Nudista senza speranza III
di
Sunflower
genere
dominazione
Sono a lavoro, questa mattina ho iniziato prima verso le 7:30, mi gira un po' la testa e mi sento accaldata. Spero non sia una giornata faticosa. Dietro mi sono portata una tachipirina, vado in bagno a lavoro e ne prendo una. Intanto i sintomi mi passano e torno a lavoro. La giornata sfila fortunatamente dopo l'orario di punta in negozio non c'erano molti clienti e posso tornare a fare la cagna a casa. Entro in casa e mi fiondo a indossare il collare poi mi spoglio e mi metto a quattro zampe. Finalmente libera! L'effetto della tachipirina sta svanendo e il calore aumenta intanto marco arriva e io vado a salutarlo, poi mi strofino sulle sue gambe. 《Guarda cosa ti ho comprato cagnolina?》, mi fa così mosttandomi una borsa dalla quale tira fuori una nuova frusta, adoro essere frustata, voglio essere addestrata ancora di più, puniscimi padrone. Abbasso la faccia tenendo il culo il più in alto possibile e scodinzolo. 《E va bene cagna ma quando ti colpisco devi abbaiare》 《woof》 così Marco mi ha frustato per 10 minuti e io ho abbaiato per 10 minuti poi sono crollata a terra. Mi sono svegliata completamente nuda con solo il collare nel letto di marco. Eccolo che arriva, mi sta portando il pranzo, oggi mangerò come un umana.《 ti senti meglio,adesso?》 《Sì perchè cos'è successo?》 《Hai l'influenza, dammi il collare che in questi giorni non ti servirà》 Siamo tutte due nudi e seduti, gli fermo la mano e gli dico,《 sono la tua cagna,il collare lo terrò, è la prova che ti appartengo》. È sera e questa è la mia prima cena da umana in questa casa, cucina Marco che mi ha proibito di fare qualunque cosa in casa, oggi non sono andata a lavoro e gli antibiotici iniziano a farsi sentire. Ha preparato la pasta e comunque sono già eccitata, siamo nudi uno di fronte all'altra, sento umido in mezzo alle cosce mi sento calda e mi sento svenire. Mi risveglio una mezz'oretta dopo, sono nuda sdraiata nel letto di Marco, perlomeno mi ha lasciato il collare come gli avevo chiesto, dopo poco arriva con un bicchiere d'acqua effervescente, 《tieni, bevi questo starai meglio》, lo bevo, mi piace essere coccolata così, lo afferro e tirò a me quel suo corpo nudo con quel cazzo sempre in tiro. Subito la testa mi passa, adesso voglio solo quel cazzo, lo lecco poi me lo infilo in bocca, poi lo spingo sul letto e gli sventolo la mia fica davanti al naso, lui afferra e inizia a leccarmela mentre io glielo lecco. 《Scopami!!! Scopami!!!》, gli grido così mi gira e me lo infila nella fica e io godo come una pazza. 《Non devi affaticarti troppo》, dice lui e si stacca, 《sono il tuo padrone e devo assicurarmi il meglio per te》. 《Va bene》,rispondo un po'imbronciata e poi me ne ritorno sotto le coperte. Voglio guarire, voglio tornare ad abbaiare, voglio tornare a zampettare carponi, mugolare, strofinarmi la fica in terra e pisciare nella lettiera, dormire nella cuccia. Oggi è anche peggio di ieri la febbre non vuole scendere e ho passato tutta la giornata nel letto. Finalmente dopo una settimana sto meglio, sono ritornata a camminare a quattro zampe e abbaio a Marco per le varie cose di cui ho bisogno. Oggi è tornato tutto allegro con una scatola, era un regalo per me, una bella coda, ho subito abbaiato e mi sono strofinata per bene alle sue gambe dopodiché Marco me l'ha messa infilandomela nell'ano. Adrsso3posso finalmente scodinzolare proprio come una vera cagna. Mi stendo sul pavimento a pancia all'aria e lui mi accarezza strofinando le mani sull'ombelico. È davvero bravo, sono invasa dal piacere. Il padrone va a vedere la televivisione in salotto e io lo seguo a quattro zampe, mi fa mettere davnti alle sue gambe e in pochi istanti sono diventata un poggia piedi. Mi scappa la pipì, ma devo resistere i muscoli che si contraggono mi fanno godere, un fiottio di urina mi scebde giù e ammacchia il pavimento in parquet. Accortosi del mio incidente, il mio padrone mi fa salire sulle sue gjnocchia e poi mi riempie di sculacciata e dopo mi fa leccsre la mia urina,《Alza di più quel culo》, mi comanda e io eseguo, mentre lecco cerco di alzare il culo che mi viene prontamente frustato con lo scudiscio, meno male che fino a domattina non dovrò stare seduta. 《Devo andare in bagno》, mi dice il mio padrone e io afferro il concetto, zampetto nella mia cuccia e prendo con la bocca la mia ciotola dell'acqua e gliela metto a terra, attendo accucciata con la lingua fuori che finisca di pisciare e poi lecco avidamente il liquido ambrato. Appena ho finito gli bacio i pedi, rigraziandolo. Sono sfinita vado nella mia cuccia scondinzolando, mi accuccio e riesco appena a sentire Marco parlare con qualcuno al telefono. Vogliono marchiarmi, al solo pensiero non riesco a chiudere occhio, se potessi scegliere vorrei le iniziali del mio parone sulle natiche, una per natica così anche guardandomi dall'alto in basso nuda saprebbero che sono sua...
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