L'abito da sposa (parte 3 - ultima)

di
genere
saffico

Poco dopo la porta si aprì e fece capolino un’altra sarta, che Laura già conosceva.
“Mi voleva, signora?”
“Sì, ti volevo. E non ti volevo solo io, ti volevano anche loro. Entra.”
Cristina entrò, con il suo passo leggero e i capelli rossi e ricci. Perfettamente truccata, labbra rosse impeccabili, scarpe con il tacco.
“Mi dica, signora, cosa devo fare?”
“Abbiamo una cliente speciale, Laura, e devi aiutare Sara a darle la massima soddisfazione. Apriti la camicetta e scopriti il seno, cosicché Laura possa vedere quanto sei bella.”
Cristina obbedì.
“Mettiti in piedi davanti a lei e fatti vedere bene. Laura, toccale le tette, se vuoi.”
Laura si sentiva come una bambina davanti a una vetrina piena di dolci.
Toccò quelle belle tette chiare e delicate, giovani e sode. Cristina sorrise dolcemente e ricambiò toccando le tette di Laura.
“Adesso che vi siete presentate, possiamo continuare. Sara e Cristina, prendetevi un seno a testa e fatela impazzire di piacere. Voglio che smettiate soltanto quando lei vi implorerà piangendo di smettere perché non ce la farà più.”
Laura stava per impazzire. Sara e Cristina, entrambe bellissime, erano lì davanti a lei. Ognuna si stava prendendo cura di uno dei suoi capezzoli, in modo quasi maniacale. Sentiva il piacere diffondersi in tutto il corpo come delle onde inarrestabili.
“Senza limiti, ragazze, senza limiti! Sperimentate, non abbiate paura, osate!”
Cristina si girò verso Sara, sorrise, e si spostò sullo stesso seno che stava già leccando lei. Lo leccavano insieme, le loro lingue si sfioravano, si intrecciavano, Laura si eccitava ancora di più, se si voltava poteva vedere la signora Vittoria masturbarsi e godere.
Sara e Cristina iniziarono a baciarsi avidamente davanti a Laura. Sara la prese e la tirò a sé. Le loro tre lingue si attorcigliavano insieme in una danza sfrenata, Cristina abbassò una mano e, spostati di lato gli slip di Laura, le infilò un dito dentro mentre Sara si concentrò sul clitoride.
Laura non aveva mai goduto così in vita sua.
Sara e Cristina tornarono ai loro posti di partenza.
La signora Vittoria, seduta in poltrona, poteva vedere davanti a sé Laura in piedi, con le enormi tette fra le mani e le labbra di Sara e Cristina, e le due dita delle due sarte che la masturbavano dentro e fuori.
Mancava pochissimo all’orgasmo di Laura, Vittoria lo sapeva e decise di dare il colpo di grazia.
Seduta, la mano in mezzo alle cosce, con la sua voce autoritaria le diede gli ordini finali: “Laura, adesso vieni, godi e vieni… guarda come ti stanno viziando le mie due belle sarte… sto per venire anch’io… Laura, nostra bella puttana, vieni adesso, VIENI!”
Laura la guardava e la ascoltava come ipnotizzata, il godimento era ai massimi livelli sopportabili, e quando vide la signora Vittoria sussultare, proruppe in un orgasmo mai visto. Urlava, piangeva, tremava, stringeva Sara e Cristina dietro la nuca per premerle contro le sue tette. Che erano gonfie, caldissime, quasi allo spasimo. Mentre la sua vagina si contraeva spasmodicamente stringendo il dito di Cristina, che non smetteva di stimolarla. Sara continuava a massaggiarle il clitoride, le loro bocche che succhiavano e succhiavano.
Laura non smetteva di godere. Ebbe un orgasmo lungo e intenso e, quando finì, non ebbe nemmeno il tempo di riprendere fiato che già ne iniziava un altro.
Sara e Cristina andavano avanti, come era stato ordinato loro, un orgasmo dietro l’altro, fino alla completa soddisfazione.
Laura, dopo un numero imprecisato di orgasmi, chiese pietà, non ce la faceva più, le gambe le tremavano e a stento si reggeva in piedi, stringeva le gambe per calmare le contrazioni violente. Cristina e Sara a quel punto si fermarono.
La signora Vittoria si alzò. Fece sedere Laura sulla poltrona e le disse: “Manca ancora qualcosa alla piena soddisfazione.”
Si mise in piedi dietro di lei e le allargò le gambe a forza.
“Sara, Cristina, fatela venire ancora una volta.”
Laura implorava pietà: “No, vi prego, basta, non ce la faccio più…”
“Stai zitta e godi ancora una volta.”
Laura tentò di chiudere la gambe, ma Vittoria era ben salda nella sua presa.
Le gambe divaricate a forza, Sara e Cristina si misero nuovamente all’opera.
Bastarono pochi sfioramenti di dita e lingue che Laura esplose urlando e piangendo nel suo ultimo, potentissimo e straziante orgasmo che Vittoria lasciò esaurire del tutto prima di lasciarle finalmente stringere di nuovo le gambe.
Laura era distrutta. Abbandonata sulla poltrona, i capelli scompigliati, le tette che sobbalzavano agli ultimi sussulti.
Sara e Cristina erano così eccitate che non poterono fare a meno di toccarsi, venendo praticamente all’istante.

Esaurito quel momento di frenesia, le quattro donne si ricomposero.
“Cristina, andiamo e lasciamole sole, che devono terminare la prova dell’abito”, ordinò la signora Vittoria.
Laura e Sara rimasero sole e, con professionalità, finirono quello che avevano da fare. Il vestito da sposa calzava a pennello, il lungo velo le accarezzava le spalle e ricadeva davanti sul seno. Sara la guardò emozionata e rapita da tanta bellezza.
La aiutò quindi a sfilarsi l’abito e a slacciarsi il corsetto. Con lenti movimenti, slacciò uno a uno gli stretti lacci sulla schiena e, quand’ebbe finito, vide davanti a sé nello specchio Laura in tutta la sua statuaria sensualità. I seni finalmente liberi, la pelle liscia del ventre. Laura a quel punto si sfilò gli slip e restò lì in piedi completamente nuda, senza dire una parola.
Sara, come rispondendo a una richiesta silenziosa, si spogliò e si mise davanti a Laura.
Erano entrambe nude, emozionate, e bellissime.
Sara iniziò ad accarezzarle dolcemente il viso, glielo prese delicatamente tra le mani e le diede un bacio leggero sulle labbra. Le labbra di Laura si dischiusero, le lingue si toccarono leggermente.
Poi un altro bacio, ancora, e ancora, sempre di più.
Quei due corpi erano attratti come due calamite che non potevano staccarsi. Erano caldi, frementi, aderenti uno all’altro. Seni premuti su seni, il pube di una che strusciava sul pube dell’altra, mani intrecciate, e quelle due lingue insaziabili.
L’eccitazione era risalita fortissima in entrambe. E durante quel lunghissimo e dolce bacio, Laura e Sara, strette una all’altra come un unico corpo fremente, ebbero l’orgasmo perfetto: lungo, intenso, sconvolgente, simultaneo, con un godimento totale ed estremo che coinvolgeva non solo il corpo, ma tutta l’anima.
Si guardarono negli occhi, e si baciarono ancora e ancora, come se non volessero che quel magico momento finisse.
Quando avevano finito, entrambe piangevano: “Laura, dimmi… ci rivedremo ancora?”, chiese Sara.

[fine.]
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scritto il
2022-02-16
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