Prova a prendermi

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interviste

"Prova a prendermi", già...
Non so neanche per quale motivo te l'ho detto, per quale motivo abbia deciso di affidarti questo piccolo segreto, che fino a ieri era solamente mio.
Probabilmente è stato quel bicchiere di Pinot Noir di troppo, o forse la voglia di confidarlo a qualcuno, o magari una qualsivoglia perversione, ma da quel momento in poi, è cominciata la caccia.
Che poi, in fondo, ancora non ho ben capito qual è stato il mio ruolo, se più preda o cacciatore, ma si sa, quando c'è di mezzo certe cose, fisiche, mentali o epistolari che siano, non è mai un predominio, ma è, e deve essere, sempre uno scambio.
E quindi, a quella mia affermazione: "sai, avanzatempo scrivo racconti erotici...", è scattata in te, molta più curiosità di quello che avrei pensato.
"Prova a prendermi".
Lo so che non è facile, ma altrimenti non sarebbe divertente.
Le cose facili non piacciono a nessuno, giusto?
Per cominciare, solo qualche debole traccia.
-"Scrivi con il tuo nome?"
-"Ovviamente no."
Sarebbe come sparare a una gallina chiusa dentro a un pollaio.
-"Ha qualche attinenza con te, o con quello che fai?"
-"Mmm... lasciami pensare, il nickname no, ma forse, nei racconti puoi trovare qualcosa, qualche riferimento"
Ti lascio un paio di giorni, giusto per alimentare le tue aspettative.
Niente.
In effetti forse è un po' poco, 17400 autori, più di 60000 racconti, praticamente un ago nel pagliaio, anche dopo aver appurato i generi che puoi saltare a piedi pari.
Va bene, andiamo avanti, anche perché, con il cerchio che si è leggermente ristretto, di contrappasso la tua curiosità si è fatta più larga, e il tuo sguardo più callido.
-"Vuoi un altro indizio? Non so, magari una frase, un accenno, una pennellata di come mi esprimo?"
-"Per forza, così è impossibile!"
-"Bene, e dimmi...vuoi che te lo scriva, o preferisci che te lo sussurri?"
-"Dimmelo..."
Avvicino il mio respiro al tuo orecchio.
-"... voglio entrarti in testa, prepotentemente, in modo maleducato, voglio essere il protagonista delle fantasie delle tue notti, voglio essere il caldo di una notte di Agosto, che entra dalla tua finestra spalancata, di quei caldi che ti costringono a spogliarti...e adesso davvero, prova a prendermi..."
Tenti inutilmente di reprimere un sorriso, come fai sempre, e quasi senza volere ti volti verso di me, arrivando a sfiorare le mie labbra.
Con la punta delle dita ti fermo delicatamente.
-"Ehi...despacio nena... ancora non mi hai preso", ti dico con quel mezzo sorriso da coglione, che come ben sai, mi contraddistingue.
Tra una pausa e l'altra, ti vedo scorrere con le dita sullo schermo, in cerca di qualcosa che possa aiutarti ad individuarmi, a buttare giù la mia maschera.
Non so il perché, ma questa cosa mi diverte.
Da matti.
Sorrido al pensiero di chissà quanti racconti hai letto, nella frenetica caccia a cui ti ho in qualche modo costretta.
Fino a quando, probabilmente, ansioso di essere spogliato del mio segreto da una persona che ha conosciuto prima me di Notorius, ansioso di scoprire che effetto fa il percorso inverso, ti do un indizio fin troppo facile.
L'ultimo giorno che ho pubblicato.
A quel punto è semplice, e probabilmente la foto delle mie labbra come immagine profilo, ti dà l'ennesima conferma.
Il telefono vibra, mostrando uno screenshot del mio nome e dei miei racconti:
-"Sei tu "
Ebbene sì, confesso.
Alla fine mi hai preso.
Ed è qui, proprio qui, che la mia fertile fantasia intraprende un percorso inevitabile.
Non riesco a non immaginarti, di notte, sdraiata sul letto di quel piccolo appartamento che ti hanno dato per la stagione.
Il caldo di Agosto, da me evocato, ti ha lasciato sul corpo solamente la lingerie rossa, perfetto completamento del tuo carattere latino.
Riesco quasi a sentirti deglutire, mentre i tuoi grandi occhi scuri si muovono sulle righe degli scritti, e la tua piccola mano, inconsciamente sfiora delicatamente le clavicole, scivolando giù, fino al solco che divide i tuoi seni rotondi.
Il sottile tessuto del tuo intimo, esalta i tuoi capezzoli turgidi, che come piccoli vulcani si erigono verso l'alto.
Non riesco a non immaginarti, mentre al ritmo delle mie parole, il tuo respiro accelera, e il tuo tocco cammina verso sud, verso altri lidi, correndo sul tuo ventre, disegnando un involontaria rotta verso il frutto della tua femminilità, torturando il tuo clitoride palpitante con movimenti rapidi e circolari.
Non riesco a non immaginare il tuo battito accelerare, il tuo petto imporporarsi, il tuo respiro evolversi in un ansimante concerto di sospiri strozzati.
Nella tuo immedesimarsi, le mie parole.
Nelle tue mani, le mie mani.
Mentre anelante, frenetica, ti concedi un orgasmo, che è un po' anche mio.
"Correte nena, no te detengas.
Correte, arqueando tu cuerpo."
Non riesco a non immaginare, di tenerti a gambe aperte fin quando sorgerà il sole.
Ma questo è solo il mio immaginario, la fantasia di una mente immacolata lanciata in corsa.
Chissà come è andata veramente.
Magari un giorno me lo dirai, tra un Petit Chablis e un Beaujolais.
Non posso più dirti "prova a prendermi".
Ma posso dirti:
"accendi il tuo laptop, apri la finestra, abre tus piernas, y déjame entrar ".
Come il caldo di agosto.
scritto il
2023-08-15
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