Il frutto della mia pancia

di
genere
incesti

Sono Silvia, 52 anni, moglie di Luca, 62, e madre di Pietro, 19 anni. Sposata da 30 anni conduco una vita agiata grazie a mio marito, dirigente di una multinazionale, che non mi fa mancare nulla se non la sua presenza visto che per impegni lavorativi è spesso richiesto in giro per il mondo. Mio figlio Pietro e’, quindi, la mia unica attenzione durante la giornata. La mia presenza è costante e lo seguo con attenzione durante gli studi e sto molto attenta alle frequentazioni. Al di fuori delle mura domestiche mi sono rimasti gli incontri e le chiacchierate con amiche coetanee, ex compagne di università o amiche aggregatesi al gruppo in seguito. Durante uno di questi pomeriggi in cui ridevamo leggere (prendete un gruppo di donne e le vedrete sempre ridere tra loro al contrario dei maschi) una di noi, tale Laura, conosciuta ed aggregata al gruppo tramite la frequentazione della stessa palestra, si lasciò’ andare ad una confidenza detta sottovoce alle presenti. Quel giorno eravamo solo in quattro a casa di Miriam e Laura disse di essere innamorata, disse proprio innamorata, di un ragazzo di nome Pietro che ha conosciuto per caso al supermercato grazie all’aiuto offertogli visto che due sacchetti si erano rotti e tutto ciò che contenevano era caduto a terra. In un battibaleno l’attenzione delle presenti era stato calamitato da Laura, dal suo racconto. Disse che questo ragazzo, questo Pietro si era offerto di aiutarla ed aveva raccolto tutto per poi accompagnarla all’auto. “Non sapevo come sdebitarmi per l’aiuto ed allora gli dissi se mi permetteva di offrigli un caffè o una bibita” disse Laura. Noi del gruppo non ci perdevamo una parola, si sa, la curiosità è femmina! Laura continuo dicendo che andarono all’interno del supermercato che aveva un bar e consumarono una bibita seduti ad un tavolino. “Ma dai!!!! E poi, vai avanti” pare dicessimo tutte in coro. Laura continuo dicendo che rimasero più di mezz’ora a chiacchierare e che alla fine gli dispiacque doverlo lasciare in quanto lo trovava molto simpatico e maturo, oltre che attraente. Disse che lui gli chiese il numero di telefono che lei gli giro immediatamente facendogli presente che poteva chiamarla solo in alcuni momenti della giornata, quando era sola a casa, senza la presenza del marito. Continuo dicendo che solo in seguito si rese conto di avere mandato mandato un segnale al ragazzo. “Dicci di lui, avanti Laura, com’è questo ragazzo!”. È alto circa un metro e ottanta, ottantacinque, moro, muscoloso. Per me ha praticato nuoto o pratica ancora. Un gran bel ragazzo” “Ma ti ha chiamata in seguito o, ancora meglio lo hai chiamato tu?” “Devo essere sincera, non mi ha chiamato, ma io ormai mi ero fatta un film e alla fine ho ceduto ed ho chiamato” “Per cui?” “Per cui da quella volta ci siamo sentiti spesso ogni giorno, anzi più volte al giorno e poco alla volta siamo diventati intimi” “Hai capito!!!” disse Miriam. Le domande fioccavano ed erano incessanti e mirate a strappare la verità a Laura e l’intimità di quel rapporto. Insomma tutte noi volevamo sapere se c’era stato qualcosa tra loro, sesso, ecco cosa volevamo sapere. “Insomma, si, siamo stati a letto dopo circa quindici giorni. Mi ha portata in un motel discreto è lontano il giusto. Io mi vergognavo perché all’entrata ho dovuto consegnare il documento ed io, cinquantaquattrenne ero con un ragazzo di diciannove! Come si dice oggi mi sentivo una cougar!!” “Per cui avete fatto sesso?” Le domande non lasciavano scampo a Laura. “Si, quel giorno, la prima volta, non mi lascio un attimo di tregua. Era mattino quando siamo entrati al motel e ne siamo usciti a pomeriggio inoltrato. Per tutto quel tempo mi ha presa e fatta godere senza ritegno. Mio marito non si cura più di me e il mio appetito era tanto. Quando mi sono rivestita ero un po’ imbarazzata dall’accaduto ma, vi assicuro, mi è passato subito tant’è che lo abbiamo fatto altre volte. Vi confesso che gli ho dato tutto di me!” “Cazzo, ma allora sei proprio troia! Vuoi dire che gli hai dato il culo?” “Ho detto tutto!!!” “Facci vedere una foto, gliela avrai fatta una foto? Oggi con il telefono si fa tutto, dai mostraci questo Pietro”. Laura prese il telefonino e cercò una foto di Pietro ed una volta trovata ce la mostro’. Era una foto presa da dietro di questo giovane ragazzo, nudo, glabro, natiche sode. Ma ciò che mi colpi immediatamente e mi fece gelare il sangue nelle vene fu un piccolo tatuaggio sulla spalla sinistra, una piccolissima aquila. Mio figlio Pietro ne aveva uno identico!!! Il pomeriggio continuò ed il bombardamento di domande non si arrestò ma io ero con la mente altrove. Non so cosa mi prese, se era gelosia o sorpresa o ancora rabbia perché Laura si era permessa di andare a letto con mio figlio. I giorni seguenti furono un misto di voli di fantasia. Mi davo dell’ egoista e mi chiedevo che diritto avevo di interferire con la vita privata, con l’intimità di mio figlio, anche se in fin dei conti di portava a letto una che poteva essere sua mamma. Ecco fu in quel momento che un campanello suonò nella mia mente. Avrei dovuto sentirlo e leggerlo come un allarme ma così non fu. In quei giorni ero presa dal preparare il festeggiamento per noi, per i nostri trent’anni di matrimonio e mio marito aveva prenotato una serata fuori solo per noi. Quel giorno ero felice e leggera. Parrucchiera, pedicure e manicure, depilazione, massaggio, non mi feci mancare nulla. A casa mi preparai con cura scegliendo cosa indossare dall’intimo sino all’abito. Ormai erano le venti ed io attendevo l’arrivo di mio marito ma in una telefonata mi annunciò che purtroppo era accaduta un fatto grave è che era già all’aeroporto pronto per partire per il Qatar. Non nascondo la mia delusione! Sono una donna e mi sono sentita gettata via! Delusa mi misi a piangere. Giravo per casa senza una meta e Pietro si accorse di ciò e mi chiese cosa era successo. Gli raccontai tutto e lui, sorridendo (che bello e dolce è il tuo sorriso) mi disse che se non avevo problemi sarebbe stato lieto di farmi da cavaliere per la sera. Mi asciugai gli occhi e lo ringraziai accettando. Mi scusai con Pietro ed andai in bagno a rifarmi il trucco. Uscita dal bagno lo presi per mano e gli dissi: “portami a cena, amore di mamma!”. Quelle sue ore a cena furono meravigliose! Pietro seppe farmi dimenticare il perché della sua presenza al posto di mio marito. Ma proprio verso la fine della cena con prepotenza mi torno’ in mente Laura. Presi alla larga l’argomento è chiesi a Pietro delle sue frequentazioni, in particole modo delle ragazze, ma lui evitò di approfondire dicendo che stava bene così. Una volta tornati a casa mi recai in soggiorno dove scelsi della musica soft che invogliava a ballare. “Pietro, ti andrebbe di ballare con tua mamma?” “Certo!” Così iniziammo a ballare. Non una parola se non che Puetro mi disse che avevo un buon profumo. Ballavo stretta a lui che mi accorsi cercava di evitare di avvicinare il bacino al mio. Però, fisicamente, noi donne ad una certa età abbiamo una sorta di prominenza ventrale che mi portò più volte e sfiorare Pietro. Fu lì che mi accorsi che Pietro stava avendo una erezione. Non so come trovai il coraggio ma mi feci più intraprendente e mi appoggiai deliberatamente sul suo ventre cogliendone e sentendo tutto il suo desiderio. Ce lo aveva duro!!!! Mi strinsi ancor di più a lui e ballavamo in silenzio. Si poteva cogliere il rumore dei nostri respiri. Fu così che ad un certo punto mi staccai da lui ma non gli lasciai i fianchi che spingevo contro di me e gli dissi “raccontami di Laura”. Lui divento’ rosso e mi chiese chi fosse questa Laura. “Quella che ti porti a letto, quella che potrebbe essere tua madre! Raccontami di lei, ti piace, ti fa godere quando fate all’amore?” “Si, mi fa godere, per me era la prima volta e lei è stata paziente e mi ha insegnato tutto” Non so da dove arrivarono le mie parole ma gli risposi “se venivi da me ti avrei insegnato io e non quella puttanella secca!” Intanto non cedevo un solo centimetro ed il mio bacino ruotava e si sfregava contro quello di mio figlio. “È per lei che ce lo hai duro? È perché pensi a lei in questo momento?” “No, mamma, non è per lei, è per te!!, Scusami!” “Non devi scusarti, sei un uomo ed è normale che alla tua età debba avere erezioni, sarebbe un guaio il contrario” “E poi oggi quando tu eri fuori casa ho visto cosa avevi preparato sul letto della vostra camera” “E cioè?” “Sai, mamma, anche Laura mi fa impazzire quando mi dice di aspettare sul letto e poi esce dal bagno in calze e reggicalze ed io ho immaginato te oggi ed anche ora che sono certo hai indossato ciò che ho visto” “Vuoi vedermi? Lo vuoi?” “Si, mamma, lo voglio”. Mi staccai da lui e gli dissi di sedersi sul divano. Tolsi la giacca del tailleur e lentamente sbottonai la camicetta. Poi feci scendere la lampo e la gonna cadde a terra. Ero lì, davanti a mio figlio con indosso solo un reggiseno alla brasiliana che sosteneva il seno lasciando scoperti i capezzoli, uno string minuscolo, un reggicalze minimale, calze 6 denari color carne e décolleté beige. Ero lì in piedi e mio figlio mi stava guardando. Stava guardando sua mamma mezza nuda. Avrei potuto rivestirmi ma tra le gambe ero un lago e il clitoride pulsava! Tra l’altro non potei non notare di come Pietro stesse stringendo con la mano il membro da sopra sopra il pantalone. Ero come in trans, mi davo della puttana, mi chiedevo come potevo essere arrivata a ciò quando Pietro si slacciò il pantalone e ne fece uscire il cazzo duro!!! Lo conosco quel cazzo, l’ho visto centinaia di volte ma mai così, duro e voglioso. Ricordo anche quando portai Pietro in ospedale per la circoncisione. Senza mai distogliere gli occhi da quella verga dura mi sfilai reggiseno e string rimanendo con solo le calze a coprire il mio corpo. Poi alzai gli occhi e dissi: “ti piace? Ti piace tua mamma nuda? Non ho più vent’anni, mi spiace per te” “Mamma, sei stupenda!!! Quante volte ti ho immaginata così e quante volte mi sono masturbato pensandoti!”. Allora mi avvicinai a Pietro e mi inginocchiai davanti a lui. Gli presi con le mani i pantaloni e li sfilai. La camicia in un attimo fu a terra. Era anche lui nudo davanti a me. Finalmente!!!! Finalmente mi dissi. Ora potrò sentirlo nella mia mano. È così feci. Allungai la mano e gli presi il cazzo. Era durissimo! Feci scorrere la mano più volte su e giù e mi accorsi che qualche goccia faceva capolino sul glande. Aveva voglia! Mentre mi bravo di questo mi resi conto che Pietro aveva allungato un braccio e stava carezzandomi il seno torturandomi i capezzoli duri. “Posso, mamma” mi chiedesti. “Vieni” ti dissi. Ti presi per mano e ti portai in camera.”Sdraiati” Tu eri disteso sul letto ed io mi misi al tuo fianco. La mano corse al tuo membro e lo stavo segando lentamente mentre con la bocca tu suggevo i capezzoli. “Ti piace, amore, ti piace la mamma?” “Prendimelo in bocca, ti prego!” “Ohhh, prendimelo in bocca! Ti ha insegnato bene la tua amante. Ora vediamo chi te lo succhia meglio!”. Detto questo senza lasciarlo dalla mano mi sono abbassata e la mia bocca lo ha avvolto tutto. Sono scesa ingoiandolo sino alla base. Poi gli ho succhiato il glande mentre lo segavo stringendolo per non farlo venire. “Che bel cazzo che hai, amore mio, sono più brava io o Laura?” “Tu, mamma, tu sei più brava!” “Ora lasciami giocare un po’, voglio gustarlo per bene nella bocca, ma tu non godere, mi raccomando, perché mamma non ha finito con te”. Mi faceva impazzire avere in bocca il cazzo di mio figlio, duro, nodoso. E intanto tra le gambe ero un lago, mi vergognavo di me. “Dimmi, Pietro, gliela hai leccata a Laura?” “Si, lo vuole sempre, vuole che la lecchi sempre” “E ti ha goduto sulla bocca?” “Si” “Vuoi leccare la figa della tua mamma?” “Siiiii”. Mi disteso sul lettone e aprii le gambe. “Leccala!!! Leccala dunque, e falla godere, senti come è bagnata!” “Laura non era bagnata come te” “Certo, perché io ti voglio!!!”. Detto questo sentii montare come una fiume in piena l’orgasmo che fu squassante!!! Non riuscivo a smettere di alzare il bacino mentre lo spingevo contro la bocca di mio figlio. Le dita dei piedi si arcuavano in un doloroso crampo dal piacere. “Bevimi, piccolo mio, bevi il piacere della mamm!”. Tempo cinque minuti per smaltire l’orgasmo che ti presi nuovamente in mano il cazzo. “Ora la mamma ti vuole dentro!” Senza indugi salii sopra mio figlio e lo guidai dentro di me. “Tutto, lo voglio tutto, lo voglio tutto nella pancia, da dove sei uscito tu, montami, porco, voglio essere la tua puttana!””Godo mamma, è bellissimo!!!” “Promettimi, prometti a mamma, che non scoperai più con quella puttana di Laura e che lo farai solo con me! Io sarò a tua disposino gnu volta che vorrai, farò ciò che vorrai e ti darò tutto di me. Sarà il nostro segreto. Ma ora, Pietro, sborrami dentro, voglio sentirti godere mentre sei dentro di me, dentro la figa della mamma! Godi, amore mio, godi”. Pietro svuotò dentro di me una quantità enorme di sborra che feci fatica a trattenere dentro. La sentivo uscire, calda, dalle labbra della figa e colarmi tra le gambe. Da quella volta mio figlio divenne il mio amante e lo è tutt’ora e tutt’ora se ho voglia di farmi montare, se ho voglia di cazzo e mio marito non c’è lo chiamò e lui mi fa godere!!!!
scritto il
2023-07-26
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