Mi scopa la sorella
di
Cornuto in famiglia
genere
voyeur
Per fruire al meglio del seguente racconto consiglio la lettura dei precedenti.
Arriva finalmente l’estate. L’annata si conclude tutto sommato positivamente, visto che per miracolo la chiudo senza debiti e materie da recuperare. Posso godermi le vacanze, e lo stesso vale probabilmente per le mie parenti.
Una sera di inizio estate la mia famiglia decide di organizzare a casa mia una grigliata con vari parenti e amici di famiglia, tra i presenti ci sarebbe stata mia zia Martina e soprattutto la protagonista del seguente racconto, mia sorella Alice. Direi che è quindi il momento di presentarla: all’epoca degli avvenimenti ha 22 anni, alta poco più di 160 cm, bionda, capelli lunghi fino alla schiena. È sempre stata un po’ piena in volto, ma comunque decisamente carina. Credo che porti una terza, ma il suo pezzo forte è il culo: grosso e quasi sproporzionato data la sua figura minuta. Da due anni, da quando ha cominciato l’università, vive lontano da casa, per cui il suo ritorno è sempre ben accolto come un evento.
In quella serata, come detto, sarebbero stati presenti alcuni amici di famiglia. Tra questi c’è Vincenzo, 45 anni, calvo e alto 185 cm. Amico di mio zio, da tempo frequenta la nostra famiglia ed è considerato quasi di casa. Ha tuttavia la nomea di essere un porco, nei modi di esprimersi e nell’approcciarsi alle donne. Anche con le nostre familiari è sempre stato esplicito, più scherzosamente che altro, ma con le mie due sorelle, probabilmente perché le conosce da quando sono bambine, si è sempre contenuto. È insomma visto un po’ come una figura di uno zio molesto, ma nulla di più.
Le cose però cambiano evidentemente questa serata. Vincenzo non vedeva Alice da anni, la ragazza adolescente che aveva lasciato ha ormai fatto spazio ha una donna fatta e finita. Come già l’ho descritta, una gran bella ragazza. L’alcol in più scorre a litri nei bicchieri di lui, e devo dire anche in quelli di mia sorella. Comincia da subito un flirt, scherzoso ma abbastanza molesto, buttato nel ridere dal resto della famiglia. Mia sorella risponde provocando Vincenzo, chiamandolo vecchio e rimbambito, e la serata va avanti.
Verso le 2 gran parte dei presenti è fuori, al fresco. Dentro casa rimaniamo solo Vincenzo e io, stiamo giocando a carte. All’improvviso ecco però mia sorella, entrata per bere.
“Allora Ali, non mi dai neanche una chance? Guarda che ti farei volare” esordisce lui, scoppiando a ridere.
“Vincenzo, non saresti neanche in grado di farmi venire, ma che volare”, risponde mia sorella a sua volta ridendo, alticcia. La tensione sessuale è palpabile, ma per ora mi sembra ancora una situazione giocosa, stanno scherzando, seppur in modo molto spinto. Ma a quel punto Vincenzo si accende, come se quelle parole lo avessero arrapato ancora di più. Guarda mia sorella con fare deciso, come un cacciatore guarda alla sua preda: “Arturo vai pure fuori, non ho più voglia di giocare a carte”. Mi allontano, ma cerco di rimanere a portata d’orecchio.
“Ne sei così sicura Ali? Se vedessi la bestia che ho in mezzo alle gambe secondo me cambieresti idea” approccia lui, mantenendo la voce più bassa. Stavolta è serio, non ha alcun velo di scherzo o ironia nella voce.
“C’avrai un cazzetto Vincenzo, te lo dico io”, mia sorella ingenuamente continua nello sfottò, forse complice l’alcol.
“Sì? Allora io adesso tiro fuori il cazzo, se è più di 20 cm lo prendi in bocca”
Mia sorella ride, ma Vincenzo è serissimo. Devo assolutamente vedere come andrà a finire la situazione e mi nascondo dietro il divano.
“D’accordo, andiamo in bagno, ma se è piccolo mi paghi 100€”, continua lei, senza ogni ombra di dubbio ormai ubriaca.
“Vieni troia”, Vincenzo la prende per il braccio, Alice continua a ridere. Si dirigono verso il bagno, non posso far altro che seguirli.
Vicino al nostro bagno c’è uno stanzino, che usiamo da ripostiglio, e un condotto dell’aria permette di guardare all’interno. La mia esperienza da guardone finalmente porta i suoi frutti, dopo tutte quelle volte passate a spiare mamma in doccia. Finalmente, posso spiare mia sorella.
Vincenzo è arrapatissimo, si abbassa i pantaloni e rivela una spranga da sicuramente almeno 20 cm, probabilmente di più. Alice è ipnotizzata, lo guarda negli occhi e in automatico lo prende in bocca. Vincenzo dirige con la mano i ritmi del bocchino, se la vuole godere tutta. E nel frattempo, la sfotte: “Non parli più adesso troia? Sei troppo impegnata con un cazzone in bocca? Che fai non ridi più?”
Sembra la scena di un porno, sono eccitatissimo. Mia sorella, seppur alticcia, è assolutamente cosciente di ciò che sta facendo. Guarda quel vecchio porco come una puttanella affamata di cazzo. E si becca gli insulti, in silenzio. “Cosa direbbe la tua famiglia a vederti così eh? Non parli più eh puttana?” Alice prende fiato, ma non risponde. Si lascia umiliare, lascia che quel maiale la insulti. E continua a succhiare.
“Alzati puttana, ti sfondo”. Alice è interdetta, si erano messi d’accordo solo per un pompino. Ma ormai è inerme, si lascia prendere e sbattere in piedi a 90. Vincenzo le tira giù i jeans in fretta furia, le toglie la maglietta. E la penetra, pompandola e insultandola. Il culone di mia sorella rimbalza sui colpi di cazzo del porco, e la mia eccitazione è senza pari. La scena non è per me inedita, di parenti scopate d’avanti ai miei occhi, anche con violenza, ne ho viste. Ma l’elemento di umiliazione che Vincenzo ci teneva a far emergere, inedito lo è eccome. Prima d’ora, anche le più violente delle trombate erano rimaste comunque passionali, ora subentra l’elemento di dominazione totale verso la mia parente, che subisce del tutto passivamente, seppur in modo consenziente, la prepotenza del maiale. L’elemento psicologico dell’umiliazione, mi rendo conto, mi fa impazzire. Per la prima volta, vengo introdotto a qualcosa che va oltre il voyeurismo: al cuckold.
E intanto Vincenzo si sbatte mia sorella d’avanti ai miei occhi. Colpi di minchia devastanti, e insulti, continui: “Dillo che sei la mia troia, dai. Ah non parli più? Puttana, dillo”. Mia sorella riusciva solo a gemere, a guardarlo con un misto di paura ed eccitazione. La stava distruggendo.
“Non me ne frega un cazzo se ci sentono ti sfondo puttana”, continua urlando. Per la prima volta da quando ho cominciato ad assistere a queste scene, mi sborro nei pantaloni, senza nemmeno essermi toccato. Un’umiliazione unica.
Dopo non molto ecco che Vincenzo decide di venire. La inginocchia, senza dire nulla, e le riempie le tette di sborra. E così senza dire nulla, la lascia lì in bagno, umiliata e imbiancata. Ero stato introdotto a un mondo tutto nuovo, che approfondiremo nei prossimi incontri.
Arriva finalmente l’estate. L’annata si conclude tutto sommato positivamente, visto che per miracolo la chiudo senza debiti e materie da recuperare. Posso godermi le vacanze, e lo stesso vale probabilmente per le mie parenti.
Una sera di inizio estate la mia famiglia decide di organizzare a casa mia una grigliata con vari parenti e amici di famiglia, tra i presenti ci sarebbe stata mia zia Martina e soprattutto la protagonista del seguente racconto, mia sorella Alice. Direi che è quindi il momento di presentarla: all’epoca degli avvenimenti ha 22 anni, alta poco più di 160 cm, bionda, capelli lunghi fino alla schiena. È sempre stata un po’ piena in volto, ma comunque decisamente carina. Credo che porti una terza, ma il suo pezzo forte è il culo: grosso e quasi sproporzionato data la sua figura minuta. Da due anni, da quando ha cominciato l’università, vive lontano da casa, per cui il suo ritorno è sempre ben accolto come un evento.
In quella serata, come detto, sarebbero stati presenti alcuni amici di famiglia. Tra questi c’è Vincenzo, 45 anni, calvo e alto 185 cm. Amico di mio zio, da tempo frequenta la nostra famiglia ed è considerato quasi di casa. Ha tuttavia la nomea di essere un porco, nei modi di esprimersi e nell’approcciarsi alle donne. Anche con le nostre familiari è sempre stato esplicito, più scherzosamente che altro, ma con le mie due sorelle, probabilmente perché le conosce da quando sono bambine, si è sempre contenuto. È insomma visto un po’ come una figura di uno zio molesto, ma nulla di più.
Le cose però cambiano evidentemente questa serata. Vincenzo non vedeva Alice da anni, la ragazza adolescente che aveva lasciato ha ormai fatto spazio ha una donna fatta e finita. Come già l’ho descritta, una gran bella ragazza. L’alcol in più scorre a litri nei bicchieri di lui, e devo dire anche in quelli di mia sorella. Comincia da subito un flirt, scherzoso ma abbastanza molesto, buttato nel ridere dal resto della famiglia. Mia sorella risponde provocando Vincenzo, chiamandolo vecchio e rimbambito, e la serata va avanti.
Verso le 2 gran parte dei presenti è fuori, al fresco. Dentro casa rimaniamo solo Vincenzo e io, stiamo giocando a carte. All’improvviso ecco però mia sorella, entrata per bere.
“Allora Ali, non mi dai neanche una chance? Guarda che ti farei volare” esordisce lui, scoppiando a ridere.
“Vincenzo, non saresti neanche in grado di farmi venire, ma che volare”, risponde mia sorella a sua volta ridendo, alticcia. La tensione sessuale è palpabile, ma per ora mi sembra ancora una situazione giocosa, stanno scherzando, seppur in modo molto spinto. Ma a quel punto Vincenzo si accende, come se quelle parole lo avessero arrapato ancora di più. Guarda mia sorella con fare deciso, come un cacciatore guarda alla sua preda: “Arturo vai pure fuori, non ho più voglia di giocare a carte”. Mi allontano, ma cerco di rimanere a portata d’orecchio.
“Ne sei così sicura Ali? Se vedessi la bestia che ho in mezzo alle gambe secondo me cambieresti idea” approccia lui, mantenendo la voce più bassa. Stavolta è serio, non ha alcun velo di scherzo o ironia nella voce.
“C’avrai un cazzetto Vincenzo, te lo dico io”, mia sorella ingenuamente continua nello sfottò, forse complice l’alcol.
“Sì? Allora io adesso tiro fuori il cazzo, se è più di 20 cm lo prendi in bocca”
Mia sorella ride, ma Vincenzo è serissimo. Devo assolutamente vedere come andrà a finire la situazione e mi nascondo dietro il divano.
“D’accordo, andiamo in bagno, ma se è piccolo mi paghi 100€”, continua lei, senza ogni ombra di dubbio ormai ubriaca.
“Vieni troia”, Vincenzo la prende per il braccio, Alice continua a ridere. Si dirigono verso il bagno, non posso far altro che seguirli.
Vicino al nostro bagno c’è uno stanzino, che usiamo da ripostiglio, e un condotto dell’aria permette di guardare all’interno. La mia esperienza da guardone finalmente porta i suoi frutti, dopo tutte quelle volte passate a spiare mamma in doccia. Finalmente, posso spiare mia sorella.
Vincenzo è arrapatissimo, si abbassa i pantaloni e rivela una spranga da sicuramente almeno 20 cm, probabilmente di più. Alice è ipnotizzata, lo guarda negli occhi e in automatico lo prende in bocca. Vincenzo dirige con la mano i ritmi del bocchino, se la vuole godere tutta. E nel frattempo, la sfotte: “Non parli più adesso troia? Sei troppo impegnata con un cazzone in bocca? Che fai non ridi più?”
Sembra la scena di un porno, sono eccitatissimo. Mia sorella, seppur alticcia, è assolutamente cosciente di ciò che sta facendo. Guarda quel vecchio porco come una puttanella affamata di cazzo. E si becca gli insulti, in silenzio. “Cosa direbbe la tua famiglia a vederti così eh? Non parli più eh puttana?” Alice prende fiato, ma non risponde. Si lascia umiliare, lascia che quel maiale la insulti. E continua a succhiare.
“Alzati puttana, ti sfondo”. Alice è interdetta, si erano messi d’accordo solo per un pompino. Ma ormai è inerme, si lascia prendere e sbattere in piedi a 90. Vincenzo le tira giù i jeans in fretta furia, le toglie la maglietta. E la penetra, pompandola e insultandola. Il culone di mia sorella rimbalza sui colpi di cazzo del porco, e la mia eccitazione è senza pari. La scena non è per me inedita, di parenti scopate d’avanti ai miei occhi, anche con violenza, ne ho viste. Ma l’elemento di umiliazione che Vincenzo ci teneva a far emergere, inedito lo è eccome. Prima d’ora, anche le più violente delle trombate erano rimaste comunque passionali, ora subentra l’elemento di dominazione totale verso la mia parente, che subisce del tutto passivamente, seppur in modo consenziente, la prepotenza del maiale. L’elemento psicologico dell’umiliazione, mi rendo conto, mi fa impazzire. Per la prima volta, vengo introdotto a qualcosa che va oltre il voyeurismo: al cuckold.
E intanto Vincenzo si sbatte mia sorella d’avanti ai miei occhi. Colpi di minchia devastanti, e insulti, continui: “Dillo che sei la mia troia, dai. Ah non parli più? Puttana, dillo”. Mia sorella riusciva solo a gemere, a guardarlo con un misto di paura ed eccitazione. La stava distruggendo.
“Non me ne frega un cazzo se ci sentono ti sfondo puttana”, continua urlando. Per la prima volta da quando ho cominciato ad assistere a queste scene, mi sborro nei pantaloni, senza nemmeno essermi toccato. Un’umiliazione unica.
Dopo non molto ecco che Vincenzo decide di venire. La inginocchia, senza dire nulla, e le riempie le tette di sborra. E così senza dire nulla, la lascia lì in bagno, umiliata e imbiancata. Ero stato introdotto a un mondo tutto nuovo, che approfondiremo nei prossimi incontri.
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