Come una coppia sposata mi ha scatenato la libidine. Storia bisex al di là del pregiudizio. Puntata n°3
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genere
bisex
Dopo quell’incontro nella mia mente avvenne una svolta, non avevo più dubbi o circostanze da esaminare, avevo solo una voglia matta di godere di nuovo con i miei amici, senza stare a pensare a cosa gli altri, o perfino io stesso, potessi considerare strano, immorale o perverso.
E infatti al sabato sera ero di nuovo lì, a suonare alla solita porta, pieno di aspettative su ciò che da lì a pochi momenti sarebbe cominciato. Questa volta mi aprì Oriana, che mi accolse con un largo sorriso. Indossava dei pantaloncini aderenti e cortissimi, tanto da scoprirle parte dei glutei, e un top sportivo grigio perla molto aderente. Mi fece accomodare in sala e mi chiese se volessi un po’ di gelato. Le domandai dove fosse Claude, e lei, sfoderando il sorriso sornione che avevo imparato a conoscere, mi rispose «È in camera da letto, ma, per ora, non ha il permesso di uscire. Né tu di entrare, ovviamente.». La cosa mi stupì, ma non feci altre domande. Ho sempre saputo che Oriana ha una forza interiore che, unita al suo fascino felino, per me è impossibile da contrastare. Perciò prendemmo assieme un po’ di gelato, chiacchierando del mare, del tempo e di altre cose senza importanza. All’improvviso lei si avvicinò, mi baciò con passione e mi tolse la maglietta. Mi accarezzava dappertutto con mani appassionate ed esperte. Quindi si tolse il top e gli shorts, rimanendo con indosso un perizoma striminzito. Era evidente che mi voleva eccitato e, come sempre, col fisico che si ritrovava e il suo comportamento da autentica porca, non ebbe difficoltà a raggiungere l’obiettivo.
Quando vide il mio cazzo disegnare un bel bozzo sotto i jeans, si staccò da me, andò dietro la porta della camera da letto e, evidentemente rivolta a Claude, ordinò: «Mettiti in posizione, subito!». Un immediato tramestìo dietro la porta confermò a entrambi che stava obbedendo. Poi Oriana tornò da me, e mi chiese quasi sommessamente di mettermi nudo, cosa che feci in un attimo.
Mi prese per mano e mi portò fino alla porta, la spalancò e…
Che razza di spettacolo! Davanti a me c’era il letto matrimoniale e su di esso Claude, grande e grosso, nudo come un verme, appoggiato su gomiti e ginocchia, con la faccia rivolta alla testiera e con il culo che puntava dritto verso di noi. Ero un po’ scioccato, ma devo ammettere che quella scena aumentò la mia eccitazione. Mentre guardavo, Oriana si mosse verso di lui, si succhiò l’indice e il medio, li appoggiò sul suo orifizio e glieli infilò insieme, con studiata e controllata brutalità, strappandogli un suono baritonale. Poi fece dentro-e-fuori più di una volta. Quindi si voltò in direzione opposta al torso di lui, appoggiò il mento pochi centimetri sopra il suo accesso, pose una mano su ciascuno dei suoi glutei e li allargò un poco, poi, fissandomi maliziosamente, mi disse: «Fattelo! Voglio vedere come lo scopi!». Io ero ormai infoiato come un animale e perciò misi la mia nerchia asciutta sul culo di Claude e in un attimo mi ritrovai dentro. Il luogo era un po’ diverso dai culi, sempre femminili, di cui avevo esperienza. L’orifizio di Claude mi pareva più largo, ma, una volta che avevo spinto, i suoi muscoli robusti mi stringevano con forza la base del cazzo, regalandomi una piacevole sensazione di resistenza. In ogni caso non andai per il sottile, spinsi con forza e insistenza, senza pensare minimamente al dolore o al piacere che stavo suscitando in lui. Ero ipnotizzato da quel culo sodo da sfondare e da Oriana che, con controllato sadismo, si gustava ogni movimento, guardando da vicinissimo e incoraggiandomi a continuare, riferendosi a Claude costantemente come «il cornuto».
In quelle condizioni, non ci misi molto a venire, riempendo le budella del mio “passivo” con abbondanti fiotti del mio seme. Ma non era finita! Infatti, malgrado l’abbondante sborrata, la situazione perversa nella quale ci trovavamo, aveva fatto ridiventare il mio cazzo subito duro; così Oriana, eccitata come una cagna dalla scena che lei stessa aveva orchestrato, si sdraiò su un fianco e mi chiese di mettermi dietro di lei “a cucchiaio” per penetrarla. La sua fica era gocciolante, per cui l’operazione fu per me molto facile e gratificante, ma mentre ero intento a prendere lei, quasi dimentico del terzo uomo, lei lo stimolò a vendicarsi di me, del modo in cui lo stavo rendendo cornuto e della brutalità con cui l’avevo appena scopato.
Claude non se lo fece ripetere. Si posizionò dietro di me e mi prese subito il culo senza accortezze né pietà. «Aaargh!!!», il suo coso, grosso come una lattina, mi fece sussultare. Lui si avvinghiò ai miei fianchi e continuò a spingere, mentre Oriana, che ormai era a mille, sbatteva la fica fradicia contro di me per continuare a gustarsi il mio palo. Furono momenti incredibili, sospeso tra la fica aperta e pulsante di Oriana e la nerchia insistente del “caro maritino”. Alla fine venimmo tutti, prima Oriana, poi Claude, che non mancò di ricambiare la cortesia di venirmi dentro, e infine io, masturbato dalla destra energica del mio “violentatore”.
Ma la mente contorta di Oriana non era ancora del tutto soddisfatta, e così ci disse di sdraiarci a triangolo sul letto, con Claude incaricato di leccarle la fessura, io col grosso cazzo di lui dritto in bocca e lei che si premurava di soddisfare il mio uccello. La cosa andò avanti per un bel po’, visto che eravamo venuti da poco, in un parossismo di stimolazioni reciproche che culminarono in un orgasmo simultaneo.
Poi ci sdraiammo e passammo la notte in un lungo, esausto sonno senza sogni.
Dopo di quello ci furono altri incontri, infuocati e bellissimi, però alla fine anche quell’agosto tramontò, trascinando Oriana e Claude verso la loro città affollata e un po’ anonima. Ma io non avevo più diciotto anni, tanta confusione in testa e una Panda scassata. Ora sapevo benissimo cosa volevo. Anzi, lo sapevamo tutti e tre. E così quasi ogni fine settimana mi incamminavo per quella città lontana, per due giorni di passione con la mia antica inestinguibile fiamma, e con Claude, due bestie infoiate e una regina dell’amore. FINE.
P.s. Fatti, cose, luoghi e persone sono il frutto esclusivo della fantasia dell’autore. Ogni eventuale riferimento alla realtà è, pertanto, da ritenersi puramente accidentale.
E infatti al sabato sera ero di nuovo lì, a suonare alla solita porta, pieno di aspettative su ciò che da lì a pochi momenti sarebbe cominciato. Questa volta mi aprì Oriana, che mi accolse con un largo sorriso. Indossava dei pantaloncini aderenti e cortissimi, tanto da scoprirle parte dei glutei, e un top sportivo grigio perla molto aderente. Mi fece accomodare in sala e mi chiese se volessi un po’ di gelato. Le domandai dove fosse Claude, e lei, sfoderando il sorriso sornione che avevo imparato a conoscere, mi rispose «È in camera da letto, ma, per ora, non ha il permesso di uscire. Né tu di entrare, ovviamente.». La cosa mi stupì, ma non feci altre domande. Ho sempre saputo che Oriana ha una forza interiore che, unita al suo fascino felino, per me è impossibile da contrastare. Perciò prendemmo assieme un po’ di gelato, chiacchierando del mare, del tempo e di altre cose senza importanza. All’improvviso lei si avvicinò, mi baciò con passione e mi tolse la maglietta. Mi accarezzava dappertutto con mani appassionate ed esperte. Quindi si tolse il top e gli shorts, rimanendo con indosso un perizoma striminzito. Era evidente che mi voleva eccitato e, come sempre, col fisico che si ritrovava e il suo comportamento da autentica porca, non ebbe difficoltà a raggiungere l’obiettivo.
Quando vide il mio cazzo disegnare un bel bozzo sotto i jeans, si staccò da me, andò dietro la porta della camera da letto e, evidentemente rivolta a Claude, ordinò: «Mettiti in posizione, subito!». Un immediato tramestìo dietro la porta confermò a entrambi che stava obbedendo. Poi Oriana tornò da me, e mi chiese quasi sommessamente di mettermi nudo, cosa che feci in un attimo.
Mi prese per mano e mi portò fino alla porta, la spalancò e…
Che razza di spettacolo! Davanti a me c’era il letto matrimoniale e su di esso Claude, grande e grosso, nudo come un verme, appoggiato su gomiti e ginocchia, con la faccia rivolta alla testiera e con il culo che puntava dritto verso di noi. Ero un po’ scioccato, ma devo ammettere che quella scena aumentò la mia eccitazione. Mentre guardavo, Oriana si mosse verso di lui, si succhiò l’indice e il medio, li appoggiò sul suo orifizio e glieli infilò insieme, con studiata e controllata brutalità, strappandogli un suono baritonale. Poi fece dentro-e-fuori più di una volta. Quindi si voltò in direzione opposta al torso di lui, appoggiò il mento pochi centimetri sopra il suo accesso, pose una mano su ciascuno dei suoi glutei e li allargò un poco, poi, fissandomi maliziosamente, mi disse: «Fattelo! Voglio vedere come lo scopi!». Io ero ormai infoiato come un animale e perciò misi la mia nerchia asciutta sul culo di Claude e in un attimo mi ritrovai dentro. Il luogo era un po’ diverso dai culi, sempre femminili, di cui avevo esperienza. L’orifizio di Claude mi pareva più largo, ma, una volta che avevo spinto, i suoi muscoli robusti mi stringevano con forza la base del cazzo, regalandomi una piacevole sensazione di resistenza. In ogni caso non andai per il sottile, spinsi con forza e insistenza, senza pensare minimamente al dolore o al piacere che stavo suscitando in lui. Ero ipnotizzato da quel culo sodo da sfondare e da Oriana che, con controllato sadismo, si gustava ogni movimento, guardando da vicinissimo e incoraggiandomi a continuare, riferendosi a Claude costantemente come «il cornuto».
In quelle condizioni, non ci misi molto a venire, riempendo le budella del mio “passivo” con abbondanti fiotti del mio seme. Ma non era finita! Infatti, malgrado l’abbondante sborrata, la situazione perversa nella quale ci trovavamo, aveva fatto ridiventare il mio cazzo subito duro; così Oriana, eccitata come una cagna dalla scena che lei stessa aveva orchestrato, si sdraiò su un fianco e mi chiese di mettermi dietro di lei “a cucchiaio” per penetrarla. La sua fica era gocciolante, per cui l’operazione fu per me molto facile e gratificante, ma mentre ero intento a prendere lei, quasi dimentico del terzo uomo, lei lo stimolò a vendicarsi di me, del modo in cui lo stavo rendendo cornuto e della brutalità con cui l’avevo appena scopato.
Claude non se lo fece ripetere. Si posizionò dietro di me e mi prese subito il culo senza accortezze né pietà. «Aaargh!!!», il suo coso, grosso come una lattina, mi fece sussultare. Lui si avvinghiò ai miei fianchi e continuò a spingere, mentre Oriana, che ormai era a mille, sbatteva la fica fradicia contro di me per continuare a gustarsi il mio palo. Furono momenti incredibili, sospeso tra la fica aperta e pulsante di Oriana e la nerchia insistente del “caro maritino”. Alla fine venimmo tutti, prima Oriana, poi Claude, che non mancò di ricambiare la cortesia di venirmi dentro, e infine io, masturbato dalla destra energica del mio “violentatore”.
Ma la mente contorta di Oriana non era ancora del tutto soddisfatta, e così ci disse di sdraiarci a triangolo sul letto, con Claude incaricato di leccarle la fessura, io col grosso cazzo di lui dritto in bocca e lei che si premurava di soddisfare il mio uccello. La cosa andò avanti per un bel po’, visto che eravamo venuti da poco, in un parossismo di stimolazioni reciproche che culminarono in un orgasmo simultaneo.
Poi ci sdraiammo e passammo la notte in un lungo, esausto sonno senza sogni.
Dopo di quello ci furono altri incontri, infuocati e bellissimi, però alla fine anche quell’agosto tramontò, trascinando Oriana e Claude verso la loro città affollata e un po’ anonima. Ma io non avevo più diciotto anni, tanta confusione in testa e una Panda scassata. Ora sapevo benissimo cosa volevo. Anzi, lo sapevamo tutti e tre. E così quasi ogni fine settimana mi incamminavo per quella città lontana, per due giorni di passione con la mia antica inestinguibile fiamma, e con Claude, due bestie infoiate e una regina dell’amore. FINE.
P.s. Fatti, cose, luoghi e persone sono il frutto esclusivo della fantasia dell’autore. Ogni eventuale riferimento alla realtà è, pertanto, da ritenersi puramente accidentale.
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