Amanda la ninfomane - Parte 1
di
Van Arting
genere
prime esperienze
Frequentavo da poco l’università, un mondo completamente nuovo per me. La mattina seguivo le lezioni, la sera a volte con un gruppo di amici uscivamo per fare quattro chiacchiere in centro bevendo qualcosa. Quelle serate andavano a finire sempre per le lunghe e il risveglio la mattina successiva era sempre drammatico. Una sera mentre stavamo chiacchierando sulla scalinata della chiesa principale della città, si avvicina una ragazza chiedendoci di scattarle una foto insieme alle sue due amiche. Dalla parlata capimmo subito che erano spagnole, probabilmente in città per il progetto Erasmus. Un mio amico, quello che con le ragazze ci sapeva fare di più, attaccò subito bottone con una di loro, così si fermarono a parlare con noi. Erano molto simpatiche, carine e parlavano abbastanza bene l’italiano. Vivevano nel nostro paese da circa dieci mesi, seguivano dei corsi di italiano e studiavano psicologia. Verso le due del mattino eravamo rimasti solo noi in centro cosi ci salutammo ma prima di andare via, Amanda, una delle tre ragazze spagnole, mi chiese il numero di cellulare, non esitai un attimo. Nel cammino verso casa commentavamo la serata appena trascorsa e venne alla luce che fui l’unico ad aver rimediato un numero di telefono, questo scatenò l’invidia dei miei amici. Il giorno successivo subito dopo pranzo mi arrivò un messaggio da Amanda, era un invito per un caffè insieme. Mi inviò la posizione e la raggiunsi in poco tempo. Arrivato sul posto, non vedendo nessuno la chiamai, mi rispose subito invitandomi a salire in casa. Entrai e vidi Amanda in tutto il suo splendore, aveva un vestito corto blu, sotto si intravedeva l’intimo nero, scarpe con tacco, truccata perfettamente senza esagerazione. Mi salutò subito con tre baci sulla guancia, poi mi chiese se gradivo il vestito che si era messa, le risposi che le stava divinamente. Mi fece accomodare sul divano e iniziò a raccontarmi della sua vita e di come era finita in Italia grazie al progetto Erasmus. Ad un certo punto le chiesi dove fossero le sue due amiche e mi rispose che erano andate al corso di italiano in facoltà ma lei oggi non aveva gran che voglia ed era rimasta a casa. Mi fece fare il giro dell’appartamento, piccolo ma ben tenuto, mostrandomi le stanze delle sue coinquiline. Infine mi fece entrare nella sua camera da letto dove notai subito delle foto appese sopra la scrivania e mi fermai ad osservarle. Quando mi voltai non credevo ai miei occhi, Amanda si era tolta il vestito rimanendo solo con l’intimo addosso. Ora potevo notarla in tutta la sua bellezza, aveva una terza di seno, un culo tonico senza smagliature, pelle ambrata. Mi guardò e sorrise, il mio cazzo in pochi secondi diventò durissimo e senza avere il tempo di dire una parola si avvicinò e mi infilò la lingua in bocca. Ci baciammo per diversi minuti, quasi in apnea, la sua lingua era un vortice impazzito. Sentivo tutta la sua passione latina in quel bacio, una sensazione mai provata fino allora. Le nostre bocche si staccarono giusto il tempo di sfilarmi la maglia e pantaloni, poi riprendemmo a baciarci sempre con molta passione. Lentamente ci spostammo sul letto e continuammo a limonare per molti minuti senza tregua cambiando spesso posizione. Nel mentre le nostre parti intime si strusciavano l’una con l’altra aumentando il piacere. Riuscii a sfilarle il reggiseno mentre si trovava sopra me, cosi iniziai a palparle il seno cosa che lei gradì molto. Ad un certo punto iniziò a leccarmi il collo, poi scese sul petto ed infine arrivò alle parti intime. Mi sfilò lentamente le mutande e il mio cazzo uscì fuori come una molla. Era già durissimo, Amanda si complimentò dicendomi che avevo un gran bel pene e iniziò a succhiarmelo. Si concentrò dapprima sulla cappella giocherellandoci con lingua per poi scendere e risalire lungo l’asta con movimenti ampi e lenti. Ad un certo punto vidi il mio cazzo scomparire all’interno della sua bocca. Lo inondò di saliva che lentamente iniziò a scorrere fino alle palle alle quali si dedicò diversi minuti succhiandole come un aspirapolvere. Ogni tanto si fermava qualche istante e mi guardava con quei occhi vogliosi color nocciola. Approfittai di una di quelle brevissime pause, feci girare Amanda e iniziai a leccarle il seno. In pochi istanti, mentre li succhiavo avidamente e con la lingua li mordicchiavo, i suoi capezzoli diventarono turgidi. Mi spostai nel ventre per poi arrivare alla sua fica, profumata, completamente depilata, le feci allargare le gambe e le infilai un dito dentro, sentii che era già bagnatissima. Iniziai a leccarle il clitoride e subito la sentii gemere. Andai avanti diversi minuti così, la sentivo godere, quando mi fermai un attimo per cercare di guardarla negli occhi subito con la mano riavvicinò la mia testa verso la sua fica. Continuai a leccargliela per un lasso di tempo che non saprei definire finchè mi fermò, allungò una mano, aprì il cassetto del comodino, tirò fuori un profilattico, lo scartò, lo mise in bocca e me lo infilò senza usare le mani. Si stese al mio fianco, allargò le gambe e senza nessuna difficoltà la penetrai. Iniziai con movimenti lenti ed ampi, Amanda cominciò subito a godere come una matta, la guardavo fissa negli occhi e questo aumentava di non poco l’eccitazione. Purtroppo sentii che non avrei resistito ancora per molto, così, appoggiai le mani sul letto vicino ai sui fianchi ed aumentai vertiginosamente il ritmo. Si sentivano chiaramente i rumori dei nostri bacini che si scontravano mescolati ai gemiti di Amanda che ormai erano diventate vere e proprie urla di piacere. Mi unii alle sue urla quando venni, poi mi distesi al suo fianco sfinito, lei si volto, mi baciò e limonammo per alcuni minuti, come a voler farmi capire che per lei non era abbastanza. Fu solamente l’inizio di una storia con Amanda la ninfomane che mi insegnò a scopare.
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