La nave per la Sardegna
di
Ricky77
genere
esibizionismo
PARTE 1:
Era un viaggio programmato da tempo
Sarei partito insieme a mia cognata il venerdì sera da Genova con la Nave
direzione Bosa in Sardegna.
Stavo accompagnandola in questo suo cambio di vita, le macchine entrambe stipate all'inverosimile.
Andava in Sardegna per cambiare vita, aveva già trovato un lavoro.
Mia cognata era una ragazza mora dagli occhi profondi color nocciola.
Avevamo sempre avuto un bellissimo rapporto, quasi come fratelli ed entrambi conoscevamo quasi tutto l'uno dell'altra.
Arrivati al porto verso le 20:00 ci siamo imbarcati subito ed essendo inizio Primavera c'era pochissima gente, molti camionisti e qualche famiglia.
Saliti sul ponte principale e non avendo preso la cabina ci siamo messi sui divanetti del bar.
Trovato uno spazio per starci entrambi l'occhio é scappato subito su una ragazza seduta di fronte a noi, anche lei pronta a passare la notte lì.
É bastato veramente poco per attaccare bottone con mia cognata.
Si chiamava Silvia e stava andando a fare un colloquio di lavoro a Sassari per poter anche lei cambiare vita.
Ci ha chiesto se fossimo parenti o amici, aveva notato che non ci comportavano da coppia.
E quando le abbiamo spiegato il motivo del viaggio ha subito cambiato atteggiamento nei miei confronti.
Silvia era castana con gli occhiali, due bellissimi occhi scuri tanto grandi quanto vivi e brillanti.
Un bel fisico, una terza piena di seno e un viso dolcissimo.
Ma il culo era la cosa che più di tutto
risaltava...
Era veramente ben proporzionato.
La serata passo veloce, alla fine si mise vicino a noi.
Notai che per tutto il tempo mi cercasse con lo sguardo, quasi a volermi far capire qualcosa.
Ad un certo punto ci chiese se potevamo curarle le cose mentre andava a cambiarsi e sciacquarsi per la notte nel bagno.
Valentina prese la palla al balzo e andò con lei, mentre io rimanevo a curare le nostre cose.
Nell'intero salone eravamo noi 3 e altre 2 coppie in totale, praticamente nessuno.
Il salone era molto ampio e coi divanetti ben distribuiti, quindi ognuno parecchio lontano dagli altri.
Tornate dal bagno notai che Silvia indossava una tuta abbastanza aderente, soprattutto sulle gambe e il culo risaltava parecchio.
Talmente aderenti da notare che probabilmente le mancavano le mutande o erano talmente fini da non lasciare nessun tipo di segno.
O meglio il segno che si vedeva chiarente era quello della sua figa, un taglio quasi netto.
La maglietta faceva risaltare il capezzolo soprattutto quando si mise a fare quella specie di letto improvvisato.
Eravamo molto stanchi tra viaggio e lavoro e Valentina si era sdraiata prendendo sonno quasi subito.
Io e Silvia ci spostammo di qualche divanetto più in là per non disturbarla.
Come capita quasi sempre quando si trova affinità con una persona siamo finiti a parlare di sesso.
Mi ha detto che lei era una persona molto accondiscendente sessualmente, che le piaceva sentirsi usata soprattutto in ambito sessuale, con la persona giusta si sarebbe fatta usare completamente.
La sua affermazione precisa per spiegarmelo é stata "mi sento una geisha e come tale vorrei comportarmi”.
Mi raccontò delle sue esperienze e di cosa andasse cercando, del suo passato e delle sue fantasie sessuali.
Il tempo passava e mettendosi comoda si mise di fronte a me con le gambe incrociate, a mo di posizione yoga.
Notai subito i pantaloni aderire alla sua figa e rilevare le sue grandi labbra ben delineate, sembravano molto carnose.
Mi avevano ipnotizzato e la mia testa non pensava ad altro che alla possibilità di toccarla, leccarla, infilarci le dita, il mio cazzo, assaporarla.
Credo si sia accorta quasi subito che abbassavo gli occhi e la cosa deve averla eccitata e parecchio.
Gli raccontai della mia vita, della mia passione per l'erotismo e la trasgressione.
Le raccontai le mie fantasie vissute e quelle che invece non avevo ancora provato.
Le dissi che avevo scritto dei racconti erotici amatoriali e che a detta delle persone con cui ero stato ero molto bravo con la lingua e che a letto non ero mai banale soprattutto nel realizzare le perversioni che mi venivano chieste.
Mi chiese se poteva leggere qualcosa e
gli passai il mio tablet dove scrivevo.
La speranza era quella di farla eccitare e magari vista la sua predisposizione a farsi usare, dominarla.
Non ci volle molto che il mio desiderio si materializzó proprio davanti a me.
Ora che era impegnata a leggere potevo fissare il mio sguardo a squadrarla, a cercare di notare i dettagli che prima non potevo vedere.
E concentrandomi sulla sua figa notai che il suo pigiama iniziò a scurirsi in mezzo alle gambe, prima un leggero alone proprio in mezzo… si stava pian piano bagnando.
Divenne impossibile non rimanere impietrito davanti ad una cosa tanto eccitante quando trasgressiva, alla fine ci conoscevamo da meno di 2 ore ed eravamo nel mezzo di una nave passeggeri.
Potrebbe sembrare strano ma gli vidi la figa pulsare leggermente, e i pantaloni diventavano a lei sempre più scuri e bagnati e a me sempre più gonfi.
Credo di essere rimasto a fissare quello splendido effetto per almeno 5 minuti, si espandeva piano piano era ipnotica.
L’effetto bagnato iniziava a far trasparire la sua pelle, i pantaloni aderenti fecero il resto.
Ora era delineata, ed ebbi la conferma che non aveva le mutande, era come avere un quadro definito davanti agli occhi.
La sua figa oltre a bagnarsi si era leggermente dilatata, lo si vedeva chiaramente insieme al clitoride che dai pantaloni ora si vedeva nitidamente.
Quell’immagine si impresse nella mia testa come una stampa su un foglio vergine, l’immaginazione produceva situazioni ideali alla velocità della luce.
Nella mia testa era già stata “USATA” come meglio credevo.
L’unica certezza che avevo era che i miei racconti avevano fatto colpo.
Alzai lo sguardo quasi istintivamente come se mi sentissi osservato, e così era.
Mi stava guardando, e stava sorridendo.
Diventai rosso, non tanto per la vergogna di aver capito che mi aveva colto in fragrante ma perché non mi aspettavo quel sorriso di compiacimento.
Riuscii a dire solamente “credo ti sia piaciuto, ne sono quasi certo”…
Scoppiò a ridere, “da come mi stavi guardando credo che anche a te sia piaciuto”
Aveva colpito nel segno…
Si guardò in mezzo alle gambe “purtroppo quando mi eccito come puoi vedere non riesco a trattenermi”
Si guardò intorno, non c’era anima viva.
Si infilò la mano nelle mutande e mi mise le dita davanti alla faccia “annusa assaggia e dimmi se non è buona”
Mi avvicinai prima annusando, poi presi la sua mano e me la infilai in bocca.
Le dita erano bagnatissime, aveva un odore dolce e il sapore di mandorla.
Non le diedi il tempo di capire cosa stava per succederle, mi slacciai i bottoni dei pantaloni le presi la testa con foga e la tirai a me.
“Visto che ti piace essere USATA adesso farai quello che voglio io”
Non fece alcuna resistenza, se lo fece scivolare in bocca in modo naturale.
La bocca era calda e accogliente.
Le sue labbra arrivarono a prenderlo tutto fino in gola.
La mia mano la teneva ferma, “adesso vediamo quanto resisti senza muoverti”
Se fosse passato qualcuno in quel momento si sarebbe trovato quella scena davanti agli occhi.
E la cosa era estremamente eccitante.
Le presi i capelli la allontanai, volevo guardarla in faccia.
Alzo gli occhi quasi a sfidarmi, come a dire che non aveva paura…anzi
Qualcosa scattò in me in quel momento, tutte le mie insicurezze tutte le mie titubanze sparirono.
Vidi un angolo abbastanza appartato, la presi per il polso e la tirai là.
Feci in modo di averla davanti a me con le spalle rivolte verso l’unico posto da cui potevamo essere visti.
Mi inginocchiai davanti a lei poggia le mani sul suo culo e la tirai a me.
“non voglio sentire il minimo rumore da parte tua. Stai ferma e lasciami fare senza fiatare”
Le mie labbra sprofondarono in mezzo alle sue gambe assaporando quel tessuto intriso dei suoi umori.
La lingua si insinuo tra le sue labbra, sentivo ogni centimetro della sua pelle come se fosse svestita.
Sentii nettamente una piccola pulsazione provenire dalle grandi labbra, con gli occhi cercai di guardarla.
Appoggio le sue mani sulla mia nuca, inarco leggermente le gambe e mi schiacciò letteralmente sulla sua figa.
Cercai il suo clitoride con la lingua, allargai la bocca con l’intento di riuscire a prenderla tutta in bocca.
Anche attraverso il tessuto era bagnatissima, la sua figa era calda e sapeva di sesso.
La mano semi aperta si spostò dal culo alla sua figa tra i due buchi.
Mentre gliela leccavo il pollice andò a cercare il buco e iniziò a premere.
L’elasticità del tessuto permise al pollice di entrare qualche cm, di riflesso piegò le ginocchia come a volerlo far entrare a forza.
Sentivo il suo liquido seminale uscire copiosamente dalla figa, la macchia sui pantaloni ne era la conferma e si era espansa fino ad arrivare all’interno cosce.
Usavo la mano come se fosse una sega, la muovevo avanti e indietro sfregando l’indice tra i suoi buchi stuzzicandole il culo e il pollice che entrava e usciva per quanto permesso dall’elasticità dei pantaloni.
Le piaceva e si vedeva, tanto da emettere un leggero mugolio, cosa che gli avevo espressamente vietato di fare.
Mi fermai appena lo sentii di colpo.
Anche lei si accorse subito di aver sgarrato, e mi guardò con uno sguardo di sottomissione, quasi a non vedere l’ora di essere punita.
Mi alzai andando dove avevo le mie cose, per fortuna avevo portato lo zaino del lavoro.
Aprii la tasca frontale presi quello che mi serviva e tornai da Silvia che era rimasta immobile ad aspettarmi così come l’avevo lasciata.
Notai che aveva metà culo completamente bagnato e si vedeva.
Mi rimisi in ginocchio davanti a lei.
“ti avevo detto di stare in silenzio, ora dovrò punirti”
Mi guardava attraverso gli occhiali in silenzio cercando di capire cosa avessi in mano.
Con due dita presi il lembo di tessuto adiacente al buco della sua figa, lo tirai leggermente verso il basso.
Tagliai con le forbici giusto il tessuto necessario a farci passare un dito.
Feci la stessa cosa dove aveva il clitoride, ma in quel caso ne tagliai un po' di più.
“adesso dovrai rimanere ferma in piedi e potrai parlare solo se te lo dirò io ok?”
Il cenno che fece con la testa mi diede conferma che aveva capito.
Il pollice si insinuo tra le sue Grandi labbra, era fradicia…
Aveva una figa morbidissima e ben definita, cercai il clitoride che trovai senza troppi problemi.
Ci giocai in modo leggero con dei movimenti rotatori ma senza essere troppo rude.
Si stava mordendo il labbro cercando in tutti i modi di contenersi, gli occhi erano puntati in basso a guardare quello che stavo facendo.
La bocca si apriva per il piacere ma stava attenta a non emettere nessun tipo di suono.
La mano si spostò verso il basso e come prima il pollice arrivo al capezzale del suo buco.
Puntato verso l’altro anziché spingerlo dentro iniziai a muoverlo leggermente su e giù ma senza mai entrare.
Vidi la sua pancia contrarsi per il piacere e per la voglia di essere penetrata.
Glielo ripetei “faccio quello che voglio e tu non devi fare nessun rumore chiaro?”
Mi avvicinai con le labbra sul suo clitoride baciandoglielo a stampo, i baci si fecero più intensi fino ad avere le labbra affogate nella sua figa.
Ho sempre avuto delle labbra morbide e calde, erano uno dei miei punti di forza con le ragazze.
Aprii la bocca e succhiai all’interno il suo clitoride, delicatamente.
Nessuno poteva capire cosa stava accadendo passando, avrebbero visto il mezzo busto di una ragazza che sporgeva dai divanetti.
Si porto la mano davanti alla bocca socchiudendo gli occhi per non godere.
Il dito entro senza problemi nella sua fica bagnata fino in fondo.
Come un qualsiasi dildo motorizzato facevo su e giù variando la velocità e la profondità.
Sentivo attraverso la sua figa e i suoi movimenti che godeva come una Troia.
Ma nel momento esatto in cui i suoi spasmi si stavano facendo più intensi e l’orgasmo sarebbe probabilmente arrivato che successe l’inaspettato….
Era un viaggio programmato da tempo
Sarei partito insieme a mia cognata il venerdì sera da Genova con la Nave
direzione Bosa in Sardegna.
Stavo accompagnandola in questo suo cambio di vita, le macchine entrambe stipate all'inverosimile.
Andava in Sardegna per cambiare vita, aveva già trovato un lavoro.
Mia cognata era una ragazza mora dagli occhi profondi color nocciola.
Avevamo sempre avuto un bellissimo rapporto, quasi come fratelli ed entrambi conoscevamo quasi tutto l'uno dell'altra.
Arrivati al porto verso le 20:00 ci siamo imbarcati subito ed essendo inizio Primavera c'era pochissima gente, molti camionisti e qualche famiglia.
Saliti sul ponte principale e non avendo preso la cabina ci siamo messi sui divanetti del bar.
Trovato uno spazio per starci entrambi l'occhio é scappato subito su una ragazza seduta di fronte a noi, anche lei pronta a passare la notte lì.
É bastato veramente poco per attaccare bottone con mia cognata.
Si chiamava Silvia e stava andando a fare un colloquio di lavoro a Sassari per poter anche lei cambiare vita.
Ci ha chiesto se fossimo parenti o amici, aveva notato che non ci comportavano da coppia.
E quando le abbiamo spiegato il motivo del viaggio ha subito cambiato atteggiamento nei miei confronti.
Silvia era castana con gli occhiali, due bellissimi occhi scuri tanto grandi quanto vivi e brillanti.
Un bel fisico, una terza piena di seno e un viso dolcissimo.
Ma il culo era la cosa che più di tutto
risaltava...
Era veramente ben proporzionato.
La serata passo veloce, alla fine si mise vicino a noi.
Notai che per tutto il tempo mi cercasse con lo sguardo, quasi a volermi far capire qualcosa.
Ad un certo punto ci chiese se potevamo curarle le cose mentre andava a cambiarsi e sciacquarsi per la notte nel bagno.
Valentina prese la palla al balzo e andò con lei, mentre io rimanevo a curare le nostre cose.
Nell'intero salone eravamo noi 3 e altre 2 coppie in totale, praticamente nessuno.
Il salone era molto ampio e coi divanetti ben distribuiti, quindi ognuno parecchio lontano dagli altri.
Tornate dal bagno notai che Silvia indossava una tuta abbastanza aderente, soprattutto sulle gambe e il culo risaltava parecchio.
Talmente aderenti da notare che probabilmente le mancavano le mutande o erano talmente fini da non lasciare nessun tipo di segno.
O meglio il segno che si vedeva chiarente era quello della sua figa, un taglio quasi netto.
La maglietta faceva risaltare il capezzolo soprattutto quando si mise a fare quella specie di letto improvvisato.
Eravamo molto stanchi tra viaggio e lavoro e Valentina si era sdraiata prendendo sonno quasi subito.
Io e Silvia ci spostammo di qualche divanetto più in là per non disturbarla.
Come capita quasi sempre quando si trova affinità con una persona siamo finiti a parlare di sesso.
Mi ha detto che lei era una persona molto accondiscendente sessualmente, che le piaceva sentirsi usata soprattutto in ambito sessuale, con la persona giusta si sarebbe fatta usare completamente.
La sua affermazione precisa per spiegarmelo é stata "mi sento una geisha e come tale vorrei comportarmi”.
Mi raccontò delle sue esperienze e di cosa andasse cercando, del suo passato e delle sue fantasie sessuali.
Il tempo passava e mettendosi comoda si mise di fronte a me con le gambe incrociate, a mo di posizione yoga.
Notai subito i pantaloni aderire alla sua figa e rilevare le sue grandi labbra ben delineate, sembravano molto carnose.
Mi avevano ipnotizzato e la mia testa non pensava ad altro che alla possibilità di toccarla, leccarla, infilarci le dita, il mio cazzo, assaporarla.
Credo si sia accorta quasi subito che abbassavo gli occhi e la cosa deve averla eccitata e parecchio.
Gli raccontai della mia vita, della mia passione per l'erotismo e la trasgressione.
Le raccontai le mie fantasie vissute e quelle che invece non avevo ancora provato.
Le dissi che avevo scritto dei racconti erotici amatoriali e che a detta delle persone con cui ero stato ero molto bravo con la lingua e che a letto non ero mai banale soprattutto nel realizzare le perversioni che mi venivano chieste.
Mi chiese se poteva leggere qualcosa e
gli passai il mio tablet dove scrivevo.
La speranza era quella di farla eccitare e magari vista la sua predisposizione a farsi usare, dominarla.
Non ci volle molto che il mio desiderio si materializzó proprio davanti a me.
Ora che era impegnata a leggere potevo fissare il mio sguardo a squadrarla, a cercare di notare i dettagli che prima non potevo vedere.
E concentrandomi sulla sua figa notai che il suo pigiama iniziò a scurirsi in mezzo alle gambe, prima un leggero alone proprio in mezzo… si stava pian piano bagnando.
Divenne impossibile non rimanere impietrito davanti ad una cosa tanto eccitante quando trasgressiva, alla fine ci conoscevamo da meno di 2 ore ed eravamo nel mezzo di una nave passeggeri.
Potrebbe sembrare strano ma gli vidi la figa pulsare leggermente, e i pantaloni diventavano a lei sempre più scuri e bagnati e a me sempre più gonfi.
Credo di essere rimasto a fissare quello splendido effetto per almeno 5 minuti, si espandeva piano piano era ipnotica.
L’effetto bagnato iniziava a far trasparire la sua pelle, i pantaloni aderenti fecero il resto.
Ora era delineata, ed ebbi la conferma che non aveva le mutande, era come avere un quadro definito davanti agli occhi.
La sua figa oltre a bagnarsi si era leggermente dilatata, lo si vedeva chiaramente insieme al clitoride che dai pantaloni ora si vedeva nitidamente.
Quell’immagine si impresse nella mia testa come una stampa su un foglio vergine, l’immaginazione produceva situazioni ideali alla velocità della luce.
Nella mia testa era già stata “USATA” come meglio credevo.
L’unica certezza che avevo era che i miei racconti avevano fatto colpo.
Alzai lo sguardo quasi istintivamente come se mi sentissi osservato, e così era.
Mi stava guardando, e stava sorridendo.
Diventai rosso, non tanto per la vergogna di aver capito che mi aveva colto in fragrante ma perché non mi aspettavo quel sorriso di compiacimento.
Riuscii a dire solamente “credo ti sia piaciuto, ne sono quasi certo”…
Scoppiò a ridere, “da come mi stavi guardando credo che anche a te sia piaciuto”
Aveva colpito nel segno…
Si guardò in mezzo alle gambe “purtroppo quando mi eccito come puoi vedere non riesco a trattenermi”
Si guardò intorno, non c’era anima viva.
Si infilò la mano nelle mutande e mi mise le dita davanti alla faccia “annusa assaggia e dimmi se non è buona”
Mi avvicinai prima annusando, poi presi la sua mano e me la infilai in bocca.
Le dita erano bagnatissime, aveva un odore dolce e il sapore di mandorla.
Non le diedi il tempo di capire cosa stava per succederle, mi slacciai i bottoni dei pantaloni le presi la testa con foga e la tirai a me.
“Visto che ti piace essere USATA adesso farai quello che voglio io”
Non fece alcuna resistenza, se lo fece scivolare in bocca in modo naturale.
La bocca era calda e accogliente.
Le sue labbra arrivarono a prenderlo tutto fino in gola.
La mia mano la teneva ferma, “adesso vediamo quanto resisti senza muoverti”
Se fosse passato qualcuno in quel momento si sarebbe trovato quella scena davanti agli occhi.
E la cosa era estremamente eccitante.
Le presi i capelli la allontanai, volevo guardarla in faccia.
Alzo gli occhi quasi a sfidarmi, come a dire che non aveva paura…anzi
Qualcosa scattò in me in quel momento, tutte le mie insicurezze tutte le mie titubanze sparirono.
Vidi un angolo abbastanza appartato, la presi per il polso e la tirai là.
Feci in modo di averla davanti a me con le spalle rivolte verso l’unico posto da cui potevamo essere visti.
Mi inginocchiai davanti a lei poggia le mani sul suo culo e la tirai a me.
“non voglio sentire il minimo rumore da parte tua. Stai ferma e lasciami fare senza fiatare”
Le mie labbra sprofondarono in mezzo alle sue gambe assaporando quel tessuto intriso dei suoi umori.
La lingua si insinuo tra le sue labbra, sentivo ogni centimetro della sua pelle come se fosse svestita.
Sentii nettamente una piccola pulsazione provenire dalle grandi labbra, con gli occhi cercai di guardarla.
Appoggio le sue mani sulla mia nuca, inarco leggermente le gambe e mi schiacciò letteralmente sulla sua figa.
Cercai il suo clitoride con la lingua, allargai la bocca con l’intento di riuscire a prenderla tutta in bocca.
Anche attraverso il tessuto era bagnatissima, la sua figa era calda e sapeva di sesso.
La mano semi aperta si spostò dal culo alla sua figa tra i due buchi.
Mentre gliela leccavo il pollice andò a cercare il buco e iniziò a premere.
L’elasticità del tessuto permise al pollice di entrare qualche cm, di riflesso piegò le ginocchia come a volerlo far entrare a forza.
Sentivo il suo liquido seminale uscire copiosamente dalla figa, la macchia sui pantaloni ne era la conferma e si era espansa fino ad arrivare all’interno cosce.
Usavo la mano come se fosse una sega, la muovevo avanti e indietro sfregando l’indice tra i suoi buchi stuzzicandole il culo e il pollice che entrava e usciva per quanto permesso dall’elasticità dei pantaloni.
Le piaceva e si vedeva, tanto da emettere un leggero mugolio, cosa che gli avevo espressamente vietato di fare.
Mi fermai appena lo sentii di colpo.
Anche lei si accorse subito di aver sgarrato, e mi guardò con uno sguardo di sottomissione, quasi a non vedere l’ora di essere punita.
Mi alzai andando dove avevo le mie cose, per fortuna avevo portato lo zaino del lavoro.
Aprii la tasca frontale presi quello che mi serviva e tornai da Silvia che era rimasta immobile ad aspettarmi così come l’avevo lasciata.
Notai che aveva metà culo completamente bagnato e si vedeva.
Mi rimisi in ginocchio davanti a lei.
“ti avevo detto di stare in silenzio, ora dovrò punirti”
Mi guardava attraverso gli occhiali in silenzio cercando di capire cosa avessi in mano.
Con due dita presi il lembo di tessuto adiacente al buco della sua figa, lo tirai leggermente verso il basso.
Tagliai con le forbici giusto il tessuto necessario a farci passare un dito.
Feci la stessa cosa dove aveva il clitoride, ma in quel caso ne tagliai un po' di più.
“adesso dovrai rimanere ferma in piedi e potrai parlare solo se te lo dirò io ok?”
Il cenno che fece con la testa mi diede conferma che aveva capito.
Il pollice si insinuo tra le sue Grandi labbra, era fradicia…
Aveva una figa morbidissima e ben definita, cercai il clitoride che trovai senza troppi problemi.
Ci giocai in modo leggero con dei movimenti rotatori ma senza essere troppo rude.
Si stava mordendo il labbro cercando in tutti i modi di contenersi, gli occhi erano puntati in basso a guardare quello che stavo facendo.
La bocca si apriva per il piacere ma stava attenta a non emettere nessun tipo di suono.
La mano si spostò verso il basso e come prima il pollice arrivo al capezzale del suo buco.
Puntato verso l’altro anziché spingerlo dentro iniziai a muoverlo leggermente su e giù ma senza mai entrare.
Vidi la sua pancia contrarsi per il piacere e per la voglia di essere penetrata.
Glielo ripetei “faccio quello che voglio e tu non devi fare nessun rumore chiaro?”
Mi avvicinai con le labbra sul suo clitoride baciandoglielo a stampo, i baci si fecero più intensi fino ad avere le labbra affogate nella sua figa.
Ho sempre avuto delle labbra morbide e calde, erano uno dei miei punti di forza con le ragazze.
Aprii la bocca e succhiai all’interno il suo clitoride, delicatamente.
Nessuno poteva capire cosa stava accadendo passando, avrebbero visto il mezzo busto di una ragazza che sporgeva dai divanetti.
Si porto la mano davanti alla bocca socchiudendo gli occhi per non godere.
Il dito entro senza problemi nella sua fica bagnata fino in fondo.
Come un qualsiasi dildo motorizzato facevo su e giù variando la velocità e la profondità.
Sentivo attraverso la sua figa e i suoi movimenti che godeva come una Troia.
Ma nel momento esatto in cui i suoi spasmi si stavano facendo più intensi e l’orgasmo sarebbe probabilmente arrivato che successe l’inaspettato….
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