Passione di Mamma 4, l' epilogo
di
Susanna Mendez
genere
trio
Andai incontro alla settimana che mi avrebbe portato alle tanto agognate ferie con una generale sensazione di insofferenza: ero volubile, scostante e a tratti nervosa, cosa che sorprese alquanto mio marito che non mancò di farmelo notare. Iniziando i preparativi della partenza per il mare riuscivo a ritardare il confronto con la mia coscienza, prendendo tempo e illudendo me stessa dedicandomi ad altro;ma nella solitudine dei pensieri più intimi non era possibile fuggire, barare, mentire...alla fine la mente proiettava sempre lo stesso film che visto e rivisto più volte certificò ai miei occhi quello che già sapevo, cioè che altro non ero per i ragazzi che un approdo per soddisfare le loro pulsioni. Quanto accaduto qualche notte prima mi fu chiaro, in mezzo ai ragazzi stavolta ero pronta ad andare fino in fondo ma mio figlio voleva usarmi come sfogatoio sessuale per sé e il suo amico e niente più,io non solo glielo avevo consentito mettendo a disposizione le mie tette ma ne avevo tratto piacere facendo lavorare la mia bocca sui loro cazzi come non mai fino a farmela letteralmente scopare, quella si. Più ci pensavo e più mi convincevo nettamente di aver scoperto una dinamica della mia sfera sessuale che mai avrei creduto di possedere e tanto meno esternare: l'immagine di me che dopo averli prosciugati non servivo più, chiusa in bagno a guardarmi allo specchio...spettinata, sporca del loro sperma e con la bocca ancora dolorante per i colpi di cazzo subiti da mio figlio, a pochi metri da mio marito, da sua padre; questa immagine mi appariva come uno scontro tra vergogna e senso di colpa da una parte ed eccitazione e piacere malato dall'altra. Quello che temevo piuttosto era che mio figlio volesse alzare sempre più l'asticella del rischio, cosa che non potevo permettermi e di conseguenza decisi che avrei potuto eventualmente assecondare questa mia nuova "scoperta" in modo diverso, senza l'enorme rischio che comportava continuarlo a fare con loro due a casa. Di conseguenza evitai accuratamente situazioni di rischio ed arrivai al giorno della partenza convinta che le tre settimane che andavano ad iniziare avrebbero definitivamente disinnescato quella bomba ad orologeria che avevo a casa. Da quattro anni trascorrevamo le vacanze in questo splendido borgo marinaro calabrese scoperto per caso dal mio figlio maggiore; prendevamo in affitto sempre la stessa casa vista mare, posto non troppo frequentato ma in grado di fornire divertimenti, possibilità di socializzare e ottimo cibo e stavolta eravamo solo noi due senza figli, finalmente ero rilassata e me la godevo. La mattina di solito andavamo in orari diversi nella spiaggia di fronte la nostra abitazione, abbastanza frequentata ma mai affollata(tranne la Domenica) mentre il pomeriggio ci spostavano un po' alla ricerca di ambienti più particolari, a volte selvaggi, che con nostra grande sorpresa trovavamo quasi sempre. Mio marito è un incallito mattiniero, andava in spiaggia intorno alle 7:30 per poi ritornare verso le 10 ed andare a fare colazione al bar centrale dove era parte integrante di una combriccola di " forestieri" che lì aveva trovato l'ideale luogo di ritrovo;io mi mettevo in movimento più lentamente e mi godevo lo splendido mare qualche ora dopo,a volte in compagnia ma più spesso da sola: quell'anno avevo un paio di costumi interi,uno più sobrio scuro, l'altro verde mare(appunto) ma entrambi in difficoltà a contenere il mio seno non lasciando molto spazio all'immaginazione degli uomini che percepivo nettamente, cosa che quest'anno mi dava più gusto del solito. Il sesso con mio marito nel periodo delle vacanze aumentava per quantità e in questa occasione tentai anche di coinvolgerlo in qualcosa di diverso come farlo sul divano oppure bendargli gli occhi mentre lo cavalcavo, cosa che gradi' al punto da aggiungerlo al repertorio...fu invece più sorpreso della mia richiesta camuffata da domanda di sapere se trovasse eccitante l'idea di osservarmi soddisfare altri uomini, cosa che oltre ad accarezzarmi la fantasia mi faceva tornare prepotentemente davanti agli occhi le porcate inconfessabili di mio figlio e del suo amico su di me. Finite le vacanze affrontai l'inevitabile quotidianità, il mese di settembre fece il suo ingresso con mio figlio alle prese con l'iscrizione all'università che creava non pochi attriti con il padre; orfano del suo fidato socio si approcciava a me in modo quasi normale, come se nulla fosse successo tra noi, tranne qualche insistente puntata sulle mie tette e qualche esplicito strusciamento dietro per sondare le mie reazioni: dal canto mio non diedi seguito a quei messaggi e con il trascorrere delle settimane i nostri rapporti si erano pressoché normalizzati. A inizio ottobre era imminente il suo trasferimento nella città universitaria dove avrebbe studiato e fu per me normale a quel punto aiutarlo nei preparativi; in una di queste ancora calde mattine ero intenta nel caricare l'ennesima lavatrice quando così in ginocchio si presentò dietro di me poggiando il suo pacco sulla mia nuca e la mano sulla testa:fui per qualche secondo spinta dal mio istinto a voltarmi e dare risposta a quegli inequivocabili segnali, ma stavolta insieme alla voglia di farlo mantenni la lucidità per agire consapevolmente. Mi tirai su girandomi,lo guardavo fisso negli occhi quando presi le sue mani mettendole sulle tette che in un attimo iniziò a mungere tirandole fuori dalla camicia che indossavo; la mia mano andò giù a toccarlo sentendo il suo membro già pronto mentre con il braccio sinistro e la mano andavo a stringere le tette consegnandole alla sua bocca che in pochi secondi lavo' di saliva filante i grossi capezzoli induriti...la mano destra aveva intanto liberato dalla patta il suo invitante cazzo duro e venoso che prima sfiorava con le unghie appena smaltate di rosso fuoco e poi stringeva forte scappellandolo completamente e preparandolo a resistere agli attacchi della mia bocca sottoforma di leccate ora verticali ora concentrati sul prepuzio completamente esposto e teso come una corda di violino. Lo fissavo socchiudere gli occhi dall'intenso piacere quando la mia bocca andava a martoriare il suo bastone, assaporando con energiche succhiate le gocce trasparenti che quelle azioni congiunte avevano creato sulla grossa cappella: lo lasciai respirare un attimo, lui con una mano lo afferrò dalla base e tenendomi ferma la testa con l'altra prese a infliggere netti ed energici colpi sul mio volto...guance, naso, fronte, bocca ed occhi si riempirono di quel cocktail di saliva e umori prima di avere nuovamente il cazzo piantato in bocca mentre entrambe le sue mani sulla mia testa cadenzavano un ritmo infernale che dopo qualche minuto di apnea era pronto ad esplodermi in gola. Le mie mani poggiate sui suoi fianchi percepirono le contrazioni del suo addome preparandomi all' inevitabile ingestione di sperma che invece, dopo aver spinto la testa all'indietro, preferì vedere investirmi la faccia...la prima schizzata mi sfiorò i capelli perdendosi nei pressi della lavatrice, la seconda e la terza arrivarono come pioggia acida sugli occhi e sul naso che iniziò a grondare di crema bianca e subito lo ripresi in bocca succhiando stavolta lentamente per gustarmi fino in fondo la ripulitura. Mio figlio ansimava e indietreggiava leggermente provato dall'orgasmo quindi mi tirai su spingendolo verso una sedia di plastica poco distante, posto ideale dove finire definitivamente quel cazzo presuntuoso tra le mie tette che lo accolsero in mezzo facendolo sparire, mentre con le mani le stringevo forte facendogli una sega...lui mi guardava quasi inerme, il cazzo già provato sembrava chiedere aiuto annegando tra le mie tette, mentre il mio viso si liberava lentamente dalla sborra presa facendone gocciolare un po' sulle tettone impegnate. Non so quanti minuti furono necessari per sentirlo prossimo a venire, quindi liberandolo dalla morsa potevo godermi lo spettacolo di quel giovane cazzo tremante che schizza sui miei capezzoli duri che a turno gli poggiavo sopra, mentre lui si contorce di piacere...gemeva ancora quando mi tirai su, non abbassai lo sguardo stavolta potendo osservare il suo atteggiamento meno spavaldo. La sua bocca sussurrò un " Mamma mia!" che colsi passandogli accanto, consapevoli entrambi che questa follia non avrebbe più avuto seguito.
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