La zia in palestra

di
genere
voyeur

Per fruire al meglio del seguente racconto consiglio la lettura dei precedenti.
Quella stessa estate, ad agosto, avrei deciso di iscrivermi in palestra. Non ero mai stato particolarmente atletico o sportivo, ma avevo sempre praticato calcio. Con l’aumento della categoria sarebbe tuttavia aumentato anche l’impegno richiesto e mancandomi la voglia, decido di iscrivermi in palestra. Come ogni ragazzo di quell’età mi ero illuso che avrei messo su muscoli e massa, allenandomi quando mi sarebbe parso è piaciuto. Il mio impegno in palestra non sarebbe durato moltissimo, ma quantomeno all’inizio ci tenevo. Parlandone coi familiari, mia zia Francesca (quella del concerto e del bagnino nero), mi annuncia, a mia grande sorpresa, che le sarebbe piaciuto unirsi.
“Normalmente vado a nuotare, ma degli allenamenti specifici mi farebbero bene”, mi dice. Abitava relativamente distante dalla palestra in cui decido di iscrivermi, piccola e del mio paese, ma a suo dire il fatto che ci sarei andato io l’avrebbe incentivata “a svegliarsi fuori e mettersi in forma”. Mi promette che non mi avrebbe messo in imbarazzo e sarebbe stata in disparte a fare i suoi esercizi, io me ne faccio una ragione e così ci iscriviamo.
Cominciamo a frequentare ad agosto, quasi tutti i giorni. Come promesso, zia Francesca se ne sta nel suo, senza saperlo nessuno avrebbe potuto dire che ci conoscessimo, tantomeno che fossimo parenti. Addirittura, stringe amicizia con un mio amico, Valerio, un anno più grande, con lui che addirittura di tanto in tanto mi parla di “questa milf che viene nella nostra palestra” senza avere idea che stesse parlando di mia zia. Valerio, come detto, è un anno più grande di me, eravamo ex-compagni di squadra. È un ragazzo alto, almeno 190 cm, capelli corti e castani, solare e simpatico, aperto e disponibile per gli altri. A conoscerlo meglio però si rivela anche un porco, più volte mi racconta come fosse pronto a “sfondarsi quella milfona della palestra”, a suo dire “vogliosa di cazzo”, lo cito testualmente. Sapevo che avesse ragione, mia zia si era in effetti già rivelata una zoccola di prima categoria, ma stavolta i miei sentimenti sono turbati. È vero, le mie parenti le ho ormai viste scopate da chiunque, ma mai da un amico, tantomeno della mia età (come detto Valerio era un anno più grande, aveva 18 anni da qualche mese). Non sapevo come sentirmi ad ascoltare Valerio parlare così di zia, e dalla vergogna non gli dico mai nulla. Eventualmente, la natura da maiala di zia Francesca prevale ancora una volta.
Una sera di fine agosto in palestra ci siamo solo noi tre (come detto è una palestra piccola, non era inusuale). Decido di andarmene, la palestra l’avrebbe chiusa Valerio stesso (era in buone relazioni col custode), per cui sarebbe rimasto fino all’ultimo con mia zia. Lì per lì non ci penso molto, ma mentre mi sto recando fuori lo vedo farmi l’occhiolino, durante una delle classiche conversazioni flirtanti con mia zia. È così che in spogliatoio mi sale il dubbio: se avesse colto la chance per scoparsela, qui in palestra? Valerio, dovete sapere, ha il cazzo di un cavallo: in doccia lasciava tutti quanti di stucco, da moscio era lungo quanto uno normale in erezione. La sola idea di vedere la zietta deflorata da quel bestione, per la prima volta, mi eccita. E così mi nascondo nello spogliatoio in attesa che i due entrassero. Passa qualche minuto e finalmente realizzo: perché mai avrebbero dovuto scopare nello spogliatoio? Erano solo loro due, senza nessun problema l’avrebbero potuto fare su uno dei macchinari. E in effetti non mi sbagliavo.
Non appena mi avvicino, nascosto sotto al bancone dietro l’ingresso, li vedo: si stanno baciando, ancora vestiti, con lei che lo sta accarezzando all’altezza del cazzone.
“Lo sapevo che eri una puttanella, si vedeva lontano un miglio che avevi voglia di cazzo eh?”
Zia ride e gli risponde qualcosa, come sussurrato all’orecchio, che però non riesco a sentire.
“No, tiramelo fuori”, risponde lui.
Zia ride di nuovo e obbedisce, rimanendo assolutamente shoccata: una bestia da almeno 25 cm.
Rimane assolutamente stupefatta, lo guarda dal basso verso l’alto con un’ aria preoccupata, ma anche eccitata. L’impotenza nei confronti di Valerio è evidente, senza che lui debba dire nulla mia zia è in sua balia. Lo masturba, lentamente, percorrendo tutta l’asta, penso avesse paura a metterselo in bocca. Valerio geme, le dice brava, vederla semplicemente gestire la sega di quel mostro è una visione già abbastanza eccitante. Ma evidentemente Valerio non è sazio.
“Alzati, vieni qui”, Valerio la prende di forza, la stende su una panchina e le strappa i leggins. Zia ride, prova a mantenere la situazione sotto controllo: “Non penserai mica di scoparmi con quello lì, non riesco mica a prenderlo”, prova a esordire lei, per smorzare la tensione. Valerio però in testa ha solo una cosa, imperterrito finisce di spogliarsi, senza neanche degnare zia di risposta.
Mi stanno dando le spalle, vedo che lui si alza la gamba e fa per entrare dentro mia zia, il tono di lei si fa supplicante: “Ti prego fai piano”. Probabilmente è ciò che mancava a Valerio per eccitarsi del tutto, tappa la bocca a mia zia e comincia a entrare nella sua figa. Inizialmente è in effetti attento a farla abituare alle sue dimensioni, ma ben presto comincia a pompare e lo fa forte. I gemiti di zia Francesca sono soffocati dalla sua mano, che passa poi al collo. Lei si gira a guardarlo, ha lo stesso sguardo misto tra paura ed eccitazione che le avevo visto quando venne sfondata in vacanza, supplica Valerio con lo sguardo. Ma lui è dominante, in quel momento mia zia è di sua proprietà e lei lo ha capito.
Finalmente le lascia il collo, la lascia respirare. Ma intanto continua a sbattere, vedo la scena da dietro come detto, quindi posso sentire solo le palle di lui che sbattono sulla pelle di lei, nonché i gemiti della troietta di mia zia, sempre più forti. Non contento, Valerio la prende a pecorina, le strappa il top e aumenta il ritmo. Li vedo di lato, mia zia è scossa da orgasmi violentissimi ogni 5 minuti. Valerio è inesorabile, e di tanto in tanto aggiunge anche qualche insulto: “È questo che volevi, eh puttanella? Adesso ti sfondo”. La scena è così eccitante che comincio persino a masturbarmi: non l’avevo mai fatto durante le mie sessioni di voyeurismo, neanche quando avevo sborrato spontaneamente. Ma l’umiliazione di vedere un mio conoscente della mia età trattare mia zia come una bambola gonfiabile mi fa impazzire, devo assolutamente placare quell’erezione che non riuscivo a controllare. Non ci vuole tanto affinché mi sborri, umiliato, nei miei pantaloni, ma Valerio è ben distante dall’aver finito. Stende mia zia, sdraiandola a pancia in giù, per continuare a sfondarla da dietro. Mia zia sta solo urlando, non so con quali forze vada avanti. Ma lui continua, come un martello pneumatico. Finché finalmente eccolo, lo vedo irrigidirsi dentro di lei. “Aaaaaaah ecco che ti metto incinta troietta”, dice così. Nuovamente mi sborro nei pantaloni, dopo che mi si era eretto poco prima. Valerio la guarda negli occhi, non ha finito: “Adesso vai a casa da tuo marito e gliela fai assaggiare. Ho visto l’anello, puttana”. Al che mia zia, esausta, non può far altro che rispondere: “Grazie”, prima di crollare del tutto. Non pensavo che subire quest’umiliazione da un amico (seppur ignaro del fatto che stessi guardando) mi avrebbe potuto eccitare così tanto. E infatti, non sarebbe stata l’ultima volta.
arturocuck@gmail.com è la mia mail, scrivetemi pure.
scritto il
2022-03-25
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