Educazione "sentimentale" - Capitolo 3

di
genere
esibizionismo

Nei primi due capitoli vi ho parlato di alcuni episodi di esibizionismo soft della mia dolce mogliettina.

Ne aggiungo qualche altro, precedente a quelli già descritti.

All’epoca abitavamo a Firenze.

Il mio lavoro era di carattere commerciale e quindi soprattutto esterno.

Ogni tanto mi raggiungevano colleghi da Milano, uno dei quali molto simpatico e con il quale avevo legato abbastanza. Capitava quindi che lo invitassi a cena in casa mia.

Il collega era simpatico, divertente e aveva l’abitudine di bere davvero tanto, al punto che a sera dovevo chiamare sempre un taxi perché lo riportasse in hotel. Il giorno dopo lui dichiarava di non ricordarsi nemmeno come fosse tornato in albergo.

Sin da subito ci accorgemmo, io e mia moglie, che indugiava molto spesso con l’occhio sulle curve di lei e allora decidemmo di giocare un po’.

Per cominciare organizzammo uno scherzetto. Una sera che avevo invitato il collega a cena rientrammo entrambi entrando in casa senza suonare, avendo io le chiavi. Mi ero messo d’accordo con Sonia che ci saremmo seduti in soggiorno e lei sarebbe apparsa dopo un po’, facendo finta di non essersi accorta del mio rientro, avvolta solo in un asciugamano corto, come se fosse uscita in quel momento dalla doccia.

Così fu, con una variante a mia insaputa. Sonia apparve sì, ma con indosso solo un minuscolo slippino, praticamente nuda! Urletto di sorpresa, studiato indugio per rimanere un po’ di più del necessario sotto lo sguardo del collega e poi fuga precipitosa. Niente di che, un comprensibile equivoco.

Cenammo tranquillamente, incidente (fintamente) dimenticato, poi dopo cena in salotto con Dario, il collega, che da brillo passò velocemente e come al solito alla sbronza avanzata. Non da stenderlo, ma insomma, al minimo da rallentargli i riflessi. A quel punto cambio d’abito della mogliettina, vestitino leggero con i bottoni davanti sapientemente e generosamente aperti sul seno nudo, seduta proprio di fronte a lui. Lui inebetito, rintronato ma con gli occhi spalancati tutto il tempo. E, progressivamente, un bottone alla volta aperto sino all’ombelico. Tette praticamente in piena vista. Ma niente altro, se non sguardi complici tra Sonia e me. Finisce lì, taxi per lui e grandissima scopata per noi.

La volta successiva, un paio di mesi dopo, luglio pieno, praticamente stesso andamento, salvo il finto equivoco iniziale. La differenza stava nei cortissimi short di Sonia e la camicetta assolutamente trasparente. Il finale con una variazione. Saluti in soggiorno, Dario sbronzo e balbettante, chiamata taxi, ma sulla porta arrivo di mia moglie completamente nuda che lo abbraccia e gli infila la lingua in un orecchio, per poi sparire di corsa. Lui paralizzato.

Il giorno dopo, al mattino, Dario come al solito non ricordava niente, ma fu come se io scorgessi un lampo malizioso nei suoi occhi; immagino fosse la mia immaginazione, ma mi è rimasto sempre il dubbio.

Che successe le volte successive? Niente, perché l’amico sembrava si fosse fatto furbo e non bevve più così tanto da rintronarsi e allora il nostro gioco si interruppe! Pazienza, ci eravamo divertiti e avremmo escogitato altro con qualcun altro e in qualche altra occasione.

Segue.
scritto il
2022-02-16
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