Noi due

di
genere
trio

Siamo sempre Silvia, 55 anni, e Luca, 62. Sposati da 30 anni. Silvia e’ una splendida donna, se si può dire nonostante l’età. È ciò che le stagioni forgiano con il solo scopo di rendere una donna ancora più desiderata. La maturità l’ha resa ancora più donna, più femmina, più consapevole della sua bellezza e conscia delle sue armi per catturare un uomo e la sua attenzione. Quella sera eravamo in un club in terra francese, venerdì, serata aperta anche ai soli uomini. Ormai era notte fonda e nelle ore precedenti Silvia si era divertita a fare morire un paio di uomini che per tutta la serata le sono stati dietro sperando in un incontro sessuale. Insomma volevano chiavarla. Ma io che la conosco bene sapevo dove voleva arrivare! Li ha portati al parossismo tanto che sono arrivato a temere che al momento di lasciare il locale me la violentassero mentre andavamo all’auto. Hai ballato con ciascuno di loro due, hai sentito i loro cazzi diventare duri mentre sfregavi il tuo inguine sul loro, li hai limonati, ti sei fatta stringere tra le loro mani le tette che hai fatto uscire dal vestito, hai fatto in modo che i loro occhi spaziassero tra le gambe mostrando loro la figa, hai permesso che le loro mani arrivassero sino al luogo del piacere solo per far loro sentire quanto eri bollente. Nel corridoio ti sei fatta spingere contro la parete mentre uno di loro ti ha girato e poggiandosi a te ha iniziato a mimare una monta alla pecorina. Ti piaceva sentirlo duro, vero? Sei entrata nella dark room con loro due e ti sei fatta palpare la figa. Ancora oggi non so come hai fatto a fermarti e a non sborrare! Al banco del bar io non ero nessuno pur essendo accanto a te mentre loro continuavano imperterriti a palparti ovunque e a baciarti. Eri girata verso di me quando uno di loro due non riuscendo più a resistere tiro fuori il cazzo dal pantalone e presa la tua mano la porto su di lui. Abbassasti lo sguardo e ti sentii dire “wow!!” mentre lo stringesti. Ma subito mollasti la presa. Per farli ancora più impazzire ti sfilasti lo string proprio al bar, di fronte a me. Alzasti prima una gamba e poi l’altra mentre gli facevi superare le caviglie per consegnarmelo. Non avevo idea di chi fosse vicino a noi ma per me esistevi solo tu. Tornammo a sederci e tu eri in mezzo a loro due. Ti abbracciavano a turno e a turno ti baciavano. La tua bocca si apriva e vedevo la lingua saettare nelle loro bocche. Sempre a turno mi rendevo conto che ti sditalinavano e che ti piaceva visto che inarcavi la schiena sospirando mentre fermavi le loro braccia protese tra le gambe. Ormai era notte fonda e presi i soprabiti ci avviammo verso l’auto. “Cazzo, amore, non avrei mai pensato che potesse intrigarmi così tanto fare la troia!!! Non sono mai stata così bagnata!!” “Ti è piaciuto quindi è vorresti rifarlo?” “Certo, quando vuoi! Mi è costata molta fatica non andare oltre. Credo che tu lo abbia capito e visto. Non ho mai sborrato, gli sono arrivata vicino, questo si, ma mai arrivata. Spero che tu abbia apprezzato” “Ho visto e ho sperato che tu ti lasciassi andare ma ti confesso che mi hai fatto morire comportandoti così” “Ho fatto la troia! Ti è piaciuto? Mi hanno toccata ovunque, palpata ovunque, mi sono fatta fare anche un ditalino da uno dei due che stava torturandomi la clitoride ma sono riuscita, non so come, a fermarlo un attimo prima che gli venissi sulla mano. E poi, devo dire che ho provato un piacere profondo e diverso guardarti mentre limonavo con loro. Mentre mi baciavano e giocavo con le loro lingue.” “Amore, ho il cazzo che mi fa male chiuso nella gabbietta. Liberalo per favore!” “ Non ora, ora voglio che tu mi dica che mi porterai ancora, che lascerai che ti metta la gabbietta, che mi guarderai” “Ti porterò quando vorrai e so già cosa farai!” “Sai cosa farò? Ma certo che lo sai! Sai che non mi fermerò stavolta, che andrò fino in fondo, che tu vedrai tua moglie montata e chiavata da qualcuno che non sei tu e guai se oserai disturbarmi mentre sborrero’ sul cazzo di lui. Hai capito?” “Si, amore, ho capito”. Saliamo in auto e le tue mani mi aprono il pantalone. Lo abbasso ed ecco per il cazzo e’ in bella mostra. Quello che si può chiamare cazzo visto che era costretto nella gabbietta d’acciaio e che le sue spire ne inibivano la crescita creandomi molto dolore. “Guardalo, guardalo come cerca di diventare duro ma non può, vero, non può chiuso com’è dentro le spire”. Abbassasti la testa e lo prendesti in bocca cercando di farmi un pompino. “Dio, così mi uccidi!!! Come pensi mi senta chiuso così e con te che fai di tutto per farmelo venire duro?” “È quello che voglio, devi soffrire perché so che ti piace immaginare tua moglie che fa la troia! Stasera non lo hai solo immaginato ma lo hai visto, ed era la prima volta! Immagina la prossima, immagina di guardare mentre non potrai toccarti un cazzo duro che entra dentro di me, che mi riempie, che mi fa godere. Te lo dirò, amore, lo sai? Ti dirò quando sborrero’ sul cazzo e ti dirò quello che sarai diventato: un cornuto!!!”. Nel sentirti dire così non so come sia potuto accadere ma pur costretto dentro la gabbietta arrivai all’orgasmo sborrando senza toccarmi. “Stai sborrando, cornuto, sappi che la prossima volta può essere che mi faccia montare da più di due uomini, che voglia darla via per soddisfare il mio piacere e per essere troia fino in fondo. E, poi, c’è anche il culo, come ben sai, che ha bisogno anche lui di cazzo” “ Sei una troia, amore, ma ti amo”.
Così fu che le volte seguenti la mia parte si limitò a guardarti mentre ti facevi montare. Ricordo quando durante una pausa venisti da me e mi dicesti: “toccami la figa e senti quanto e piena di sborra!”
scritto il
2022-08-10
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