La vicina di casa 3
di
Van Arting
genere
etero
Mente sorseggiavamo il caffè Arianna mi raccontò che stava per terminare gli studi e che forse l’avrebbero assunta nell’ospedale dove andava tutti i pomeriggi per svolgere il tirocinio. Era molto simpatica, chiacchierona, piacevole da ascoltare. Ad un certo punto smise di parlare e mi fece notare una specie di litania che proveniva dall’appartamento di fianco al suo. Mi raccontò che era abitato da un anziana che ascoltava spesso Radio Maria tenendo il volume molto alto. Ascoltai attentamente ed effettivamente si percepivano molto bene le preghiere provenire da quell’appartamento. Mentre ridevamo di questa cosa, ne approfittai e provai a stuzzicarla un po’. Le feci cosi notare che i muri della nostra palazzina erano poco insonorizzati, così come i pavimenti, si sentivano fin troppo bene i rumori provenire dagli altri appartamenti soprattutto durante la notte. Arianna di colpo cambiò espressione in volto, abbassò lo sguardo e con un filo di voce mi domandò se per caso avessi sentito rumori particolari provenire dal suo appartamento. Le risposi ribadendo che i muri purtroppo non sono fonoassorbenti e che specialmente la notte è facile sentire anche il minimo rumore provenire dagli altri appartamenti. A questo punto Arianna piegò la testa in avanti e la nascose tra le sue braccia. Dopo alcuni istanti si rimise composta sulla sedia e mi confessò che in certe situazioni proprio non riesce a controllarsi, deve liberare le sue emozioni. Cercai di sdrammatizzare con una battuta dicendole di avvisarmi la prossima volta in modo tale che possa organizzarmi ed indossare delle cuffie. Arianna fece una grassa risata e il suo volto tornò disteso e raggiante. Passammo poi a parlare di cose più personali, mi disse di non essere fidanzata, che era riuscita a venire fuori da una storia molto importante ma finita male e che ora stava molto bene così anche se non riusciva a stare troppo tempo senza sesso perché lo adorava troppo. Si aprì ancora più nel profondo raccontandomi che la sera prima aveva ceduto alle avances di un suo compagno di università che le faceva il filo sin dal primo anno ma anche che si era giocato male questa opportunità in quanto era stato un po’ troppo rapido e il tutto era finito in un paio di minuti. Fece un'altra gran bella risata. Dopo si alzò dicendomi che doveva andare un attimo in bagno. Al suo ritorno mi alzai pure io da tavola, rimanemmo qualche istante in piedi a guardarci negli occhi, poi non capendo le sue intenzioni e non volendo rovinare nulla, la ringraziai per il caffè, per la chiacchierata e mi avvicinai al portone di ingresso. Arianna mi disse che non aveva impegni e che se fossi stato libero sarei potuto restare ancora un po’ di tempo lì con lei. Rimasi immobile, spiazzato, poi si avvicinò e mi baciò.
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