La prima volta
di
Van Arting
genere
prime esperienze
Era l’estate di qualche anno fa, l’ultima fatta insieme ai miei genitori, per fortuna dall’anno successivo li convinsi a lasciarmi andare da solo con i miei amici. Ero molto timido e con le ragazze molto impacciato, avevo avuto solamente una piccola storia con una ragazza del mio paese durata pochi mesi e limitata solamente a qualche bacio. Passavo le giornate a leggere e ascoltare musica, non avevo fatto amicizia con nessuno purtroppo. Un giorno nell’ombrellone adiacente il nostro, arrivò una ragazza, carinissima, pelle ambrata, capelli castano chiari di lunghezza media, fisico senza imperfezioni, di età credo intorno alla trentina. La osservavo di nascosto dietro i miei occhiali da sole mentre se ne stava rilassata distesa sulla sdraio con la certezza che una così non si sarebbe mai confusa con uno come me di età molto più giovane. Ad un certo punto si tolse la parte superiore del costume, si spalmò un po di crema protettiva e rimase in topless a prendere il sole. Non credevo ai miei occhi. Un seno bellissimo, né piccolo né esagerato, appena più chiaro della sua pelle, segno che non era la prima volta che faceva una cosa del genere. In pochissimi istanti sentii il mio cazzo diventare di marmo, credo fosse la prima volta che vedevo una ragazza mezza nuda a due passi da me. Non potevo resistere di fronte a quello spettacolo, cosi andai di corsa al bagno dello stabilimento balneare, cominciai a segarmi e dopo pochi minuti venni copiosamente. Nel tornare verso l’ombrellone passai di proposito davanti la ragazza, volevo vederla bene in faccia, cercai il suo sguardo ma era completamente assorta nel prendere il sole. Più tardi si sollevò dalla sdraio, rimise la parte superiore del costume ed andò a fare il bagno. Aspettai qualche minuto e pure io mi tuffai in acqua. Nuotavo tra le onde poco distante da lei e quando mi fermavo la osservavo mentre si godeva il tepore dell’acqua del mare di agosto, aveva gli occhi verdi chiari, bellissimi, un sedere tonico, era uno spettacolo della natura. Dopo poco tornò alla sua tintarella e per non farle capire che la stavo seguendo rimasi ancora in acqua. Quando dopo diversi minuti raggiunsi il mio ombrellone notai che lei stava per andarsene, ci rimasi male, speravo nel pomeriggio tornasse ma non fu così, allora pensai che non l’avrei più vista. La mattina seguente stavo leggendo il mio libro quando sentii un rumore provenire dall’ombrellone vicino al nostro e con grande mio piacere vidi che la ragazza era ritornata. Salutò con un generico “buongiorno” forse più indirizzato verso i miei genitori che verso me. Stessa routine del giorno precedente, lei che si piazza in topless a prendere il sole, io che non resisto e vado in bagno a farmi una sega, tuffo in mare, io che la seguo sempre con discrezione poi di nuovo via. Così accadde anche il terzo giorno, con l’unica differenza che credo si fosse accorta della mia erezione dovuta alla vista di quel seno fantastico infatti dopo pochi istanti che si era sdraiata in topless, si alzò di scatto per prendere una bottiglia di acqua dalla borsa, si voltò verso me, vide il rigonfiamento nel costume, cercai di nasconderlo abbassando velocemente il libro che avevo in mano ma ormai era troppo tardi, accennò un sorriso e si rimise sulla sdraio. Provai tanta vergogna e quella mattina non la seguii a fare il bagno, rimasi sdraiato a riflettere sui miei tormenti adolescenziali. La quarta mattina arrivai alla spiaggia e la trovai già li, mi salutò con il solito buongiorno che contraccambiai con voce tremula. Mentre sistemavo le mie cose sotto l’ombrellone scambiammo delle battute sul caldo afoso di quei giorni, capii dall’accento che era del posto, poi ci presentammo a vicenda, mi disse di chiamarsi Martina, la prima cosa che mi venne in mente da dirle fu il motivo per il quale dopo pranzo non c’era mai. Mi rispose che lavorava ogni pomeriggio dal lunedi al venerdi e che nel weekend invece si sarebbe fermata tutto il giorno in spiaggia. Mi domandò poi perche le avevo fatto questa domanda e non sapendo cosa rispondere le dissi che la mia era solo curiosità. Fece ancora quel sorrisetto identico a quello del giorno precedente. Guardandomi poi si slacciò il reggiseno, mise un po di crema protettiva, rimasi immobile a fissarla, si sdraiò sul lettino e disse che ormai si era abituata al fatto di avere gli occhi puntati addosso per via del topless. Imbarazzatissimo, le feci i complimenti per il fisico e lei subito con l’accento tipico del posto disse che aveva già notato che mi fosse piaciuto il suo seno, sprofondai completamente nell’imbarazzo più totale, poi proseguì dicendo che era normalissimo avere quelle reazioni e non che non c’era nulla di cui vergognarsi. Mi stesi sulla sdraio, mi sentivo comunque molto imbarazzato, poi arrivarono i miei genitori e la conversazione con Martina terminò. A metà mattina si alzò per il consueto bagno, i miei genitori erano appena andati a fare una passeggiata, Martina mi guardò e mi chiese se mi andasse di seguirla in acqua. Scattai come una molla, parlammo un po dei nostri hobby tra una nuotata e l’altra, le raccontai delle mie passioni e lei mi confessò che amava molto ballare. Dopo alcuni minuti volle uscire per andare a fare una doccia, la seguii. Dopo essersi entrambi rinfrescati mi disse che sarebbe andata un attimo a cambiarsi nella sua cabina privata. La guardavo imbambolato incamminarsi verso le cabine, rimasi immobile a fianco delle docce ripensando incredulo al bagno che avevamo fatto insieme, non vedevo l’ora di raccontarlo ai miei amici. Poco prima di entrare nella sua cabina si voltò verso me e con l’indice mi fece cenno di raggiungerla. Mi si ghiacciò il sangue, le gambe iniziarono a tremare, dentro me pensai a quali intensioni avesse Martina, non capivo più nulla cosi presi fiato e la raggiunsi, lasciò la porta socchiusa, mi guardai intorno ed entrai. Dentro la cabina non c’era la luce, era tutto in penombra, entravano dei raggi di sole dalla parte fenestrata sopra la porta, Martina era davanti me, bellissima, mi guardava fisso negli occhi con quel sorrisetto malizioso, poi si voltò e mi chiese una mano per slacciare la parte superiore del costume. Con la mano tremolante riuscii a disfare il doppio nodo, passai il costume a Martina che lo fece cadere a terra, si giro verso me, rimasi senza fiato, si infilò due dita in bocca facendole entrare ed uscire lentamente, con le stesse dita si toccò prima i seni, poi le infilò dentro la parte inferiore del costume e iniziò a toccarsi. In pochi istanti il mio cazzo divenne durissimo. Notò subito il rigonfiamento del mio costume così si avvicinò ed appoggiò una mano sul mio pacco e iniziò a palparlo. Ero immobile, non sapevo cosa fare, mi abbassò il costume e lo prese in mano iniziando a segarmelo lentamente. Mi chiese se ero vergine, risposi di si, poi mi baciò, limonammo alcuni minuti mentre continuava a segarmi il cazzo. Le nostre lingue si intrecciavano appassionatamente, mi spostai poi sul suo seno e iniziai a succhiarle i capezzoli. Ero eccitatissimo, mentre leccavo il seno di Martina alzai lo sguardo e vidi che lei mi stava fissando. Dopo un po si abbassò e me lo prese in bocca succhiandolo divinamente, un pompino magnifico che ricordo perfettamente nonostante gli anni passati, iniziò leccandomi la cappella poi me lo fece scomparire dentro la sua bocca, sentivo la sua lingua come un vortice sul mio cazzo e purtroppo sentii di non resistere molto così la fermai, lei capì e mi rassicurò con la sua cadenza tipica del posto dicendomi di stare tranquillo, di rilassarmi e che non mi avrebbe mangiato. Sorridemmo. Riprese a succhiarmelo inondandolo di saliva, cercai di distrarmi pensando ad altro ma non ci riuscii così la fermai nuovamente. Le sfilai la parte inferiore del costume, mi inginocchiai e iniziai leccarle la fica. Era completamente depilata, labbra leggermente sporgenti, infilai un dito dentro e sentii che era bagnata, proseguii cosi per alcuni minuti sperando di riprendermi. La sentivo respirare sempre più forte, stava godendo. Ad un certo punto mi disse che voleva essere scopata, si girò prese il mio cazzo con la mano lo appoggiò sulla sua fica e la penetrai. Si raccomandò di avvisarla quando stessi per venire, iniziai a muovere il bacino con un buon ritmo avanti e indietro tenendola per i fianchi ma anche in questo caso sentii quasi subito che sarei durato pochissimo cosi mi fermai. Avevo il cazzo completamente dentro al sua fica, sentivo che pulsava, iniziai a baciarle il collo, posi le mani sui suoi seni, poi si voltò e ci baciammo in bocca. Ripresi i movimenti di bacino molto lentamente ma l’eccitazione era troppa, non riuscivo a liberare la mente, il mio cazzo era sempre più duro e pronto ad esplodere cosi decisi di assestare gli ultimi colpi a ritmo molto elevato e poco prima di venire mi spostai, lei si abbassò lo prese in bocca e succhiò tutta la mia sborra. Tremavo, avevo il cuore a mille, Martina sorrise, prese un fazzoletto da uno zaino dentro la cabina dove sputò tutto il mio sperma. Fece una battuta dicendomi che mi sarei dovuto allenare per durare un po di più, aggiunse anche che per essere la mia prima volta ho resistito più della media e mi raccontò di un fidanzatino che venne dopo appena trenta secondi di pompino. Si pulì velocemente con delle salviette, si vestì e mi chiese di uscire dalla cabina in modo che poco dopo sarebbe uscita pure lei. Mi salutò velocemente dicendo che doveva scappare al lavoro. Tornai sconvolto all’ombrellone, mi stesi sulla sdraio e poco dopo tornarono i miei genitori dalla passeggiata che fortunatamente non si accorsero di nulla. Il giorno dopo mi recai presto alla spiaggia, Martina arrivò poco dopo di me, mi salutò con il suo solito buongiorno, mi chiese come stessi poi si stese a prendere il sole. Non accadde nient’altro tra noi ma il suo ricordo sarà sempre impresso dentro di me.
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