Una sorella sottomessa 6 - a casa di Clauda, aspettando il suo arrivo.
di
nikmaster01
genere
incesti
Eccovi il seguito della storia, come promesso. Buon divertimento. E se non avete letto i primi 5 capitoli vi consiglio di farlo.
Per qualche giorno, dopo la serata passata in motel, non ci incontrammo, avevo anche una vita matrimoniale da portare avanti e mia moglie era sempre stata abituata molto bene, quindi da quando avevo calato il numero di scopate con lei, la cosa non è stata gradita. Mi chiamò Paola dopo circa quattro giorni e mi chiese quando avremmo potuto vederci, onestamente per quei giorni avevo pensato tanto a lei, alle sue tette, al suo culo, alla fighetta calda e bagnata, ma ancor di più era la sua devozione nell’eseguire tutti i miei comandi che mi mancava. Ecco era la possibilità di dominarla in tutto che mi aveva lasciato una sorta di vuoto, la sensazione unica di possedere così intimamente una donna, mi aveva coinvolto mentalmente in modo completo. Una donna, e che donna! Mia sorella era veramente l’incarnazione della femminilità e della passione, sapeva come farmi eccitare come rendermi partecipe del suo piacere, a suo modo era riuscita a farmi diventare un po' schiavo di lei. Dentro di me sentivo crescere la convinzione che non potevo farne a meno, era diventata come la mia dose di adrenalina che dava sapore a tutto. Al telefono mi disse che si era accordata con Claudia pe farsi lasciare l’appartamento libero, quindi dissi a mia moglie che dovevo stare fuori una notte per lavoro e ci accordammo per vederci la sera stessa. - Senti Paola, devi farti trovare in mutandine e reggiseno, voglio strapparteli e voglio violentarti questa sera!- Le dissi per telefono. – Si mio signore! Tutto quello che vuoi tu – la sua pronta risposta. Quando arrivai a casa di Claudia, mi aprì la porta ed era con un completo sexy, bianco, trasparente che lasciava intravedere sia i suoi capezzoli che la sua figa pelosa. Entrai e la presi subito tra le mie braccia, la girai perché volevo sentire il suo culo sul mio cazzo, con le mani intanto le avevo già preso il reggiseno e le avevo rotto la parte di sotto lasciando uscire quelle due mammelle enormi. Raggiunsi i suoi capezzoli e li strizzai tra indice e pollice, lei si tratteneva dall’urlare ma si sentiva che stava gemendo di piacere, alzò la testa guardandomi e aspettandosi un bacio, l’accontentai perché avevo voglia di sentire il suo sapore di donna, la sua lingua si incrociò con la mia e la passione si sviluppò all’inverosimile, l’eccitazione aumentò tantissimo, il mio cazzo si era già gonfiato a dovere e non stava più nei jeans, iniziai a spingere contro il suo culo che si muoveva ritmico contro di me, la girai di nuovo come se fosse una bambola e finì di strapparle il reggiseno, poi passai alle mutandine, in un attimo era nuda e bellissima davanti a me. La buttai per terra, nel corridoio dell’ingresso, la colpì con una sberla in pieno sulle sue tettone. – Zitta Puttana, non fiatare, non ti muovere! – la lasciai lì per terra e mi soffermai a guardarla, avevo in mente mille cose da farle fare ma in quel momento avevo bisogno di raccogliere le idee, vederla inerme ma così bella e cosi disponibile mi fece l’effetto di bloccarmi, quasi non sapessi come fare a prenderla per scoparmela. Le iniziai a girare attorno guardandola come fosse un oggetto in esposizione, la fissai in volto e abbassandomi all’altezza della sua bocca: le sputai addosso. – Mi fai schifo CAGNA!, pulisciti e ingoia tutto! – prese a passarsi un dito dove non poteva arrivare con la lingua, ingoiò tutto come se fosse nettare degli dei. – Ancora mio padrone! Dammene ancora mi piace! – le feci aprire la bocca e da sopra lasciai cadere la saliva che entrò direttamente nella sua bocca. – Alzati e vieni con me Troia! – una volta in piedi la spinsi verso la camera da letto. Era davanti a me e il suo culo ondeggiava, uno schiaffo, due, tre, quattro sonore sberle su quelle chiappe bianche. Lei accelerò il passo fino ad entrare nella camera dove si buttò, a pancia sotto, sul lettone. Continuai a schiaffeggiarle il culo per un po' poi le allargai le gambe tanto da vedere bene il buco del culetto e la sua figa, mi bagnai le mani con la saliva e iniziai dapprima a stuzzicare il buco del culo e poi a farle entrare in quel figone un paio di dita, lei si muoveva seguendo i movimenti per accentuare il piacere. Iniziava a grondare fluidi e il suo mugolio era diventato continuo, le bloccai la schiena con un braccio e con l’altro la sculacciavo sempre più forte, le sferzate erano dirette proprio sulla sua fica, ogni volta che la colpivo lei si contorceva ma non volle smettere, anzi mi incitava ad usare sempre più forza. La girai per vedere in pieno la sua figa e le sue tette, mi buttai sopra quelle bocce stupende e presi in bocca i capezzoli, iniziai a morderla fino a quando sentii che il suo urlo era solo di dolore, mi aprì la cerniera dei jeans e sbucò fuori il mio cazzo in tiro come non mai, in mezzo secondo l’avevo già messo dentro. Incominciai a scoparla. Prima piano, dopo poco le spinte erano davvero diventate forti e continue, lei aveva già avuto un orgasmo ma non si fermava, continuava a seguire i miei movimenti, io ero al limite, mi fermai per un attimo prima di venire, volevo far durare quel piacere e il sottile dolore che provavo nel fermarmi mi creava ancora più eccitazione. La Guardai in faccia e vidi nei suoi occhi la bramosia di essere scopata. Non proferì parola alcuna, anche perché sapeva bene quale fosse la punizione se non avesse rispettato un ordine. Estrassi il cazzo dalla sua figa e grondava di umori, lo misi in bocca a quella puttana che era mia sorella! – Succhialo piano e magari ti sborro in bocca! – Iniziò a prenderlo tra le labbra e la sua lingua piano piano mi stuzzicava la cappella e il frenulo, poi via via lo mise tutto in bocca fino ad arrivare alle palle, le spinsi la testa sempre più giu fino a quando non sentii che stava per vomitare, la lasciai per un attimo e poi spinsi di nuovo. Intanto avevo incominciato a darle sonore pacche sulla schiena e sulle tette, lei sentiva il dolore ma non mollava la presa del mio cazzo. Il movimento ritmico come a scoparle la bocca misto alle tirate di capezzoli e tette la facevano urlare, ma erano urla soffocate dal brandello di carne che aveva in bocca. La feci alzare e di istinto la buttai sul letto, rimase a pancia su. – Apri le cosce Troia schifosa, che voglio la tua figa! – le misi la mano su quel boschetto e con forza entrai con tre dita, mentre con il pollice cercavo il clitoride per poterlo massaggiare, - Si dai fottimi cosi, forte! Più forte, fammi male!! Fammi male! Dai! – le sue urla mi incitavano a possederla con forza e mentre lo facevo lei si prese tra le sue mani quelle tette da sballo e se le stava strizzando con tutta la forza che aveva, passava dalle tette ai capezzoli, se li tirava, se li strizzava e se li girava tutto questo mentre sentivo i suoi muscoli che si tendevano per gli spasmi provocati dall’orgasmo. Quando non riuscì più a contenersi emise un urlo e si buttò inerme sul letto, il suo respiro era diventato affannoso e veloce, lo misi dentro con forza e la stantuffai con tutta la mia potenza, ci volle poco prima che le venissi dentro, lei ebbe un ultimo forzato e doloroso orgasmo. Quando riprendemmo fiato dopo poco mi disse che non aveva mai goduto così tanto e cosi forte. Ci riprendemmo per un po' da quella cavalcata. Nel frattempo mi accertai quando sarebbe arrivata la padrona di casa, Paola mi rispose che avremmo dovuto lasciare casa la mattina presto, verso le 7.00 io a quel punto pensai di farci trovare nel letto per vedere l’effetto su di lei. Sapevo che Paola aveva parlato di noi a Claudia, non sapevo cosa le avesse realmente raccontato e detto, ma immaginavo che si fosse confidata di questa relazione incestuosa. – Cosa le hai raccontato di noi? – le chiesi, con l’intima speranza che lei avesse ben spiegato tutti i particolari. La cosa mi eccitava un casino. E avevo la speranza che anche Claudia fosse eccitata dall’idea. Il fatto che ci avesse lasciato usare casa sua in qualche modo era il segno di approvazione a questa nostra storia. E nutrivo da un po' di tempo la voglia di vedere Paola e Claudia lesbicare tra loro, magari mettendoci del mio e quindi possederle tutte e due. – Le ho raccontato che da un po' facciamo sesso e che tu mi possiedi come non lo ha mai fatto nessuno! Le ho raccontato come sono diventata la tua schiava e come non posso resisterti.- io a quel punto non potevo non sapere cosa ne pensava e come avesse reagito. – E lei che ti ha detto, come ha reagito? Si è eccitata la troia al tuo racconto? Secondo me si è massaggiata la fica e si è masturbata pensando a noi due che scopiamo come bestie. – la risposta di Paola mi lasciò davvero di stucco. – Quando le ho detto che eri tu che mi scopavi, all’inizio sembrava disgustata dalla cosa, ma poi sono entrata nei particolari e le ho detto come godevo con te, come mi fai impazzire, come non smetterei mai di farti scopare la mia passera, di come sento i brividi quando mi tocchi le tette, di come mi hai fatto godere nel culo! Anche lei si è eccitata. L’ho vista mettersi le mani sotto la camicia e toccarsi le tette, poi scendere fino alla fichetta. – continuai chiedendole: - Ma le hai detto che ho voglia di vedervi scopare tra di voli e di incularvi tutte e due? – silenzio di un attimo che mi sembrò un’eternità. – Si, lo sai che io e lei ci diciamo tutto. Ho fatto male? Spero di non aver sbagliato? – No no, ormai e’ fatta – risposi, ma incalzai ancora bramoso di sapere cosa ne pensasse: - e lei cosa ha detto? Cosa ha fatto? - Paola mi rispose ridendo – Si è messa a ridere e ha risposto che magari un giorno! Che non si sa mai come vanno le cose! – Questo ovviamente mi faceva ben sperare e pensai di farci trovare a casa sua, nel letto, nudi e pronti. Come se niente fosse. E avrei aspettato la sua reazione. Erano le due del mattino quando finimmo, ci addormentammo per un oretta e quando mi svegliai, trovai quella puttana di mia sorella che mi stava facendo un pompino clamoroso e che aveva tra le cosce un dildo enorme che stava usando per godere. La cosa lasciava prevedere un’altra scopata clamorosa, ma la mia testa era già proiettata all’idea di scoparmele tutte e due.
Ma questo ve lo racconterò la prossima volta. Per ora vi saluto e vi ricordo di leggere tutta la storia, di mettere i vostri commenti, di mandarmeli in privato Nikmaster01@yandex.com
Per qualche giorno, dopo la serata passata in motel, non ci incontrammo, avevo anche una vita matrimoniale da portare avanti e mia moglie era sempre stata abituata molto bene, quindi da quando avevo calato il numero di scopate con lei, la cosa non è stata gradita. Mi chiamò Paola dopo circa quattro giorni e mi chiese quando avremmo potuto vederci, onestamente per quei giorni avevo pensato tanto a lei, alle sue tette, al suo culo, alla fighetta calda e bagnata, ma ancor di più era la sua devozione nell’eseguire tutti i miei comandi che mi mancava. Ecco era la possibilità di dominarla in tutto che mi aveva lasciato una sorta di vuoto, la sensazione unica di possedere così intimamente una donna, mi aveva coinvolto mentalmente in modo completo. Una donna, e che donna! Mia sorella era veramente l’incarnazione della femminilità e della passione, sapeva come farmi eccitare come rendermi partecipe del suo piacere, a suo modo era riuscita a farmi diventare un po' schiavo di lei. Dentro di me sentivo crescere la convinzione che non potevo farne a meno, era diventata come la mia dose di adrenalina che dava sapore a tutto. Al telefono mi disse che si era accordata con Claudia pe farsi lasciare l’appartamento libero, quindi dissi a mia moglie che dovevo stare fuori una notte per lavoro e ci accordammo per vederci la sera stessa. - Senti Paola, devi farti trovare in mutandine e reggiseno, voglio strapparteli e voglio violentarti questa sera!- Le dissi per telefono. – Si mio signore! Tutto quello che vuoi tu – la sua pronta risposta. Quando arrivai a casa di Claudia, mi aprì la porta ed era con un completo sexy, bianco, trasparente che lasciava intravedere sia i suoi capezzoli che la sua figa pelosa. Entrai e la presi subito tra le mie braccia, la girai perché volevo sentire il suo culo sul mio cazzo, con le mani intanto le avevo già preso il reggiseno e le avevo rotto la parte di sotto lasciando uscire quelle due mammelle enormi. Raggiunsi i suoi capezzoli e li strizzai tra indice e pollice, lei si tratteneva dall’urlare ma si sentiva che stava gemendo di piacere, alzò la testa guardandomi e aspettandosi un bacio, l’accontentai perché avevo voglia di sentire il suo sapore di donna, la sua lingua si incrociò con la mia e la passione si sviluppò all’inverosimile, l’eccitazione aumentò tantissimo, il mio cazzo si era già gonfiato a dovere e non stava più nei jeans, iniziai a spingere contro il suo culo che si muoveva ritmico contro di me, la girai di nuovo come se fosse una bambola e finì di strapparle il reggiseno, poi passai alle mutandine, in un attimo era nuda e bellissima davanti a me. La buttai per terra, nel corridoio dell’ingresso, la colpì con una sberla in pieno sulle sue tettone. – Zitta Puttana, non fiatare, non ti muovere! – la lasciai lì per terra e mi soffermai a guardarla, avevo in mente mille cose da farle fare ma in quel momento avevo bisogno di raccogliere le idee, vederla inerme ma così bella e cosi disponibile mi fece l’effetto di bloccarmi, quasi non sapessi come fare a prenderla per scoparmela. Le iniziai a girare attorno guardandola come fosse un oggetto in esposizione, la fissai in volto e abbassandomi all’altezza della sua bocca: le sputai addosso. – Mi fai schifo CAGNA!, pulisciti e ingoia tutto! – prese a passarsi un dito dove non poteva arrivare con la lingua, ingoiò tutto come se fosse nettare degli dei. – Ancora mio padrone! Dammene ancora mi piace! – le feci aprire la bocca e da sopra lasciai cadere la saliva che entrò direttamente nella sua bocca. – Alzati e vieni con me Troia! – una volta in piedi la spinsi verso la camera da letto. Era davanti a me e il suo culo ondeggiava, uno schiaffo, due, tre, quattro sonore sberle su quelle chiappe bianche. Lei accelerò il passo fino ad entrare nella camera dove si buttò, a pancia sotto, sul lettone. Continuai a schiaffeggiarle il culo per un po' poi le allargai le gambe tanto da vedere bene il buco del culetto e la sua figa, mi bagnai le mani con la saliva e iniziai dapprima a stuzzicare il buco del culo e poi a farle entrare in quel figone un paio di dita, lei si muoveva seguendo i movimenti per accentuare il piacere. Iniziava a grondare fluidi e il suo mugolio era diventato continuo, le bloccai la schiena con un braccio e con l’altro la sculacciavo sempre più forte, le sferzate erano dirette proprio sulla sua fica, ogni volta che la colpivo lei si contorceva ma non volle smettere, anzi mi incitava ad usare sempre più forza. La girai per vedere in pieno la sua figa e le sue tette, mi buttai sopra quelle bocce stupende e presi in bocca i capezzoli, iniziai a morderla fino a quando sentii che il suo urlo era solo di dolore, mi aprì la cerniera dei jeans e sbucò fuori il mio cazzo in tiro come non mai, in mezzo secondo l’avevo già messo dentro. Incominciai a scoparla. Prima piano, dopo poco le spinte erano davvero diventate forti e continue, lei aveva già avuto un orgasmo ma non si fermava, continuava a seguire i miei movimenti, io ero al limite, mi fermai per un attimo prima di venire, volevo far durare quel piacere e il sottile dolore che provavo nel fermarmi mi creava ancora più eccitazione. La Guardai in faccia e vidi nei suoi occhi la bramosia di essere scopata. Non proferì parola alcuna, anche perché sapeva bene quale fosse la punizione se non avesse rispettato un ordine. Estrassi il cazzo dalla sua figa e grondava di umori, lo misi in bocca a quella puttana che era mia sorella! – Succhialo piano e magari ti sborro in bocca! – Iniziò a prenderlo tra le labbra e la sua lingua piano piano mi stuzzicava la cappella e il frenulo, poi via via lo mise tutto in bocca fino ad arrivare alle palle, le spinsi la testa sempre più giu fino a quando non sentii che stava per vomitare, la lasciai per un attimo e poi spinsi di nuovo. Intanto avevo incominciato a darle sonore pacche sulla schiena e sulle tette, lei sentiva il dolore ma non mollava la presa del mio cazzo. Il movimento ritmico come a scoparle la bocca misto alle tirate di capezzoli e tette la facevano urlare, ma erano urla soffocate dal brandello di carne che aveva in bocca. La feci alzare e di istinto la buttai sul letto, rimase a pancia su. – Apri le cosce Troia schifosa, che voglio la tua figa! – le misi la mano su quel boschetto e con forza entrai con tre dita, mentre con il pollice cercavo il clitoride per poterlo massaggiare, - Si dai fottimi cosi, forte! Più forte, fammi male!! Fammi male! Dai! – le sue urla mi incitavano a possederla con forza e mentre lo facevo lei si prese tra le sue mani quelle tette da sballo e se le stava strizzando con tutta la forza che aveva, passava dalle tette ai capezzoli, se li tirava, se li strizzava e se li girava tutto questo mentre sentivo i suoi muscoli che si tendevano per gli spasmi provocati dall’orgasmo. Quando non riuscì più a contenersi emise un urlo e si buttò inerme sul letto, il suo respiro era diventato affannoso e veloce, lo misi dentro con forza e la stantuffai con tutta la mia potenza, ci volle poco prima che le venissi dentro, lei ebbe un ultimo forzato e doloroso orgasmo. Quando riprendemmo fiato dopo poco mi disse che non aveva mai goduto così tanto e cosi forte. Ci riprendemmo per un po' da quella cavalcata. Nel frattempo mi accertai quando sarebbe arrivata la padrona di casa, Paola mi rispose che avremmo dovuto lasciare casa la mattina presto, verso le 7.00 io a quel punto pensai di farci trovare nel letto per vedere l’effetto su di lei. Sapevo che Paola aveva parlato di noi a Claudia, non sapevo cosa le avesse realmente raccontato e detto, ma immaginavo che si fosse confidata di questa relazione incestuosa. – Cosa le hai raccontato di noi? – le chiesi, con l’intima speranza che lei avesse ben spiegato tutti i particolari. La cosa mi eccitava un casino. E avevo la speranza che anche Claudia fosse eccitata dall’idea. Il fatto che ci avesse lasciato usare casa sua in qualche modo era il segno di approvazione a questa nostra storia. E nutrivo da un po' di tempo la voglia di vedere Paola e Claudia lesbicare tra loro, magari mettendoci del mio e quindi possederle tutte e due. – Le ho raccontato che da un po' facciamo sesso e che tu mi possiedi come non lo ha mai fatto nessuno! Le ho raccontato come sono diventata la tua schiava e come non posso resisterti.- io a quel punto non potevo non sapere cosa ne pensava e come avesse reagito. – E lei che ti ha detto, come ha reagito? Si è eccitata la troia al tuo racconto? Secondo me si è massaggiata la fica e si è masturbata pensando a noi due che scopiamo come bestie. – la risposta di Paola mi lasciò davvero di stucco. – Quando le ho detto che eri tu che mi scopavi, all’inizio sembrava disgustata dalla cosa, ma poi sono entrata nei particolari e le ho detto come godevo con te, come mi fai impazzire, come non smetterei mai di farti scopare la mia passera, di come sento i brividi quando mi tocchi le tette, di come mi hai fatto godere nel culo! Anche lei si è eccitata. L’ho vista mettersi le mani sotto la camicia e toccarsi le tette, poi scendere fino alla fichetta. – continuai chiedendole: - Ma le hai detto che ho voglia di vedervi scopare tra di voli e di incularvi tutte e due? – silenzio di un attimo che mi sembrò un’eternità. – Si, lo sai che io e lei ci diciamo tutto. Ho fatto male? Spero di non aver sbagliato? – No no, ormai e’ fatta – risposi, ma incalzai ancora bramoso di sapere cosa ne pensasse: - e lei cosa ha detto? Cosa ha fatto? - Paola mi rispose ridendo – Si è messa a ridere e ha risposto che magari un giorno! Che non si sa mai come vanno le cose! – Questo ovviamente mi faceva ben sperare e pensai di farci trovare a casa sua, nel letto, nudi e pronti. Come se niente fosse. E avrei aspettato la sua reazione. Erano le due del mattino quando finimmo, ci addormentammo per un oretta e quando mi svegliai, trovai quella puttana di mia sorella che mi stava facendo un pompino clamoroso e che aveva tra le cosce un dildo enorme che stava usando per godere. La cosa lasciava prevedere un’altra scopata clamorosa, ma la mia testa era già proiettata all’idea di scoparmele tutte e due.
Ma questo ve lo racconterò la prossima volta. Per ora vi saluto e vi ricordo di leggere tutta la storia, di mettere i vostri commenti, di mandarmeli in privato Nikmaster01@yandex.com
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