Sì Chef!
di
Notorius
genere
etero
È una calda notte di Giugno, ci troviamo in un grande albergo di Montecarlo, preparando il buffet per un evento, la mostra fotografica di un importante artista belga.
Azra è la nuova stagista, è appena arrivata da Baku, Azerbaijan.
L'ho notata subito, lunghi capelli neri lisci.
Occhi scuri.
Profondi.
Mentre le spiego cosa fare, le sue labbra seguono le mie parole.
Sembrano molto morbide.
È bellissima, sono incantato dai suoi tratti mediorientali, dai suoi grandi occhi neri, attenti, concentrati.
La preparazione prosegue bene, ma io non riesco a concentrarmi, la mia attenzione è completamente rivolta su Azra, su questa meravigliosa principessa azera.
In cucina fa molto caldo, e un leggero velo di sudore rende brillante la sua pelle.
I nostri occhi si rincorrono, in un gioco di sguardi e sorrisi, cercandosi, trovandosi...
Mi accorgo che manca del materiale, e le chiedo se gentilmente può andare a prenderlo nel magazzino sotterraneo.
Lei mi guarda, e sorridendo annuisce.
Mio dio...quel sorriso...
Mentre si avvia in direzione delle scale, non posso fare a meno di guardarla camminare.
Il suo sedere, rotondo, perfetto...
È quasi sprecato dentro a quei pantaloni a pied de poule...
Passano alcuni minuti, nei quali mille pensieri attraversano la mia mente.
Poi...non resisto più...e affidando la cucina al Sous Chef, decido di seguirla.
Scendo le scale e la vedo.
È bellissima, con i suoi capelli corvini raccolti a coda di cavallo.
Qui fa più fresco, e la sua giacca in microfibra, lascia che io possa intravedere la forma dei suoi capezzoli.
Azra sì volta, mi vede arrivare e sorride.
Io ricambio.
Mi avvicino a lei, arrivando da dietro, e accarezzando le sue spalle sfioro delicatamente il suo collo con le mie labbra.
Adoro il profumo della sua pelle, sandalo, cannella, con una vena speziata.
Piccante.
Il mio respiro su di lei, fin dietro al suo orecchio...
Baciandole il collo comincio lentamente a sbottonare la sua giacca da cucina.
Prima un bottone.
Poi un altro.
Un terzo.
Fino a scoprire il suo meraviglioso reggiseno di pizzo turchese.
Ben rifinito, pizzi e incroci, resto incantato dal contrasto con il colore della sua pelle olivastra.
Le mie mani, delicate ma ruvide a causa del lavoro, sì muovono sul suo corpo, accarezzandole il ventre.
Reclinando la testa all'indietro, Azra si appoggia a me.
Abbandonata.
Il mio pene eretto le preme sui glutei.
Lasciando cadere la giacca sul pavimento, si gira ancora più verso di me, cercando le mie labbra.
Un bacio morbido.
Umido.
Le nostre lingue giocano tra di loro, come in una danza ancestrale.
Tribale.
Primordiale.
Lentamente lascio scivolare giù lo spallino del suo reggiseno.
Poi l'altro.
E con gesto deciso lo abbasso.
Azra sussulta.
Le mie mani, affamate, vogliose, si muovono sul suo corpo, stringendo i sui piccoli seni.
Li stringo con forza, posso sentire i suoi capezzoli turgidi tra le mie dita.
Sento la sua respirazione farsi più pesante, il suo battito accellera.
Un delicato gemito esce dalla sua bocca, entrando nella mia, quando li stringo, tirandoli e torcendoli.
La sua mano si muove freneticamente, sui miei pantaloni, accarezzando il mio pene, dal basso verso l'alto.
Si gira, mi bacia, e si siede sul banco di legno che si trova davanti a noi.
Sorridendo maliziosamente con l' indice mi fa cenno di avvicinarmi.
La mia bocca, assetata di lei, si muove sul suo corpo.
Sulle sue labbra.
Sul suo collo.
Sul suo petto.
La mia lingua si muove con movimenti circolari sui suoi capezzoli turgidi e gonfi.
Geme un po' più forte quando li succhio avidamente.
Il suo piccolo seno entra completamente nella mia bocca.
Accarezzandole i fianchi, continuo a scendere sul suo corpo.
Le bacio il ventre, soffermandomi sul suo ombelico.
Lentamente le sfilo i pantaloni.
Le sue mutandine di pizzo mi fanno impazzire con un gioco di trasparenze.
Aprendole le gambe, mi inginocchio tra di esse.
Le mie labbra sfiorano delicatamente l'interno delle sue cosce, salendo sempre più su.
Fino ad arrivare al frutto della sua femminilità.
Con due dita sposto le sue mutandine da un lato e avvicino la mia bocca a lei.
Posso sentire il suo clitoride turgido e palpitante fremere sotto le rapide carezze della punta della mia lingua.
I suoi gemiti si fanno sempre più forti e con la sua mano dietro alla mia nuca, preme la mia testa verso di sé, muovendo il bacino verso l'alto.
Adoro il sapore della sua fica.
Profumata e succosa come una pesca matura in estate.
Sento il suo succo scivolarmi lungo le guance.
Mi fa impazzire.
La mia lingua affonda tra le sue grandi labbra, scavando nella sua intimità, come un assetato nel deserto.
Improvvisamente Azra si alza, e spingendomi contro il muro si inginocchia davanti a me.
Apre la mia giacca, e baciando il mio ventre accarezza il mio petto con le sue calde mani.
Lentamente sgancia la mia cintura, la sfila, e la getta sul pavimento.
Apre i miei pantaloni, e dolcemente tira fuori il mio pene.
È duro, eretto, pronto per lei.
Posso sentire la sua lingua muoversi su di esso, dal basso verso l'alto.
La sua bocca calda e capace si muove velocemente succhiando la punta del mio grande cazzo duro.
Senza usare le mani, solo con il movimento della testa.
Succhia la mia cappella con forza, guardandomi negli occhi, per carpire ogni piccola sfumatura di piacere sul mio volto.
Le guance infossate.
Il petto arrossato.
Afferrando i suoi capelli, spingo il mio bacino verso di lei.
Fino in fondo alla sua gola.
Quasi sente mancarsi il respiro, ma continua a succhiare.
La saliva le esce dai lati della bocca.
La faccio alzare e sedere sul solito banco, testimone di tanta passione e lussuria.
Lentamente comincio a penetrarla.
Prima solo la punta.
Poi sempre più dentro.
Sempre più forte.
Sentire la sua fica calda e bagnata stringere il mio grosso cazzo mi fa impazzire.
Ansimando mi chiede di stringerle leggermente il collo.
Lo faccio, fottendola sempre più forte.
I suoi grandi occhi mi fissano eccitati.
Azra si volta e mi chiede di prenderla da dietro.
Afferrandola per i fianchi ricomincio a penetrarla.
Con forza.
Le mie palle, bagnate dal suo succo vaginale, sbattono su di lei.
I suoi gemiti si trasformano in grida di piacere.
Ansimando mi chiede di più.
Raccolgo la mia cintura dal pavimento, e la uso per legare le sue mani dietro alla sua schiena.
Apro le sue natiche con le mie mani e comincio a stimolare il suo ano con la mia lingua.
Lo lecco appassionatamente.
Famelicamente.
Sentire la mia lingua muoversi dentro al suo buco del culo la rende sempre più eccitata.
Gemendo mi dice:
"Sì, Chef...inculami ti prego..."
Mi alzo in piedi.
Il mio grosso cazzo è duro.
La mia cappella gonfia e pulsante.
Aprendo le sue natiche, le sputo sul buco del culo, e comincio lentamente a spingere il mio cazzo dentro di lei.
Piano.
Poco alla volta.
Sento il suo ano cedere e concedersi, lasciandomi entrare.
Sempre più dentro.
Sempre più forte.
I miei colpi si fanno più forti.
Con la mia mano afferro la sua coda di cavallo, reclinando la sua testa all'indietro.
Voglio che mi guardi negli occhi mentre la fotto.
Con l'altra mano colpisco con forza la sua natica.
Un altra volta.
Una volta ancora.
Grida sempre più forte.
"Sì Chef! Così! Inculami!Inculami!"
Azra è sempre più eccitata.
Questo sfonda tutti i suoi tabù.
Ha sempre sognato di essere scopata così.
Farsi inculare, con le mani legate, mentre le tirano i capelli.
Si sente una puttana.
E le piace.
"Dimmi che sei la mia puttana!"-le dico.
"Sono la tua puttana!"
"Dimmi che ti piace il mio cazzo!"
"Sì Chef! Mi piace il tuo cazzo!"
La bella principessa azera sta venendo.
Posso vedere il suo succo vaginale scivolare lungo le sue cosce, mentre il mio grosso cazzo entra ed esce dal suo buco del culo.
"Sì così! Voglio sentirti! Voglio il tuo latte!"
Le sue parole rendono il mio cazzo ancora più duro, e aumentano la forza dei miei colpi.
"Dove vuoi il mio latte?"
"Dimmelo!"
"Lo voglio in bocca!"
"Sborrami in bocca, ti prego!"
Sento una vampata di calore salirmi dal basso.
Sto per sborrare.
Esco da dentro di lei.
Azra si gira, e con le mani ancora legate ricomincia a succhiarmi il cazzo.
Forte.
Gemendo esplodo in un abbondante schizzo di latte bollente che riempie la sua bocca calda e carnosa.
Guardandomi negli occhi, ingoia tutto il mio sperma.
Soddisfatta.
Le slego le mani, e baciandole la fronte le dico:
"Torniamo a lavorare, questa cena non si farà da sola"
"Sì Chef"
Azra è la nuova stagista, è appena arrivata da Baku, Azerbaijan.
L'ho notata subito, lunghi capelli neri lisci.
Occhi scuri.
Profondi.
Mentre le spiego cosa fare, le sue labbra seguono le mie parole.
Sembrano molto morbide.
È bellissima, sono incantato dai suoi tratti mediorientali, dai suoi grandi occhi neri, attenti, concentrati.
La preparazione prosegue bene, ma io non riesco a concentrarmi, la mia attenzione è completamente rivolta su Azra, su questa meravigliosa principessa azera.
In cucina fa molto caldo, e un leggero velo di sudore rende brillante la sua pelle.
I nostri occhi si rincorrono, in un gioco di sguardi e sorrisi, cercandosi, trovandosi...
Mi accorgo che manca del materiale, e le chiedo se gentilmente può andare a prenderlo nel magazzino sotterraneo.
Lei mi guarda, e sorridendo annuisce.
Mio dio...quel sorriso...
Mentre si avvia in direzione delle scale, non posso fare a meno di guardarla camminare.
Il suo sedere, rotondo, perfetto...
È quasi sprecato dentro a quei pantaloni a pied de poule...
Passano alcuni minuti, nei quali mille pensieri attraversano la mia mente.
Poi...non resisto più...e affidando la cucina al Sous Chef, decido di seguirla.
Scendo le scale e la vedo.
È bellissima, con i suoi capelli corvini raccolti a coda di cavallo.
Qui fa più fresco, e la sua giacca in microfibra, lascia che io possa intravedere la forma dei suoi capezzoli.
Azra sì volta, mi vede arrivare e sorride.
Io ricambio.
Mi avvicino a lei, arrivando da dietro, e accarezzando le sue spalle sfioro delicatamente il suo collo con le mie labbra.
Adoro il profumo della sua pelle, sandalo, cannella, con una vena speziata.
Piccante.
Il mio respiro su di lei, fin dietro al suo orecchio...
Baciandole il collo comincio lentamente a sbottonare la sua giacca da cucina.
Prima un bottone.
Poi un altro.
Un terzo.
Fino a scoprire il suo meraviglioso reggiseno di pizzo turchese.
Ben rifinito, pizzi e incroci, resto incantato dal contrasto con il colore della sua pelle olivastra.
Le mie mani, delicate ma ruvide a causa del lavoro, sì muovono sul suo corpo, accarezzandole il ventre.
Reclinando la testa all'indietro, Azra si appoggia a me.
Abbandonata.
Il mio pene eretto le preme sui glutei.
Lasciando cadere la giacca sul pavimento, si gira ancora più verso di me, cercando le mie labbra.
Un bacio morbido.
Umido.
Le nostre lingue giocano tra di loro, come in una danza ancestrale.
Tribale.
Primordiale.
Lentamente lascio scivolare giù lo spallino del suo reggiseno.
Poi l'altro.
E con gesto deciso lo abbasso.
Azra sussulta.
Le mie mani, affamate, vogliose, si muovono sul suo corpo, stringendo i sui piccoli seni.
Li stringo con forza, posso sentire i suoi capezzoli turgidi tra le mie dita.
Sento la sua respirazione farsi più pesante, il suo battito accellera.
Un delicato gemito esce dalla sua bocca, entrando nella mia, quando li stringo, tirandoli e torcendoli.
La sua mano si muove freneticamente, sui miei pantaloni, accarezzando il mio pene, dal basso verso l'alto.
Si gira, mi bacia, e si siede sul banco di legno che si trova davanti a noi.
Sorridendo maliziosamente con l' indice mi fa cenno di avvicinarmi.
La mia bocca, assetata di lei, si muove sul suo corpo.
Sulle sue labbra.
Sul suo collo.
Sul suo petto.
La mia lingua si muove con movimenti circolari sui suoi capezzoli turgidi e gonfi.
Geme un po' più forte quando li succhio avidamente.
Il suo piccolo seno entra completamente nella mia bocca.
Accarezzandole i fianchi, continuo a scendere sul suo corpo.
Le bacio il ventre, soffermandomi sul suo ombelico.
Lentamente le sfilo i pantaloni.
Le sue mutandine di pizzo mi fanno impazzire con un gioco di trasparenze.
Aprendole le gambe, mi inginocchio tra di esse.
Le mie labbra sfiorano delicatamente l'interno delle sue cosce, salendo sempre più su.
Fino ad arrivare al frutto della sua femminilità.
Con due dita sposto le sue mutandine da un lato e avvicino la mia bocca a lei.
Posso sentire il suo clitoride turgido e palpitante fremere sotto le rapide carezze della punta della mia lingua.
I suoi gemiti si fanno sempre più forti e con la sua mano dietro alla mia nuca, preme la mia testa verso di sé, muovendo il bacino verso l'alto.
Adoro il sapore della sua fica.
Profumata e succosa come una pesca matura in estate.
Sento il suo succo scivolarmi lungo le guance.
Mi fa impazzire.
La mia lingua affonda tra le sue grandi labbra, scavando nella sua intimità, come un assetato nel deserto.
Improvvisamente Azra si alza, e spingendomi contro il muro si inginocchia davanti a me.
Apre la mia giacca, e baciando il mio ventre accarezza il mio petto con le sue calde mani.
Lentamente sgancia la mia cintura, la sfila, e la getta sul pavimento.
Apre i miei pantaloni, e dolcemente tira fuori il mio pene.
È duro, eretto, pronto per lei.
Posso sentire la sua lingua muoversi su di esso, dal basso verso l'alto.
La sua bocca calda e capace si muove velocemente succhiando la punta del mio grande cazzo duro.
Senza usare le mani, solo con il movimento della testa.
Succhia la mia cappella con forza, guardandomi negli occhi, per carpire ogni piccola sfumatura di piacere sul mio volto.
Le guance infossate.
Il petto arrossato.
Afferrando i suoi capelli, spingo il mio bacino verso di lei.
Fino in fondo alla sua gola.
Quasi sente mancarsi il respiro, ma continua a succhiare.
La saliva le esce dai lati della bocca.
La faccio alzare e sedere sul solito banco, testimone di tanta passione e lussuria.
Lentamente comincio a penetrarla.
Prima solo la punta.
Poi sempre più dentro.
Sempre più forte.
Sentire la sua fica calda e bagnata stringere il mio grosso cazzo mi fa impazzire.
Ansimando mi chiede di stringerle leggermente il collo.
Lo faccio, fottendola sempre più forte.
I suoi grandi occhi mi fissano eccitati.
Azra si volta e mi chiede di prenderla da dietro.
Afferrandola per i fianchi ricomincio a penetrarla.
Con forza.
Le mie palle, bagnate dal suo succo vaginale, sbattono su di lei.
I suoi gemiti si trasformano in grida di piacere.
Ansimando mi chiede di più.
Raccolgo la mia cintura dal pavimento, e la uso per legare le sue mani dietro alla sua schiena.
Apro le sue natiche con le mie mani e comincio a stimolare il suo ano con la mia lingua.
Lo lecco appassionatamente.
Famelicamente.
Sentire la mia lingua muoversi dentro al suo buco del culo la rende sempre più eccitata.
Gemendo mi dice:
"Sì, Chef...inculami ti prego..."
Mi alzo in piedi.
Il mio grosso cazzo è duro.
La mia cappella gonfia e pulsante.
Aprendo le sue natiche, le sputo sul buco del culo, e comincio lentamente a spingere il mio cazzo dentro di lei.
Piano.
Poco alla volta.
Sento il suo ano cedere e concedersi, lasciandomi entrare.
Sempre più dentro.
Sempre più forte.
I miei colpi si fanno più forti.
Con la mia mano afferro la sua coda di cavallo, reclinando la sua testa all'indietro.
Voglio che mi guardi negli occhi mentre la fotto.
Con l'altra mano colpisco con forza la sua natica.
Un altra volta.
Una volta ancora.
Grida sempre più forte.
"Sì Chef! Così! Inculami!Inculami!"
Azra è sempre più eccitata.
Questo sfonda tutti i suoi tabù.
Ha sempre sognato di essere scopata così.
Farsi inculare, con le mani legate, mentre le tirano i capelli.
Si sente una puttana.
E le piace.
"Dimmi che sei la mia puttana!"-le dico.
"Sono la tua puttana!"
"Dimmi che ti piace il mio cazzo!"
"Sì Chef! Mi piace il tuo cazzo!"
La bella principessa azera sta venendo.
Posso vedere il suo succo vaginale scivolare lungo le sue cosce, mentre il mio grosso cazzo entra ed esce dal suo buco del culo.
"Sì così! Voglio sentirti! Voglio il tuo latte!"
Le sue parole rendono il mio cazzo ancora più duro, e aumentano la forza dei miei colpi.
"Dove vuoi il mio latte?"
"Dimmelo!"
"Lo voglio in bocca!"
"Sborrami in bocca, ti prego!"
Sento una vampata di calore salirmi dal basso.
Sto per sborrare.
Esco da dentro di lei.
Azra si gira, e con le mani ancora legate ricomincia a succhiarmi il cazzo.
Forte.
Gemendo esplodo in un abbondante schizzo di latte bollente che riempie la sua bocca calda e carnosa.
Guardandomi negli occhi, ingoia tutto il mio sperma.
Soddisfatta.
Le slego le mani, e baciandole la fronte le dico:
"Torniamo a lavorare, questa cena non si farà da sola"
"Sì Chef"
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Come se fossi Dino Campana
Commenti dei lettori al racconto erotico