Viaggio a Firenze
di
Switchlife
genere
dominazione
Salimmo nella nostra stanza al primo piano del BnB appena arrivati a Firenze. Eravamo in viaggio dalla mattina presto, partiti da Milano e arrivati con i mezzi, Erika era molto stanca e, dopo essersi tolta le convers ed i jeans, si Adagiò prona sul letto lasciando sporgere i piedi.
Non esitai ad inginocchiarmi e dolcemente baciare e accarezzare i suoi piedi, annusandoli forte, così che lei sentisse quanto io amassi ogni cosa di lei, e che capisse che per me è sempre un onore stare ai suoi piedi. Dopo qualche minuto provai a sfilarle i calzini spaiati, non fece alcuna resistenza, era un giorno fortunato. Allora cominciai quindi a laccare i suoi piedi stanchi mentre lei restava immobile. Leccavo con adorazione e attenzione la pianta, poi lentamente lo spazio tra le dita e il piede stesso, risalendo poi a succhiare i talloni, volevo proprio che si rilassasse quei 10 minuti.
Ero estremamente eccitato, amavo leccarle i piedi, sentirmi inferiore e adorare quella piccola dea, volevo si sentisse la più importante del mondo. Dopo averle abbondante leccato i piedi mi alzai e mi approcciai al suo sedere, prima con qualche bacio sulle natiche, poi cominciai ad annusarla forte in corrispondenza dell ano, sembrava proprio che quel giorno fosse talmente stanca che mi avrebbe lasciato adorarla come sognavo sempre. Decisi allora di provare, molto lentamente a spostare gli slip bianchi, per fortuna mi lasciò fare senza muoversi. Vedere il suo bellissimo ano marroncino con la luce del sole che entrava dalla finestra era una vera fortuna, normalmente non mi concedeva mai di vederla, mi teneva sempre bendato o al buio per farsi adorare. Mi decisi quindi, dopo un bel respiro preso col naso tra le sue natiche, a provare ad appoggiare la lingua sul suo ano rilassato e schiuso. Non una mossa. Cominciai quindi a leccare con tutto il mio amore, senza avidità, cercando di interpretare i suoi micro movimenti e dandole un bell anilingus. Finché non la sentii sollevarsi appena, per infilare una mano tra le cosce ed iniziare a masturbarsi. Non smisi di leccare finché lei non ebbe un orgasmo toccandosi. Smisi quindi di importunarla per farle godere il relax post orgasmo. Le asciugai poi i piedi e le rimisi i calzini, poi cominciai a disfare la sua valigia riponendo i vestiti nell'armadio.
"Hei" sentii all'improvviso
"Si mia amata padroncina?"
"Vieni qui". Mi inginocchiai a lato del letto vicino a lei, che con ancora gli occhi chiusi e rilassata sul letto mi disse "chi ti ha detto che potevi?"
"Nessuno padroncina"
"E allora perché l'hai fatto?"
"Mi sembravi molto stanca, volevo coccolarti e adorarti"
"Tu ti sei approfittato della mia stanchezza e questo lo sai bene"
"Perdonami padroncina, volevo solo farti sentire bene"
Si tirò su e si mise seduta a bordo del letto, con un piede comincio ad accarezzarmi il viso, ed il mio pene cominciò a crescere, "resta immobile", continuò a strofinare il suo piede sul mio viso, passandomi l'alluce sul naso, e sulle labbra, e dietro le orecchie, a quel punto la mia erezione era al massimo e le palle cominciavano a farmi male. Comincio dunque ad appoggiare il piede sui miei testicoli con una leggera pressione. Non capivo cosa volesse fare, ad un certo punto strofinò il piede nel calzino su e giù lungo il mio pene, lentamente, ma ero così eccitato che ciò stava quasi per farmi venire, "posso padroncina?"
"Puoi? Ci sei vicino?"
"Si mia padroncina"
"Alzati allora! Via i pantaloni e le mutande! Gambe aperte!"
"Si padroncina"
Non esitai ad eseguire l'ordine e subito arrivò il primo calcio sui testicoli. Un dolore cane.
"Ti prego no!" Implorai
"No? Ti sei approfittato di me quando ero troppo stanca, devi ringraziare che non ti faccio di peggio, chiaro?!"
"Si padroncina, grazie padroncina"
E il secondo calcio arrivò, più forte del primo, e così altri otto. Mi trovai in posizione fetale con un dolore atroce.
"No ho finito, in ginocchio!"
Mi inginocchiai di fronte a lei che allungò il suo piedino sotto il mio viso.
"Ora voglio dieci baci per piede, in segno di scuse da parte tua"
Avvicinai il viso al suo piede per baciarne il collo ma quando fui a pochi centimetri lei tirò indietro la gamba per poi colpirmi con un forte calcio in faccia.
"Riprova..."
Mi avvicinai di nuovo e lei di nuovo mi colpì.
"Sei in grado di darmi un bacio su un piede o no? È tanto difficile?"
"Perdonami padroncina"
Cercai allora di impegnarmi il più possibile a darle dieci baci sul piedino mentre lei lo allontanava e mi calciava il viso.
Lo stesso si ripetè per l'altro piede.
"Non muoverti"
Si avvicinò alla borsa e tornò con le manette,
Mi prese i polsi e me li ammanettò alla gamba del letto.
"Ora tu te ne stai li e rifletti. Sono infuriata, volevo tanto fare un giretto insieme e farmi spiegare e raccontare le cose che hai studiato su Firenze per me, ma tu hai dovuto fare il porco mancandomi di rispetto, devi imparare a comportarti mi dispiace"
"Mi dispiace tanto padroncina"
"Dov'è il portafogli?"
"Tasca destra dei jeans che avevo indosso"
"Ci vediamo stasera, niente cena e niente letto! Ciao scemotto"
"Grazie padroncina, ti amo".
Sentii la porta chiudersi, ero molto frastornato per i calci in viso e le palle mi facevano malissimo, cercai dunque di mettermi su un lato e provai a dormire un po'.
Passai qualche ora sul pavimento mezzo nudo ammanettato alla gamba del letto, dovevano essere circa le otto di sera quando sentii i passi della mia dolce padroncina avvicinarsi alla porta, poi il rumore della chiave
"Hei"
"Buonasera mia amata, tutto bene?"
"Sisi, ho fatto un giretto, ho visto il duomo e il battistero ottagonale, poi ho preso un caffè in un bistrò lì vicino, ho fatto amicizia con dei ragazzi"
Si avvicinò e mi fece una carezza, aprì le manette e mi liberò.
"Tu come stai? Tutto bene?"
"Si mia padroncina, grazie"
"Adesso mi faccio una doccia e mi preparo, vado a cena con uno di quei ragazzi, ha detto che conosce un bel ristorante di carne e mi ci vuole portare, sei contento?"
"Certo mia padroncina"
"Lucidami bene le scarpe rosse mentre mi preparo ok?" Disse sorridendo dolcemente.
"Con piacere padroncina" risposi.
Lei andò in bagno, io mi rivestii e cominciai a lucidare i suoi tacchi rossi. Finii poi di sistemare per bene le sue cose nella stanza.
Uscì dal bagno "faccia al muro, mi devo vestire"
...
"Puoi girarti"
Mioddio, era stupenda, indossava una tuta intera nera con tutta la schiena scoperta, che si allacciava dietro il collo e aveva uno scollo a V che arrivava fino sotto l'ombelico, da dietro si vedeva tutta la schiena nuda e una minima porzione di sedere, era chiaro non indossasse l'intimo, rossetto rosso come i tacchi e come i suoi bei capelli appena piastrati.
"Vieni qui."
Mi rimise le manette, stavolta coi polsi dietro la schiena. Prese il mio telefono e si scattò una foto, un primo piano del suo viso sorridente
"Aspettami da bravo, ti lascio questa mia foto da guardare" disse, dandomi poi un dolce bacio sulla testa.
"Grazie padroncina, ti amo tanto, buona cena"
Doveva essere circa l'una di notte quando la sentii rientrate.
"Heiii"
Le corsi incontro e mi inginocchiai davanti a lei,
Era visibilmente alticcia e aveva il rossetto tutto sbavato.
"Tutto bene mia amata?" Le chiesi
"Sisi caro... Benissimo, sono un po' ciucca, senti... Pensi di starci seduto nell'armadio?"
"Ci provo"
"Dai dai" disse liberandomi i polsi e rimettendo le manette in borsa.
Entrai dunque nell'armadio
"Bravo resta lì, non fiatare!"
La sentii uscire dalla stanza.
Rientrò poco dopo. Era con qualcuno, provai a guardare dalle spazio tra le ante, era con un ragazzo, si stavano baciando appassionatamente e lui le slacciò subito il vestito che cadde ai suoi piedi lasciandola solo con le scarpe rosse addosso. Alchè si accovacciò, si mise due dita nella topa mentre lui tirava fuori un cazzo enorme.
Erika cominciò a succhiarlo e leccarlo tutto. "Diavolo, quello sì che è un pompino" pensai, si infilava tutto il membro del ragazzo in gola e con la punta della lingua riusciva anche a leccargli le palle. Poi lui l'afferrò dai capelli e cominciò a scoparsi la sua testa facendole colare tutto il trucco. Poi la prese di peso e la lanciò letteralmente sul letto, lei solo un metro e sessanta, sotto i cinquanta Kili, lui sicuramente uno sportivo, almeno uno e ottanta dal fisico atletico. Le spalancò le gambe e cominciò a leccarla, lei si contorceva e gemeva accarezzandogli i capelli.
"Scopami!" Gli disse
Allora lui le afferò le caviglie e spinse il suo membro dentro di lei, poi si Adagiò a inombrare il suo corpicino con le gambe di lei vicino alla testa con i tacchi rossi scintillanti.
Iniziò a scoparla duramente e lei godeva tanto, finché non ebbe il primo orgasmo. Lui si sdraiò e lei sopra di lui a sessantanove, la vedevo ingoiare il suo cazzo con il naso ben ficcato nelle sue palle mentre lui le leccava avidamente il sedere, poi con una mano spingeva la testa di lei e usava l'altra per infilare le dita nel suo ano. Con uno spintone la mandò in avanti, lei appoggio i piccoli seni sul materasso e inarcò la schiena, lui l'afferrava per i fianchi, e non esitò a spingere il membro lubrificato dalla saliva di Erika nel suo culo. Cominciò ad incularla come un animale, nel suo viso un espressione di dolore e eccitazione.
"Piano!"
"Piano un cazzo piccola troia, ti sfondo il culetto" disse cominciando a sbatterla sempre più forte.
Cominciò dunque a masturbarle il clitoride mente la inculava, e lei venne, gridando, che chiunque nel BnB avrà sentito.
Io guardavo accovacciato nell' armadio. Vedere la mia dolce dea fottuta come una puttana mi spezzava il cuore, e mi sentivo in colpa a spiare ma era più forte di me.
Allora lei si accasciò prona sfinita, ma lui si sdraiò sopra di lei e infilò il pene nella sua figa di nuovo. Riprese a scoparla, le afferò i capelli e le spinse il viso contro il materasso con il suo peso, scopandola forte e facendola venire una terza volta.
Lei si rigirò supina, guardandolo, era sfinita. Lui si mise a cavalcioni sul suo piccolo petto e le spinse il pene in bocca, cominciò a scoparla in gola con vigore, quasi soffocandola, e quando fu vicino all'orgasmo le afferrò le gambe e ricominciò a scoparla nella figa, lei restò inerme con gli occhi rivoltati quando all'improvviso lui si lasciò andare ad una copiosa eiaculazione dentro di lei.
"No ma che fai?!?!" Lei lo spinse via.
Gli diede uno schiaffo in faccia
"Chi ti ha detto di venirmi dentro?!?"
"Quante storie, l'ho dato per scontato no? Pensavo prendessi la pillola"
"Vattene subito! Chiamo la polizia! dirò che mi hai ubriacato per approfittarti di me! Fuori! Muoviti!"
"Va bene va bene scusa... Mi vesto e me ne vado"
"FUORI!!!"
il ragazzo infilò velocemente i pantaloni e uscì dalla stanza.
...
"Vieni..."
Uscii dall'armadio fissandole i piedi,
"Tutto bene padroncina?"
"Si tesoro grazie... Ma quell idiota mi è venuto dentro... Facciamo così, sdraiati a terra e tieni gli occhi chiusi"
Io mi sdraiai e lei si accovacciò sulla mia bocca
"Cerca di succhiare fuori più che puoi... Domani mi compri la pillola del giorno dopo... "
Allora iniziai a succhiare lo sperma fuori dalla sua topina, cercai di succhiarne e ingoiarne il più possibile, era disgustoso, ma dovevo farlo per lei.
"Penso non si possa fare meglio di così" disse.
"Vado a sciacquarmi un po', tu metti a posto e rifai il letto ok?"
"Si mia padroncina"
Quando uscì dal bagno indossando la camicetta da notte mi riammanettò le mani alla gamba del letto e si mise sotto le coperte addormentandosi quasi subito.
Il mattino dopo ci svegliamo, andai in farmacia per lei e le diedi la pillola, la quale le diede un po' di nausea e cattivo umore, ma da bravo schiavetto l'ho accudita e coccolata dolcemente tutto il giorno portandola spesso in spalla per la città.
Che fortuna ho a potermi prendere cura di una così meravigliosa creaturina.
Non esitai ad inginocchiarmi e dolcemente baciare e accarezzare i suoi piedi, annusandoli forte, così che lei sentisse quanto io amassi ogni cosa di lei, e che capisse che per me è sempre un onore stare ai suoi piedi. Dopo qualche minuto provai a sfilarle i calzini spaiati, non fece alcuna resistenza, era un giorno fortunato. Allora cominciai quindi a laccare i suoi piedi stanchi mentre lei restava immobile. Leccavo con adorazione e attenzione la pianta, poi lentamente lo spazio tra le dita e il piede stesso, risalendo poi a succhiare i talloni, volevo proprio che si rilassasse quei 10 minuti.
Ero estremamente eccitato, amavo leccarle i piedi, sentirmi inferiore e adorare quella piccola dea, volevo si sentisse la più importante del mondo. Dopo averle abbondante leccato i piedi mi alzai e mi approcciai al suo sedere, prima con qualche bacio sulle natiche, poi cominciai ad annusarla forte in corrispondenza dell ano, sembrava proprio che quel giorno fosse talmente stanca che mi avrebbe lasciato adorarla come sognavo sempre. Decisi allora di provare, molto lentamente a spostare gli slip bianchi, per fortuna mi lasciò fare senza muoversi. Vedere il suo bellissimo ano marroncino con la luce del sole che entrava dalla finestra era una vera fortuna, normalmente non mi concedeva mai di vederla, mi teneva sempre bendato o al buio per farsi adorare. Mi decisi quindi, dopo un bel respiro preso col naso tra le sue natiche, a provare ad appoggiare la lingua sul suo ano rilassato e schiuso. Non una mossa. Cominciai quindi a leccare con tutto il mio amore, senza avidità, cercando di interpretare i suoi micro movimenti e dandole un bell anilingus. Finché non la sentii sollevarsi appena, per infilare una mano tra le cosce ed iniziare a masturbarsi. Non smisi di leccare finché lei non ebbe un orgasmo toccandosi. Smisi quindi di importunarla per farle godere il relax post orgasmo. Le asciugai poi i piedi e le rimisi i calzini, poi cominciai a disfare la sua valigia riponendo i vestiti nell'armadio.
"Hei" sentii all'improvviso
"Si mia amata padroncina?"
"Vieni qui". Mi inginocchiai a lato del letto vicino a lei, che con ancora gli occhi chiusi e rilassata sul letto mi disse "chi ti ha detto che potevi?"
"Nessuno padroncina"
"E allora perché l'hai fatto?"
"Mi sembravi molto stanca, volevo coccolarti e adorarti"
"Tu ti sei approfittato della mia stanchezza e questo lo sai bene"
"Perdonami padroncina, volevo solo farti sentire bene"
Si tirò su e si mise seduta a bordo del letto, con un piede comincio ad accarezzarmi il viso, ed il mio pene cominciò a crescere, "resta immobile", continuò a strofinare il suo piede sul mio viso, passandomi l'alluce sul naso, e sulle labbra, e dietro le orecchie, a quel punto la mia erezione era al massimo e le palle cominciavano a farmi male. Comincio dunque ad appoggiare il piede sui miei testicoli con una leggera pressione. Non capivo cosa volesse fare, ad un certo punto strofinò il piede nel calzino su e giù lungo il mio pene, lentamente, ma ero così eccitato che ciò stava quasi per farmi venire, "posso padroncina?"
"Puoi? Ci sei vicino?"
"Si mia padroncina"
"Alzati allora! Via i pantaloni e le mutande! Gambe aperte!"
"Si padroncina"
Non esitai ad eseguire l'ordine e subito arrivò il primo calcio sui testicoli. Un dolore cane.
"Ti prego no!" Implorai
"No? Ti sei approfittato di me quando ero troppo stanca, devi ringraziare che non ti faccio di peggio, chiaro?!"
"Si padroncina, grazie padroncina"
E il secondo calcio arrivò, più forte del primo, e così altri otto. Mi trovai in posizione fetale con un dolore atroce.
"No ho finito, in ginocchio!"
Mi inginocchiai di fronte a lei che allungò il suo piedino sotto il mio viso.
"Ora voglio dieci baci per piede, in segno di scuse da parte tua"
Avvicinai il viso al suo piede per baciarne il collo ma quando fui a pochi centimetri lei tirò indietro la gamba per poi colpirmi con un forte calcio in faccia.
"Riprova..."
Mi avvicinai di nuovo e lei di nuovo mi colpì.
"Sei in grado di darmi un bacio su un piede o no? È tanto difficile?"
"Perdonami padroncina"
Cercai allora di impegnarmi il più possibile a darle dieci baci sul piedino mentre lei lo allontanava e mi calciava il viso.
Lo stesso si ripetè per l'altro piede.
"Non muoverti"
Si avvicinò alla borsa e tornò con le manette,
Mi prese i polsi e me li ammanettò alla gamba del letto.
"Ora tu te ne stai li e rifletti. Sono infuriata, volevo tanto fare un giretto insieme e farmi spiegare e raccontare le cose che hai studiato su Firenze per me, ma tu hai dovuto fare il porco mancandomi di rispetto, devi imparare a comportarti mi dispiace"
"Mi dispiace tanto padroncina"
"Dov'è il portafogli?"
"Tasca destra dei jeans che avevo indosso"
"Ci vediamo stasera, niente cena e niente letto! Ciao scemotto"
"Grazie padroncina, ti amo".
Sentii la porta chiudersi, ero molto frastornato per i calci in viso e le palle mi facevano malissimo, cercai dunque di mettermi su un lato e provai a dormire un po'.
Passai qualche ora sul pavimento mezzo nudo ammanettato alla gamba del letto, dovevano essere circa le otto di sera quando sentii i passi della mia dolce padroncina avvicinarsi alla porta, poi il rumore della chiave
"Hei"
"Buonasera mia amata, tutto bene?"
"Sisi, ho fatto un giretto, ho visto il duomo e il battistero ottagonale, poi ho preso un caffè in un bistrò lì vicino, ho fatto amicizia con dei ragazzi"
Si avvicinò e mi fece una carezza, aprì le manette e mi liberò.
"Tu come stai? Tutto bene?"
"Si mia padroncina, grazie"
"Adesso mi faccio una doccia e mi preparo, vado a cena con uno di quei ragazzi, ha detto che conosce un bel ristorante di carne e mi ci vuole portare, sei contento?"
"Certo mia padroncina"
"Lucidami bene le scarpe rosse mentre mi preparo ok?" Disse sorridendo dolcemente.
"Con piacere padroncina" risposi.
Lei andò in bagno, io mi rivestii e cominciai a lucidare i suoi tacchi rossi. Finii poi di sistemare per bene le sue cose nella stanza.
Uscì dal bagno "faccia al muro, mi devo vestire"
...
"Puoi girarti"
Mioddio, era stupenda, indossava una tuta intera nera con tutta la schiena scoperta, che si allacciava dietro il collo e aveva uno scollo a V che arrivava fino sotto l'ombelico, da dietro si vedeva tutta la schiena nuda e una minima porzione di sedere, era chiaro non indossasse l'intimo, rossetto rosso come i tacchi e come i suoi bei capelli appena piastrati.
"Vieni qui."
Mi rimise le manette, stavolta coi polsi dietro la schiena. Prese il mio telefono e si scattò una foto, un primo piano del suo viso sorridente
"Aspettami da bravo, ti lascio questa mia foto da guardare" disse, dandomi poi un dolce bacio sulla testa.
"Grazie padroncina, ti amo tanto, buona cena"
Doveva essere circa l'una di notte quando la sentii rientrate.
"Heiii"
Le corsi incontro e mi inginocchiai davanti a lei,
Era visibilmente alticcia e aveva il rossetto tutto sbavato.
"Tutto bene mia amata?" Le chiesi
"Sisi caro... Benissimo, sono un po' ciucca, senti... Pensi di starci seduto nell'armadio?"
"Ci provo"
"Dai dai" disse liberandomi i polsi e rimettendo le manette in borsa.
Entrai dunque nell'armadio
"Bravo resta lì, non fiatare!"
La sentii uscire dalla stanza.
Rientrò poco dopo. Era con qualcuno, provai a guardare dalle spazio tra le ante, era con un ragazzo, si stavano baciando appassionatamente e lui le slacciò subito il vestito che cadde ai suoi piedi lasciandola solo con le scarpe rosse addosso. Alchè si accovacciò, si mise due dita nella topa mentre lui tirava fuori un cazzo enorme.
Erika cominciò a succhiarlo e leccarlo tutto. "Diavolo, quello sì che è un pompino" pensai, si infilava tutto il membro del ragazzo in gola e con la punta della lingua riusciva anche a leccargli le palle. Poi lui l'afferrò dai capelli e cominciò a scoparsi la sua testa facendole colare tutto il trucco. Poi la prese di peso e la lanciò letteralmente sul letto, lei solo un metro e sessanta, sotto i cinquanta Kili, lui sicuramente uno sportivo, almeno uno e ottanta dal fisico atletico. Le spalancò le gambe e cominciò a leccarla, lei si contorceva e gemeva accarezzandogli i capelli.
"Scopami!" Gli disse
Allora lui le afferò le caviglie e spinse il suo membro dentro di lei, poi si Adagiò a inombrare il suo corpicino con le gambe di lei vicino alla testa con i tacchi rossi scintillanti.
Iniziò a scoparla duramente e lei godeva tanto, finché non ebbe il primo orgasmo. Lui si sdraiò e lei sopra di lui a sessantanove, la vedevo ingoiare il suo cazzo con il naso ben ficcato nelle sue palle mentre lui le leccava avidamente il sedere, poi con una mano spingeva la testa di lei e usava l'altra per infilare le dita nel suo ano. Con uno spintone la mandò in avanti, lei appoggio i piccoli seni sul materasso e inarcò la schiena, lui l'afferrava per i fianchi, e non esitò a spingere il membro lubrificato dalla saliva di Erika nel suo culo. Cominciò ad incularla come un animale, nel suo viso un espressione di dolore e eccitazione.
"Piano!"
"Piano un cazzo piccola troia, ti sfondo il culetto" disse cominciando a sbatterla sempre più forte.
Cominciò dunque a masturbarle il clitoride mente la inculava, e lei venne, gridando, che chiunque nel BnB avrà sentito.
Io guardavo accovacciato nell' armadio. Vedere la mia dolce dea fottuta come una puttana mi spezzava il cuore, e mi sentivo in colpa a spiare ma era più forte di me.
Allora lei si accasciò prona sfinita, ma lui si sdraiò sopra di lei e infilò il pene nella sua figa di nuovo. Riprese a scoparla, le afferò i capelli e le spinse il viso contro il materasso con il suo peso, scopandola forte e facendola venire una terza volta.
Lei si rigirò supina, guardandolo, era sfinita. Lui si mise a cavalcioni sul suo piccolo petto e le spinse il pene in bocca, cominciò a scoparla in gola con vigore, quasi soffocandola, e quando fu vicino all'orgasmo le afferrò le gambe e ricominciò a scoparla nella figa, lei restò inerme con gli occhi rivoltati quando all'improvviso lui si lasciò andare ad una copiosa eiaculazione dentro di lei.
"No ma che fai?!?!" Lei lo spinse via.
Gli diede uno schiaffo in faccia
"Chi ti ha detto di venirmi dentro?!?"
"Quante storie, l'ho dato per scontato no? Pensavo prendessi la pillola"
"Vattene subito! Chiamo la polizia! dirò che mi hai ubriacato per approfittarti di me! Fuori! Muoviti!"
"Va bene va bene scusa... Mi vesto e me ne vado"
"FUORI!!!"
il ragazzo infilò velocemente i pantaloni e uscì dalla stanza.
...
"Vieni..."
Uscii dall'armadio fissandole i piedi,
"Tutto bene padroncina?"
"Si tesoro grazie... Ma quell idiota mi è venuto dentro... Facciamo così, sdraiati a terra e tieni gli occhi chiusi"
Io mi sdraiai e lei si accovacciò sulla mia bocca
"Cerca di succhiare fuori più che puoi... Domani mi compri la pillola del giorno dopo... "
Allora iniziai a succhiare lo sperma fuori dalla sua topina, cercai di succhiarne e ingoiarne il più possibile, era disgustoso, ma dovevo farlo per lei.
"Penso non si possa fare meglio di così" disse.
"Vado a sciacquarmi un po', tu metti a posto e rifai il letto ok?"
"Si mia padroncina"
Quando uscì dal bagno indossando la camicetta da notte mi riammanettò le mani alla gamba del letto e si mise sotto le coperte addormentandosi quasi subito.
Il mattino dopo ci svegliamo, andai in farmacia per lei e le diedi la pillola, la quale le diede un po' di nausea e cattivo umore, ma da bravo schiavetto l'ho accudita e coccolata dolcemente tutto il giorno portandola spesso in spalla per la città.
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