L'abito da sposa (parte 2)
di
Laila
genere
saffico
La signora Vittoria era stata richiamata da tutto quell’insolito rumore ed era accorsa per controllare che fosse tutto a posto. Non appena aprì la porta, si trovò di fronte a quella scena a dir poco inusuale. Ma, invece di entrare nella stanza, decise di socchiudere leggermente il battente e restare per un po’ a osservare lo spettacolo.
Sara e Laura, inconsapevoli della presenza, continuavano il loro ardente gioco di scoperta. Sara era ormai fuori controllo. Afferrava un seno con entrambe le mani, lo stringeva con forza e lo prendeva in bocca, come se volesse inghiottirlo tutto. Laura godeva in modo indescrivibile e iniziò a portare una mano al pube e a passarlo sfregando sulla stoffa degli slip di raso, che sentiva ormai completamente bagnati e caldi.
La signora Vittoria, a quel punto, perse la sua incrollabile freddezza, e decise di entrare. Si schiarì la gola con un colpetto di tosse per annunciare la sua presenza.
Sara e Laura non sentirono, completamente assorbite dal loro gioco proibito.
Allora la signora Vittoria, dall’alto della sua autorità, chiese: “Che cosa sta succedendo qui?”
Sara e Laura si voltarono sbigottite. Sara arrossì violentemente, Laura cercava di ricomporsi alla bell’e meglio, tirandosi su il corpetto per coprire i seni esposti.
Sara cercò di giustificarsi: “Mi scusi, io stavo controllando che il corpetto fosse messo bene…”
La signora Vittoria non le lasciò scampo: “Non voglio sentire menzogne. È piuttosto evidente cosa stavate facendo: tu stavi leccando il seno – peraltro degno di nota – della nostra cliente, mentre lei stava godendo senza freni, iniziando anche a masturbarsi. È così o no? Rispondi.”
“Sì, effettivamente… la prego, non mi licenzi, non succederà più, lo giuro, un attimo di debolezza…”
“Sara, non preoccuparti. Lo dico sempre che noi mettiamo al primo posto la soddisfazione dei nostri clienti e mi pare che la nostra cliente, qui, sia abbastanza soddisfatta. Vero, Laura?”
“Direi proprio di sì, Sara è bravissima…”
“Ma noi vogliamo il meglio, noi non ci accontentiamo, noi vogliamo la massima soddisfazione. Motivo per cui adesso, Sara, voglio che tu continui a far godere la nostra cliente, finché non sarà completamente soddisfatta. Io mi siederò comoda qui e guarderò come lavori.”
Detto questo, la titolare dell’atelier si accomodò su una lussuosa poltrona di velluto rosso, sistemandola in modo tale da godersi lo spettacolo di lato e poter osservare la scena riflessa nello specchio da un’altra angolazione.
“Ragazze mie, proseguite pure. Voglio la massima soddisfazione. Senza nessun limite.”
A Sara e Laura brillarono gli occhi. La loro eccitazione già notevole era resa ancora più stuzzicante dall’idea di avere una spettatrice. Non erano più lì soltanto per darsi piacere, ma dovevano anche offrire uno spettacolo tale da far eccitare il pubblico. Senza limiti, aveva detto, e senza limiti sia.
Sara tirò giù di nuovo le coppe del corsetto e liberò le due enormi tette di Laura. Laura allora fece lo stesso e aprì la camicetta di Sara, estraendo con le due mani le due tette, belle e – a sorpresa - anche piuttosto grandi. Laura si inumidì le dita e chiese a Sara di fare lo stesso. Con lenti movimenti bagnò di saliva i capezzoli e Sara fece lo stesso. Poi si avvicinarono e, tenendo ognuna i propri capezzoli umidi tra le dita, iniziarono a strofinarli contro i capezzoli dell’altra.
La signora Vittoria aveva iniziato a muoversi sulla poltrona, le gambe non volevano stare accavallate. Dopo qualche strusciamento di seni, la capo sarta si era tirata su la gonna del suo austero tubino nero, scoprendo delle belle gambe, e aveva iniziato apertamente a masturbarsi.
Laura e Sara se ne accorsero e si eccitarono ancora di più.
Sara aveva dei seni belli sodi e dalla pelle chiara, i capezzoli erano morbidi e rosa. Laura aveva una irrefrenabile voglia di succhiarli. Si abbassò, li accarezzò con le dita e poi iniziò a succhiarli vigorosamente, come se dovesse farne uscire del latte. Sara ansimava e mugolava.
“Dio mio, Laura, finalmente… ancora, ti prego, ancora, succhiami forte…”
E Laura faceva sparire quei grandi capezzoli rosa dentro la sua bocca calda, li risucchiava dentro forte, e li leccava con la lingua, mentre con le mani massaggiava il resto del seno.
La signora Vittoria si era slacciata il vestito e si stava toccando il seno, mentre con l’altra mano continuava a masturbarsi.
Laura voleva ricambiare il favore di Sara. E si impegnò al massimo per farla godere. Mentre con la bocca le succhiava un capezzolo, con una mano scese a massaggiarle il clitoride. Con l’altra mano spremeva il seno. Sara ormai urlava, non si tratteneva più ed esplose finalmente in un orgasmo che la fece tremare tutta.
Erano venute entrambe, godendo come mai prima. Eppure non erano ancora soddisfatte e la voglia che le aveva prese le infiammava come una febbre.
Vittoria pensò a quel punto di vivacizzare la situazione. Prese dal tavolino un campanellino e lo fece suonare tre volte.
Sara e Laura, inconsapevoli della presenza, continuavano il loro ardente gioco di scoperta. Sara era ormai fuori controllo. Afferrava un seno con entrambe le mani, lo stringeva con forza e lo prendeva in bocca, come se volesse inghiottirlo tutto. Laura godeva in modo indescrivibile e iniziò a portare una mano al pube e a passarlo sfregando sulla stoffa degli slip di raso, che sentiva ormai completamente bagnati e caldi.
La signora Vittoria, a quel punto, perse la sua incrollabile freddezza, e decise di entrare. Si schiarì la gola con un colpetto di tosse per annunciare la sua presenza.
Sara e Laura non sentirono, completamente assorbite dal loro gioco proibito.
Allora la signora Vittoria, dall’alto della sua autorità, chiese: “Che cosa sta succedendo qui?”
Sara e Laura si voltarono sbigottite. Sara arrossì violentemente, Laura cercava di ricomporsi alla bell’e meglio, tirandosi su il corpetto per coprire i seni esposti.
Sara cercò di giustificarsi: “Mi scusi, io stavo controllando che il corpetto fosse messo bene…”
La signora Vittoria non le lasciò scampo: “Non voglio sentire menzogne. È piuttosto evidente cosa stavate facendo: tu stavi leccando il seno – peraltro degno di nota – della nostra cliente, mentre lei stava godendo senza freni, iniziando anche a masturbarsi. È così o no? Rispondi.”
“Sì, effettivamente… la prego, non mi licenzi, non succederà più, lo giuro, un attimo di debolezza…”
“Sara, non preoccuparti. Lo dico sempre che noi mettiamo al primo posto la soddisfazione dei nostri clienti e mi pare che la nostra cliente, qui, sia abbastanza soddisfatta. Vero, Laura?”
“Direi proprio di sì, Sara è bravissima…”
“Ma noi vogliamo il meglio, noi non ci accontentiamo, noi vogliamo la massima soddisfazione. Motivo per cui adesso, Sara, voglio che tu continui a far godere la nostra cliente, finché non sarà completamente soddisfatta. Io mi siederò comoda qui e guarderò come lavori.”
Detto questo, la titolare dell’atelier si accomodò su una lussuosa poltrona di velluto rosso, sistemandola in modo tale da godersi lo spettacolo di lato e poter osservare la scena riflessa nello specchio da un’altra angolazione.
“Ragazze mie, proseguite pure. Voglio la massima soddisfazione. Senza nessun limite.”
A Sara e Laura brillarono gli occhi. La loro eccitazione già notevole era resa ancora più stuzzicante dall’idea di avere una spettatrice. Non erano più lì soltanto per darsi piacere, ma dovevano anche offrire uno spettacolo tale da far eccitare il pubblico. Senza limiti, aveva detto, e senza limiti sia.
Sara tirò giù di nuovo le coppe del corsetto e liberò le due enormi tette di Laura. Laura allora fece lo stesso e aprì la camicetta di Sara, estraendo con le due mani le due tette, belle e – a sorpresa - anche piuttosto grandi. Laura si inumidì le dita e chiese a Sara di fare lo stesso. Con lenti movimenti bagnò di saliva i capezzoli e Sara fece lo stesso. Poi si avvicinarono e, tenendo ognuna i propri capezzoli umidi tra le dita, iniziarono a strofinarli contro i capezzoli dell’altra.
La signora Vittoria aveva iniziato a muoversi sulla poltrona, le gambe non volevano stare accavallate. Dopo qualche strusciamento di seni, la capo sarta si era tirata su la gonna del suo austero tubino nero, scoprendo delle belle gambe, e aveva iniziato apertamente a masturbarsi.
Laura e Sara se ne accorsero e si eccitarono ancora di più.
Sara aveva dei seni belli sodi e dalla pelle chiara, i capezzoli erano morbidi e rosa. Laura aveva una irrefrenabile voglia di succhiarli. Si abbassò, li accarezzò con le dita e poi iniziò a succhiarli vigorosamente, come se dovesse farne uscire del latte. Sara ansimava e mugolava.
“Dio mio, Laura, finalmente… ancora, ti prego, ancora, succhiami forte…”
E Laura faceva sparire quei grandi capezzoli rosa dentro la sua bocca calda, li risucchiava dentro forte, e li leccava con la lingua, mentre con le mani massaggiava il resto del seno.
La signora Vittoria si era slacciata il vestito e si stava toccando il seno, mentre con l’altra mano continuava a masturbarsi.
Laura voleva ricambiare il favore di Sara. E si impegnò al massimo per farla godere. Mentre con la bocca le succhiava un capezzolo, con una mano scese a massaggiarle il clitoride. Con l’altra mano spremeva il seno. Sara ormai urlava, non si tratteneva più ed esplose finalmente in un orgasmo che la fece tremare tutta.
Erano venute entrambe, godendo come mai prima. Eppure non erano ancora soddisfatte e la voglia che le aveva prese le infiammava come una febbre.
Vittoria pensò a quel punto di vivacizzare la situazione. Prese dal tavolino un campanellino e lo fece suonare tre volte.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
L'abito da sposa (parte 1)racconto sucessivo
L'abito da sposa (parte 3 - ultima)
Commenti dei lettori al racconto erotico