Puttana per un giorno
di
Klimt 7
genere
etero
Chi scrive è Silvia, 52 anni, 1.70 di altezza, una vita da casalinga, sposata con Luca che di anni ne ha 57. Abbiamo due figli che vivono per loro conto e durante il nostro matrimonio, 30 anni, non ci siamo fatti mancare nulla, o forse non proprio tutto, per esempio un incontro con più uomini non lo abbiamo mai fatto ne cercato. Ma la trasgressione non è mai mancata e Luca ed io eravamo e siamo sempre stati in sintonia su questo. Abbiamo scoperto che ci piace trasgredire quando siamo stati invitati da persone conosciute durante una estate al mare ad una festa privata. Era dicembre, qualche giorno prima di Natale, e nel mentre di questa festa ci siamo accorti che molti si appartavano o anche si mostravano mentre facevano l’amore. Donne anche con più uomini. Decidemmo quindi nel corso della serata di farlo su di un divano, io a cavalcioni di Luca, senza però che nessuno si approcciasse a noi. Dicevo che l’accaduto diede il via alle nostre esperienze trasgressive. Negli anni furono molte e tutte piacevoli. Non ci piace farlo spesso con altri, singoli o coppie che siano, mi solo quando incontriamo le persone giuste. Ma veniamo all’accaduto oggetto di questo racconto. Luca mi racconta che un venerdì sera, dopo una cena tra amici, decisero di recarsi tutti e quattro a Lugano e di visitare uno di quegli alberghi dove incontri donne che si prostituiscono sotto il controllo della proprietà e in un ambiente sicuro. Gli chiesi, curiosa, come fosse questo albergo. Luca disse che c’era una grande hall con poltrone e divani e molte donne, ragazze, che attendevano che gli uomini presenti le scegliessero per poi raggiungere la camera per fare sesso. Il pagamento, la transizione, avveniva prima di andare in camera e solo attraverso la proprietaria/gestore del locale. Chiesi a Luca come erano queste ragazze o donne e lui disse che io avrei fatto la mia figura. E che figura! Gli sorrisi e gli dissi che alla mia età non potevo di certo competere con delle ventenni. Non rispose ma lo vidi riflettere. Prima di coricarci, quella stessa sera, mi disse se ero certa di quell’affermazione perché aveva in mente una idea per smentirmi nei fatti. Qualche giorno dopo, infatti, dopo cena, mentre eravamo sul divano, mi disse che quella idea che aveva avuto giorni fa si sarebbe potuta realizzare ma che serviva la mia approvazione. Gli chiesi, Luca, dimmi per bene cosa hai in mente. Mi disse che nei giorni scorsi durante un pomeriggio libero da impegni si era nuovamente recato presso quell’albergo ed aveva avuto modo di parlare con la proprietaria. E di cosa avete parlato, gli chiesi. Gli ho proposto te, mi rispose. Devo dire che la cosa mi colse di sorpresa e sul momento non fui in grado di replicare. Vedi, Silvia, io credo ciecamente che tu possa dare dei punti a quelle sbarbatelle e quindi ho mostrato alla direttrice qualche tua fotografia e lei ha detto che tu potresti essere come una gallina dalle uova d’oro e che era certa che avresti stravinto il confronto e che gli uomini che frequentano l’albergo avrebbero fatto carte false per poterti incontrare. Per non dire poi del prezzo. Quale prezzo, chiedo a Luca. Non penserai che la direttrice non ne ricavi nulla, vero? Dunque, dico io, tu vorresti portarmi lì a fare la puttana? Silvia, abbiamo fatto di tutto noi due, insieme e sempre in accordo. Ciò che ti propongo stasera è di passare una giornata all’albergo e di seguire le indicazioni della direttrice. Lei mi ha detto che ha clienti che per una donna come te sarebbero disposti a pagare molto per una o due ore di sesso. Mi ha detto che si potrebbe fare giovedì e che ti vorrebbe disponibile dalle 12 alle 20. Dunque è così, vuoi che faccia la puttana? Sei un porco!!!! Si, è vero, mi piacerebbe sapere che tu quel giorno saresti stata a disposizione di uomini, di sconosciuti, che non puoi scegliere, ma che pagano per te, per il tuo corpo, e che il tuo compito è farli godere. Dunque tu mi porteresti lì e mi consegneresti alla tua amica che mi cederebbe a uomini dei quali non so nulla. Ed io dovrei spogliarmi, nuda, davanti a loro e soddisfare ogni loro richiesta. Dovrei prenderglielo in bocca per farglielo venire duro, farmi leccare la figa, toccare il buco del culo e farmi leccare le retta e succhiare i capezzoli. Magari dovrei anche baciarmi con loro, limonare lingua in bocca. Questo dovrei fare? E tu? Io passerei a prenderti alle 20.30, al termine del tuo impegno. Sei veramente un porco!!!! Vieni qu in piedi, davanti a me. Tu di alzasti e ti mettesti fronte a me. Ti slacciai di slancio i pantaloni e ciò che ne uscì fu un cazzo duro e pronto per l’uso. Eccolo il porco!!! Lo sapevo che tutto questo ti eccita. Tu vuoi che lo faccia, vero? Lo voglio, mi rispondesti. Allora ti presi il cazzo in bocca e cominciai a succhiarlo facendolo uscire e poi rientrare tutto nella bocca. Ma poi mi staccai repentinamente. Perché ti sei fermata, mi hai chiesto. Ti presi la mano e la portai tra le gambe dove trovasti la figa ormai ridotta ad un lago di piacere. La senti? Senti come sono fradicia? Sei tu che me l’hai fatta bagnare così. Quindi questo significa che accetto ma se le cose non saranno come dici tu e che non riscuoterò quel successo che tu tanto decanti ti farò pentire di questo. Tanto per cominciare non potrai toccarmi sino a giovedì sera. Giovedì mattina in auto raggiungemmo l’albergo. Erano le 10 e si doveva incontrare la direttrice. Entrammo nella hall e mi guardai intorno per capire come funzionava il tutto. In quel momento era tutto chiuso e ci recammo seguendo le indicazioni di un buttafuori nell’ufficio della direttrice. Una volta li mi spiegò come si sarebbero svolti gli incontri che aveva programmato nella giornata. Mi disse che avrei incontrato 6 uomini che si erano prenotati per me. Disse che erano persone mature, dai 45 ai 70 anni e che avrei dovuto soddisfarli sessualmente. Guardò mio marito e gli chieda se era d’accordo di andarsene e tornare dopo le 20. Luca, mio marito, si alzò e mi sfiori la guancia con un bacio. Poi lo vidi chiudere la porta dietro di se. A quel punto la direttrice mi chiese se avevo delle limitazioni o meglio, se i clienti potessero usare di me, del mio corpo, in ogni suo orifizio, se potessero godermi in bocca o fare del pissing. Quasi non avevo parole. Mio marito mi aveva davvero portato a fare la puttana!!! La direttrice mi diede degli abiti e dell’intimo da indossare dopo che mi intimo’ di spogliarmi nuda davanti a lei. Sei veramente una bella donna, invidio gli uomini che oggi ti potranno avere ma confido nel fatto che tu nei giorni a venire possa chiamarmi perché vorrei farti godere con le mie mani e la bocca se lo vorrai. Nel dirmi ciò ti avvicinasti a me che ero nuda e passasti velocemente il dito medio tra le labbra della mia figa che ormai grondava. Sei bagnata, una puttana bagnata. Si, oggi li farai morire i fortunati. Quando hai finito di vestirti vai alla camera 420 e aspetta. Andai alla camera indicata ed entrai. Mi sedetti sulla poltrona. Dopo qualche minuto sentii bussare alla porta. Mi alzai ed aprii. Mi trovai di fronte un uomo più o meno dell’età di mio marito che dopo qualche breve scambio di parole mi abbracciò e mi baciò profondamente in bocca mentre con le mani mi spogliava. Ormai ero nuda e lui mi chiese di prenderglielo in bocca. Aveva un cazzo normale, niente di particolare. Una volta duro feci per mettergli il preservativo ma lui mi fermò dicendomi che gli accordi erano a cazzo nudo con sborrata in figa. Lo accontentai e mi feci sborrare in figa. Devo dire che me ne fece dentro una discreta quantità. Neppure il tempo di sciacquarsi la figa con un bidè che ecco bussare nuovamente alla porta. I primi tre erano più o meno in copia, nulla di particolare, anche se devo dire che con il terzo ho avuto un orgasmo anche io. Il quarto mi lasciò a bocca aperta. Non era un cazzo quello che aveva tra le gambe era una proboscide. Non tanto per la lunghezza ma quanto per il diametro. Dio se era grosso. Ma in cuor mio lo volevo. Lo volevo dentro. Solo in un’altra occasione mi era capitato di avere a che fare con un cazzo per dire superdotato ma questo lo batteva alla grande. Feci di tutto per farlo venire duro compreso un 69 che mi portò a sborrare sulla bocca del cliente. Poi mi mise a pecora e seguendo le mie indicazioni piano piano mi entrò dentro, tutto in figa, fino allo coglioni. Poi iniziò la monta vera e propria. Dapprima lentamente come se sapesse che la figa stava abituandosi al cazzo e dopo sempre più forte. Questo lo pregai di non smettere, lo implorai di non fermarsi e di farmi sborrare ancora e ancora! Era divino ed io la sua puttana. Mai stata chiavata così da un uomo! Ho goduto così tanto da bagnare le lenzuola tanto colavo dalla figa. Non mi sono mai sentita così troia come in quei momenti. Mi chiedeva se mi piaceva e se volevo che si fermasse ma io ne volevo di più, ancora di più. Ad un certo punto si sfilò da me e poggiò la cappella sul buco del culo. No, ti prego, gli dissi, è troppo grosso anche se non sono vergine. Lasciami fare, mi disse, e prese a ruotare la cappella sul buco e a spingere leggermente. Fece così innumerevoli volte sino a quando si accorse che ero rilassata e fu allora che piano spinse la cappella ancora più dentro. Ormai il glande era tutto dentro. Io tremavo, non so se per la paura o per il piacere. Lui era tranquillo e muoveva il cazzo, quel bastone nodoso, piano un po’ fuori e poi dentro. Piano piano riuscì a rilassare lo sfintere e quando con un’ultima spinta lo sentii tutto dentro di me sborrai all’istante. Avevo la figa che colava. Fili di sborra penzolavano dalle grandi labbra sino al lenzuolo. Lui mi stava martellando il culo, mi stava montando il buco del culo, come fosse la figa. Non so più quante volte ho sborrato!!! Ero la sua troia, ero sua!!! Dio mio che cazzo!!! Altro che quello di Luca, avrei pagato io per averlo dentro dopo avere scoperto un tale piacere. Mi montò nel culo per circa 30 minuti dopodiché svuotò i coglioni della sborra che contenevano tutto nel culo. Mi lasciò con il culo devastato e sfondato. Quando mi lavai mi sembrava di avere una voragine. Pensai di essere una vera troia. Il quinto e il sesto entrarono insieme e questo mi sorprese. Gli chiesi cosa volevano che facessi, come volevano giocare. Mi dissero che loro amavano ke doppie ma non culo e figa ma doppia in figa e doppia in culo. Non perderò tempo e il primo dei due che nel frattempo si era seduto sul letto fece si che mi impalassi sul suo cazzo mentre gli davo la schiena. Il secondo venne di fronte a me e sollevare le gambe mi entrò in figa con il suo cazzo allargandomela a dismisura. Mai provato due cazxi in figa! Erano affiatati. Si muovevano bene ed io cominciai a sborrare nuovamente. Mai, mai mi era passato per la mente che sarei stata capace di godere così più e più volte. Poi si tolsero da dentro di me e sempre restando nella medesima posizione quelli dietro me lo mise nel culo. Subito dopo quello davanti appoggiò il cazzo sul buco del culo dove ora stava il suo compagno e lo spinse dentro di me. Non avevo aggettivi per descrivermi in quei momenti. Ero prima della più piccola parte di ritegno, ero una donna che voleva godere! Anche loro mi sborrarono nel culo come chi era venuto prima e la mia figa bagnò i loro cazzi con il suo piacere. Avevo finito e dopo una doccia ristoratrice mi rivestii e nel farlo mi soffermai ancora sulla figa e sul culo quasi a ringraziarli del piacere che ho avuto. Attraversai la hall scrutata da uomini che si chiedevano chi fossi sino all’ufficio della direttrice. Entrai e mi sorpresi di vedere Luca, mio marito, seduto ad attendermi. Luca mi chiese se era tutto a posto e la direttrice si complimentò con me dicendo che i clienti che ho avuto erano più che soddisfatti e che tutti avevamo lasciato laute mance per me. Detto ciò mi diede una busta che mi prego di aprire a casa. Ci lasciammo con la speranza, sua, che potessi ripetere l’esperienza e che lei sarebbe stata a mia disposizione qualora volessi. In auto Luca mi tempesto’ di domande chiedendomi cosa avessi fatto, come, chi erano, quanti, eccetera. Gli risposi arrivati a casa quando nudi sul letto, mentre tenevo nella mano il cazzo duro e lo segavo, gli raccontavo per filo e per segno gli eventi e per la prima volta per due volte sborro’ sulla mia mano senza che gli venisse molle e senza che io arrivassi alla fine del racconto. Dopo avere leccato la mano dalla sborra e pulito il cazzo di Kuca con la bocca andai in bagno dove aprii la busta e trovai 5000 euro e un biglietto dove c’era scritto “ti voglio mia, ti desidero, chiamami” e un numero ti telefono ed un nome, Amalia. Ma questa è un’altra storia.
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Commenti dei lettori al racconto erotico