Il risveglio di insani desideri

di
genere
incesti

Da quando anche la mia seconda sorella maggiore si era sposata, tra me e mia madre si era instaurato un clima di complicità perversa. Restare solo con lei aveva fatto riaffiorare in me antiche voglie proibite, ma se può essere nella norma desiderare sessualmente la propria madre in età adolescenziale, certamente non lo è a 26 anni. Ciononostante sentii risvegliarsi prepotenti questi insani desideri. Mi ritrovai a fissare con crescente insistenza quel corpo prosperoso inevitabilmente appesantito dai suoi 61 anni e dai chili di troppo messi su. Quegli sguardi sempre più sfrontati non passarono inosservati, e mia madre ne sembrava compiaciuta, almeno a giudicare dalla espressione del viso paffuto e dai sorrisetti che mi indirizzava quando i miei occhi gli erano puntati addosso. Non potei fare a meno di notare che da quando si era resa conto dei miei sguardi impudicamente interessati, aveva decisamente cambiato il suo look: le gonne si erano accorciate, le scollature ampliate su grosso seno, e le vestaglie che indossava la sera si erano fatte sempre più sexy. Per diverse settimane andammo avanti in questo silenzioso e torbido gioco fatto di sguardi e ammiccamenti. Io non mascheravo i miei sguardi carichi di lussuria, e lei faceva in modo di mostrare “casualmente” parti di quel corpo carnoso . Se non era la gonna a tirarsi su quando si sedeva lasciando scoperte le cosce carnose, erano i bottoni della camicetta a lasciare visibile buona parte delle enormi tette. Non capivo se volesse solo assecondare quegli sguardi o se volesse incoraggiarmi a spingermi oltre, anche se questa seconda ipotesi si faceva sempre più strada nella mia mente. Ormai la sera restavo sempre in casa portando avanti questo gioco perverso e sperando che accadesse qualcosa, e una sera qualcosa accadde. Lei indossava una vestaglietta nera semi trasparente che lasciava intravedere in reggiseno a balconcino che a stento conteneva quelle enormi poppe, e il perizoma che lasciva scoperte le chiappe grosse e ampie. Era davvero troppo eccitante per resistere alla tentazione di provarci, e così trovai il coraggio di passare dagli sguardi ai fatti. D’altronde, pensai, era stata troppo a quel gioco per poter avere una reazione inconsulta. Anche se si fosse negata, non poteva farlo in maniera dura, magari dandomi del pervertito. Così dopo cena, mentre la aiutavo a rassettare (cosa che non avevo mai fatto prima), mentre lei stava chiudendo lo sportello del lava stoviglie, le arrivai alle spalle e cingendola per i fianchi mi strinsi a lei facendole sentire tutta la mia prepotente erezione sul culone. Mamma non si sottrasse a quelle perverse attenzioni, e dopo interminabili istanti di silenzio in cui restò immobile sotto quella persistente pressione che esercitavo sulle chiappe, disse solo
-che c’è Luca, ti sei eccitato per la tua vecchia mamma?
Risposi prontamente e senza staccarmi
-vecchia?! Ma se sei uno schianto!
A quel punto lei si girò verso di me fissandomi negli occhi con una espressione tra il comprensivo e il malizioso, e io subito mi riappoggiai a lei facendole sentire questa volta l’erezione sulla pancia. Altri istanti di silenzio che lei ruppe dicendo
-Luca, me ne sono accorta che mi desideri davvero e ti confesso che mi fa piacere. Alla mia età, quando ormai ci si sente sfiorire, fa piacere constatare di essere desiderata da un bel giovane, e per questo vorrei accontentarti. Ma sei mio figlio e sarebbe contro natura.
Mentre diceva queste parole restava però ben stretta con la pancetta pronunciata alla mia mazza ormai tesa allo spasimo e dura come l’acciaio, questo mi diede il coraggio di insistere e risposi
-è contro natura anche resistere alle passioni….
Lasciai in sospeso la frase, e lei continuò con tono comprensivo
-sapevo che prima o poi ci saremmo trovati davanti a questo dilemma ed ho più volte pensato quale sarebbe stata la cosa giusta da fare. Ti farò sfogare ma senza arrivare all’incesto.
Così dicendo portò la mano tra i corpi serrati tra loro e la posò sul cazzo. A quel contatto avvertii un brivido di piacere che mi percorse tutto il corpo. Mamma armeggiò sulla patta e me lo tirò fuori, lo impugno e cominciò a muoversi nella più classica delle seghe. Eravamo in piedi uno di fronte all’altra, la sua mano andava avanti e indietro regalandomi un piacere mai provato prima. Fissai il suo viso paffuto, poi le guardai le tette e aprii la vestaglia cominciando a palpeggiarle. Poi le feci uscire dal reggiseno e mentre lei mi segava io palpavo, baciavo e leccavo quelle montagne di carne soffice. Aveva le areole grosse e scure e i capezzoli si erano inturgiditi, così ne presi uno in bocca e lo succhiai mentre torturavo l’altro tra il pollice e l’indice. Sentii montare un irrefrenabile orgasmo e mentre lei continuava a masturbarmi esplosi tutto il mio piacere in interminabili schizzi di sborra che si schiantarono su di lei imbrattandole completamente la vestaglia e la pancia. Con un affettuoso quanto finto rimprovero mi disse
-guarda cosa hai combinato, adesso devo andare a pulirmi e cambiarmi.
Io l’aspettai sul divano davanti alla tele, e quando tornò aveva indossato una vestaglietta rosa ancora più trasparente della precedente, così le dissi
-ma se mi ti presenti così come puoi pensare di lasciarmi indifferente?
Lei, visibilmente compiaciuta dell’ennesimo complimento, replicò
-e che ne sai che voglio lasciarti indifferente? Dopo tutto tu ti sei sfogato, ma adesso sono io ad avere le mie voglie.
L’invito a farla godere era esplicito, e non me lo lasciai scappare. Dicendole che aveva perfettamente ragione, le misi una mano tra le cosce risalendole all’interno fino ad arrivare a lambire con i polpastrelli il leggero tessuto del perizoma, lo scostai e dopo aver accarezzato la passera, la penetrai con due dita e cominciai a farle scorrere. Adesso ero io a regalarle un piacere manuale. Mamma si lasciò andare aprendo le gambe e mandando la testa all’indietro appoggiandola allo schienale del divano. Quando venne serrò le cosce come ad imprigionare la mia mano, ma io non smisi di farle il ditalino, e lei continuò a godere. Intanto il mio attrezzo era tornato inevitabilmente dritto e duro, e mia madre lo teneva in mano masturbandomi di nuovo. In preda al più perverso piacere, le misi una mano sulla nuca facendo pressione per portarla con la bocca al mio cazzo, lei sulle prime oppose resistenza ma poi si chinò e tenendolo con entrambe le mani alla base, passò la lingua sulla cappella gonfia, leccò tutta l’asta, risalì e prese tra le labbra il glande, lo ciucciò e infine prese in bocca tutto quel che poteva del cazzo dritto e duro. Allora la misi con le spalle sul divano e salii su di lei in posizione di 69. Lei teneva le gambe aperte per favorirmi nelle operazioni e continuava a succhiarmelo mentre io gliela leccavo di brutto. Mamma venne ancora un paio di volte, prima che anch’io venissi di nuovo, e questa volta le sborrai in bocca. Mia madre ingoiò tutto lo sperma fino all’ultima goccia, poi si alzò e disse
-Luca, erano anni che non godevo, ne sentivo proprio il bisogno.
Risposi che questo era solo l’inizio, e lei andò via con un sorrisetto malizioso che era tutto un programma….
scritto il
2012-05-07
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