La nuova tata
di
Lady Alexis
genere
dominazione
V è nelle camere di Nubia a giocare con Julie quando vengo informata del nuovo arrivo.
La cassa viene portata nella mia stanza da due mercenarie. La aprono e ne esce una donna coperta da una veste. Si è fatta un viaggio espresso da Alessandria in Egitto, all'aeroporto civile più vicino a noi. Un viaggetto paragonato alle traversate che fanno di solito gli schivi nei container.
Non avrei neppure dovuto farla arrivare così. Una spedizione per una sola schiava è eccessiva. Ma a mia figlia serve una tata. Una vera.
Ci ho messo una cospicua dose di tempo e denaro a trovarla. Tra tante candidate su darknet alla fine ho scelto una schiava della madre di Nubia. Padre brasiliano e madre messicana. Catturata in Messico e cresciuta in Somalia come schiava dalla famiglia di Nubia. Aveva scopato in tutti i modi e con quasi tutti nella proprietà di famiglia. Era stata campionessa di gare tra pony girl. Levatrice. E aveva partorito anche dei piccoli bastardi divenuti stalloni da corsa.
Una schiava tutto fare che la madre di Nubia mi aveva concesso, a caro prezzo, solo perché avrebbe pensato anche alla sua nipote adottata. Due tette, due boccucce.
Lascio la mia scrivania e mi avvicino alla schiava. Le strappo la catenina che tiene su la veste e lei resta nuda. È una latina vera. Pelle scura. Capelli neri a boccoli. Un filetto di ciccia sulla pancia che sarò felice di farle perdere. Mani e piedi curate. Labbra carnose. Occhi scuri. Un paio di tette da vacca tirate su col bisturi. E molta saggezza.
-Come ti chiami schiava?-
-Rosa.-
-Sai perché sei qui?-
-La mia padrona mi ha concessa a voi per …….-
-Venduta!- Chiarisco io.
-Venduta ….. per nutrire vostra figlia e la figlia di padrona Nubia.-
-In parte. Mia figlia non dovrà venire viziata. La tua principale occupazione sarà dare disposizioni alla servitù e alle schiave. Imparerai a conoscere questo posto come i miei desideri e quelli delle mie dipendenti. Tutto dovrà essere perfetto. Al mio risveglio o al mio rientro da una battuta di caccia non voglio sentire lamenti di alcun genere. Ne dalle schiave, ne dalle padrone. Poi potrai occuparti di V. Bagni, studi, pasti e occasionalmente coiti accompagnati da poppate.-
Le tasto i seni. Stranamente sodi per una che se li fa svuotare ogni giorno da anni.
-Prendi medicine per allattare?-
-Erbe. Integrate con la mia dieta.-
-Dammene un assaggio.-
Lei mi porta alla bocca la tetta destra e strizzandola mi schizza un pizzico di latte in bocca. La tecnica di mungitura è eccellente, come il suo latte. Per mantenere le sacche un minimo sode, ci vuole cura. L’acquisto si ripagherà da solo. Le conviene.
Vado a sedermi sul divano e accendo il televisore. V non può usarlo. Non voglio che si faccia rovinare da qualche programma spazzatura. Ma insieme lo usiamo nelle nostre serate solitarie per guadare qualche filmino piccante. Godo nel vederla a disagio davanti ai cazzi dei maschi. E quando metto qualche scena di sesso horror o splatter. Guardiamo anche qualche cartone. Le si illuminano gli occhi quando in qualche filmetto giapponese c’è un momento di tregua da cartone animato normale. Dei piccoli break di normalità tra una scena hentai e un’altra.
Mi distendo sul fianco del divano. Indico a Rosa di fare lo stesso e col telecomando faccio partire un dvd.
Mentre il filmino inizia uso l’altra mano per massaggiare il capezzolo della nuova tata. La prima scena è di quando Rosa ha iniziato il suo allenamento da pony gilr. Zoccoli finti, cuoio e frustate. Non sembrava neppure maggiorenne in quelle riprese masterizzate.
-Ti hanno fatto male?-
-I primi giorni. Ma solo per educarmi.-
Immagino. Le trainer di Nubia sono le migliori. C’è anche un giovane mandingo in alcune riprese. Udù. Oggi il migliore servitore dei genitori di Nubia. Pelle bruciata e tirata dal sole. Cicatrici. Un viso di pietra. E un cazzo da cavallo altrettanto duro.
-Com’è stato Udù?-
-Lei lo conosce?-
-Ti ho chiesto come è stato con te.- Le ripeto strizzandole una mammella.
-Mi perdoni padrona. Molto buono. È stato severo quando serviva. Ma mia ha anche protetta. Nutrita. E curata. Io gli davo piacere quando potevo.-
Me lo immagino. Udù si occupa da anni delle punizioni, delle purosangue campionesse e di varie altre cose. I pony boy lo temono. È logico pensare che la latteria più bella di tutte le stalle lo abbia servito come uno dei suoi due padroni. Il suo ariete premia le vacche più brave e stuzzica le amiche della sua padrona da diverso tempo. L’ultima volta che l’avevo visto di persona si stava facendo massaggiare da tre delle schiave migliori dell’harem sotto a delle palme come un sultano.
Nell’immagine che segue Rosa vince uno di quei tornei che disputano in Africa. Brava la tettona.
-Sei stata campionessa?-
-Si per un anno. Ero molto giovane. Ma il seno aveva iniziato a crescermi. Venni ingravidata da un campione e messa ai servizi della casa.-
La scena della fecondazione è eccitante. Rosa su un letto basso che viene trombata da un maschione nero tutto sudato con i loro padroni che si masturbano stando nell’ombra della stanza. Vedere le varie fasi della gravidanza mentre Rosa posa nuda o compie le sue faccende mi fa bagnare. Vederla partorire non tanto. Che schifo. Un promemoria per ricordarmi di fermarmi a V.
-Ti mancano i tuoi figli?-
-Mi è stato imposto di non interessarmene.-
Il suo tono è quasi rauco. È evidente che ha sofferto. Essere schiavi comporta molti sacrifici.
Dopo Rosa viene messa in casa. Passa la scopa con vestiti leggeri che non la coprono affatto e alcuni uomini la toccano in diverse scene. Amici del padrone. Usare un corpo simile solo per le pulizie è assurdo.
Seguono altre due gravidanze. Altri due parti. Nubia che viene allattata da Rosa fino a qualche anno fa, e Nubia che sodomizza Rosa una volta cresciuta. Io la mia tata la trattavo meglio per lo meno. Prima dei lupi.
Il filmato finisce, mi alzo e recandomi in bagno ordino a Rosa di seguirmi. Resta compiaciuta del mio arredo.
Mi ero fatta preparare il materassino futon. Un grande materassino gonfiabile su cui faccio l’amore con le mie massaggiatrici o con altre mie amanti. A pensarci non l’ho ancora provato con V.
Prima però ci facciamo la doccia insieme. O meglio, io mi aggrappo alle sbarre da trazioni sul soffitto della doccia. La schiava mi lava da cima a fondo. Le do un po di tempo anche per se nella doccia. Non troppo.
-Massaggiami.- Dico stendendomi sopra al futon.
Rosa prende alcuni vasetti dalla scatola delle lozioni, li annusa, e comincia a massaggiarmi. Ho finalmente prova delle sue abilità. Le sue mani valgono come quelle delle mie massaggiatrici messe assieme. Nessun callo. Solo molta morbidezza. E conoscenza dei punti giusti.
Ho un fremito quando mi spreme un nervo sulla scapola. Audace la tettona. Finisce di stritolarmelo prima di esagerare.
Le sue due mammelle sono come due morbidi macigni. Me li passa sulla schiena. Sui glutei. Sulle gambe. Si sentono i capezzoli grossi come nocciole. Quello di prima sta ancora perdendo latte.
-Ferma.- Le dico voltandomi e indicando uno strapon su un mobile. -Indossa quello. Usa il lubrificante che ti serve.-
La schiava è veloce a indossarlo. Lattice nero con delle venature e una buona angolazione. Lo unge a dovere. Sia quello esterno che quello interno. Si oggi voglio essere generosa.
Torna da me e ricomincia a massaggiarmi. La stimolazione dei capezzoli è paradisiaca. Le mie tette saranno anche ben diverse dalle sue, ma sa come cullarmele.
Alzo un piede e dopo essermelo fatto massaggiare lei me lo lecca a fondo. Che barava schiava. Certo il mio dev’essere più morbido e buono di quello di Udù, ma la poppona è brava anche a leccare.
-Fammi un ditalino.-
Ma che bello. Prima le sue dita accarezzano il mio pelo. Poi sento l’indice e il medio stimolarmi le carni. E finalmente sono farcita. Per la prima volta le dita della schiava toccano il tesoro della sua padrona. Prova fin da subito a trovare il mio punto G, ma le ci vorrà del tempo per scoprire i segreti della sua padrona.
-Basta. Stenditi al mio posto.-
Rosa si mette al mio posto senza fiatare. Il cazzo di gomma svetta sopra il suo inguine in un modo troppo retto. Troppo artificiale. Ma è proprio quello che voglio. Un bel palo nero.
Mi calo sul cazzo e lentamente mi ci impalo sopra. Il lubrificante a base d’acqua mi aiuta fin da subito. Scendo fino a farmi sfiorare la cervice, per poi risalire e tornare a scendere.
Rosa non si muove. Brava troia. Sei mia. Il mio nuovo giocattolo. Sai che non puoi muoverti. Non puoi neppure godere se non te lo dico io.
Alterno la posizione seduta sulle ginocchia con quella della seduta sui talloni. Godo a modo mio. Mi strizzo i capezzoli come piace a me. Mi infilo le mani tra i capelli. Scelgo io le mie posizioni. Sono padrona di me stessa. L’unica persona nella stanza. Non c’è nessun’altra oltre a me.
-Oh oh oh. Cazzo si, oh si cazzo. Si li. Godo. GODOOOOOO!!!!-
Mi sfilo un’ultima volta dal cazzone gommoso per accasciarmi su Rosa, abbandonandomi così all’estasi dell’orgasmo.
Resto così per un attimo. Quel tanto che basta per godere e lasciare che la patatina si liberi degli umori.
Mi rialzo e ordino alla schiava di fare lo stesso. Le monto in groppa come una fantina da pony girl e inizio a farla galoppare introno alla vasca da bagno interrata.
Rosa non corre da anni. E non ha mai portato una donna alta e prestante come me. Sarei più io quella che dovrebbe portare lei. Ma Rosa si ricorda come resistere. Il passo. La postura.
Digrigna i denti e respira come meglio può, ma dopo soli sei minuti è già sfinita. Ansima e suda come un cavallo in una sauna.
Scendo e la faccio inginocchia nell’angolo più libero della stanza.
-Metti le mani davanti e preparati a ricevere la mia acqua.-
Lo scroscio del mio getto raccolto nelle mani a ciotola di Rosa è stimolante. Guardo sotto e la vedo raccogliere tutta la pipì scura. Era da stamattina che non andavo in bagno.
-Bevi.-
La schiava inghiotte fino all’ultima goccia. È abituata a farlo. Da dove lei viene l’urina ha molteplici utilizzi. E la mia è ottima.
Finita la pipì mi sposto sopra Rosa. Lei si abbassa per aiutarmi. Riverso il resto della mia acquetta su di lei. L’urina le scalda la schiena e le imbratta i capelli bruni. Ora l’ho marcata.
Mi giro e vado ad immergermi nella vasca.
Resto vicina e le faccio segno di avvicinarsi gattonando.
Appena ce l’ho vicina l’afferro per le guance e me la tiro fino a sfiorarle il naso col mio.
-Sei prona a servirmi?-
-Si.-
Non sembra spaventata. Penso se lo aspettasse un giuramento a quattro occhi.
-Ubbidirai a tutti i miei ordini? Anche quelli più perfidi?-
-Si padrona.-
Le metto la testa sott’acqua. Lei non pone resistenza. Ha solo degli scatti quando ormai non ce la fa più. La faccio riemergere e le permetto di tossire e tornare a respirare.
-Sicura?-
-SI! Si padrona!-
-E non oserai tradirmi?-
-No padrona! Mai!-
Sorrido compiaciuta.
-Buon per te Rosa. Entra in acqua.-
La schiava striscia sul bordo ed entra in vasca come una manza paffuta. Poteva anche gattonare o entrare normalmente.
La faccio sedere sul fondo e comincio ad insaponarla. Si è un bel pezzo di carne. Una coppia di padroni francesi l’avrebbe esposta alle cene. Una tribù di beduini l’avrebbe fatta ingrassare così da farla diventare un buco adatto a tutti i membri in ogni momento. Dei cartelli sudamericani si sarebbero fatti una buona cameriera in topless per bische e bordelli. Io ne farò un abbeveratoio di latte e una capo servitrice di classe.
La spugna che uso le passa sul collo. Sui meloni. Sulla pancia. E tra le gambe. Sussulta quando lascio andare la spugna e comincio a toccarla con la mia abile mano. Credo che sia la prima volta che una padrona entri così intimità con lei. Di solito è lei che fa questo alle altre padrone.
Le mie colombiane fanno il loro ingresso nel bagno con dei notevoli giocattoli di gomma tra le gambe e le due tailandesi appresso.
Esco dalla vasca e lascio Rosa nelle quattro mani delle sue simili. I loro strapon sono già unti di vasellina. E i buchi di Rosa sono caldi, bagnati e rilassati. È questione di un attimo. Una doppia penetrazione istantanea e morbida. Come due cetrioli bolliti che affondano all'unisono in un cocomero maturo.
Mi siedo a guardare la doppia monta sulla mia poltrona da parrucchiera. Le tre milf latine se la intendono. Quella che la tiene è nella fica. Sul davanti. Ha un bel peso da reggere, ma l’acqua l’aiuta. Rosa ha le braccia intorno al suo collo e le labbra sulla spalla. L’altra gemella la pompa da dietro tenendola delicatamente per le costole.
Io mi accontento delle attenzioni più giovani. Le sorelline tailandesi mi asciugano, mi pettinano e mi truccano mentre alle mie spalle el trio del fuego continua a schizzare acqua, e non solo, fuori della vasca.
Si Rosa. Godi. Godi dei benefici del mio Regno. Servimi e li riceverai in continuazione. Deludimi e ti rimanderò a mungere le prostate dei tori nella savana.
Vengono tutte e tre. Prima la gemella davanti a Rosa. Poi la mia nuova serva. E infine l’altra gemella. Si sfilano fuori da Rosa e la aiutano a riprendersi massaggiandola in acqua e accarezzando le su carni tremule. Ma il momento di giocare è finito. Rosa deve iniziare ad adempiere ai suoi doveri.
La aiutano ad uscire e la asciugano con fon e asciugamano. Io mi sono già vestita. Solo un vestito per un serata di lavoro. Dobbiamo prepararci per la Notte d’Inverno. La mia Sorellanza deve apparire forte durante l’evento.
Torniamo tutte in camera. E restiamo sole io e Rosa. Devo darle le ultime indicazioni prima di andarmene.
La faccio mettere a quattro zampe sul mio letto. Un onore che solo V ha ricevuto così in fretta. Le faccio indossare anche un cappuccio di pelle. Solo per nascondere la sua identità. Giusto in tempo. V e Julie arrivano precedute dai loro urletti e dalle loro risate. Prima d’ora non era mai successo che nei corridoi del mio Regno si udissero grida di bambine giocose. Devo dire che non mi dispiace.
Entrambe sono nude. Hanno solo gli stanga a coprirgli le orchidee. Devono aver fatto anche altri giochi nel pomeriggio. Appena entrate salgono sul tappeto per proteggere le piante dei piedi dal pavimento appena tiepido. Ci mettono un po troppo a ricomporsi in mia presenza, ma su questo posso anche sorvolare. La donna nuda e incappucciata sul mio letto sembra che le abbia turbate.
-Stasera noi mamme saremmo fuori a cena. Non dovete aspettarci alzate. Vi ho comunque comprato un nuovo gioco. Su provatela.-
Le due cucciole si avvicinano al letto. Saliteci osservano la manza dalla pelle abbronzata.
-Avanti toccatela.-
Julie accarezza la groppa del nuovo acquisto tastandole la pelle. V ci appoggia semplicemente la mano. Una parte di me vorrebbe andare li a rimproverarla e a prenderle il pugno per il infilarlo nel culo di Rosa. Ma un’altra parte resta divertita dalla sua timidezza. Devo solo aver più pazienza.
-Ragazze non siate timide. Toccatela veramente.-
Julie mette la mano sotto e le tasta la pancia. La gravità l’ha resa più morbida e soffice. Come per le tettone, ma prima la mulatta vuole controllare il sesso. Meglio. Una schiava va controllata ben a fondo. Julie le va dietro e allargandole le grandi labbra capisce subito che Rosa non ha malattie evidenti, che ha presso grossi calibri nella sua vita e che ha scopato da poco. Da entrambi i buchi. Sua madre l’ha istruita a dovere sulla selezione della merce.
Mia figlia è più giocosa. Si stende sulla schiena di Rosa è prova la morbidezza della pelle vellutata. Io al suo posto mi sarei fatta anche una bella cavalcata. Ma vederla scendere di lato per dare un’occhiata alle tette a penzoloni di Rosa mi da speranza. Sul volto di V compare un sorrisetto birichino. Non l’ho ancora inquadrata, ma credo che il tipo di donna che piace a V sia una con le tette enormi. Una dote che a Julie di certo non manca.
-Toglietele il cappuccio.-
Scoperto il volto di Rosa, Julie si illumina.
-ROSA!-
-Piccola Julie.-
Le due si abbracciano. V resta un attimino confusa. Ma almeno capisce che Rosa non è un’altra minaccia. In tutto il Regno l’unica altra donna che non teme è Skylar. Anche se per adesso non l’ha ancora vista ubriaca.
-Questa è Rosa. Ha fatto da tata a Nubia, e a Julie per un breve periodo. Da adesso appartiene a me, e si occuperà di voi due. Quando non sarà impegnata ovviamente. Potete comunque considerarla la vostra tata da adesso.-
Rosa si volta e vede anche l’altra ragazzina gracile e con la testa rasata.
V resta in disparte. Non è ancora abituata a fidarsi delle sconosciute. E fa bene.
-Ciao.-
Rosa le si rivolge come si fa con una bambina piccola. Sembra funzionare.
Mia figlia abbassa la guardia e, invitata anche da Julie, si avvicina. Rosa accoglie anche lei fra le sue braccia. E i suoi seni. V fa finalmente conoscenza con quella che sarà per sempre la sua vera tata.
-Ora sotto alle coperte. È ora della poppata.- Dico loro.
Rosa si distende con la schiena sui cuscini, allarga le gambe e mette le braccia ai lati. Julie è più abituata di V e si appoggia al braccio sinistro di Rosa per iniziare a bere. V la imita con l’altra mammellona. E finalmente V prova il sapore del vero latte. Inna era una pompa, ma la qualità di Rosa è migliore. Più dolce e con più proteine. La sua dieta ne ha fatto una vacca da competizione. E comunque anche Rosa sembra produttiva. Non come le sue sorelle mucche a tempo pieno, ma si vede che ha un buon metabolismo.
Copro le piccole con le coperte e alzo il termostato. Stasera devono stare al caldo.
Prima di andare metto sul comò degli ovuli, un vibratore e il fallo in lattice trasparente che piace a V. C’è anche un grosso vibratore per Rosa. Anche lei deve godere. L’allattamento è molto stimolante.
Lascio quindi la mia stanza con due ninfe schiave e una nuova capo servitrice con le mammelle piene.
Cammino distrutta verso le mie stanze. Indosso una vestaglia prestatami da Nubia. Il vestito non l’ho trovato al risveglio. Ho la testa che mi pesa e il culo in fiamme. Doveva essere una serata di lavoro. Invece è finita in un vago ricordo nel quale io e Nubia ci facevamo sodomizzare da Skylar a turno. Credo di aver sniffato anche della coca. Tra un bicchiere e l’altro.
Entro in camera. Non è ridotta come quella di Nubia. Mi avvicino al letto. Ci sono tre corpi sotto. E vedo un piedino scuro uscire dal mio lato.
Mi abbasso per vederlo meglio. Si è di Julie. Sembra macchiato da qualcosa. Lo annuso. Odora di latte e di V. Si l’odore è quello di V. Mi piace che ami così tanto la sua amica. Spero che impari a servire anche me allo stesso modo.
Scopro il letto e loro sono dove le ho lasciate. Le lenzuola sono macchiate. Ed emanano un odore forte. I sexy toys avranno le batterie consumate.
Rosa è scesa con la testa sul cuscino. Ha i capelli spettinati come Julie. E i capezzoli irritati.
Julie non riesco a vederla bene. Ha la faccia tra le gambe di V. Ma come fa a respirare?
Mia figlia invece dorme beata con la boccuccia ancora sporca di latte.
Non si svegliano. A che ora hanno smesso di giocare? Batto le mani. Si svegliano tutte e tre. Ma solo Rosa si ricompone quasi subito. Le due ninfe si mettono a quattro zampe, si accarezzano e si strusciano come due micette. Come se io non ci fossi.
Julie se ne rende conto per prima. Si mette subito in ginocchio e V la imita. Ma non subito. Che la stia viziando?
-Come vi siete trovare con Rosa?-
-Bebene.-
Il balbettio di mia figlia mi dimostra che V ha percepito l’errore. Ne sono compiaciuta.
-Ora andate in bagno e preparatevi. Voglio farvi un bel bagno.-
Le vedo ravvivarsi. Ad entrambe piace fare il bagno con me.
-Ma fatelo a quattro zampe. Voglio vedervi sculettare.-
Le cucciole scendono dal letto a quattro zampe e si avviano allo stesso modo verso il bagno. Che culetti perfetti. Ma la mia V può fare ancora di meglio. Come me anche lei deve tenersi allenata.
-Come si sono comportate?-
-Sono buone. Tutte e due. Hanno bevuto il mio latte per tutta la notte. Anche quando non ne avevo più. E sono molto brave anche a fare l’amore. Mi hanno accarezzata con delicatezza. Sono anche molto unite tra di loro.-
Non posso nascondere la mia soddisfazione.
-Altro? Qualche feticismo?-
-Sembrano entrambe amanti dei piedi. Hanno leccato e baciato anche i miei. Ho ricambiato ovviamente. E sembrano amare anche i giochi di ruolo. Hanno giocato come due cucciole per quasi tutto il tempo.-
Faccio capire a Rosa che sono soddisfatta con un cenno. Adesso però ho bisogno dei suoi veri servigi. Mi apro la vestaglia, Senza togliermela. E metto un piede sul materasso.
-Ho bisogno di idratarmi.-
La schiava intuisce subito. Si avvicina e senza toccarmela con le dita, infila la lingua nella mia fica. O almeno ci prova. Si deve abbassare. Comunque è brava. Non è una scrofa che mangia. Non preme con il naso. Non bada al mio pelo. La devo solo guidare con la mano per farle trovare l’inclinazione giusta. È lei che deve abbassarsi.
Si ecco. La sua saliva è un toccasana per la mia patatina.
Pulita, idratata e stimolata mi volto. Mi sfilo la vestaglia dalle spalle, e dopo averla fatta cadere ai miei piedi, inarco la schiena e metto in mostra il culo arrossato. Con esso Rosa è più brava. Il mio perineo è depilato. Quindi può lapparmelo senza trovare peli. Il sapore comunque è il solito. Con un pizzico di gel ai frutti tropicali.
Oh si. Questo mi ci voleva. È come provare un altro tipo di orgasmo. Come farsi inculare da un’anguilla dopo aver cagato pietre per ore. La lingua di Rosa va ben in profondità. Le sue esperienze passate con maschi e femmine l’hanno preparata a dovere.
Finita la mia toilette, mi sento già meglio. Adesso mi ci vorrà un buon bagno e una buona colazione.
-Vai in cucina e assicurati che le serve si sbrighino. Sanno già del tuo arrivo. Oggi imparerai i segreti e le regole di questo mi Regno. Impara in fretta.-
La schiava si alza dal mio letto. Ha lasciato una chiazza di umori vari la vacca. Mi fa un inchino e si appresta ad uscire dalla stanza nuda com’è. Mi chiedo se riuscirà a trovarle le cucine.
Entro nel bagno e trovo V e Julie appisolate a bordo vasca. Quanto hanno giocato stanotte? Però sono adorabili messe così vicine. Da scattargli una foto e farci un calendario.
Entro in vasca cercando di fare meno rumore possibile. Ma loro due non stanno dormendo veramente. Mi si avvicinano sorridenti e riconoscenti. Le loro carezze valgono ogni spesa per il loro benessere. Io le faccio sedere sulle mie mani. Un culetto per ognuna. Mi alzo in piedi e restiamo tutte e tre fuori dall’acqua calda.
Sento le loro mani che mi massaggiano le tette. Sento le loro gambe strusciarmi sul pelo. Sento le loro labbra fondersi con le mie in un bacio a tre. È bello condividere questi momenti insieme. Anche quando mi immergo non si staccano. Anzi. Dal mio seno scendono alla pancia, al inguine e in fine alla mia fica. E cominciano a massaggiarmela in due. Una mano per lato. Ho già detto quanto è bello condividere questi momenti insieme?
La cassa viene portata nella mia stanza da due mercenarie. La aprono e ne esce una donna coperta da una veste. Si è fatta un viaggio espresso da Alessandria in Egitto, all'aeroporto civile più vicino a noi. Un viaggetto paragonato alle traversate che fanno di solito gli schivi nei container.
Non avrei neppure dovuto farla arrivare così. Una spedizione per una sola schiava è eccessiva. Ma a mia figlia serve una tata. Una vera.
Ci ho messo una cospicua dose di tempo e denaro a trovarla. Tra tante candidate su darknet alla fine ho scelto una schiava della madre di Nubia. Padre brasiliano e madre messicana. Catturata in Messico e cresciuta in Somalia come schiava dalla famiglia di Nubia. Aveva scopato in tutti i modi e con quasi tutti nella proprietà di famiglia. Era stata campionessa di gare tra pony girl. Levatrice. E aveva partorito anche dei piccoli bastardi divenuti stalloni da corsa.
Una schiava tutto fare che la madre di Nubia mi aveva concesso, a caro prezzo, solo perché avrebbe pensato anche alla sua nipote adottata. Due tette, due boccucce.
Lascio la mia scrivania e mi avvicino alla schiava. Le strappo la catenina che tiene su la veste e lei resta nuda. È una latina vera. Pelle scura. Capelli neri a boccoli. Un filetto di ciccia sulla pancia che sarò felice di farle perdere. Mani e piedi curate. Labbra carnose. Occhi scuri. Un paio di tette da vacca tirate su col bisturi. E molta saggezza.
-Come ti chiami schiava?-
-Rosa.-
-Sai perché sei qui?-
-La mia padrona mi ha concessa a voi per …….-
-Venduta!- Chiarisco io.
-Venduta ….. per nutrire vostra figlia e la figlia di padrona Nubia.-
-In parte. Mia figlia non dovrà venire viziata. La tua principale occupazione sarà dare disposizioni alla servitù e alle schiave. Imparerai a conoscere questo posto come i miei desideri e quelli delle mie dipendenti. Tutto dovrà essere perfetto. Al mio risveglio o al mio rientro da una battuta di caccia non voglio sentire lamenti di alcun genere. Ne dalle schiave, ne dalle padrone. Poi potrai occuparti di V. Bagni, studi, pasti e occasionalmente coiti accompagnati da poppate.-
Le tasto i seni. Stranamente sodi per una che se li fa svuotare ogni giorno da anni.
-Prendi medicine per allattare?-
-Erbe. Integrate con la mia dieta.-
-Dammene un assaggio.-
Lei mi porta alla bocca la tetta destra e strizzandola mi schizza un pizzico di latte in bocca. La tecnica di mungitura è eccellente, come il suo latte. Per mantenere le sacche un minimo sode, ci vuole cura. L’acquisto si ripagherà da solo. Le conviene.
Vado a sedermi sul divano e accendo il televisore. V non può usarlo. Non voglio che si faccia rovinare da qualche programma spazzatura. Ma insieme lo usiamo nelle nostre serate solitarie per guadare qualche filmino piccante. Godo nel vederla a disagio davanti ai cazzi dei maschi. E quando metto qualche scena di sesso horror o splatter. Guardiamo anche qualche cartone. Le si illuminano gli occhi quando in qualche filmetto giapponese c’è un momento di tregua da cartone animato normale. Dei piccoli break di normalità tra una scena hentai e un’altra.
Mi distendo sul fianco del divano. Indico a Rosa di fare lo stesso e col telecomando faccio partire un dvd.
Mentre il filmino inizia uso l’altra mano per massaggiare il capezzolo della nuova tata. La prima scena è di quando Rosa ha iniziato il suo allenamento da pony gilr. Zoccoli finti, cuoio e frustate. Non sembrava neppure maggiorenne in quelle riprese masterizzate.
-Ti hanno fatto male?-
-I primi giorni. Ma solo per educarmi.-
Immagino. Le trainer di Nubia sono le migliori. C’è anche un giovane mandingo in alcune riprese. Udù. Oggi il migliore servitore dei genitori di Nubia. Pelle bruciata e tirata dal sole. Cicatrici. Un viso di pietra. E un cazzo da cavallo altrettanto duro.
-Com’è stato Udù?-
-Lei lo conosce?-
-Ti ho chiesto come è stato con te.- Le ripeto strizzandole una mammella.
-Mi perdoni padrona. Molto buono. È stato severo quando serviva. Ma mia ha anche protetta. Nutrita. E curata. Io gli davo piacere quando potevo.-
Me lo immagino. Udù si occupa da anni delle punizioni, delle purosangue campionesse e di varie altre cose. I pony boy lo temono. È logico pensare che la latteria più bella di tutte le stalle lo abbia servito come uno dei suoi due padroni. Il suo ariete premia le vacche più brave e stuzzica le amiche della sua padrona da diverso tempo. L’ultima volta che l’avevo visto di persona si stava facendo massaggiare da tre delle schiave migliori dell’harem sotto a delle palme come un sultano.
Nell’immagine che segue Rosa vince uno di quei tornei che disputano in Africa. Brava la tettona.
-Sei stata campionessa?-
-Si per un anno. Ero molto giovane. Ma il seno aveva iniziato a crescermi. Venni ingravidata da un campione e messa ai servizi della casa.-
La scena della fecondazione è eccitante. Rosa su un letto basso che viene trombata da un maschione nero tutto sudato con i loro padroni che si masturbano stando nell’ombra della stanza. Vedere le varie fasi della gravidanza mentre Rosa posa nuda o compie le sue faccende mi fa bagnare. Vederla partorire non tanto. Che schifo. Un promemoria per ricordarmi di fermarmi a V.
-Ti mancano i tuoi figli?-
-Mi è stato imposto di non interessarmene.-
Il suo tono è quasi rauco. È evidente che ha sofferto. Essere schiavi comporta molti sacrifici.
Dopo Rosa viene messa in casa. Passa la scopa con vestiti leggeri che non la coprono affatto e alcuni uomini la toccano in diverse scene. Amici del padrone. Usare un corpo simile solo per le pulizie è assurdo.
Seguono altre due gravidanze. Altri due parti. Nubia che viene allattata da Rosa fino a qualche anno fa, e Nubia che sodomizza Rosa una volta cresciuta. Io la mia tata la trattavo meglio per lo meno. Prima dei lupi.
Il filmato finisce, mi alzo e recandomi in bagno ordino a Rosa di seguirmi. Resta compiaciuta del mio arredo.
Mi ero fatta preparare il materassino futon. Un grande materassino gonfiabile su cui faccio l’amore con le mie massaggiatrici o con altre mie amanti. A pensarci non l’ho ancora provato con V.
Prima però ci facciamo la doccia insieme. O meglio, io mi aggrappo alle sbarre da trazioni sul soffitto della doccia. La schiava mi lava da cima a fondo. Le do un po di tempo anche per se nella doccia. Non troppo.
-Massaggiami.- Dico stendendomi sopra al futon.
Rosa prende alcuni vasetti dalla scatola delle lozioni, li annusa, e comincia a massaggiarmi. Ho finalmente prova delle sue abilità. Le sue mani valgono come quelle delle mie massaggiatrici messe assieme. Nessun callo. Solo molta morbidezza. E conoscenza dei punti giusti.
Ho un fremito quando mi spreme un nervo sulla scapola. Audace la tettona. Finisce di stritolarmelo prima di esagerare.
Le sue due mammelle sono come due morbidi macigni. Me li passa sulla schiena. Sui glutei. Sulle gambe. Si sentono i capezzoli grossi come nocciole. Quello di prima sta ancora perdendo latte.
-Ferma.- Le dico voltandomi e indicando uno strapon su un mobile. -Indossa quello. Usa il lubrificante che ti serve.-
La schiava è veloce a indossarlo. Lattice nero con delle venature e una buona angolazione. Lo unge a dovere. Sia quello esterno che quello interno. Si oggi voglio essere generosa.
Torna da me e ricomincia a massaggiarmi. La stimolazione dei capezzoli è paradisiaca. Le mie tette saranno anche ben diverse dalle sue, ma sa come cullarmele.
Alzo un piede e dopo essermelo fatto massaggiare lei me lo lecca a fondo. Che barava schiava. Certo il mio dev’essere più morbido e buono di quello di Udù, ma la poppona è brava anche a leccare.
-Fammi un ditalino.-
Ma che bello. Prima le sue dita accarezzano il mio pelo. Poi sento l’indice e il medio stimolarmi le carni. E finalmente sono farcita. Per la prima volta le dita della schiava toccano il tesoro della sua padrona. Prova fin da subito a trovare il mio punto G, ma le ci vorrà del tempo per scoprire i segreti della sua padrona.
-Basta. Stenditi al mio posto.-
Rosa si mette al mio posto senza fiatare. Il cazzo di gomma svetta sopra il suo inguine in un modo troppo retto. Troppo artificiale. Ma è proprio quello che voglio. Un bel palo nero.
Mi calo sul cazzo e lentamente mi ci impalo sopra. Il lubrificante a base d’acqua mi aiuta fin da subito. Scendo fino a farmi sfiorare la cervice, per poi risalire e tornare a scendere.
Rosa non si muove. Brava troia. Sei mia. Il mio nuovo giocattolo. Sai che non puoi muoverti. Non puoi neppure godere se non te lo dico io.
Alterno la posizione seduta sulle ginocchia con quella della seduta sui talloni. Godo a modo mio. Mi strizzo i capezzoli come piace a me. Mi infilo le mani tra i capelli. Scelgo io le mie posizioni. Sono padrona di me stessa. L’unica persona nella stanza. Non c’è nessun’altra oltre a me.
-Oh oh oh. Cazzo si, oh si cazzo. Si li. Godo. GODOOOOOO!!!!-
Mi sfilo un’ultima volta dal cazzone gommoso per accasciarmi su Rosa, abbandonandomi così all’estasi dell’orgasmo.
Resto così per un attimo. Quel tanto che basta per godere e lasciare che la patatina si liberi degli umori.
Mi rialzo e ordino alla schiava di fare lo stesso. Le monto in groppa come una fantina da pony girl e inizio a farla galoppare introno alla vasca da bagno interrata.
Rosa non corre da anni. E non ha mai portato una donna alta e prestante come me. Sarei più io quella che dovrebbe portare lei. Ma Rosa si ricorda come resistere. Il passo. La postura.
Digrigna i denti e respira come meglio può, ma dopo soli sei minuti è già sfinita. Ansima e suda come un cavallo in una sauna.
Scendo e la faccio inginocchia nell’angolo più libero della stanza.
-Metti le mani davanti e preparati a ricevere la mia acqua.-
Lo scroscio del mio getto raccolto nelle mani a ciotola di Rosa è stimolante. Guardo sotto e la vedo raccogliere tutta la pipì scura. Era da stamattina che non andavo in bagno.
-Bevi.-
La schiava inghiotte fino all’ultima goccia. È abituata a farlo. Da dove lei viene l’urina ha molteplici utilizzi. E la mia è ottima.
Finita la pipì mi sposto sopra Rosa. Lei si abbassa per aiutarmi. Riverso il resto della mia acquetta su di lei. L’urina le scalda la schiena e le imbratta i capelli bruni. Ora l’ho marcata.
Mi giro e vado ad immergermi nella vasca.
Resto vicina e le faccio segno di avvicinarsi gattonando.
Appena ce l’ho vicina l’afferro per le guance e me la tiro fino a sfiorarle il naso col mio.
-Sei prona a servirmi?-
-Si.-
Non sembra spaventata. Penso se lo aspettasse un giuramento a quattro occhi.
-Ubbidirai a tutti i miei ordini? Anche quelli più perfidi?-
-Si padrona.-
Le metto la testa sott’acqua. Lei non pone resistenza. Ha solo degli scatti quando ormai non ce la fa più. La faccio riemergere e le permetto di tossire e tornare a respirare.
-Sicura?-
-SI! Si padrona!-
-E non oserai tradirmi?-
-No padrona! Mai!-
Sorrido compiaciuta.
-Buon per te Rosa. Entra in acqua.-
La schiava striscia sul bordo ed entra in vasca come una manza paffuta. Poteva anche gattonare o entrare normalmente.
La faccio sedere sul fondo e comincio ad insaponarla. Si è un bel pezzo di carne. Una coppia di padroni francesi l’avrebbe esposta alle cene. Una tribù di beduini l’avrebbe fatta ingrassare così da farla diventare un buco adatto a tutti i membri in ogni momento. Dei cartelli sudamericani si sarebbero fatti una buona cameriera in topless per bische e bordelli. Io ne farò un abbeveratoio di latte e una capo servitrice di classe.
La spugna che uso le passa sul collo. Sui meloni. Sulla pancia. E tra le gambe. Sussulta quando lascio andare la spugna e comincio a toccarla con la mia abile mano. Credo che sia la prima volta che una padrona entri così intimità con lei. Di solito è lei che fa questo alle altre padrone.
Le mie colombiane fanno il loro ingresso nel bagno con dei notevoli giocattoli di gomma tra le gambe e le due tailandesi appresso.
Esco dalla vasca e lascio Rosa nelle quattro mani delle sue simili. I loro strapon sono già unti di vasellina. E i buchi di Rosa sono caldi, bagnati e rilassati. È questione di un attimo. Una doppia penetrazione istantanea e morbida. Come due cetrioli bolliti che affondano all'unisono in un cocomero maturo.
Mi siedo a guardare la doppia monta sulla mia poltrona da parrucchiera. Le tre milf latine se la intendono. Quella che la tiene è nella fica. Sul davanti. Ha un bel peso da reggere, ma l’acqua l’aiuta. Rosa ha le braccia intorno al suo collo e le labbra sulla spalla. L’altra gemella la pompa da dietro tenendola delicatamente per le costole.
Io mi accontento delle attenzioni più giovani. Le sorelline tailandesi mi asciugano, mi pettinano e mi truccano mentre alle mie spalle el trio del fuego continua a schizzare acqua, e non solo, fuori della vasca.
Si Rosa. Godi. Godi dei benefici del mio Regno. Servimi e li riceverai in continuazione. Deludimi e ti rimanderò a mungere le prostate dei tori nella savana.
Vengono tutte e tre. Prima la gemella davanti a Rosa. Poi la mia nuova serva. E infine l’altra gemella. Si sfilano fuori da Rosa e la aiutano a riprendersi massaggiandola in acqua e accarezzando le su carni tremule. Ma il momento di giocare è finito. Rosa deve iniziare ad adempiere ai suoi doveri.
La aiutano ad uscire e la asciugano con fon e asciugamano. Io mi sono già vestita. Solo un vestito per un serata di lavoro. Dobbiamo prepararci per la Notte d’Inverno. La mia Sorellanza deve apparire forte durante l’evento.
Torniamo tutte in camera. E restiamo sole io e Rosa. Devo darle le ultime indicazioni prima di andarmene.
La faccio mettere a quattro zampe sul mio letto. Un onore che solo V ha ricevuto così in fretta. Le faccio indossare anche un cappuccio di pelle. Solo per nascondere la sua identità. Giusto in tempo. V e Julie arrivano precedute dai loro urletti e dalle loro risate. Prima d’ora non era mai successo che nei corridoi del mio Regno si udissero grida di bambine giocose. Devo dire che non mi dispiace.
Entrambe sono nude. Hanno solo gli stanga a coprirgli le orchidee. Devono aver fatto anche altri giochi nel pomeriggio. Appena entrate salgono sul tappeto per proteggere le piante dei piedi dal pavimento appena tiepido. Ci mettono un po troppo a ricomporsi in mia presenza, ma su questo posso anche sorvolare. La donna nuda e incappucciata sul mio letto sembra che le abbia turbate.
-Stasera noi mamme saremmo fuori a cena. Non dovete aspettarci alzate. Vi ho comunque comprato un nuovo gioco. Su provatela.-
Le due cucciole si avvicinano al letto. Saliteci osservano la manza dalla pelle abbronzata.
-Avanti toccatela.-
Julie accarezza la groppa del nuovo acquisto tastandole la pelle. V ci appoggia semplicemente la mano. Una parte di me vorrebbe andare li a rimproverarla e a prenderle il pugno per il infilarlo nel culo di Rosa. Ma un’altra parte resta divertita dalla sua timidezza. Devo solo aver più pazienza.
-Ragazze non siate timide. Toccatela veramente.-
Julie mette la mano sotto e le tasta la pancia. La gravità l’ha resa più morbida e soffice. Come per le tettone, ma prima la mulatta vuole controllare il sesso. Meglio. Una schiava va controllata ben a fondo. Julie le va dietro e allargandole le grandi labbra capisce subito che Rosa non ha malattie evidenti, che ha presso grossi calibri nella sua vita e che ha scopato da poco. Da entrambi i buchi. Sua madre l’ha istruita a dovere sulla selezione della merce.
Mia figlia è più giocosa. Si stende sulla schiena di Rosa è prova la morbidezza della pelle vellutata. Io al suo posto mi sarei fatta anche una bella cavalcata. Ma vederla scendere di lato per dare un’occhiata alle tette a penzoloni di Rosa mi da speranza. Sul volto di V compare un sorrisetto birichino. Non l’ho ancora inquadrata, ma credo che il tipo di donna che piace a V sia una con le tette enormi. Una dote che a Julie di certo non manca.
-Toglietele il cappuccio.-
Scoperto il volto di Rosa, Julie si illumina.
-ROSA!-
-Piccola Julie.-
Le due si abbracciano. V resta un attimino confusa. Ma almeno capisce che Rosa non è un’altra minaccia. In tutto il Regno l’unica altra donna che non teme è Skylar. Anche se per adesso non l’ha ancora vista ubriaca.
-Questa è Rosa. Ha fatto da tata a Nubia, e a Julie per un breve periodo. Da adesso appartiene a me, e si occuperà di voi due. Quando non sarà impegnata ovviamente. Potete comunque considerarla la vostra tata da adesso.-
Rosa si volta e vede anche l’altra ragazzina gracile e con la testa rasata.
V resta in disparte. Non è ancora abituata a fidarsi delle sconosciute. E fa bene.
-Ciao.-
Rosa le si rivolge come si fa con una bambina piccola. Sembra funzionare.
Mia figlia abbassa la guardia e, invitata anche da Julie, si avvicina. Rosa accoglie anche lei fra le sue braccia. E i suoi seni. V fa finalmente conoscenza con quella che sarà per sempre la sua vera tata.
-Ora sotto alle coperte. È ora della poppata.- Dico loro.
Rosa si distende con la schiena sui cuscini, allarga le gambe e mette le braccia ai lati. Julie è più abituata di V e si appoggia al braccio sinistro di Rosa per iniziare a bere. V la imita con l’altra mammellona. E finalmente V prova il sapore del vero latte. Inna era una pompa, ma la qualità di Rosa è migliore. Più dolce e con più proteine. La sua dieta ne ha fatto una vacca da competizione. E comunque anche Rosa sembra produttiva. Non come le sue sorelle mucche a tempo pieno, ma si vede che ha un buon metabolismo.
Copro le piccole con le coperte e alzo il termostato. Stasera devono stare al caldo.
Prima di andare metto sul comò degli ovuli, un vibratore e il fallo in lattice trasparente che piace a V. C’è anche un grosso vibratore per Rosa. Anche lei deve godere. L’allattamento è molto stimolante.
Lascio quindi la mia stanza con due ninfe schiave e una nuova capo servitrice con le mammelle piene.
Cammino distrutta verso le mie stanze. Indosso una vestaglia prestatami da Nubia. Il vestito non l’ho trovato al risveglio. Ho la testa che mi pesa e il culo in fiamme. Doveva essere una serata di lavoro. Invece è finita in un vago ricordo nel quale io e Nubia ci facevamo sodomizzare da Skylar a turno. Credo di aver sniffato anche della coca. Tra un bicchiere e l’altro.
Entro in camera. Non è ridotta come quella di Nubia. Mi avvicino al letto. Ci sono tre corpi sotto. E vedo un piedino scuro uscire dal mio lato.
Mi abbasso per vederlo meglio. Si è di Julie. Sembra macchiato da qualcosa. Lo annuso. Odora di latte e di V. Si l’odore è quello di V. Mi piace che ami così tanto la sua amica. Spero che impari a servire anche me allo stesso modo.
Scopro il letto e loro sono dove le ho lasciate. Le lenzuola sono macchiate. Ed emanano un odore forte. I sexy toys avranno le batterie consumate.
Rosa è scesa con la testa sul cuscino. Ha i capelli spettinati come Julie. E i capezzoli irritati.
Julie non riesco a vederla bene. Ha la faccia tra le gambe di V. Ma come fa a respirare?
Mia figlia invece dorme beata con la boccuccia ancora sporca di latte.
Non si svegliano. A che ora hanno smesso di giocare? Batto le mani. Si svegliano tutte e tre. Ma solo Rosa si ricompone quasi subito. Le due ninfe si mettono a quattro zampe, si accarezzano e si strusciano come due micette. Come se io non ci fossi.
Julie se ne rende conto per prima. Si mette subito in ginocchio e V la imita. Ma non subito. Che la stia viziando?
-Come vi siete trovare con Rosa?-
-Bebene.-
Il balbettio di mia figlia mi dimostra che V ha percepito l’errore. Ne sono compiaciuta.
-Ora andate in bagno e preparatevi. Voglio farvi un bel bagno.-
Le vedo ravvivarsi. Ad entrambe piace fare il bagno con me.
-Ma fatelo a quattro zampe. Voglio vedervi sculettare.-
Le cucciole scendono dal letto a quattro zampe e si avviano allo stesso modo verso il bagno. Che culetti perfetti. Ma la mia V può fare ancora di meglio. Come me anche lei deve tenersi allenata.
-Come si sono comportate?-
-Sono buone. Tutte e due. Hanno bevuto il mio latte per tutta la notte. Anche quando non ne avevo più. E sono molto brave anche a fare l’amore. Mi hanno accarezzata con delicatezza. Sono anche molto unite tra di loro.-
Non posso nascondere la mia soddisfazione.
-Altro? Qualche feticismo?-
-Sembrano entrambe amanti dei piedi. Hanno leccato e baciato anche i miei. Ho ricambiato ovviamente. E sembrano amare anche i giochi di ruolo. Hanno giocato come due cucciole per quasi tutto il tempo.-
Faccio capire a Rosa che sono soddisfatta con un cenno. Adesso però ho bisogno dei suoi veri servigi. Mi apro la vestaglia, Senza togliermela. E metto un piede sul materasso.
-Ho bisogno di idratarmi.-
La schiava intuisce subito. Si avvicina e senza toccarmela con le dita, infila la lingua nella mia fica. O almeno ci prova. Si deve abbassare. Comunque è brava. Non è una scrofa che mangia. Non preme con il naso. Non bada al mio pelo. La devo solo guidare con la mano per farle trovare l’inclinazione giusta. È lei che deve abbassarsi.
Si ecco. La sua saliva è un toccasana per la mia patatina.
Pulita, idratata e stimolata mi volto. Mi sfilo la vestaglia dalle spalle, e dopo averla fatta cadere ai miei piedi, inarco la schiena e metto in mostra il culo arrossato. Con esso Rosa è più brava. Il mio perineo è depilato. Quindi può lapparmelo senza trovare peli. Il sapore comunque è il solito. Con un pizzico di gel ai frutti tropicali.
Oh si. Questo mi ci voleva. È come provare un altro tipo di orgasmo. Come farsi inculare da un’anguilla dopo aver cagato pietre per ore. La lingua di Rosa va ben in profondità. Le sue esperienze passate con maschi e femmine l’hanno preparata a dovere.
Finita la mia toilette, mi sento già meglio. Adesso mi ci vorrà un buon bagno e una buona colazione.
-Vai in cucina e assicurati che le serve si sbrighino. Sanno già del tuo arrivo. Oggi imparerai i segreti e le regole di questo mi Regno. Impara in fretta.-
La schiava si alza dal mio letto. Ha lasciato una chiazza di umori vari la vacca. Mi fa un inchino e si appresta ad uscire dalla stanza nuda com’è. Mi chiedo se riuscirà a trovarle le cucine.
Entro nel bagno e trovo V e Julie appisolate a bordo vasca. Quanto hanno giocato stanotte? Però sono adorabili messe così vicine. Da scattargli una foto e farci un calendario.
Entro in vasca cercando di fare meno rumore possibile. Ma loro due non stanno dormendo veramente. Mi si avvicinano sorridenti e riconoscenti. Le loro carezze valgono ogni spesa per il loro benessere. Io le faccio sedere sulle mie mani. Un culetto per ognuna. Mi alzo in piedi e restiamo tutte e tre fuori dall’acqua calda.
Sento le loro mani che mi massaggiano le tette. Sento le loro gambe strusciarmi sul pelo. Sento le loro labbra fondersi con le mie in un bacio a tre. È bello condividere questi momenti insieme. Anche quando mi immergo non si staccano. Anzi. Dal mio seno scendono alla pancia, al inguine e in fine alla mia fica. E cominciano a massaggiarmela in due. Una mano per lato. Ho già detto quanto è bello condividere questi momenti insieme?
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