La mia prima volta a quasi settantanni 6.
di
Checco752.
genere
etero
Dopo pranzo Margherita chiamò la sua amica Suora e lei trovò subito il pretesto di raggiungerci. Mentre eravamo in macchina, diretti alla casa in campagna, Margherita disse di creare dei nuovi nomi "da lavoro" e, dopo una rapida consultazione tra noi tre, io mi "ribattezzai" Alberto, Margherita: Margot e Giuseppina: Susy! Arrivammo intanto a casa e Susy rimase stupita da come si presentava fuori e dentro, poi sistemò le sue cose nella camera scelta da lei e ritornammo a lasciare Susy al Convento che prese le cose dal suo armadio e poi venne a darmi la sua valigia che misi nella macchina e, dopo che salutò una sua amica intima che in seguito sarebbe venuta a lavorare con noi, richiuse il portone alle sue spalle e salì in auto incitandomi a partire a gran velocità e poi con la mano destra diede un colpo deciso al gomito sinistro, cenno di sfida traducibile con " vattela a prendere in culo, TIHE'!". Giunti alla casa, nostro posto di lavoro, consumammo la cena già preparata in rosticceria, innaffiandola con vino rosso. Il vinello scaldò i nostri animi e dopo cena rimanemmo sul divano a seguire in TV il TG, poi ce ne andammo alla prima camera nel corridoio al piano di sopra e, spogliatici, io m'interessai solo di Susy che non avevo ancora visto tutta nuda e, notando come era eccitante con le curve giuste, le cosce chilometriche ed il culo da far drizzare il cazzo anche da uno senza palle, senza tralasciare poi i seni da Pamela Anderson o giù di lì. Dopo che la feci venire schizzandomi tutto al viso, si mise a leccare i suoi umori poi scese a ciucciare il cazzo e dopo spalancò le coscione e, quando lo sentì duro se lo infilò in figa ed allora la scopai a lungo facendola smaniare, godere e, quando se ne venne, mi lasciai andare anch'io sborrandole tutto dentro. Mi fermai un poco, tenendomi abbracciato a Susy ma poi Margot reclamò il cazzo che subito le offrii, chiedendole di farmi un bocchino fino a che lui si drizzasse bene e dopo la scopai con foga fino a sentirmi innondato il cazzo dai suoi umori bollenti. Dopo che passai in rassegna i loro culetti e li innondai di sborra entrambi, rimasi rimanendo tra loro due abbracciandole e sussurrandogli nelle orecchie che mi piacevano tutt'e due tantissimo. Al mattino dopo chiamai la gnoccolona di cioccolata dicendole che stavo venendo a prenderla. Dopo che la trovai al suo portone, partimmo per la campagna e, giunti sul posto, la vidi estasiata ed entusiasta sul luogo. le mostrai la sua camera e subito dopo lei chiamò la proprietaria del suo apppartamento in Roma, facendole presente che voleva incontrarla per restituirle le chiavi di casa, perchè doveva subito partire per l'estero per gravi motovo suoi. La proprietaria fu molto comprensibile e rinunciò ai soldi del mese attuale che era ai primi giorni e le disse di svuotare la casa con comodo che subito dopo la avrebbe riaffittata, così la accompagnai a Roma, e, tra scatoloni e valige svuotammo l'appartamento, dando le chiavi alla signora che apprezzò molto la tempestività nello svuotare l'ambiente. Ripartimmo per la campagna e, nel tragitto le chiesi di darsi un nome da lavoro e lei disse subito Pantera. Giunti a casa, sistemai i suoi bagagli e la aiutai anche ad esporre su un tavolino la sua attrezzatura composta da fruste, clisteri, cordicelle, manette e così via. A quel punto col computer feci annunci di incontri ad un villino in campagna, isolato, molto discreto per la posizione ben nascosta da sguardi altrui. Dopo il pranzo già arrivò la prima telefonata ed era chiaramente un cliente che era logicamente curioso di sapere dove doveva arrivare e gli spiegai tutto fino ai particolari che avrebbe avvistato lungo la strada tra Roma e lì. Dopo un'ora sentii un'auto fermarsi sul piazzale e gli corsi incontro, invitandolo ad entrare in casa facendogli vedere le mie tre "impiegate" a tempo pieno. Lui s'unformò sui particolari di ognuna di loro ed infine scelse la Pantera, specificandole che era lui a volere dominare lei e se ne andarono alla camera. Poco dopo sentimmo Che lei era colpita da frustate e singhiozzava a lungo. Dopo poco più di un'ora lui se ne andò via salutandoci tutti e la Pantera mi mise in mano duecento euro, dicendomi poi che tra frustate, aghi nel culo e sculacciate, le aveva dato in mano cinquecento euro dei quali due erano per me ed i tre restanti erano due per la Pantera ed il cento a lei come extra ben meritato. Mentre gongolavo per i soldini incassati appena prima, suona di nuovo il telefonino ed una voce femminile mi chiede se le mie lavoratrici sono disponibili per stare con lei o vanno solo con uomini. Le chiedo un attimo di attesa e chiedo a Margot ed a Susy se hanno problemi ad andare con donne e rispondono subito di no! Confermo la loro disponibilità alla chiamante e, dopo che le spiego il percorso da seguire, mi dice di trovarsi da me tra mezz'ora. Infatti è precisissima e, quando si trova davanti alle due ragazze, sceglie Susy e si chiudono in camera da dove poi, due ore dopo, ne esce trovandosi spettinata e semi-distrutta dai giochi svolti e, giunta davanti a me mi mette in mano duecento euro e, dando poi un bacio a Susy in bocca, parte tornando a Roma. Passano poi giorni che il telefonino non squilla affatto e cominciamo tutti noi a pensare male ma finalmente si sente uno squillo ed io subito rispondo ed una voce maschile molto rauca, che mi chiede dove mi trovo. Spiego il tutto con esattezza e dopo un'ora lui arriva, si sceglie Margot ma quando poi vede Susy, sceglie anche lei. Sento insieme alla Pantera che dalla stanza arrivano alle orecchie gridolini di piacere e ci guardiamo soddisfatti. Al termine dei giochi il cliente viene subito da me e mi lascia seicento euro come pattuito prima. Il giro di clientela si crea sempre più numeroso ed un giorno uno di loro, ormai considerato facente parte della "nostra famiglia" mi fa presente che per evitare spiacevoli visite di Polizia ecc., mi suggerisce di installare una telecamera sugli alberi del viale che è lungo due chilometri e separa la casa dalla strada asfaltata, dandoci il tempo di presentare la casa come solo abitata da me. Infatti ci ragiono sopra, faccio mettere la telecamera sull'albero ed il monitor in casa, ben nascosto, ed infine un sensore che fà scattare una luce rossa quando qualsiasi auto, animale, persona in genere, passa sotto la telecamera, io sento il "bip-bip" di allarme e mando subito le ragazze in cantina sotto terra che ha la porta nascosta da un armadio che io sposto all'occasione per celare l'ambiente. Logico che non verranno così trovate le ragazze e neanche la prova della loro presenza in casa, infatti i loro oggetti ed abiti li ho spostati nella grande cantina e perciò i letti in più io li ho acquistati per ospitare i miei amici appassionati giocatori du scacchi e lì abbiamo la possibilità di fare durare a lungo i "tornei fatti in casa" mangiando e dormendo lì senza spostarsi in città. Ironia della sorte, come prevedevo, forse le voci girano sulla casa-ricevimenti fuori Roma, ed infatti un mattino eccoti scattare l'allarme di visitatori in arrivo ed infatti la telecamera riprende tre auto bianco-celeste con lampeggiatori blù in funzione ma ilenziosamente, quindi avviso le mie "dipendenti" invitandole ad accomodarsi in cantina. Corriamo tutti giù sottoterra e colloco l'armadio "nascondi tutto" al suo posto, poi vado a farmi trovare fuori casa a fumare un sigaro in giardino e fingo di essere stupito per il loro arrivo e, dopo i rituali saluti, chiedo che cosa è accaduto in zona e che cosa posso fare per loro presenti qui da me. Mi fanno vedere un permesso di perquisizione e li invito a vedere in tutta casa seguendoli ed infine, dopo l'inutile visita a casa mia, si scusano, chiaramente inventandosi che avevano avuto una segnalazione di poter trovare in casa mia un evaso dal Regina Coeli, notissimo carcere a Roma ma evidentemente era solo uno stupido scherzo. Li invito a bere buon vino fatto in casa ma rispondono come da prassi che in servizio non possono bere alcoolici. Quindi se ne vanno via salutandomi. Mentre li guardo allontanarsi, mi viene da pensare che la strada di terra che porta a casa mia è troppo corta per darmi il tempo di nascondere le mie donne in cantina, così mi scatta alla mente il personaggio di Diabolik e tra me e lui...che differenza c'è? Lui ha una sofisticatissima attrezzatura ed il genio...ma io? Io a questo punto non posso inventarmi un albero che, spinto un tasto di comando, cade sulla strada sbarrandola alle auto per poi riaddrizzarsi in verticale al suo posto naturale permettendo così di transitare...però io ho una carta da giocare e poi più semplice: un tubo di gomma per acqua che arriva da casa all'inizio della strada di terra, rendendola viscida e fangosa impercorribile perciò anche semplice da realizzare: basta solo aprire il rubinetto da casa e senza telecomando, quindi le auto transitanti s'impantananmo bene il necessario.
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