Moglie prepotente

di
genere
voyeur

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DEDICATO A CHI SO IO E A CHI SA

Mi chiamo Giacomo, Elena è mia moglie.

Credo di essermi innamorato prima del suo nome e dopo di lei.

Non avevo mai conosciuta una Elena prima di lei e mai né ho conosciuta una dopo. Ma il suono “Elena”, quando la conobbi, mi diede un leggero fremito per tutto il corpo.

Oggi, come la prima volta, sussurrare il suo nome mentre facciamo l’amore è molto di più che gridarle “amore” o “tesoro” ma anche più di “puttana”.

Il nome Elena è bello, dolce, ma è anche erotico, sensuale , arrapante!

Poi c’è lei., la donna. Lei è bella, dolce, erotica, sensuale, arrapante. Esattamente come il suo nome.

E’ bella sì, la sua bellezza sta nei lineamenti del viso, nella proporzione perfetta delle forme che la rende alta anche se alta non è, ma nemmeno bassa; le gambe sono slanciate e tornite, le caviglie sottili, i fianchi stretti e le spalle larghe, il sedere è piccolo ma orgogliosamente tondeggiante, i seni sono i più giusti che esistano, non enormi, non piccoli, con i capezzoli duri e turgidi.

Elena fa girare gli uomini per strada e anche le donne riconoscono la sua bellezza.

Ed Elena è anche birichina, anzi trasgressiva, pure prepotente! Deve comandare lei, ma non dico nella vita quotidiana, dico a letto! A letto si fa quello che dice lei, come vuole lei, quando vuole lei, se vuole lei.

E se non vuole io zitto e a nanna senza protestare e se fiato anche senza cena!

Però un bel momento ho deciso di vendicarmi e prendermi la mia rivincita. Tutto nasce quando siamo stati in vacanza in Marocco. Casablanca e Marrakech.


Arrivammo a Casablanca in una calda giornata di maggio. Prendemmo alloggio al Four Season, splendido hotel, piscina, spa, incredibile ristorante, mare lì di fronte. Avremmo potuto stare lì tutto il tempo e sarebbe stata una vacanza da sogno.

Elena era particolarmente tranquilla, già rilassata. La prima sera cenammo in Hotel. Avevamo la possibilità di stare da soli in un tavolo da due oppure di condividere la tavola con altri commensali. Uscimmo dalla stanza decisi a cenare da soli ma, una volta entrati nella grande sala da pranzo, Elena, senza possibilità di replica disse “sediamoci lì” indicando un tavolo che era già occupato da due coppie, più quello che sembrava, ed era, un single.

Fu una serata molto piacevole, la compagnia era tranquilla, gradevole e alla mano. Le due coppie erano entrambi in viaggio di nozze, il single invece era un fotografo professionista della provincia di Milano in trasferta per un lavoro con un gruppo di agenti di commercio lì per convegni, convention e impegni simili.

Ci ritrovammo seduti con Elena seduta tra me, alla sua sinistra, e il fotografo, Francesco, alla sua destra.
Ci misi poco a capire che mia moglie stava partendo per chissà quale obiettivo avendo indirizzato la sua attenzione nei confronti di Francesco; lo fece con discrezione ma non poteva sfuggire ai miei occhi, conoscendola, che di era messa qualcosa in testa.

Era vestita semplicemente, in modo anche tranquillo, ma la sua rimaneva una sensualità che si sprigionava prepotente col semplice gesto di una mano, di uno sguardo, di un movimento con la testa.

Indossava stretti pantaloni e una camicetta bianca leggermente trasparente che faceva però un po’ più che intuire il suo seno sostenuto da un bianco reggiseno a balconcino.

Il fotografo cadde subito nella sua rete. Chiacchierarono quasi tutto il tempo tra loro, ma Elena, facendolo, non mi dimenticò; a me riservò la sua mano che mi cercava sulla coscia mentre parlava con il suo nuovo conoscente. In questo modo stabilì un legame a tre. Cominciava a condurre lei il gioco.

A fine cena lei, chiedendo scusa, si allontanò per tornare dopo pochi minuti. “Sono stata in camera a prendere uno scialle, comincia a rinfrescare”, disse.

Eh, cosa credibile a tutti, tranne che a me, primo perché non era certo quella la temperatura che Eva avrebbe patito, secondo perché, anche se lo fosse stato, avrebbe chiesto a me di andare in camera. Cosa aveva escogitato?

Lo capii subito, quando seduta allargò lo scialle che fino ad allora si era stretto sul seno.

Non aveva più il reggiseno, stette un attimo girata verso di me, perché vedessi con chiarezza, poi, quasi dandomi le spalle, tornò a parlare con Francesco fino a che, dopo circa un quarto d’ora tutti salutammo per ritirarci nelle nostre stanze.

Era il primo giorno di vacanza per tutti, il viaggio, il primo sole e la stanchezza ebbe il sopravvento.

In ascensore mia moglie si avvinghiò a me infilandomi prepotentemente la lingua in bocca, dicendomi “ora mi scopi a sangue e ritieniti fortunato che stasera tocchi a te, domani non so”.

Appena in camera, quasi nemmeno il tempo di entrare, ed eravamo nudi. Facemmo l’amore furiosamente e lei fu stranamente dolce.

Ad amplesso consumato rimanemmo abbracciati e, così stretti, lei prese a parlarmi del fotografo, quanto fosse divertente, peccato fosse fisicamente insignificante, quanto avesse allungato l’occhio sul suo seno, etc etc.

Al che io Le chiesi, visto che era così insignificante fisicamente, come mai gli avesse prestato tanata attenzione. “Facile” rispose lei “perché era l’unico maschio disponibile al tavolo e ti guardi e non fiati, se avessi voluto gli avrei toccato anche il cazzo sotto la tavola e ti sempre muto. Io faccio quello che voglio e, sempre che io voglia, tu guardi e non dici una parola.”

“ok, ok, nessun problema; va bene” risposi io.

“Bene” proseguì lei “ lui fa il fotografo, si vede che gli piaccio, penso che gli chiederò di farmi un po’ di foto, finalmente ne avrò di fatte bene, da un professionista. Anzi, facciamo così, domani lo avvicini tu e gli dici che vuoi farmi il regalo di un book fotografico fatto in modo serio e gli chiedi se è disposto a farlo; sono sicura che risponderà di sì, altrimenti appena lo vedo gli tocco il cazzo e lo guardo dritto negli occhi senza dire una parola; voglio vedere se poi continua a dire no”.

Il giorno dopo cercai Franco per tutto l’hotel, in piscina, in sauna, sulla spiaggia, senza successo finché finalmente, a tarda sera, eccolo comparire al bar dell’hotel dove Elena ed io stavamo intrattenendoci.

Mia moglie indossava un vestitino leggero, appena sopra al ginocchio, con i bottoncini sul davanti. Non indossava biancheria intima e flirtava a distanza con il barista dietro al bancone. Dopo un po’ che Franco si era seduto al nostro tavolo lei si alzò, mi lanciò uno sguardo d’intesa liberando ancora un bottoncino sul seno per renderlo ancora più visibile agli occhi di chiunque e si incamminò proprio verso il banco del bar, ancora molto affollato. Capii che stava andando a provocare il barista. Avrei voluto seguirla per guardare, ma c’era Franco ed era il momento giusto per fargli la richiesta.

Quasi non avevo finito di parlargli dell’intenzione di regalare un book fotografico ad Elena che Franco aveva già accettato. Gli chiesi quanto mi sarebbe costato e lui rispose “Ma figurati, è come se facessi foto tra amici in vacanza, non ne dobbiamo nemmeno parlare; io scatto le foto e te le dò, poi voi decidete come a da chi far fare fisicamente il libro. Ci sono anche siti on line che, nella massima discrezione, stampano e spediscono tutto a casa”

Quel “massima discrezione” mi diede l’immediata certezza che lui aveva capito che le foto potessero essere particolari.

Continuò “Domani non posso, sono impegnato tutto il giorno in una convention, ma dopodomani mattina sono libero. Propongo di andare in una splendida spiaggetta a mezzora da qui, sarà una magnifica ambientazione per degli scatti belli.”

“Ok, bene” risposi io “ma mi raccomando non diciamo niente ad Elena, deve essere una sorpresa; ora che lei torna al tavolo parleremo di questa spiaggetta e organizzeremo la gita per dopodomani”.

Continuammo a parlare del più e del meno finché lei non tornò al tavolo; solito sguardo tra noi e lei capì subito che Franco aveva accettato.

Dopo un’oretta tornammo in camera. Il nostro piano era l’ultimo; in ascensore c’era solo un signore di mezz’età; che ci disse sarebbe sceso prima di noi, così noi ci mettemmo alle sue spalle ed Elena, solita provocatrice, si sbottonò il vestitino fino all’ombelico, rimanendo dritta impalata e, guardandomi truce, respinse il mio tentativo di accarezzarla. Io avevo già il cazzo duro.

L’ascensore si fermò al piano dove sarebbe sceso quel signore che, educatamente, prima di uscire si girò per salutare. Praticamente le tette di mia moglie erano tutte alla sua vista; rimase un attimo paralizzato, forse più di un attimo finché lei , sempre dritta come un fuso, non gli disse “buonanotte a lei, esca altrimenti continuerà a salire fino al nostro piano” e gli lanciò un sorrisetto malizioso e divertito.. Diabolica, davvero diabolica e seduttrice.

Io ero arrapatissimo, arrivammo in camera e lei disse “niente idee strane, ho sonno, tu arrangiati come vuoi!”. Eccola là, non cambiava neanche in vacanza.

Due giorni dopo, al mattino presto, ci incontrammo nella hall dell’albergo con Franco. Avevamo a disposizione una jeep con un giovane autista che ci avrebbe portati in spiaggetta e aspettati per riportarci indietro. L’ intenzione era di esser di ritorno per l’ora di pranzo.

Arrivammo e il posto era davvero incantevole. La spiaggia era praticamente deserta, salvo coppie o piccoli gruppi a decine di metri distanti gli uni dagli altri. Via le magliette noi uomini, via pantaloncini e t-shirt lei. Indossava un bikini strepitoso, i capezzoli faticavano a non esplodere fuori e l’aureola era ben visibile, lo slip era praticamente … niente!

Facemmo subito il bagno, poi ci stendemmo al sole. Dopo un po’ Franco, quasi incidentalmente, disse a Elena “dai, ti scatto quale foto” e lei “certo, volentieri”. E cominciò il servizio fotografico. Lei stesa sulla sabbia, in acqua, uscendo dall’acqua; il tutto ridendo e scherzando. Franco scattava che neanche una mitragliatrice.

Poi, a un tratto, uscendo dall’acqua lei gridò “e ora via tutto” e si tolse il reggiseno e slacciò i laccetti dello slip. Era totalmente nuda agli occhi vicini di Franco e miei, quelli appena distanti dell’autista che era seduto su una duna dietro di noi con accanto una borsa ghiaccio per bevande e piccoli snack, quelli distanti degli altri bagnanti che però non diedero alcun cenno di essere interessati.

Caldo era caldo, in più mia moglie fece sì che l’atmosfera diventasse bollente! Si avvicinava a Franco sfiorandolo e provocandolo mentre guardava me indicandomi col dito sul naso e sulla bocca di stare zitto e fermo. Le sue movenze erano sempre più audaci, ma impediva categoricamente a Franco di sfiorarla nemmeno con un dito. Stava zitta, si avvicinava alla sua faccia e lo guardava dritta e severa, per poi scendere con la mano a sfiorargli il cazzo che ormai stava per scoppiare nei pantaloncini.

Andò avanti così per un po’, era terribilmente eccitante e quasi doloroso; né io né Franco potevamo osare il benché minimo gesto, io anzi ero relegato a stare seduto e immobile.

Finché, colpo di scena, Elena non alzò e braccia verso la duna dove era seduto il giovane autista e gli fece cenno di raggiungerla.

Questo arrivò, sembrava avere un’età indefinita, poteva avere 18 anni come 30. Appena arrivato, senza manco il tempo di dire bau Elena, nudissima com’era, lo strinse a sé e gli infilò la lingua in bocca!

Io e Franco eravamo impietriti e arrapati.

Il ragazzo sulle prime sembrò non reagire, poi le sue braccia si mossero e strinsero Eva sul suo corpo. Elena lo respinse, lo spogliò, lo prese per mano e lo trascinò in acqua.

Lì per un po’ lei scomparve, è chiaro che aveva il suo cazzo nella bocca, poi riapparve e gli saltò addosso cingendogli i fianchi con le gambe, praticamente a cavalcioni su di lui. La vedemmo armeggiare con la mano tra le gambe di lui, stava praticamente indirizzando il cazzo nella sua fica.

Lui la penetrò. Lei fece un urlo di piacere, poi si girò verso Franco e gli fece cenno di fotografare!

Il ragazzo, giovane che fosse, ci sapeva fare. Era certamente abituato a ricevere attenzioni di quel tipo dalle turiste in cerca di sesso esotico.

Cominciò lui a dominare l’amplesso in acqua, finché la prese in braccio e la riportò sulla spiaggia. Lei gli indicò di venire verso di me e lui lo fece.

Stesa proprio accanto a me, nuda, gambe oscenamente spalancate, mi disse “e ora guarda come me lo scopo”! Lo attrasse su di sé e lui la penetrò di nuovo.

Intanto Franco continuava sì a fotografare , ma sembrava barcollasse. MI guardava e gli facevo segno di non osare nulla, perché finché non lo avesse deciso lei non avrebbe permesso a nessun altro di toccarla.

L’amplesso non finiva più, il ragazzo era proprio un professionista del sesso. Dominava la scena e girava e rigirava Elena come voleva, anche bruscamente. Poi la prese e la mise alla pecorina davanti a lui. Il suo cazzo, di tutto rispetto, si appoggiò tra le sue natiche, ma non spinse, si limitò a strusciarsi sul suo culo, mentre lei gemeva dal desiderio. Quindi le mani di lui afferrarono violentemente le due chiappe e violentemente le allargarono in modo che la sua lingua si infilasse in quel paradiso.

La leccò con violenza e poi con delicatezza, alternava il modo e lei impazziva, era bravissimo e infatti Eva, con un grido incredibile, esplose in un orgasmo che io non avevo mai visto.

Ma non era finita, lui non ebbe pietà e non le diede nemmeno un secondo di sosta, le prese la testa e la portò sul suo cazzo costringendola a un pompino. Elena si risvegliò dal deliquio in cui era caduta e prese a succhiarlo come se fosse l’ultima occasione della sua vita.

Passò poco, lui la prese per i capelli, immobilizzò la sua testa e gli esplose in bocca con tutta la sua potenza! Io non ce la feci più e bastò che mi sfiorassi per godere anche io come un ragazzino.

Finì tutto con una calma e una noncuranza incredibile, come non fosse successo niente.

Mentre Elena si rivestiva disse a Franco, come se niente fosse: “Come ti sembra siano venute le foto? Ora no perché voglio tornare in hotel, sono stanca, ho fame e ho sonno, ma più tardi me le farai vedere.” E prese a camminare verso la Jeep.

Il ragazzo pure, senza una parola, senza un gesto, come se fosse arrivato un secondo prima.

Franco e io dietro, zitti come due fedeli cuccioli.

Tornammo in hotel senza praticamente dire una parola, nessuno fiatò.

Arrivati mia moglie si avvicino al ragazzo e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio, poi rivolto a Franco disse “che ne dici se stasera, dopo cena, guardiamo insieme le foto?” . Non aspettò nemmeno la risposta, si girò e andò via.

In ascensore mi guardò e disse “il sole e il mare stancano, e anche scopare stanca; è bene che tu te ne stia un po’ a riposo”!


scritto il
2022-03-02
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