Anna 5
di
Anna-sa
genere
etero
Con lei i giorni volano, passano anche troppo in fretta, certo averla sempre a portata di mano è un privilegio, ma quando tutto questo, per un motivo o per un altro, non regala nessun frutto diventa frustrante.
È qui vicino a me e non posso toccarla.
Dall'ultima volta è rimasta in me la voglia di ispezionare quell'apertura slabbrata, umida e calda.
La natura mi ha gentilmente donato l'apposita sonda per andare in profondità e non vedo l'ora di usarla, almeno per vedere si funziona ancora, è da un po' di tempo che non la uso.
Con questo desiderio non ancora soddisfatto porto avanti giorno dopo giorno i miei compiti, ma Anna mi torna continuamente in mente e mi distrae. Improvvisamente un pomeriggio la ritrovo a trafficare ancora dietro alla solita scaffalatura, mi avvicino e offro il mio aiuto.
Le chiedo se le serve una mano, mi dice che ha già fatto, ma sfacciatamente mi chiede di replicare l'ultimo incontro piacevole che le avevo procurato. Non posso crederci, ma non è un sogno, ne ho la prova appena appoggio le mie mani sul suo sedere. Pelle vellutata e profumata, mi faccio largo tra le cosce per leccarla, la voglio bella bagnata e lubrificata perché questa volta non userò le dita e voglio poter entrare agevolmente. Contando sull'esperienza precedente prevedo che nel giro di un attimo sarà completamente zuppa, per velocizzare la cosa spingo la lingua tra le sue carni più che posso. È bella e eccitante e anche un po' maiala, ma soprattutto è buona, mi piace leccarla e mi piace vedere il suo corpo che reagisce così abbondantemente.
Infilo due dita giusto per distrarla e avere il tempo di tirare fuori il manganello che si nasconde sotto i pantaloni della tuta.
Ancora due o tre spinte a mano poi punto l'uccello su di lei e molto molto lentamente lo faccio scivolare tutto dentro. Preoccupata di ritrovarsi riempita senza protezioni mi dice che non prende contraccettivi, la rassicuro dicendole che starò molto attento. Inizio con movimenti lentissimi, tutto dentro tutto fuori, mi piace farle sentire la cappella che si fa largo per entrare e si fa largo per uscire. Ad ogni uscita e successivo nuovo ingresso sento un leggero sospiro accompagnato da un mugolio. Cazzo che bello!! Mi sento avvolto, perso in un mondo parallelo, sento lei che ansima, sento il calore del suo corpo, ma non mi sembra di essere a lavoro. Cerco di tornare in me, di riprendere il controllo, non vorrei riversare la mia preziosa e pericolosa essenza dentro di lei.
Ci sono, adesso ci sono, sono tornato con i piedi per terra, ho il pieno controllo e posso iniziare a spingere di più e più velocemente.
Come al solito il rischio del proibito accentua l'eccitazione, mi dice di non fermarmi, vuole l'orgasmo, continuo a spingere rischiando però di venire prima che lei raggiunga il suo traguardo. La sento godere cercando di soffocare i rumori, sento il suo corpo premiare il mio impegno. Sto per venire, mi separo da lei, cerco un fazzoletto nelle tasche, non c'è, le chiedo se lei ha qualcosa, si gira mi dice di no, prende in mano "Cappuccetto Rosso" e gli dà il colpo di grazia perdendolo in bocca.
Un rapido e risolutivo pompino, un ingoio completo ed una lucidata della cappella e tutto si risolve. Ci ricomponiamo, un profondo bacio che ha tutto il nostro sapore e torniamo alle nostre occupazioni.
A terra è rimasto qualche segno del nostro passaggio, dovrò procurarmi un po' di carta assorbente per dare una ripulita.
La giornata è finita, prima di partire voglio vederla uscire, aspetto in macchina finché non la vedo salire sulla sua. Accende la macchina ed esce dal cancello, subito dietro di lei esce anche l'operaio che le lancia occhiate ogni volta che la vede attraversare la produzione. Questa cosa non mi convince perché lui normalmente va nella direzione opposta. Accendo la macchina e li seguo ad una certa distanza, dopo una decina di chilometri svoltano su una strada che si inoltra nelle campagne. Decido di non seguirli, su una strada così poco trafficata mi noterebbero subito. Ritorno indietro con la certezza di non essere il solo a inzuppare il biscotto, ma determinato a farmi raccontare, nei prossimi giorni, come stanno le cose.
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