Fisting..... culetto e figa - 5 - END
di
LanA
genere
fisting
Ma non bastava, ti hanno girato sulla pancia, ti hanno aperto le gambe, e la padrona, dopo essersi passata il cazzo con non so che cosa per lubrificarlo ancora di più ti ha inculato.
Come se non bastasse l’altra donna ti segava lentamente, per rendere quelle sensazioni che provavi ancora più forte.
Ti hanno aperto, e tu hai goduto
Io ora sono qua, ridotta ad animale, vivo in una stalla, esco solo per gli allenamenti di pony girl e per far contento con i miei buchi il mio padrone e i suoi invitati.
Sono diventata una cavalla da monta, ma mi sembra che tu non sia da meno mio piccolo uomo.”
Lo insultava e lo derideva e come presa dalla furia di quelle parole che mano a mano che le diceva faceva aumentare la sua stizza nei riguardi di lui….
” Quando ritornerò avrai una femmina inanellata, ho deciso di farmi forare, cambierò il contratto e se lui, il mio padrone, Paron Mario vorrà, farò la puttana per lui in una casa di piacere, dove tu verrai a guardarmi.
Garderai i miei buchi sfondati che perdono la sborra dei clienti, mi mostrerò a te se mi costringeranno a vivere in una gabbia da dove sarò fatta uscire esclusivamente per accontentare i maschi e le femmine che mi compreranno per divertirsi con me.”
Parole simili non se le aspettava neanche il Paron.
Sorrise sentendole e pensando alle soddisfazioni che le poteva dare ancora una schiava simile, avevano già deciso di cambiare il contratto, voleva far in modo che si annullasse definitivamente per lui e ci stava riuscendo.
Quelle parole colpirono anche Natalia, ma non in senso benevolo, era lei la schiava prediletta del Paron, che all’occorrenza diventava anche padrona delle nuove arrivate per educarle ai suoi voleri.
Quella donna voleva diventare lei una schiava, la prima schiava di lui si promise di fare in modo che ciò non potesse riuscirle.
L’avrebbe completamente annullata, sapeva come far fremere una donna e farle dire basta alla prima occasione.
Ormai Clara si era come trasformata, parlava guardando la lucetta rossa della cinepresa.
Sapeva che tutto quello che diceva lo avrebbe sentito il suo architetto, e in cuor suo lo avrebbe voluto inculare anche lei, farlo diventare una puttana pronta a prenderlo nel culo e a succhiare cazzi senza interruzioni, ma non per il piacere dei clienti, per il suo piacere di dominarlo.
Lo voleva veder soffrire al pensiero di quando le avrebbe detto che lei andava in un bordello a darla e che al momento opportuno sarebbe stato chiamato per assistere e vederla.
Ormai erano alla fine di quell’intervista al fulmicotone, lui il suo padrone aveva ascoltato per filo e per segno quello che lei aveva detto e la sua intenzione di farle cambiare il contratto era stata raggiunta.
Anche l’inanellamento al momento opportuno sarebbe stato fatto, non lo sapeva se prima o dopo la gara.
Molto probabilmente dopo.
Lui non voleva che lei si ferisse e non riuscisse a correre bene.
Tutte quelle parole, quelle frasi, se da una parte aveva cercato di ferire il suo uomo con quelle frasi definendolo anche lui uno schiavo un essere senza volontà che vive esclusivamente per dare il piacere ai padroni e ad avere piacere attraverso la sofferenza e le umiliazioni che loro gli concedono.
Si era alzata in piedi, aveva smesso di parlare guardava ancora quella lucetta rossa, si era come sfogata, ora non ce la faceva più, ma una voce fuori campo in modo che chi vedesse il video la sentisse chiaramente…
” Sei una schiava perfetta, dopo la gara vedremo di cambiare il contratto con qualche aggiunta; i tempi di 11 giorni e sei mesi rimangono, l’architetto che ci sente e vede a Natale avrà la sua schiava, ma con qualche cosa in più, a tutte le donne piace l’oro,
Ora hai solo la catenella d’argento attorno ai fianchi ormai fissata al tuo corpo in maniera indelebile, ma sicuramente ci sarà anche qualche anello che l’abbellirà e ne sono sicuro che tu ti pavoneggerai davanti a chi ci vede e ci ascolta …
Come se non bastasse l’altra donna ti segava lentamente, per rendere quelle sensazioni che provavi ancora più forte.
Ti hanno aperto, e tu hai goduto
Io ora sono qua, ridotta ad animale, vivo in una stalla, esco solo per gli allenamenti di pony girl e per far contento con i miei buchi il mio padrone e i suoi invitati.
Sono diventata una cavalla da monta, ma mi sembra che tu non sia da meno mio piccolo uomo.”
Lo insultava e lo derideva e come presa dalla furia di quelle parole che mano a mano che le diceva faceva aumentare la sua stizza nei riguardi di lui….
” Quando ritornerò avrai una femmina inanellata, ho deciso di farmi forare, cambierò il contratto e se lui, il mio padrone, Paron Mario vorrà, farò la puttana per lui in una casa di piacere, dove tu verrai a guardarmi.
Garderai i miei buchi sfondati che perdono la sborra dei clienti, mi mostrerò a te se mi costringeranno a vivere in una gabbia da dove sarò fatta uscire esclusivamente per accontentare i maschi e le femmine che mi compreranno per divertirsi con me.”
Parole simili non se le aspettava neanche il Paron.
Sorrise sentendole e pensando alle soddisfazioni che le poteva dare ancora una schiava simile, avevano già deciso di cambiare il contratto, voleva far in modo che si annullasse definitivamente per lui e ci stava riuscendo.
Quelle parole colpirono anche Natalia, ma non in senso benevolo, era lei la schiava prediletta del Paron, che all’occorrenza diventava anche padrona delle nuove arrivate per educarle ai suoi voleri.
Quella donna voleva diventare lei una schiava, la prima schiava di lui si promise di fare in modo che ciò non potesse riuscirle.
L’avrebbe completamente annullata, sapeva come far fremere una donna e farle dire basta alla prima occasione.
Ormai Clara si era come trasformata, parlava guardando la lucetta rossa della cinepresa.
Sapeva che tutto quello che diceva lo avrebbe sentito il suo architetto, e in cuor suo lo avrebbe voluto inculare anche lei, farlo diventare una puttana pronta a prenderlo nel culo e a succhiare cazzi senza interruzioni, ma non per il piacere dei clienti, per il suo piacere di dominarlo.
Lo voleva veder soffrire al pensiero di quando le avrebbe detto che lei andava in un bordello a darla e che al momento opportuno sarebbe stato chiamato per assistere e vederla.
Ormai erano alla fine di quell’intervista al fulmicotone, lui il suo padrone aveva ascoltato per filo e per segno quello che lei aveva detto e la sua intenzione di farle cambiare il contratto era stata raggiunta.
Anche l’inanellamento al momento opportuno sarebbe stato fatto, non lo sapeva se prima o dopo la gara.
Molto probabilmente dopo.
Lui non voleva che lei si ferisse e non riuscisse a correre bene.
Tutte quelle parole, quelle frasi, se da una parte aveva cercato di ferire il suo uomo con quelle frasi definendolo anche lui uno schiavo un essere senza volontà che vive esclusivamente per dare il piacere ai padroni e ad avere piacere attraverso la sofferenza e le umiliazioni che loro gli concedono.
Si era alzata in piedi, aveva smesso di parlare guardava ancora quella lucetta rossa, si era come sfogata, ora non ce la faceva più, ma una voce fuori campo in modo che chi vedesse il video la sentisse chiaramente…
” Sei una schiava perfetta, dopo la gara vedremo di cambiare il contratto con qualche aggiunta; i tempi di 11 giorni e sei mesi rimangono, l’architetto che ci sente e vede a Natale avrà la sua schiava, ma con qualche cosa in più, a tutte le donne piace l’oro,
Ora hai solo la catenella d’argento attorno ai fianchi ormai fissata al tuo corpo in maniera indelebile, ma sicuramente ci sarà anche qualche anello che l’abbellirà e ne sono sicuro che tu ti pavoneggerai davanti a chi ci vede e ci ascolta …
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