio si preparava finii per fare una mossa su di lui (o a essere onesto, cominciò lui). Ambedue sapevamo che stava per succedere qualche cosa.
Quando mio figlio finalmente arrivò in cucina, sembrava irritato che io preparassi la colazione di Ben. Quando Ben finì andarono in stanza per studiare. Lavorarono duramente. Io mi sentii un po' colpevole di aver rubato il quaderno ma il mio uccello era felice che l’avessi fatto. Fecero una pausa di alcune ore e poi ritornarono in cucina per la cena. Erano ambedue a torso nudo. La mia mente cominciò ad immaginare quello che qui due bei ragazzi avevano fatto a torso nudo in cantina per molte ore. Sì, mio figlio Ezio, ma lui è maledetto carino. Lo desideravo tanto quanto desideravo Ben (Sapete si dice “l’incesto è meglio”)
Dopo cena Ezio salì nella sua stanza per avviare il computer. Ben si offrì di aiutarmi a sparecchiare. Una cosa tirò l’altra e Ben ed io finimmo abbracciati in un bacio appassionato e profondo. Lui si lamentò: “Dio, dottor Bruni, ti voglio dannatamente!” Parlammo ed io gli dissi che avevo un piano. Dopo averglielo spiegato lui salì nella stanza di mio figlio ed i due continuarono nella ricerca. In meno di un giorno avrei scoperto che Ben desiderava sia me che mio figlio, una cosa che mi avrebbe aiutato con un altro piano.
Più tardi andai nella stanza di mio figlio e dissi a Ben di chiamare i suoi per dire che si sarebbe fermato a dormire per evitare la tempesta di neve. Quando lui uscì vidi mio figlio a torso nudo seduto al computer. Riuscii a trattenermi, mi sedetti dietro di lui e mi chinai. Le mie mani sulle sue spalle muscolose… volevo fotterlo. Io so, lui è mio figlio, ma lui è il genere di giovane che amo dominare ed usare e penso che la maggior parte della tensione tra di noi in questi ultimi anni sia stata di natura sessuale.
Quando Ben ritornò mettemmo in moto il piano. Accadde che la tensione venne a mancare in quel momento, Ezio trovò una candela e poi scese per prenderne delle altre. Io ricordai a Ben ciò che avemmo fatto. Quando ritornò e mi diede una candela io lasciai i due soli per permettere a Ben di litigare con Ezio .
Avevo raccontato a Ben della stufa che c’era in cantina e lui mi aveva spiegato che così era possibile scaldare qualche stanza quando non c’era tensione; allora dissi ad Ezio che avremmo potuto scaldare solamente due camere da letto, la sua e la mia. Questo voleva dire che Ben avrebbe dovuto dormire con uno di noi invece che nella stanza degli ospiti.
Come progettato accesi la stufa ed aprii i fori nelle due camere da letto. Nel frattempo Ben scelse un argomento di cui parlare con mio figlio e quando ritornai praticamente si stavano insultando. Sapevo come manipolare Ezio e quando ebbero finito di gridare Ezio era nella sua stanza e Ben nel mio letto.
Erano le 9 passate quando Ben ed io lasciammo la stanza di mio figlio ed Ezio si mise gli auricolari come sempre (mi ero preoccupato che le batterie fossero molto cariche). Ben ed io andammo nella mia stanza, eravamo appena entrati che eravamo già uno sull'altro. In breve eravamo ambedue nudi ed il fusto biondo era a quattro zampe con me che lo montavo alla pecorina. Erano passati mesi da quando l’avevo fatto l’ultima volta ma il bel culo di quel ragazzo valeva l'attesa. Penetrarlo era incredibile. Il suo culo rotondo e muscoloso avrebbe potuto essere l’oggeto di leggende porno.
Alle 11 stavo ancora cavalcandolo duramente e profondamente ed al manigoldo piaceva; era sesso puro. Hardcore sfrenato. Il ragazzo aveva un genere di culo in cui era possibile spingere fino in fondo. Seppi più tardi che il suo amico Cristiano gli aveva preso la verginità, ma credetemi Ben era ancora stretto come se fosse vergine.
Ben si stava lamentando piuttosto rumorosamente. Io continuai ad assicurargli che poteva prenderlo. Ad un certo punto ero tanto avido di incularlo che non mi preoccupai del fatto che Ezio scoprisse quello che stavamo facendo. Lo inculai a lungo poi lo tolsi e lo misi sulla schiena; volevo guardarlo negli occhi blu quando gli avrei riempito il culo di sborra. Misi le sue gambe sulle mie spalle ed ancora una volta l'impalai. Lo montai e lo riempii con un carico enorme di sperma.
Dopo di ciò ci pulimmo e ci mettemmo sotto le coperte. Ben stette nudo nelle mie braccia. Nel silenzio sentii un rumore attraverso il foro. Era Ezio. Si stava lamentando. Dedussi che si stava facendo una sega. Poco prima che venisse lo sentii dire: “Ben, bastardo fortunato…. Oh sì, prendi il cazzo di mio papà.” nel silenzio mi irrigidii per un momento. Mio Dio, Ezio doveva averci sentiti… poi cominciò a diventarmi duro… sapeva di me e Ben e si stava masturbando. Guardai il ragazzo biondo nelle mie braccio e capii che non sarebbe passato molto tempo ed al suo posto ci sarebbe stato mio figlio.

4

La prima volta
La mattina quando io mi svegliai ce l’avevo ancora duro, non potevo credere a quello che mio papà e Ben avevano fatto durante la notte. Ma non potevo fare a meno di sorridere tra di me. Con un po’ di fortuna sarei riuscito a prendere all’amo Ben e mio papà e mi rimisi a dormire.
Erano le 10 quando mi svegliai e Ben e mio papà avevano già fatto la doccia e si erano cambiati. Mi alzai, indossavo solo i boxer che mostravano una bella protuberanza. Ragazzi, il mio padre aveva inculato il bel fusto di biondo, ancora non potevo crederlo. Sentii del rumore fuori, guardai dalla finestra e c'erano mio padre e Ben che spalavano davanti all’ingresso. Indossavano cappotti pesanti, ma ogniqualvolta si piegavano potevo vedere i loro culi muscolosi e sodi che tendevano i jeans. Non potevo resistere, mi spogliai completamente e cominciai a menarmelo. Ragazzi com’ero eccitato. Stavo guardando mio papà, era veramente un fusto. Devo aver chiuso gli occhi mentre lo facevo e non mi accorsi che Ben era ritornato in casa. Aveva freddo alle mani e mio papà gli aveva detto che c’era un altro paio di guanti nella sua stanza.
Quindi io ero là, nudo, che spiavo mio padre e mi masturbavo come un pazzo. Probabilmente mi stavo lamentando perché quando Ben entrò mi sentì. Con la schiena alla porta non mi accorsi quando l'aprì. Stette lì per un po’ prima che me ne accorgessi e comprendessi lo spettacolo che gli stavo dando.
“Hai bisogno di una mano?” Chiese quando mi voltai.
“Io…ah.” Balbettai. Non c'era modo di nascondere quello che stavo facendo. “Non preoccuparti, tuo papà mi ha detto che ci hai sentiti la notte scorsa.” disse togliendosi cappotto e camicia. Mi si avvicinò e mi prese nelle sue braccia. Io ero scioccato. “Sai, mi piacerebbe il tuo bel culo, questo se sei disposto a prenderlo come un uomo.” Senza un'altra parola le sue labbra incontrarono le mie. Le mie braccia lo avvolsero e ci baciammo profondamente. Prima che potessi dire una parola mi trovai perduto nei suoi profondi occhi blu. Poi lui cadde sulle ginocchia e se lo infilò in gola. Ragazzi, come era bravo ed io ero così arrapato. Lui mise le mie mani sulla sua nuca ed io mi trovai guidato dall’istinto a fottere la sua calda bocca bagnata. Abbassando lo sguardo alla sua faccia capii che lui era eccitato come me.
Poi si alzò. “Allora cosa ne dici?” chiese facendomi girare e cominciando a leccarmi il culo “Posso avere il tuo bel culo?”
Io non l'avevo mai preso in culo ma ero così arrapato ed era così bello sentire la sua lingua che capii che dovevo dargli una prova. Inoltre avevo visto che a Ben sembrava desse molto piacere essere inculato da mio padre; pensai dovesse essere magnifico. Accennai col capo ed allora Ben si alzò. Si spogliò e mi disse di sdraiarmi sul letto. Uscì dalla stanza e ritornò con un tubo di lubrificante (che mio padre aveva usato su di lui la notte prima). Me ne mise un po’ sul culo. Quando riuscii a prendere dentro tre dita mi disse con calma che stava per farmi impazzire.
Poi si posizionò dietro di me. Mi mise a quattro zampe con la faccia sul cuscino e cominciò ad indagare per aprirmi il culo con la testa del suo uccello. In due minuti era profondamente dentro di me. Ragazzi, che male! Ma Ben mi disse di rilassarmi perché avrei imparato a goderne a suo tempo.
Lui cominciò a cavalcarmi il culo. Anche se faceva male io ce l’avevo ancora dannatamente duro. Lui continuava aspingermelo dentro ed ambedue respiravamo affannosamente. Poi sentii Ben lamentarsi: “Oh cazzo, sborro!” Poi una serie forti ruggiti mentre lui cominciava a sparare il suo carico nel mio culo. Durò solo 5 minuti ma, ragazzi, che roba!
Con Ben avvolto su di me mi alzai e in quel momento sentii mio papà: “Ben, pensavo che saresti tornato in un minuto. Vedo che hai una passione per noi Bruni.”
“Mi spiace dottor Bruni!” Disse con una risata “Avevo bisogno di scaldarmi.” Mentre Ben smontava dal mio culo vidi che mio papà cominciava a spogliarsi. “Mi sembri piuttosto surriscaldato.” Disse mentre Ben si alzava e lo baciava proprio di fronte a me. “Non che possa biasimarti… mio figlio ha un bel culo?”
Ben sorrise e disse: “Sì, uno dei migliori!”
Papà si tolse i jeans rivelando un’enorme erezione. “Cosa dici figlio, mi permetti un secondo round?”
Non potevo credere a quello che stavo sentendo, mio padre voleva incularmi. Io non gli risposi, ma lui sapeva che lo volevo. Fece sedere Ben al capo del letto dove ci baciammo mentre mio padre mi montava. Lui durò molto di più di Ben, quasi 45 minuti. Mi faceva male il culo, ma era così bello. Capii in quel momento che mio papà ed io saremmo andati molto più d’accordo da quel momento. Chiaramente questo non interruppe il mio rapporto con Ben.
Ben sembrava incazzato per il fatto che il suo amico Cristiano non si ricordasse di lui dopo il coma. Cristiano ed io finimmo per divenire amici intimi, così intimi che Ben stava diventando un po' geloso. Lui non riusciva a ricordare a Cristiano cosa avevano fatto insieme. Io decisi di scoprire fino a dove sarei riuscito ad andare con Cristiano. Sapevo che avrebbe reso geloso Ben. Ma la cosa non mi preoccupava più di tanto, lui aveva ancora l'uccello di mio padre per riempirgli il culo; ed io feci in modo di avere Cristiano.

5
Cristiano
Erano passate due settimane dalla grande bufera di neve. Cristiano continuava a parlare con me, finalmente capii che si sentiva come un ragazzo nuovo a scuola. Tutti lo ricordavano ma lui non li ricordava e si sentiva colpevole per questo. Ma con me era diverso. Noi non ci conoscevamo precedentemente, così lui non sentiva mai storie su ‘Cristiano'.
Era venerdì, dopo la scuola. Se ne erano andati tutti ma io stavo facendo pratica al pianoforte nell’aula di musica quando Cristiano entrò.
“Ciao” disse mentre io smettevo di suonare. “Non smettere.” continuò “Sei veramente bravo.”
“Grazie” dissi sorridendo leggermente. “Sono le 5 e stavo finendo” Mentre parlavo lui chiuse la porta e venne a sedersi sull'orlo della panca vicino a me. Io stavo raccogliendo i miei spartiti quando lui cominciò a parlare. “Voglio ringraziarti Ezio, veramente, sei stato un buon amico, ascoltandomi senza pressarmi a ricordare. Lo so che la gente lo fa per me ma, ragazzi, io non so chi è questo Cristiano… intendo il ragazzo di cui loro continuano a parlare è un estraneo e loro vogliono che io lo ricordi. Io voglio essere me stesso… Lo sai?” disse guardandomi con quello sguardo da cucciolo perso negli occhi.
“Ehi, non permettere loro di forzarti.” Dissi mettendo una mano sulla sua schiena. Mi chinai e dissi “Saranno sconfitti se non riusciranno a sapere chi veramente sei” con mia sorpresa lui si chinò e mi baciò sulle labbra. Presto le nostre bocche si aprirono, lui mi circondò con un braccio e tirò più vicino. La mia lingua esplorò la sua bocca. Ragazzi, potevo capire perché Ben era così preso da Cristiano, era un amante magnifico.
Lui si tirò improvvisamente indietro e si alzò, girandosi verso la porta “Mi spiace, non avrei dovuto farlo” Vidi che si sentiva colpevole. “Sono un tale cazzone. Una persona che mi è stata tanto amica e guarda cosa gli ho fatto.”
Mi alzai, mi misi dietro di lui, misi le mani sulle sue spalle e lo feci voltare. Il suo viso era solcato dalle lacrime “Ehi,” dissi mettendo le braccia intorno alla sua vita “Penso che sei bellissimo, Cristiano...” Mi chinai e lo baciai “Ti amo Cristiano ” non so da dove vennero le parole, ma io sapevo che erano vere. “Non essere così sorpreso” continuai, “Sei un gran ragazzo. Sei veramente carino…” Sorrisi mentre vedevo l'espressione di sollievo sulla sua faccia “E, ragazzi, sei un amante splendido.”
“Così non sei arrabbiato” Ha chiesto per assicurarsi che non volessi essere solo gentile. “Arrabbiato!” risposi, “Lo sarei solamente se tu cambiassi idea.” Lo baciai e continuammo per 15 minuti. Baci bagnati e lunghi, profondi, interrotti solamente da parole di tenerezza ed amore. Cristiano poi disse qualche cosa che mi fece desiderare di fare di più, disse: “Ti amo Ezio!” Ci abbracciammo e tenendolo nelle mie braccia capii che volevo diventare vecchio con lui. Cristiano ed Ezio, sembrava bello!
“Scusa ma devo tornare a casa a preparare la cena, o mio padre tenterà di cucinare ed io non ho voglia di mangiare carbone.” Cristiano sorrise, capiva quello che volevo dire avendolo invitato a cena la settimana precedente. “Ehi, vuoi venire?”
“Per cena?” disse Cristiano esitando.
“Sì, puoi chiamare i tuoi e dir loro che starai da me. Racconta che abbiamo una ricerca o dei compiti da fare.” Sorrisi astutamente “Possiamo tenerci caldo nella notte di questo freddo inverno.”
Il sorriso di Cristiano era tutto ciò che volevo vedere. Io finii di raccogliere la mia roba e poi prendemmo i libri dai nostri armadietti. Andammo a casa mia, andammo in cucina e gli dissi di accomodarsi, io sarei andato ad avvisare papà che c’era lui. Salii nella stanza di papà dove certamente lui stava cavalcando Ben duramente (accaddeva ogni venerdì dopo la scuola). Spiegai rapidamente che c’era Cristiano e che ci eravamo baciati. Ben sembrò geloso, ma mio papà, riportando il fusto biondo sopra il suo cazzo diritto, gli disse di non essere avido. Dissi che volevo vedere fino a dove potevo andare con lui. Dissi anche che Cristiano ed io eravamo innamorati. Prima che Ben potesse parlare mio padre disse che era grande, era giusto che io avessi un ragazzo dato che anche lui ne aveva uno, il fusto biondo che stava inculando. Ben sembrò lusingato dal fatto che mio papà si riferisse a lui come suo ragazzo. Sembrò che tutto andasse per il meglio, io scesi da Cristiano e gli dissi che mio papà era occupato e che noi potevamo andare nella mia stanza e ‘comincia a studiare. Appena arrivati chiusi il foro dell’aria, non volevo che loro ascoltassero la mia prima volta con Cristiano (la video camera che scoprii che mio padre aveva nascosto nel soffitto della mia camera sarebbe stata sufficiente). Mettemmo i libri sulla scrivania ed io mi misi dietro di lui.
“Ti amo Cristiano.” Lui si girò e mi guardò. “Lo so, ci conosciamo da poco ma io ti amo” continuai.
“Tu sei intelligente, gentile, bello….” Cristiano arrossì.
“Ed io ti amo!” dissi ancora una volta. Lo presi nelle mie braccia, lui sembrava così vulnerabile, ma la sua faccia schiacciata contro il mio collo mi disse più di quanto potesse dire lui.
Baciandoci cominciammo a spogliarci l'un l'altro ed in breve fummo entrambi nudi. Tirai indietro indietro le coperte del mio letto e ci sdraiammo. Ci abbracciammo. Ce l’avevamo duro ed i nostri uccelli erano schiacciati tra di noi. “Io… io” cominciò Cristiano.
“Lo so.” Risposi, “Lo prenderemo come va, ok?” Cristiano accennò col capo.
Ci baciammo per 30 minuti mentre il nostro abbraccio ci faceva girare ed alla fine mi trovai su di lui. Continuammo a baciarci forte e profondamente. Il nostro respiro era rapido mentre ci strofinavamo l'uno contro l'altro. Cristiano bisbigliò con una voce piena di lussuria “Oh, Dio, penso che sto per eiaculare!”
“Fallo amico!” Dissi aumentando il ritmo. Lo baciai mentre anch’io mi stavo avvicinando. Rimanemmo abbracciati, i nostri due forti corpi stretti insieme con forza. Alla fine lui si lamentò quietamente e cominciò a venire “Ti amo Ezio” scivolò dalle sue labbra.
“Lo so,” dissi io mentre anch’io cominciavo a sborrare ed i nostri carichi appiccicosi rivestivano i cazzi stretti tra di noi. “Anch’io ti amo Cristiano.” Dissi mentre ci baciavamo e stringevo il suo culo pompando fuori un carico cremoso denso ed enorme.
Esauriti e sudati rimanemmo sdraiati uno nelle braccia dell'altro per cinque minuti. “Ezio , io…” Cristiano esitò.
“Cosa c’è amico” dissi afferrando un asciugamano da sotto il mio letto e pulendoci.
“Io voglio che tu sia il mio ragazzo.” Lui si tolse un anello, io mi tolsi il mio e ce li scambiammo, eravamo uno il ragazzo dell’altro. “Io non mentirò se qualcuno chiederà di noi.” disse seriamente Cristiano .
“Neppure io. Voglio dire che ti amo.”
Ci baciammo, ci alzammo e ci vestimmo. Scendemmo per la cena e ci sedemmo come avremmo fatto per anni a venire. Non sempre tutto andò liscio, talvolta ci tradimmo, ma questa è un'altra storia!

6
Matteo
Ok, è probabile che mi sia antipatico, ma quando l'insegnante di musica di Ezio, Matteo Laschi apre quella bocca arrogante vorrei chiudergliela… o come minimo infilarci dentro il mio grosso cazzo. Pensavo spesso di metterlo in ginocchio per vedere se riesce a suonare il flauto di pelle come fa col pianoforte. Quando Ezio ebbe un’insufficenza a scuola ed io mi trovai a casa col giovane insegnante da due soldi che pontificava, ho capito che era il momento di chiarire chi era il capo e chi l'impiegato.
“Signor Laschi...” Cominciai avvicinandomi “da dove riceve l’autorità di insegnarmi come allevare mio figlio? Ha un figlio per poterlo fare?”
“Beh, no, ma lei…”
“Beh, no, quindi lei non ha alcuna esperienza su come alimentarli, vestirli, lavarli o qualsiasi altra cosa relativa all’allevamento di un ragazzo, vero signor Laschi?” io scelsi specificamente quelle parole. Avevo visto come guardava ad Ezio, feci una telefonata all'università e trovai un vecchio suo compagno di camera che mi disse che lui preferiva senza dubbio i ragazzi, ed anche giovani. Lui per tre giorni la settimana per una o due ore stava da solo con Ezio. Sì, so cosa poteva succedergli ed a essere onesto non potevo biasimarlo dopo avere provato il culo di mio figlio!
Matteo era senza parole, ma la sua faccia arrossì, la cosa mi disse che con Ezio era andato oltre come avevo sospettato. Voleva dire anche che Ezio stava tradendo il suo nuovo ragazzo, Cristiano. Il pensiero dell'insegnante di pianoforte con mio figlio me lo fece diventare duro e decisi di gettare la cautela al vento.
Lo spinsi con forza contro il muro del soggiorno. “Mi ascolti arrogante figlio di una cagna, non tenga mai più quel tono con me. Lei pensa di sapere tutto, mi lasci dirle che non conosce un cazzo. Chiaro!”
Come sospettavo Matteo cominciò a difendersi. Io gli interruppi a metà la frase. “Non pensi che io non sappia chi lei è veramente.”
Arrogantemente lui imitò il mio tono “E chi sono, allora?”
“Lei è un insegnante di pianoforte a cui piace giocare coi suoi compagni di camera. Lei è un succhiacazzi che ora ha un’erezione pensando a mio figlio.”
Gli occhi di Matteo si spalancarono. Rimase muto, non disse una parola (un cambiamento piacevole).
Io decisi di proseguire, mi tolsi la camicia, aprii i miei jeans e tirai fuori il mio uccello duro. Lui lo guardò a bocca aperta. Sorrisi presuntuosamente e dissi: “Così non pensavi che fossi ben dotato come Ezio ?”
“No, sono sorpreso perchè ce l’ai ancora più grosso!” Disse con gli occhi incollati al mio cazzo.
“Così, ora l’ammetti, hai sedotto mio figlio.” Misi le mani sulle sue spalle e lo costrinsi in ginocchio. Senza un'altra parole lui prese la mia virilità nella sua bocca. Rudemente gli afferrai la nuca imprecando come un marinaio con una puttana di Bangkok: “Ti piace, non è vero, figlio di una cagna. Sì, così, usa la lingua. È veramente musicale, non è vero bastardo? Fammi vedere come sei bravo a suonare questo flauto.” Più gli parlavo così e con più forza lui tentava di accontentarmi. Era un grande succhiacazzi e lo prese profondamente finché le mie palle non schiaffeggiarono contro il suo mento. Gli ordinai di spogliarsi. Senza togliersi il cazzo di bocca (soprattutto perché l'afferravo per i capelli e la nuca e non smettevo di spingere) lui si spogliò nudo e spogliò anche del resto.
Mi spostai ad una grande sedia all’altro capo della stanza. Lui non aveva alcuna alternativa se non strisciare dietro a me continuando a spompinarmi lungo la strada. Mi sedetti mentre lui faceva tutto il lavoro gurdandomi talvolta per vedere il mio sorriso di approvazione. Dopo 10 minuti, con le mani sulle sue orecchie, mi stavo avvicinando all’orgasmo. In quel momento la porta si aprì ed Ezio entrò. Si bloccò nel vedere il suo insegnante di pianoforte in ginocchio di fronte a me. Gli feci segno di entrare.
“Ezio” Matteo si girò la testa senza far uscire il mio uccello dalla sua bocca “sembra che Matteo senta il bisogno di dare una lezione di flauto.” Ezio rise, era la prima volta che lo vedevo ridere da settimane. “Penso che tu dovresti fare un po’ di pratica nell’inculare.” “Cosa, io montarlo?” Chiese Ezio sulla difensiva. “Sì, sai dov’è il lubrificante e non farti vedere con qualche cosa addosso quando scenderai, giovanotto!” Dissi con la voce più paterna che riuscii a chiamare a raccolta. Due minuti più tardi il mio giovane figlio nudo entrò nella stanza.
Matteo tolse la bocca dal mio uccello e disse: “No, io non lo prendo nel culo.”
“Bene” dissi chinandomi naso a naso con lui “E’ ora che impari, vai Ezio” dissi pigiando la mia bocca contro quella di Matteo prima che lui potesse rispondere. Ezio esitò, ma il suo cazzo lo fece continuare e lubrificò il buco del suo insegnante di pianoforte che tentò di resistere, ma io lo tenni fermo. Capii quando mio figlio cominciò a penetrare il suo buco del culo stretto perchè Matteo si lamentò rumorosamente nella mia bocca. Poi sentii Ezio mormorare: “Ragazzi, com’è stretto”
Tolsi la bocca da Matteo e lo costrinsi a scendere sul mio uccello, ora era stretto padre e figlio. Mi chinai in avanti e baciai Ezio dicendo: “Io non lo dirò a Cristiano se tu non lo dirai a Ben. Ok?” Ezio sorrise e ci baciammo di nuovo, a lungo e profondamente. Dopo cinque minuti le nostre labbra si separarono, Ezio stava anelando ed io gli dissi di riempirgli il culo. Quelle parole sembrarono spingerlo al limite, tirai via la bocca di Matteo dal mio cazzo e lo sentii lamentarsi: “No, no, non hai il preservativo, estrailo, estrailo.” Con mia sorpresa Ezio gli lanciò una risata cattiva piena di lussuria e disse: “Chiudi quella boccaccia e prendilo come un uomo. Se stai buono magari anche papà ti darà la sua sborra!” Poi il ragazzo ruggì e riempì l’insegnante di giovane sperma virile.
Ezio lo estrasse (ed afferrò la mia t_shirt dal pavimento per pulirsi). Mi voltai verso Matteo e lo tirai sopra il mio uccello. “No, Oh Dio no, è troppo fottutamente grosso!” gridò ed Ezio ed io ridemmo mentre lo costringevo a sedersi sulla mia carne e lo cavalcavo fino a sparare un altro carico nel suo culo.
Ezio andò in camera sua e si cambiò. Io lasciai che il suo insegnante si rivestisse ma io rimasi nudo. Gli dissi che era necessario che modificasse atteggiamento, Ezio lo accompagnò piuttosto scioccato alla porta e lo condusse fuori. Mentre si allontanava lo richiamò, ora erano faccia a faccia. “Se avessi saputo che questa era la lezione non sarei arrivato in ritardo. Ci vediamo mercoledì?” Matteo sembrava un po' scioccato ma, abbassando la testa, accennò di sì. Quando si girò e cominciò a camminare Ezio gli gridò: “E non sia in ritardo!” Matteo accennò col capo sapendo nel profondo del suo cuore che ormai non era nient’altro che un giocattolo sessuale per gli uomini Bruni. Ritornando verso la sua stanza si disse che il suo culo sarebbe stato riempito molto più spesso. E sorrise.
Ancora nudo mi avvicinai a mio figlio. “Allora, pensi che ritornerà?” Ezio sorrise
“E… fino a che non lo diremo ai nostri ragazzi...” Ezio fece una pausa. Gli diedi un'occhiata come per chiedere, ‘e? ' “Che ne dici di farmi impazzire questa sera? Cristiano non c’è ed io, ad essere onesto, avrei bisogno di una bella inculata” Prima che me ne rendessi conto eravamo nudi nel mio letto. Mia figlia era a casa di un’amica così io non avevo paura di essere interrotto. Misi Ezio a quattro zampe e gli leccai il culo mentre lui gemeva il suo apprezzamento, poi senza l’ausilio di lubrificante, ma solo con la saliva, lo penetrai e lo cavalcai alla pecorina. Dapprima protestò, ma io gli feci presente chi era il padre e chi il figlio e che come uomo di casa possedevo tutto sotto il mio tetto.
Lui rise, si dimenò per prenderlo e poi si lamentò abbassando la testa nel cuscino, “Oh Dio, fottimi papà!” era uno di quei momenti tra padre e figlio indimenticabili. Sfortunatamente mi ero dimenticato perché mia figlia stava fuori quella notte…avevo un appuntamento a casa mia con Ben. Lui entrò e mi scoprì con Ezio . Adirato e ferito corse via. Io ero troppo pieno di lussuria per lasciare Ezio, così lo cavalcai per un'altra ora prima che riuscissi ad estrarlo. Passarono più di quattro ore prima che potessi lasciare la casa per trovare Ben (è duro lasciare i propri figli). Ezio l’aveva chiarito, mi voleva, e lo prese sulla scala, sul tavolo della sala da pranzo, sul tavolo della cucina, ancora sul letto, nella doccia. Alla fine riuscii a toglierlo dal mio uccello, mi vestii ed uscii. Ezio ed io avevamo un'idea di dove Ben fosse andato.
Dove vai se ti denti tradito dal tuo amore? Dall’amore del tuo amore? Inoltre, sapevo che Ben era ancora innamorato di Cristiano ed ora aveva l'opportunità perfetta di averlo. Poteva dirgli che Ezio l’aveva tradito e poi confortare Cristiano e fotterlo.

7

Carlo
Il marito della mia vicina, Carlo, viaggia molto. Lui era la stella sportiva del liceo e non ha perso niente del suo sex appeal. Recentemente ho scoperto il segreto, sebbene sia sposato preferisce gli uomini.
Dopo che papà mi ebbe inculato e fui uscito alla ricerca di Ben che ci aveva sorpreso, io mi vestii e pensai di fare una passeggiata. Che papà ed io facevamo l’amore dovevamo nasconderlo ai nostri rispettivi ragazzi. Mentre camminavo tra casa nostra e quella di Nina sentii una voce: “Bastardo, come hai potuto tradirmi, e con un uomo!” Gridava Nina. Poi sentii la voce di suo marito Carlo: “Non è come che sembra…” L'argomento proseguì per più di 10 minuti poi lei disse che sarebbe andata da sua madre, col figlio, per alcuni giorni. Io rimasi nascosto tra i cespugli mentre lei, suo figlio e le valigie venivano accumulate in macchina. Carlo rimase sotto il portico a guardare. Mentre lei partiva lui si girò verso la porta. Devo aver fatto rumore perché lui gridò “chi è là!” io uscii dal buio e dissi: “Sono io, Ezio.”
“Probabilmente hai sentito tutto.” Disse Carlo depresso.
“Beh, sì… mi spiace.” dissi.
“E presto lo sapranno tutti in città. E’ meglio che faccia le valige e me ne vada” ed entrò in casa. Decisi di entrare e parlargli. “Ascolta, non voglio immischiarmi, ma perché ti sei sposato se ti piacciono i ragazzi?”
“Esci di qui, Ezio.” disse Carlo sempre girato.
Mi tolsi il cappotto, la camicia e mi spogliai mentre gli dicevo che doveva essere se stesso. Gli chiesi chi era il ragazzo. Solo allora si voltò (probabilmente per dirmi di andarmene da casa sua) e mi vide, nudo di fronte a lui mentre mi carezzavo l’erezione. Mi avvicinai a lui e dissi: “Il tuo segreto è al sicuro con me” e lo baciai. Pochi secondi ed ero nelle sue forti braccia e le sue mani mi stringevano il culo per tirarmi a sé. Gli chiesi se se la faceva con ragazzi in città e lui lo ammise, ma disse che il ragazzo col quale stava ora non era della città… risultò che si trattava del mio insegnante di musica. Lasciai i vestiti nel soggiorno e lo seguii nella sua camera da letto. Si spogliò rapidamente e fui in grado di dirgli che aveva ancora il corpo forte e muscoloso di un liceale. Mi trovai sulla schiena, con le gambe sulle sue spalle e lui che mi penetrava. Chiavammo per due ore. Lui entrò nel suo ruolo e continuò a chiamarmi il suo fratellino. Gli chiesi se gli sembrava che fosse un incesto ed ammise che per lui lo era… così lo feci partecipe del mio segreto e lui mi venne nel culo mentre gli raccontavo, pieno di lussuria, come mio padre mi era stato profondamente nel culo quel giorno.
Quando finimmo facemmo la doccia e ci vestimmo. Portai Carlo a casa nostra, lo spogliai, lo misi nel letto di papà e mi sedetti in soggiorno ad aspettare papà mentre Carlo dormiva di sopta… lui era un regalo per mio padre… il mio nuovo fratello.

8
La scoperta
“Cosa cazzo sto facendo?” Mormorai tra di me. “Fotto il mio bel figlio, ed ora sono alla ricerca del mio biondo amore che mi ha sorpreso mentre lo facevo. Ragazzi, sono un bastardo!”
Andai a casa di Cristiano, i suoi genitori erano via per una vacanza. Mi avvicinai alla parte posteriore della casa (dove c’è la camera da letto di Cristiano). Guardai attraverso i vetri e vidi due ragazzi, nudi e col mio giovane dalla faccia di dio Vichingo che succhiava l’ uccello del suo amico Cristiano. I miei occhi incontrarono quelli di Ben, lui sorrise pieno di concupiscenza e lo sentii raccontare con luridi dettagli quello che lui mi aveva visto fare ad Ezio. Si poteva vedere che Cristiano era adirato ed incanalava tutta la sua rabbia su Ezio.
Ben prese le cuffie e disse: “Ascolta la musica e succhiami l’uccello, ragazzo.” e vidi Ben spostarsi al letto. Seduto sull'orlo Ben continuò a dare il suo palo a Cristiano che ora non poteva sentire nient’altro che la musica che squillava nelle sue orecchie. Ben mi fece segno di entrare ed io aprii le porte di vetro scorrevoli. Una volta dentro parlò sotto voce.
“Ascolta, non posso dire di non essere arrabbiato, ma io pensavo tu volessi che io fossi monogamo.” Io non sapevo cosa dire. “Ok, chiudi la porta e le tende, incula Cristiano mentre io finisco qui e dimentichiamo tutto…va bene?”
“Io inculare Cristiano?”
“Sì, perché no, chiunque può farlo… perché pensi sia così popolare.” Ben sorrise e non mi fu possibile farne a meno, anch’io lo feci e cominciai a spogliarmi. Una volta nudo mi misi dietro Cristiano. Ben alzò le cuffie a Cristiano per dirgli che stava per essere fottuto da due parti, ma non gli disse da chi e non lasciò che si voltasse, poi gliele rimise. Presi il tubo di lubrificante che Ben mi dava ed ascoltai i lamenti di approvazione del mio paziente mentre spingevo tre dita nel suo culo stretto. Lo montai e godetti il suo giovane culo stretto come avevo fatto con mio figlio alcune ore prima.
“Bravo.” disse Ben osservandomi al lavoro.
“Mi spiace, Ben.”
“Va tutto bene…è quasi più eccitante che guardarti fottere tuo figlio.”
Sbattemmo Cristiano dalle due estremità per 20 minuti prima che Ben lo alimentasse con un carico spesso ed enorme di sperma come era uso fare. Solo allora gli tolse le cuffie e lasciò che Cristiano girasse la testa per vedermi.
Con un'espressione scioccata sul viso e spalancando gli occhi disse: “Dottor Bruni?”
Io sorrisi senza fermare le mie spinte profonde e lunghe nel suo culo e risposi: “Solo ed unico.”
“Merda!!” ruggì Cristiano ed io gli diedi altre spinte profonde. Un gran sorriso attraversò la sua faccia ad occhi semi chiusi e si lamentò: “Lei è un fortunato bastardo.”
“Raccontami ragazzo!” “L’altra settimana mi ha inculato così forte ed a lungo che ho dovuto fingere di essere ammalato per non andare a scuola perché il mio culo era così fottutamente pieno.”
Ricordare quella sessione mi eccitò. Continuai a spingere e Cristiano gemette il suo apprezzamento mentre io cominciavo a sborrare nel suo bel culo. “Ahh doc!!!!” Si lamentò e senza toccarsi anche lui sparò il suo carico sul pavimento.
Quando lo estrassi tutti e tre nudi ci baciammo ed io mi scusai con loro due. Ben mi baciò profondamente e disse: “Ti perdono Andy” (era la prima volta che mi chiamava per nome). Cristiano mi abbracciò e disse: “Per essere onesto mi chiedevo come facesse Ezio ad essere così bello, ma ora mi rendo conto che è una cosa di famiglia.” Cristiano ed io ci baciammo. Dato che la cosa andava per le lunghe, Ben mise ridendo le mani tra i nostri toraci e ci separò. “Vieni bellimbusto.” disse baciando Cristiano “Non portarmi via il ragazzo” (e mise un braccio intorno alla mia vita tirandomi a sè per un bacio profondo e lungo).
Guardando l'orologio Ben esclamò: “Merda, mi sono dimenticato dell’ora. Ho detto ai miei che stavo a studiare con Ezio fino alle 10, ed ora è passato mezzanotte. Devo andare.” Si vestì rapidamente ed uscì. “E tu? Vuoi passare la notte a casa mia? So che ad Ezio farebbe piacere.”
Facemmo la doccia insieme (ed io lo inculai ancora) e poi ci vestimmo. Tornammo a casa mia ove trovammo Ezio in boxer addormentato sulla sedia. Cristiano disse che lo avrebbe svegliato, ci demmo il bacio della la buona notte ed io andai di sopra.
Cristiano si avvicinò all’amico dormiente e lo baciò dolcemente sulle labbra. Ezio lentamente si svegliò e comprese che si trattava di Cristiano. Quasi sul punto di piangere disse: “Cristiano, mi spiace, mi spiace, mi spiace tanto.”
“Shhhh, so tutto, ti perdono” disse Cristiano sedendoglisi in grembo Ezio e si baciarono piano.
“Ti amo Cristiano.” disse Ezio “Ho rovinato tutto, ma se mi dai un'altra opportunità so che mi rifarò.”
“Ok Ezio.” Disse piano Cristiano abbracciandolo “Abbiamo sbagliato ambedue, se mi perdoni io ti perdono. Non giudicarmi male, non mi va che tu mi tradisca ma, se me lo fai sapere in anticipo, non avrò problemi che tu faccia sesso con altri uomini, specialmente il tuo papà… capisco perchè ti piaccia tanto.”
“Cosa?” Disse Ezio ancora un po' sonnolento.
“Tuo papà mi ha fottuto stasera…”
“Tu hai fatto sesso con mio papà?” disse Ezio un po' sorpreso.
“Sì, praticamente siamo diventati fratelli.” Cristiano sorrise e poi risero insieme ed Ezio disse: “Ok fratello, portiamo a letto il tuo bel culo!”
“Effettivamente ho sonno” dissi Cristiano.
Mentre Ezio stava dietro di lui cercando apertamente la sua dura erezione, gli disse: “Chi parla di dormire? Ho detto solo che ti voglio nel mio letto!” Sorrisero e si incamminarono mano nella mano per la scala. A metà strada sentirono: “Oh Dio Andy, Oh Dio! Carlo nudo nel mio letto, sai quanto fottutamente ti desidero.”
Cristiano sembrò sorpreso e Ezio disse: “E’ una lunga storia, diciamo che Ben avrà una competizione molto dura col nostro vicino Carlo oppure il fusto di biondo verrà riempito di crema da due uomini molto eccitati.”
“Dove devo far domanda per un lavoro così?” chiese Cristiano allegramente.
“Ehi, staserail tuo culo è mio!” Continuò Ezio schiaffeggiandoglielo allegramente: “Avremo tanto di quel sesso da non preoccuparci di loro.” Entrarono nella stanza e chiusero la porta.
La casa Bruni era piena di rumori di lussuria e sesso quando Ben arrivò alle 7 di mattina. Il letto matrimoniale di Andy li ospitò tutti e cinque in posizioni multiple ed i due uomini più vecchi ebbero di che parlare dei loro tre bei schiavi liceali. Carlo ed Ezio andarono spesso a trovare l'insegnante di musica, ma dopo tutto Matteo era soltanto un giocattolo sessuale per ambedue, ma per Carlo Ezio era più di un amico di chiavate, lui era il suo fratellino hardcore.

Divida 9
Il dottor Ardi scopre
"Ben deve mettere in ordine" Disse il dottor Ardi raccogliendo i vestiti di suo figlio che erano sparsi per la stanza. Sua moglie e sua figlia erano in visita da parenti da fuori di città, per una settimana c’erano solo padre e figlio e sembrava che il figlio fosse molto occupato a studiare. Il dottor Ardi era felice che Ben stesse prendendo interesse agli studi ma quella stanza era un vero caos.
Raccogliendo i vestiti trovò non uno ma 14 sospensori. Sì, suo figlio era un atleta, ma quei sospensori erano un po’ troppi. Si ritrovò a pensare al suo vecchio compagno di camera dell’università che giocava a football…e l'uccello del dottor Ardi cominciò ad indurirsi. Poi trovò una foto Polaroid con suo figlio quasi nudo, con solo i sospensori. "Wow" Borbottò piano: "Il mio ragazzo è diventato un uomo, ed attraente anche." Il dottor Ardi aveva osservato Ben durante il corso degli ultimi anni.
Il sesso con sua moglie andava bene, ma con ragazzi era eccitante e l'idea dell’incesto l'aveva sempre interessato. Con una protuberanza nei pantaloni il dottore decise di ricominciare a pulire la stanza. Accatastò i vestiti in un angolo e poi aprì poi l'armadio, scorse una scatola nascosta in fondo alla mensola in alto, fuori della portata di sua moglie, ma non della sua. L’etichetta diceva 'Roba di chiesa.' Il buon dottore sapeva che suo figlio non era poi così religioso, così prese la scatola. Con sua non così grande sorpresa non era piena di articoli religiosi, ma film e riviste hardcore, solo hardcore maschile.
Il suo cazzo quasi bucò i pantaloni. Sapeva che Cristiano e Ben erano molto amici, ma ora capiva quanto amici. Poi trovò una foto di suo figlio nudo, con Cristiano, Ezio ed il dottor Bruni. "Merda, mio figlio ed Andy Bruni." Non ci poteva credere ma intanto il suo uccello era fuori e se lo stava accarezzando. Poi notò il video dal titolo “Esame fisico completo”. Seduto sul letto di suo figlio, ora completamente nudo, mise il nastro nel videoregistratore e guardò come iniziava la scena. Era nello studio del dottor Bruni e Ben, Cristiano ed Ezio erano nella stanza di attesa. Ben fu il primo ad essere esaminato, la mano guantata andò dappertutto. La scena ritornava alla stanza di attesa dove gli altri due ragazzi ascoltavano nervosi i lamenti di Ben. La scena si sarebbe ripetuta per la durata dei 90 minuti del video, nel frattempo il dottor Ardi era venuto 5 volte ed aveva capito che avrebbe dovuto andare dal dottor Bruni.
Avendo perso il conto del tempo, fu solamente quando la porta d’ingresso si aprì e sentì Ben gridare: "Sono a casa" che il dottor Ardi capì cosa doveva fare. Quando suo figlio aprì la porta, il dottore si mise nudo dietro di lui.
"Ah merda, è stato nella mia stanza! " Disse Ben togliendosi la giacca.
"Lascia che lo faccia io, figliolo" disse togliendo la giacca al ragazzo.
Ben, colto di sorpresa si girò e rimase a bocca aperta vedendo suo padre nudo di fronte a lui.
"Se quella bocca deve rimanere aperta, sarà bene che tu la faccia lavorare. Ho scoperto il tuo segreto” e gli fece vedere la scatola della 'Roba di chiesa’ "Noi dobbiamo parlare, ma adesso devi succhiarmi l’uccello. In ginocchio figliolo."
Ancora scioccato, ma vedendo il sorriso sulla faccia di suo papà, Ben si trovò a sorridergli. Quando suo padre mise le mani sulle spalle muscolose del suo bel figlio, il ragazzo si lasciò cadere rapidamente sulle ginocchia e rispettò il comando di suo padre.
"E’ fottutamente magnifico!", pensò mentre suo padre spingeva i suoi 22 centimetri nella gola affamata del ragazzo. Dannazione, anche Andy è grosso ma, ragazzi, questo è il mio papà, ora so perché Ezio si eccita tanto. Per 10 minuti il biondo continuò a succhiare, si spogliò e smise solamente quando si guadagnò una grande ricompensa cremosa.
"Da quanto tempo lo sai?" Chiese Ben quando si alzò.
"Da oggi. Avresti dovuto dirmelo, ci avrebbe resi più intimi."
"Lo so. Mi spiace, avrei dovuto farlo. Diamine, se l’avessi saputo l’avrei fatto da molto, molto tempo."
"Bene, potresti invitare il dottor Bruni."
"Cosa? " Disse Ben girandosi sorpreso.
"Voglio dividerti con lui." Mettendoglisi dietro pigiò con forza l’uccello contro le le natiche muscolose del ragazzo, "So che un giovane come te ha bisogno di molto sesso e non vedo la ragione perché non possiamo avere quello che vogliamo."
"Vuoi fare un triangolo?"
"Ora sì, ma poi voglio prestarti a lui mentre io provo suo figlio. Dopotutto è una questione di equità, le lui fotte mio figlio quando vuole, perché io non posso farlo col suo?"
Sempre abbracciati andarono al telefono e Ben invitò Andy ma non gli disse di suo papà.
Salutandolo sulla porta, il biondo nudo invitò Andy ad entrare. In pochi secondi erano ambedue nudi, Ben lo prese per mano e lo condusse nella stanza del dottor Ardi dove c’era l'altro dottore nudo.
"Rilassati Andy, so che fotti mio figlio. Non ti biasimo e la ragione per cui ti ho invitato qui stasera è che così possiamo dividercelo."
"Quindi non sei arrabbiato"
"Arrabbiato? Diamine no. Se avessi saputo che ti piacciono anche i ragazzi, non avrei aspettato tanto… comunque con un bel culo sodo come il tuo vedrò di porre rimedio stasera mentre tu inculi mio figlio."
Andy sorrise col suo sorriso incantatore ed i due dottori cominciarono a baciarsi.
Ben si sdraiò di schiena sul letto e dopo avergli messo molto lubrificante sul buco del culo, Andy si mise le sue gambe forti sulle larghe spalle e lo penetrò (con la cinepresa che registrava tutto). Poi il dottor Ardi montò alla pecorina Andy. "Merda!" gemette Andy "Sono un bastardo fortunato…padre e figlio contemporaneamente!"
I tre proseguirono a lungo finché il dottor Ardi non sparò il suo carico nel culo del dottor Bruni. Estraendolo guardò Andy godere bestemmiando come un marinaio e Ben prendere la sua sborra nel giovane culo stretto. Quando Andy ebbe finito di eiaculare, lo estrasse e Ben tentò di alzarsi.
"Non così velocemente, figliolo… " Disse il dottore afferrando le caviglie di suo figlio e mettendosele sulle spalle: "Tocca a me… niente di meglio di un secondo turno rilassato."
"Un’inculata!" Disse Ben sorpreso dal commento di suo padre.
"Un’inculata è precisamente quello che avevo in mente, figlio" E rapidamente penetrò il figlio con la sua testa enorme. Ben gettò indietro la testa e si lamentò rumorosamente mentre suo padre gli penetrava profondamente il culo come un ossesso.
Mentre questo accadeva Andy chiamò suo figlio e l'invitò a venire, sapeva che l'unica cosa meglio di un triangolo era essere in quattro… specialmente con due dottori arrapati che inculavano i loro (e quello dell’altro) i figli!
di
scritto il
2012-02-21
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