In tre, tu, io e lui
di
Klimt 7
genere
trio
Marito e moglie, io, 55, lei, 50, sposati con prole. Nell’intimita’ non ci siamo mai negati nulla, giochi, posizioni, toys e fantasie. Ecco che da tempo mentre facevamo all’amore fantasticavamo su di un terzo tra noi. Costui non aveva volto ma chiedevo a mia moglie se in quel momento avesse desiderato sentirsi riempita in tutti i buchi o se le sarebbe piaciuto sentire godere in bocca il cazzo di un altro uomo. Entrambi ci eccitavamo con questi giochi, giochi mentali. Un sabato sera, eravamo soli visto che i figli erano usciti, seduti sul divano a farci un poco di coccole, perché l’amore non è mai mancato, mi parlasti di una tua amica incontrata dal parrucchiere. Terminate le operazioni di taglio mi raccontasti che decideste di bere un caffè insieme. Così vi siete sedute ad un tavolo all’aperto e iniziaste a parlare di cose di donne. Da che estetista vai, ti depili, come ce l’hai, tuo marito come la vuole, lo smalto per le unghie che usi e tanto altro sino a che il dialogo si fece talmente privato che lei ti raccontò che il marito la trascurava e che in ragione di ciò si era data da fare attraverso altre amiche per conoscere un uomo, fidato e riservato che la facesse sentire ancora donna e desiderata. Ma dai, ti dissi io, e poi come continuò il dialogo? Fu così che lei parlò di questo uomo della nostra età che le fu presentato da questa amica. Tale Pietro, dicesti. Vedovo, purtroppo, da oltre 10 anni. Per cui, ti chiesi, la tua amica ha intavolato una relazione con questo Pietro? Si, amore, pare di sì, e mi disse che era un amante straordinario, per nulla egoista, duro e dolce allo stesso tempo. Disse anche che la faceva godere moltissimo e che ha volte le sembrava di perdere la testa dal piacere che le faceva provare. Accidenti, dissi io, fortunata la tua amica. La tua risposta a questa mia affermazione fu: sei il solito porco! Ma detto ciò ti abbracciai e ti baciai a lungo. La mia mano scivolava sulle tue gambe, le carezzava, senza fretta. Saliva su verso il tuo sesso, la tua figa, di cui sentivo il calore. In quel momento mi spingesti via e ti alzasti. Ti guardai mentre ti sfilavi gli slip e quando tornasti sul divano ti mettesti a gambe larghe, oscenamente aperte e mi dicesti: leccami, leccami la figa e fammi godere! Restai per un tempo che mi parve infinito a guardarti tanto che tu con le dita apristi le labbra della figa e mi dicesti: guarda come sono bagnata, ho la figa che fila dal piacere, vuoi deciderti a leccarla e a farmi godere? Lo ammetto e a volte mi piace fare lo stronzo e portare il gioco a livelli mentali di un coinvolgimento pazzesco. Questa era una delle volte. Mi alzai dal divano e senza staccare mai gli occhi da te, dalle tue gambe e dal tuo sesso, ti dissi di vestirti perché avevo voglia di un gelato. Sei un vero stronzo!!! Un porco!!! Ti ho offerto la figa e tu preferisci un gelato! Bastardo! Dopo avermi redarguito per bene ma senza riuscire a farmi cambiare idea ti chiesi di vestirti con un vestitino leggero e di non mettere nulla sotto. Eri furente, si vedeva. Passasti due volte nuda davanti a me aspettandoti una mia mossa porta a rifiutarti. Ti sei perfino fatta il bidè lasciando la porta del bagno aperta perché potessi vederti mentre con le dita passavi tra le labbra bagnandole con l’acqua fredda per calmare i bollori. Una volta pronta ci avviammo verso l’auto diretti al centro città. Una volta parcheggiata l’auto ci incamminammo inoltrandoci nell’isola pedonale del centro storico quando, incredibile ma vero, incontrammo la tua amica ed il suo Pietro. Come va come non va decidemmo di fermarci a mangiare un gelato insieme a loro. Ti guardavo di soppiatto cercando di rubare i tuoi sguardi verso lui che era davanti a te. Chiacchieravamo con leggerezza e mi accordi che il tuo vestito era salito, e di molto, sulle tue gambe che ora erano scoperte sino a metà coscia. Fu così che decisi in un attimo di testare la tua reazione e mi misi a fare un po’ il cascamorto con la tua amica. Conoscevo le tue reazioni e non passo molto che mi accorsi, con piacere, che ora le tue gambe non erano più accavallate ma appaiate e anche un po’ aperte. Feci cadere la tua borsa a terra e tu, non so se volutamente o meno ma penso di sì, nel raccoglierla ti girasti verso destra e ti piegasti indietro ma nel fare ciò il tuo equilibrio era precario ed apristi le gambe mettendo in mostra la tua intimità. Non perso un singolo attimo di tutto questo. Neppure Pietro che colsi in fallo mentre rimirava la tua figa nuda. Le confidenze continuarono ancora per mezz’ora circa poi noi decidemmo di rientrare a casa e salutando ci scambiammo un leggero bacio sulla guancia. Giunti a casa mi chiedesti causa del mio silenzio. Ti dissi che ora avevo voglia di te e di spogliarti perché ti volevo nuda! Un sorriso comparve sul tuo volto. Senza mai staccare gli occhi dai miei ti spigliasti sino a rimanere nuda e ti sdraiasti sul divano. Sempre coi tuoi occhi nei miei vidi la tua mano scendere verso il tuo inguine e le tue gambe aprirsi. Vieni qui, amore, dammi ciò che prima ti avevo chiesto. Dammi il piacere che anelo ormai da ore, leccami la figa, leccala perché poi ti farà godere! Mi inginocchiai tra le tue gambe e tuffai letterale la bocca sulla tua figa fradicia e rovente. Dimmi cosa vuoi che ti faccia, amore, ti chiesi. Leccala e falla sborrare, si, fammi sborrare come una troia, sono la tua troia. Quella sera mi sborrasti sulla bocca non so quante volte ma il massimo del piacere fu quando fui dentro di te, duro, fino in fondo. Fu allora che ti dissi che Pietro ti aveva visto la figa nuda mentre raccoglievi la borsa da terra e che lo avevo colto in fallo. Guardò tutto!!! Nel dirti questo ti sentii inarcare il bacino verso me, le dita dei piedi si arcuarono al massimo, sembrava che non respirassi per poi liberare il tuo piacere con un urlo!!! Eravamo lì, sul divano, entrambi nudi dopo il sesso. La tua bocca tormentava il cazzo che dicevi volevi pulire dalla sborra e intanto mi chiedevi, o meglio continuavi a chiedermi, di raccontarti per bene l’accaduto, di come lui ti aveva guardata, della sua reazione, della mia reazione al fatto. Fra una leccata e l’altra non demordevi mentre ti tenevo sulle spine. Come ha reagito lui non saprei dirti, ti dissi, ma so come ho reagito io. Ah si? E come hai reagito tu, dimmi? Non me lo aspettavo ma ti dirò che mi è venuto duro ed ho faticato per non darlo a vedere. Davvero, amore mio, ti è venuto duro mentre mi guardava la figa? Ti ripeto, non me lo aspettavo ma si, mi è venuto duro! Ho persino pensato di chiederti di venire in bagno con me e di farmi fare un pompino. Cazzo, sei un porco, marito mio, un vero porco. Da tempo fantastichiamo su questo gioco a tre e quando meno te lo aspetti può arrivare l’occasione giusta. Devo confessarti che non è stata del tutto involontaria quella scosciata così come non era involontaria la caduta della borsa. Sappi che ne ho approfittato per fargliela vedere, per fargli vedere che ero nuda sotto e che in fondo non sono una donna morigerata. Mentre parlavamo la tua mano non aveva mai lasciato il cazzo e la tua bocca ogni tanto accoglieva il glande. Vedo che parlando dell’accaduto ti sta tornando duro! Ti è piaciuto quindi vedermi fare la troia? Si, mi è piaciuto, non mi aspettavo una reazione del genere ma ora, amore, girati che voglio il culo, fatti inculare che ti sborro dentro. La serata passò così a fare all’amore e a notte fonda ci colse un sonno ristoratore. Nei giorni a venire notavo in te un certo nervosismo che pensavo fosse dovuto ai figli ma quando ti chiesi ragione di ciò fu una confessione la tua. Mi dicesti che eri tormentata dall’idea di un gioco a tre con Pietro ma che non sapevi come la pensassi veramente in merito perché non volevi passare per una poco di buono e che amavi me non lui. Ti ho aspettata, ho atteso un tuo segnale perché non volevo spingerti oltre se non ero pronta e se non lo desideravi come lo desideravo io. Lo desideravamo entrambi. Un abbraccio suggellò l’accordo. Mi dicesti che avresti pensato a tutto tu e che io avrei dovuto semplicemente attendere gli eventi. Ti dissi che per me andava bene. I giorni passarono e l’occasione si presentò a me ignaro, quando i figli decisero di passare alcuni giorni al mare dai suoceri. Mia moglie mi disse che aveva parlato con la sua amica e che questa gli aveva dato indicazioni su Pietro, su come sentirlo. Nel dirmi ciò mi confermò che la sera seguente sarebbe venuto a cena da noi. Ero sorpreso dall’intraprendenza di mia moglie visto che noi non avevamo mai approcciato un uomo ma ero desideroso di potere sperimentare una simile esperienza. Quella sera mia moglie mi chiese il permesso di uscire con la sua amica in quanto, mi disse, doveva renderla edotta di qualche pratica particolare. Il mattino dopo, il giorno della cena, eravamo entrambi in bagno quando mia moglie abbracciandomi da dietro mi chiese se ero convinto sull’incontro, che non avessi remore o domande. Nel mentre mi carezzava i capezzoli e li stringeva tra le dita. Ne sei certo, amore? E quando sarò nuda davanti a lui? E se lo bacerò con la bocca? Perché posso baciarlo, vero? Per non parlare del resto perché ad un certo punto sai bene che non sarà possibile fermarsi. Dunque cosa ne pensi? Mi girai e lei immediatamente notò che avevo il cazzo duro come il marmo. Se ne impadronì immediatamente e cominciò a segarlo lentamente. Gli succhiero’ i capezzoli e poi il cazzo, lo limonerò mentre con la mano gli farò una sega, gli prenderò la mano e gli farò sentire come mi ha fatta bagnare. Ti piace, amore? Allora feci per prenderti ma tu mi spingesti via dicendomi che dovevo aspettare. Dovetti farmi una doccia fredda per calmarmi quella mattina. Il pomeriggio lo passasti fuori casa e alla domanda del dove mi dicesti che prima la parrucchiera, poi l’estetista, mani e piedi e, ultima, depilate completamente le labbra ed il buchetto salvo un triangolo di pelo lasciato sopra la clitoride. Ormai erano le 19 ed era ora di preparare la tavola. Vieni qui, ti sentii dire. Vieni con me. Ti seguii in camera da letto. Ti vidi prendere qualcosa dalla borsa e poi girarti verso me. Stasera dovrai indossare questa, si chiama CB 3000 ed è una sorta di cintura di castità. Voglio che la indossi perché stasera voglio e desidero essere io a condurre il gioco, mi dicesti. Ti guardai trafficare e inginocchiarti davanti a me nel cercare di infilare i testicoli nell’anello, il cazzo nel fodero metallico facendo attenzione alla piccola sonda uterina che fosse ben infilata e poi chiudere con un piccolo lucchetto l’anello di serraglio. Mi guardai è un po’ mi vergognai di questo. Ma perché tutto questo, chiesi? Stasera dovrai arrivare a desiderarmi come mai ti è accaduto perché stasera io farò di tutto per farti impazzire dal piacere. Sappi che io prenderò il mio piacere, certo che lo farò, ma lo farò in funzione del tuo, amore mio. Stasera sarò una troia e tu il mio servo. Non devi godere, ti è vietato e tanto non so se riusciresti con la gabbietta che ti avvolge il cazzo impedendoti che ti venga duro. Cazzo, amore mio, così mi farai morire!! Dovrai resistere per me, fallo per me, mi rispondesti. All’ora convenuta Pietro giunse a casa nostra e da gentiluomo porto dei fiori per mia moglie. Mi sentivo imbarazzato sapendo di avere indossato la gabbietta e temevo di essere scoperto. Mia moglie, per contro, non si era risparmiata e tra calze Cervin, sandali tacco 12, vestito aderente senza reggiseno e figa coperta da un C-string, era una vera femmina che non esiterei a dire da monta. Prima di cena mi disse di non andare ad aiutarla in cucina che ci avrebbe pensato lei chiedendo aiuto a Pietro. È così fu. Più volte andò in cucina e Pietro la segui per aiutarla ed ogni volta mi chiedevo perché ci volesse più tempo. Allora una di queste volte mi alzai e guardando oltre la porta vidi lei appoggiata al lavandino e lui dietro che le stringeva il seno e la baciava sul collo. Lei inarcava la testa all’indietro mentre le sue mani correvano lungo i fianchi. Arrivati al dolce mia moglie chiese ancora a Pietro di andare in cucina con lei ad aiutarla. Pietro si alzò e si diresse verso la cucina mentre mia moglie, passandomi accanto, mi consegnò il C-string brevi mano sorridendo. E sorridendo mi disse che mi amava. Lasciai passare un paio di minuti e poi mi affacciai ancora alla porta. Lui mi era di spalle e non poteva vedermi. Stringeva mia moglie e lo vedevo spingere i fianchi verso lei per farle sentire il cazzo duro. Lei mi vide, mi sorrise e presa la testa di Pietro tra le mani inizio a limonarlo con passione. Non smetteva di guardarmi. Arrivò a farmi il segno delle corna con una mano. Vidi lui alzarle il vestito e mettere una mano tra le gambe di mia moglie che sospirava morsicandosi le labbra mentre la sditalinava. Li lascia soli con il cazzo che cominciava a farmi male costretto come era nella CB 3000. Quando tornarono in soggiorno lei era vestita con le sole calze e reggicalze. Lui le era al fianco. Lei gli disse che io desideravo provare questa esperienza e che volevo essere cornuto. Gli disse che ero d’accordo e che stasera avrei fatto il bravo. Mi sentivo umiliato da tutto ciò ma non ebbi il tempo di reagire e forse non lo volevo. Mia moglie ci prese per mano e ci porto in camera da letto dove mi indicò la poltrona e mi disse di spogliarmi nudo e poi di sedermi. Iniziai quindi a spogliarmi nel mentre loro continuarono imperterriti a baciarsi e a sospirare di piacere. Pietro quindi la fece distendere sul letto e le apri le gambe. Mise la testa fra le gambe di mia moglie e cominciò a leccarle la figa. Lei godeva a ripetizione e più godeva più mi guardava e mi diceva che ero un cornuto!!! Sei un cornuto, sei un porco cornuto!!! Guarda la tua donna come sborra sulla bocca di un uomo, guarda come la fa godere. On toccarti il cazzo, ricorda!!! È come potrei farlo, gli dissi, me lo hai chiuso in gabbia. Certo che te l’ho chiuso in gabbia, serve a farti sentire ancora più cornuto. Dopo essersi fatta leccare per bene figa e buco del culo fece girare Pietro e questi mise in bella mostra un bel cazzo duro e circonciso con una splendida cappella. Mia moglie lo prese in mano e guardandomi di disse che di lì a poco lo avrebbe preso in bocca. Vuoi che glielo prenda in bocca? Vuoi vedermi mentre gli succhio il cazzo? Guarda!!! E ti vidi prenderlo tutto nella tua bocca mentre lui con la mano ti dettava il ritmo. Ti piace guardarmi mentre glielo succhio, mentre gli passo la lingua sulla cappella? Porco, mi hai voluto così stasera, goditi tua moglie troia. Non mi hai mai vista così, vero? Detto ciò sei salita sul letto e sdraiata hai aperto le gambe verso di me e mi hai detto: ora mi faccio chiavare!!!! Contento, porco! Vieni, hai detto a Pietro, vieni che ti metto il golfo e con la bocca come fanno le troie, vieni e montami come si monta una troia. Fammi sborrare sul tuo cazzo, chiavami. Cominciò una monta che ti vide interprete principale. Inarcavi i fianchi mentre gli dicevi che lo volevi più dentro, i talloni gli premevano le reni per non farlo uscire, le unghie gli avevano segnato le spalle. Ti guardavo mentre roteavi gli occhi all’indietro presa dall’ennesimo orgasmo, mentre squirtavi, cosa mai accaduta prima, mentre bagnavi le lenzuola con il tuo piscio. Ma ecco che lui si sfila da te che resti ferma con le gambe aperte e la figa oscenamente aperta. Girati e mettiti a pecora, ti ingiunse Pietro. Tu eseguisti come fosse un ordine perentorio e non derogabile. Lui si mise dietro te e ti chiese di aprire le natiche con le mani. Siiiiii!!! Dicesti tu che capisti subito le sue intenzioni. Siiiii, lo voglio, lo voglio nel buco del culo, tutto, inculami, inculca la troia. In un baleno aiutato dal fatto che i tuoi umori ti avevano allagato è bagnato il buco del culo fu dentro di te. Ti stava inculando selvaggiamente stavolta pensando al suo piacere. Nel contempo io mi stringevo i testicoli che cominciavano a farmi male tanta era la voglia di sborrare. Fu allora che tu mi chiamasti. Vieni qui, amore, qui vicino a me. Guarda, mi dicesti, mentre con le mani divaricavi le natiche, guarda come mi sta inculando, lo vedi, lo vedi come mi sta sfondando il culo, il buco del culo. Lo vedevo mentre lo tirava fuori quasi tutto poi con un colpo lo infilava dentro mentre tu gridavi dal piacere. Lo vedi, amore, gli ho detto di togliere il goldone perché nel culo lo volevo sentire a pelle, volevo sentire bene la cappella quando passava lo sfintere. Ti piace quello che vedi? Ti piace vedere tua moglie, la madre dei tuoi figli inculata come una troia di basso rango? Toccami la figa, toccami!!! Misi allora la mano sulla figa che trovai essere un lago. Gocce della sua sborra colavano dalle labbra, filamenti scendevano. Le sue squirtate aveva bagnato tutto il lenzuolo sottostante e l’interno delle cosce era appiccicoso. Lo sentì come sono bagnata? Stasera mi hai fatto diventare una troia, anzi non solo una troia, una cagna!!! Sai che non potrò più fare a meno del cazzo di Pietro e che ti centellinerò il piacere. Potrai fare il porco con me e solo con me quando lo deciderò io e solo io, altrimenti dovrai aspettare per il tuo piacere, come stasera. Torna a sederti e guardami mentre lo prendo nel culo. Credo che Pietro continuò ancora per più di mezz’ora ad inculare mia moglie che non smetterà di godere rovesciando gli occhi ed accasciandosi sul letto ma lui non demordeva. La pompava nel culo con foga facendola gridare. Poi giunse il momento in cui lei gli disse basta, che era distrutta e di godergli nel culo. Pietro con ritrosia accettò ma si capiva che avrebbe desiderato continuare la monta. Diede tre o quattro colpi più forti poi spinse più dentro che poteva il cazzo d con un grugnito riversò nell’intestino di mia moglie la sborra che riempiva le sue palle. Mia moglie piegò le gambe verso l’alto cercando di fare entrare il cazzo di Pietro ancora di più mentre questi sborrava. Rimasero entrambi sdraiati sul letto, mia moglie a pancia in giù e Pietro sopra di lei. Quando lo tirò fuori, mia moglie mi disse che l’aveva sfondata e di controllare come le aveva conciato il culo. Mi alzai e mi avvicinai aprendole le natiche e vidi il buco del culo aperto come una caverna. Amore, me lo ha riempito tutto di sborra!!!! Dio, come mi ha fatta godere!! Nel frattempo Pietro consapevole del ruolo si era già vestito e stava defilandosi alla porta. Lo accompagnai per chiudere, nudo e con la gabbietta che mi umiliava. Tornai da mia moglie e mi sdraiai accanto a lei che mi disse che la sua amica le aveva raccontato delle capacità amatorie di Pietro ma pensava che non avesse poi mantenuto il segreto e che avesse raccontato a Pietro delle nostre intenzioni. Ma le aveva anche detto che gli avrebbe chiesto e preso tutto, dalla bocca alla figa e il culo. Ho scoperto che la sua amica da tempo con suo marito fa giochi di coppia e che qualche volta ha anche fatto la puttana per soldi nel gioco. Amore, ma ti è piaciuto guardarmi? Ti amo, fu la mia risposta. Al che, lei si girò, incurante che colava sborra dal culo, mi tolse la gabbietta e mi chiese di mettermi a pecora. Poi si mise dietro di me e presomi il cazzo in mano, sempre molle, costretto da ore di gabbietta, iniziò a mungermi intimandomi di godere così perché questo era quello che mi spettava per essermi comportato bene. Ora lei mi cornifica quando vuole con chi vuole e solo se vuole mi racconta e mi fa partecipe.
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