Greta schiava - 6 continua
di
LanA
genere
dominazione
"Succhialo" disse questa volta, così mi diedi da fare per spompinarlo come sapevo fare e lui doveva aver gradito perché lo sentivo ansimare e gemere.
Ormai capace, lo presi tutto in bocca e lo succhiai per bene, mi mise anche le palle in bocca e succhiai e leccai per bene anche quelle.
Quando tirò fuori il cazzo dalla mia bocca la mia attenzione ritornò al mio culo, che sentivo pulsare dal dolore.
"Non farlo uscire" disse il mio padrone e con il cazzo sempre di fuori si appoggiò alla mia figa con la cappella, mi diede qualche schiaffo sul culo e poi spinse tutto il cazzo dentro la figa con forza.
Gridai, più per la sorpresa che per altro.
Il padrone si muoveva velocemente, mi stava scopando finalmente.
Sentii un’ondata di piacere pervadermi e presi subito a gemere come una troia, godevo di brutto, persino il dildo che avevo nel culo cominciava a piacermi.
Avevo il cazzo duro del padrone che mi sfondava la figa e ad ogni spinta sentivo avvicinarsi l’orgasmo, ero la sua schiava, completamente sua, poteva farmi ciò che voleva, il suo respiro pesante mi faceva capire che anche lui godeva.
Mi prese per i capelli e mi tirò indietro, spinse il cazzo ancora più forte, sembrava volesse spaccarmi la figa col suo uccello.
Con una mano iniziò a sculacciarmi e ad ogni colpo sentivo il dildo vibrare.
Non resistevo più.
"Sto per venire" dissi.
"No!" gridò lui
"Sono io che ti dico quando devi venire e ancora non ti ho dato il permesso" disse lui continuando a fottermi la figa fortissimo.
Ma non resistetti, stavo godendo come mai mi era capitato e dopo pochi secondi l'orgasmo mi esplose nella figa.
Gridai dal piacere come una porca.
Il padrone si tirò fuori e iniziò a sculacciarmi
"Puttana! Ti ho forse dato il permesso di venire?".
"No, padrone" risposi ancora scossa dai fremiti.
"Ora devo punirti severamente o non imparerai mai la disciplina!".
Mi sculacciò pesantemente a lungo facendomi bruciare nuovamente le natiche, poi prese una cintura con fallo attaccato e me la mise addosso in modo che il fallo fosse nella parte interna e mi entrasse nella figa che avevo ancora bollente.
Messomi quello addosso riprese la maschera e la palla di gomma e me le rimise, poi mi bendò gli occhi e infine si allontanò, spense la luce e se ne andò di nuovo lasciandomi sola un’altra volta.
Questa volta stetti sola per più tempo, con entrambi i buchi pieni.
Se devo essere sincera non mi è dispiaciuto, pensai che se la punizione era quella era più piacevole delle frustate, ma dentro di me sapevo che non avrei potuto passarla liscia con così poco.
Mi vergognavo da morire, quando la luce si accese sentii dei mormorii di approvazione da parte dei due sconosciuti.
Il padrone si avvicinò, mi tolse il dildo dal culo e l'altro fallo dalla figa, poi mi fece alzare.
Uno dei due nuovi arrivati mi si avvicinò e mi palpò le tette con forza stringendole tra le mani, poi mise una mano tra le mie gambe per tastarmi la figa, infilò due dita dentro e le mosse velocemente, presto mi ritrovai di nuovo bagnata e ansimante.
"Sì è già bagnata questa troia" disse l'uomo che mi masturbava.
Il padrone mi tolse la palla dalla bocca e mi fece inginocchiare.
"Succhia!" ordinò.
Ormai capace, lo presi tutto in bocca e lo succhiai per bene, mi mise anche le palle in bocca e succhiai e leccai per bene anche quelle.
Quando tirò fuori il cazzo dalla mia bocca la mia attenzione ritornò al mio culo, che sentivo pulsare dal dolore.
"Non farlo uscire" disse il mio padrone e con il cazzo sempre di fuori si appoggiò alla mia figa con la cappella, mi diede qualche schiaffo sul culo e poi spinse tutto il cazzo dentro la figa con forza.
Gridai, più per la sorpresa che per altro.
Il padrone si muoveva velocemente, mi stava scopando finalmente.
Sentii un’ondata di piacere pervadermi e presi subito a gemere come una troia, godevo di brutto, persino il dildo che avevo nel culo cominciava a piacermi.
Avevo il cazzo duro del padrone che mi sfondava la figa e ad ogni spinta sentivo avvicinarsi l’orgasmo, ero la sua schiava, completamente sua, poteva farmi ciò che voleva, il suo respiro pesante mi faceva capire che anche lui godeva.
Mi prese per i capelli e mi tirò indietro, spinse il cazzo ancora più forte, sembrava volesse spaccarmi la figa col suo uccello.
Con una mano iniziò a sculacciarmi e ad ogni colpo sentivo il dildo vibrare.
Non resistevo più.
"Sto per venire" dissi.
"No!" gridò lui
"Sono io che ti dico quando devi venire e ancora non ti ho dato il permesso" disse lui continuando a fottermi la figa fortissimo.
Ma non resistetti, stavo godendo come mai mi era capitato e dopo pochi secondi l'orgasmo mi esplose nella figa.
Gridai dal piacere come una porca.
Il padrone si tirò fuori e iniziò a sculacciarmi
"Puttana! Ti ho forse dato il permesso di venire?".
"No, padrone" risposi ancora scossa dai fremiti.
"Ora devo punirti severamente o non imparerai mai la disciplina!".
Mi sculacciò pesantemente a lungo facendomi bruciare nuovamente le natiche, poi prese una cintura con fallo attaccato e me la mise addosso in modo che il fallo fosse nella parte interna e mi entrasse nella figa che avevo ancora bollente.
Messomi quello addosso riprese la maschera e la palla di gomma e me le rimise, poi mi bendò gli occhi e infine si allontanò, spense la luce e se ne andò di nuovo lasciandomi sola un’altra volta.
Questa volta stetti sola per più tempo, con entrambi i buchi pieni.
Se devo essere sincera non mi è dispiaciuto, pensai che se la punizione era quella era più piacevole delle frustate, ma dentro di me sapevo che non avrei potuto passarla liscia con così poco.
Mi vergognavo da morire, quando la luce si accese sentii dei mormorii di approvazione da parte dei due sconosciuti.
Il padrone si avvicinò, mi tolse il dildo dal culo e l'altro fallo dalla figa, poi mi fece alzare.
Uno dei due nuovi arrivati mi si avvicinò e mi palpò le tette con forza stringendole tra le mani, poi mise una mano tra le mie gambe per tastarmi la figa, infilò due dita dentro e le mosse velocemente, presto mi ritrovai di nuovo bagnata e ansimante.
"Sì è già bagnata questa troia" disse l'uomo che mi masturbava.
Il padrone mi tolse la palla dalla bocca e mi fece inginocchiare.
"Succhia!" ordinò.
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