Che ricordo la mia gioventù! 3.
di
Checco752.
genere
prime esperienze
Il pomeriggio Nadia arrivò puntuale all'incontro in cantina e lì ci lasciammo andare baciandoci, accarezzandoci dapertutto e, senza più preamboli, il desiderio era così acceso in noi da passare subito alla penetrazione che coinvolse sia la sua dolcissima fighina, sia il culetto, sodo che dava gran piacere solo ad acciuffarlo impetuosamente e dopo chiaramente la possedetti inculandola senza prendere fiato tra la prima e la seconda penetrazione! Rimanemmo dopo la penetrazione un poco stretti abbracciandoci l'uno all'altra ma dopo il breve riposo, ritornammo a scopare senza lasciare molto tempo tra la prima e le seguenti che non mi mettevo più a contare come un orgoglioso vantarmi delle mie prestazioni e resistenza fisica. Passammo poi di nuovo al culo poi al porre il cazzo tra i seni e quando spuntava in alto, Nadia lo prendeva in bocca e ciucciava lasciandomelo solo quando stavo per venirmene e me lo guidava dentro la sua fighetta pelosa e folta. I nostri giochi continuavano senza sosta giornaliera, poi dovevo raccontare tutto a zia Delia che voleva un resoconto e verificava anche come stavo andando come scopatore provandomi di persona quasi tutte le sere, quindi: Il giorno era tutto per Nadia, la mia bambolona, gran figona, la sera la dedicavo alla zia, comunque mi congratulavo con me stesso nell'essere così prestante da reggere al continuo ritmo. Un bel giorno però le mie risorse evaporarono e, proprio a scuola, durante una interrogazione che poi andava benissimo, svenni cadendo a terra e mi ritrovai poco dopo su un letto di ospedale, sfinito, con la flebo attaccata alla vena del braccio, riconoscendo a fatica il volto di zia Delia e addirittura quello di Nadia che stava abbracciata stretta a zia Delia, osservandomi entrambi con espressione ansiosa. Dopo varii tentativi provai a dire perchè stavo in un Ospedale ma non mi fecero parlare più e Nadia venne a baciarmi sulla guancia, seguita dalla zia all'altra guancia e lì mi stavo sentendo come un Re circondato dalle sue suddite e gongolavo ma ero così stremato da riuscire solo a dire che volevo bene a tutt'e due loro. Poi vidi che in silenzio uscivano dalla stanza ma poco dopo erano rientrate seguite dal Medico che le rassicurò sulle mie condizioni e certificò che domani steso potevo tornare a casa. In quei giorni per mia fortuna i miei erano in viaggio a trovare i nonni materni in Sicilia perciò non tornarono subito così rimasi in casa con Nadia e zia a coccolarmi e zia, ridendo e scherzando, raccomandava a noi di non amoreggiare perchè dovevo recuoerare le energie...dopo avrei potuto godermi Nadia ma con attenzione e giudizio. Ricevetti in quel giorno la telefonata dei miei per sapere come stavo andando, poi ci fù un continuo rispondere al cellulare ed al fisso che ricevevano le chiamate dei compagni di classe e del Preside addirittura. Mi alzai dal letto dopo due giorni ma zia fu irremovibile, dicendo chiaramente a me e Nadia che aveva con se la chiave della cantina e me la avrebbe restituita solo dopo il benestare del Medico di famiglia ed io e Nadia ci guardammo ridendo sotto i baffi ma zia resisteva a ridere e faceva la parte della seria.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Che ricordo la mia gioventù...grazie zia Delia! 2.racconto sucessivo
Il dopo pensione
Commenti dei lettori al racconto erotico