La tana 2/5
di
LanA
genere
fisting
Me li sono colorati con un rossetto gloss, per farli risaltare di più sul pallore della mia pelle.
Ora anch'essi risaltano alla luce dei fari delle auto di passaggio.
Indosso solo un corto giacchetto con collo di finta pelliccia, e tessuto riempito di strass rossi.
Mi rendo conto che più di una puttana da strada, assomiglio ad un essere a metà strada tra un clown ed un giocoliere da circo che non ha fatto in tempo a finire di vestirsi.
Personaggi che comunque mi appartengono.
Niente borsa, perché non ne ho più, da quando me l'hanno rubata.
Sì, sono ferita nell'orgoglio di non poter essere La Puttana.
Di non poter fare questo mestiere questa notte, perché priva dei miei soliti accessori di lavoro.
Sono eccitata.
Torno verso la panchina, mi siedo, allargo le gambe e mi infilo tre dita nella figa fradicia, gettando indietro la testa mentre un'auto si ferma a sento distante la classica domanda di rito:
"quanto prendi?" e ne godo.
§ (la cliente)
Nel vederla così, sulla panchina a gambe larghe, blocco l'auto, scendo quasi di corsa.
Il suo viso è stravolto dal piacere che si sta donando con le dita.
Mi inginocchio davanti a lei, tolgo con forza la sua mano dalla figa e affondo il mio capo.
La figa sua è fradicia di umori, è dolce aperta alla mia voglia.
La mia lingua la penetra sin dove è possibile, mentre le mie dita la allargano con forza.
Scivola sulla zona perianale e solleticano lo sfintere che sento pulsare e mentre stringo fra le labbra.
Il suo clitoride viene eccitato le mie dita.
Le mie dita la penetrano nelle viscere, prima uno poi due, le ruoto e divarico il buchino.
Lei si agita sotto di me gemendo.
Ogni tanto i fari di un'auto ci illuminano, ma a nessuna delle due interessa, prese come siamo dal piacere l'una dell'altra.
La sento vibrare sotto di me.
Tende il ventre verso la mia bocca, mentre le mani premono sul capo.
CONTINUA ...
Ora anch'essi risaltano alla luce dei fari delle auto di passaggio.
Indosso solo un corto giacchetto con collo di finta pelliccia, e tessuto riempito di strass rossi.
Mi rendo conto che più di una puttana da strada, assomiglio ad un essere a metà strada tra un clown ed un giocoliere da circo che non ha fatto in tempo a finire di vestirsi.
Personaggi che comunque mi appartengono.
Niente borsa, perché non ne ho più, da quando me l'hanno rubata.
Sì, sono ferita nell'orgoglio di non poter essere La Puttana.
Di non poter fare questo mestiere questa notte, perché priva dei miei soliti accessori di lavoro.
Sono eccitata.
Torno verso la panchina, mi siedo, allargo le gambe e mi infilo tre dita nella figa fradicia, gettando indietro la testa mentre un'auto si ferma a sento distante la classica domanda di rito:
"quanto prendi?" e ne godo.
§ (la cliente)
Nel vederla così, sulla panchina a gambe larghe, blocco l'auto, scendo quasi di corsa.
Il suo viso è stravolto dal piacere che si sta donando con le dita.
Mi inginocchio davanti a lei, tolgo con forza la sua mano dalla figa e affondo il mio capo.
La figa sua è fradicia di umori, è dolce aperta alla mia voglia.
La mia lingua la penetra sin dove è possibile, mentre le mie dita la allargano con forza.
Scivola sulla zona perianale e solleticano lo sfintere che sento pulsare e mentre stringo fra le labbra.
Il suo clitoride viene eccitato le mie dita.
Le mie dita la penetrano nelle viscere, prima uno poi due, le ruoto e divarico il buchino.
Lei si agita sotto di me gemendo.
Ogni tanto i fari di un'auto ci illuminano, ma a nessuna delle due interessa, prese come siamo dal piacere l'una dell'altra.
La sento vibrare sotto di me.
Tende il ventre verso la mia bocca, mentre le mani premono sul capo.
CONTINUA ...
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