Daniela e Martino: madre e figlio 4

di
genere
etero

Daniela e Martino : madre e figlio 4

Martino non stava sempre in casa a studiare, andava anche all’università, anche se poco, per seguire qualche lezione. Qui aveva notato una compagna di studi assai somigliante alla madre.
L’aveva avvicinata e sapeva che si chiamava Michela e che aveva la sua stessa età. Era una secchiona con occhiali, bei capelli, bel corpo da quello che si poteva intuire da come si vestiva.
Non si valorizzava affatto ed era molto timida, visto che, Martino aveva visto che non aveva amiche, né tanto meno amici all’università.
Martino pensava a lei ovviamente quando la vedeva, ma a volte anche casa, si faceva delle mega seghe pensandoci.
Lei, ovviamente, era all’oscuro di tutto, anche perché, fino adesso avevano parlato molto poco e solo di cose inerenti i loro studi all’università.
Martino non sapeva come sbloccare la situazione, certo lei non l’agevolava affatto.
Però lui era deciso a sbloccarla anche se, non sapeva come l’avrebbe presa sua madre.
Quella mattina aveva lezione all’università e non vedeva l’ora di vedere Michela. Questa volta voleva sedersi accanto a lei in modo tale, da avere la possibilità di parlarci molto di più.
Doveva conoscerla un poco di più, solamente così, avrebbe avuto il coraggio di chiederle un appuntamento, sperando che, lei accettasse.
Martino arrivò all’università, andò nell’aula, guardandosi intorno, per vedere Michela e finalmente la vide, la salutò, le fece vedere che, aveva riservato un posto per lei, accanto lui.
Lei arrossì lievemente, ma si mise lì, non scappò. Certo era difficile parlare con lei, non faceva altro che parlare di studio.
Quindi, visto che, era estate, le domandò se andava in vacanza e lei rispose di no perché doveva studiare, proveniva da una famiglia non abbiente e doveva sbrigarsi a prendere la laurea.
Lui allora provò a dirgli se almeno la domenica andava al mare e lei rispose che ci andava qualche volta. Lui disse allora se potevano andare insieme al mare la domenica prossima.
Lei arrossì come un peperone e Martino aveva paura di una risposta negativa, ma inaspettatamente lei accettò.
Martino era contentissimo, gli era venuto duro al pensarla in costume.
Se fosse stata un altro tipo di ragazza, anche se, erano in un luogo pubblico, le avrebbe preso la mano e gliela avrebbe messa sopra il cazzo.
Però, vide che lei con la coda dell’occhio guardava lì ed era ancora più rossa di prima, come se fosse possibile.
Martino allora pensò che per domenica, c’era speranza di fare qualcosa con lei, oltre che, a farla parlare.
Poi, entrò il professore e per due ore furono investiti da una lezione di economia internazionale, materia che Martino adorava.
Poi, la lezione finì per ora di pranzo e Martino chiese a Michela se mangiava un panino insieme a lui al bar della facoltà, ma lei purtroppo rispose che doveva andare assolutamente a casa, a preparare il pranzo per suo padre.
Quindi, Martino le ricordò l’appuntamento per domenica e le chiese il numero di telefono e anche se, poteva mandarle dei whattsapp e lei per la sua gioia, rispose di sì.
Martino pranzò allora a casa da solo, poi studiò, poi ebbe uno scambio di whattsapp con Michela, che almeno per messaggio era molto più sciolta, di quanto non fosse, nella realtà.
Era molto ironica e simpatica, se si riusciva a scavare nel suo guscio di protezione.
Martino era felice e se ne accorse anche sua madre, a cui, in quei giorni prestò poca attenzione, vale dire, ebbero solo un rapporto orale e basta.
Daniela si lamentò credendo che Martino si fosse infatuato della zia, non avrebbe mai pensato a una ragazza della sua età, visto che, finora non ne aveva avute.
Il giorno seguente era sabato e sua madre, visto che, non lavorava, si mise d’impegno per farglielo rizzare con una mise da urlo, vale a dire, reggiseno a balconcino, tanga, reggicalze con pizzo e tacchi da 12 cm.
Martino non potè fare altro che scoparla di brutto, pensando però a Michela (anche se, ricordiamolo ancora non sapeva come fosse il suo corpo). La madre se ne accorse. Gli disse che le sembrava di essere una troia e non la sua mamma che amava.
Lui si chiuse in un mutismo impenetrabile fino al giorno seguente, quando doveva andare al mare con Michela.
L’andò a prendere a casa in auto, lei era in pantaloncini corti da cui, sbucavano delle gambe lunghe e affusolate. Poi, aveva una maglietta non aderente, quindi non riusciva a capire la sua taglia di seno, che comunque, intuiva che non fosse piccolo.
Dopo una mezz’ora di viaggio in auto arrivarono, andarono in una spiaggia attrezzata e Michela molto tranquillamente si spogliò. Era in micro bikini cosa che, Martino non si aspettava.
Per fortuna, lui aveva dei boxer da mare che celavano, ma non moltissimo la sua erezione.
Michela aveva un corpo ancora più bello e sexy, di quello, che lui aveva intuito.
Aveva due bocce da urlo, così come il lato b. Insomma era una ragazza stupenda che, solo perché non si vestiva sexy non aveva la fila di uomini ad aspettarla fuori dalla porta di casa.
Inoltre, era anche intelligente, ironica e simpatica.
Michela fece una battuta sul fatto che forse era il caso che andasse a fare un bagno. Lui rispose che l’acqua era fredda e lei ribattè che così avrebbe sbollito i bollenti spiriti.
Lui prese coraggio e le chiese se poteva andare anche lei. Lei arrossì e rispose di sì.
Quindi nuotarono, arrivarono non molto lontani dalla riva, dove si poteva ancora toccare il fondo.
A lei, nuotando, era uscito fuori un seno dal costume. Lui la guardò, lei arrossì, ma invece di rimettersi il costume a modo, prese a toccarsi il capezzolo, gemendo in maniera sommessa.
Martino prese coraggio e le mise il capezzolo in bocca, succhiandolo a più non posso, lei gemeva piano, ma gemeva incessantemente.
Allora lui, le prese la mano, gliela mise sopra il cazzo e lei gli disse che lo voleva tanto, ma certo non potevano fare sesso lì.
Lei disse che conosceva una caletta appartata che era anche vicina a nuoto.
Quindi andarono e la caletta era per fortuna deserta così Martino denudò lei, lei gli levò il boxer e guardandolo negli occhi prese a fargli una sega. Poi smise disse che lo voleva dentro subito, si mise a pecorina facendolo letteralmente impazzire Martino, che glielo infilò nella fica con un solo colpo.
Lei prima restò muta e gemette forse dal dolore, poi si mise a gemere come una porca, con lui che non smetteva di pomparla.
Martino era in estasi, le disse che stava per venire e lei disse che aveva tanta sete di sborra. Quindi, si girò prese il cazzo in bocca e gli succhiò fino all’ultima goccia del suo seme, in maniera molto avida.
Poi, stremati si sdraiarono e finalmente si baciarono, cosa che, finora non avevano fatto.
Michela disse una cosa a Martino che lo fece veramente inorgoglire, in quanto gli disse che lui l’aveva sverginata. Lui le disse che non sembrava una vergine e lei confessò ancora rossa come un peperone che erano anni che usava il vibratore, ovviamente all’insaputa dei suoi genitori.
Martino le disse che con quel corpo avrebbe potuto avere chiunque. Lei rispose che era sempre stata dibattuta tra i suoi desideri e il suo carattere chiuso.
Martino disse che era stato veramente molto fortunato e lei disse che anche per lei, era lo stesso, visto che, era un bel ragazzo, simpatico e con un discreto cazzo, che sapeva usare a meraviglia e non vedeva l’ora di scopare ancora.
Lui le chiese se usasse la pillola e lei rispose che se l’era fatta prescrivere proprio in previsione di quella domenica. Martino disse che da come si vestiva, non sembrava una interessata al sesso.
Lei disse che ovviamente non era così, solo si vergognava molto dei suoi desideri. Gli disse che adorava guardare video porno di pompini e che non vedeva l’ora di farne uno.
A quel discorso, il cazzo di Martino si impennò e Michela subito se ne avvide e prese in bocca la cappella rosso brillante.
A Martino sfuggì un gemito mentre Michela iniziava a mugolare dal piacere. Glielo leccava, glielo prendeva in bocca, fece persino una spagnola tra le sue bocce. Martino in quel momento stava quasi per venire, lei disse di farlo in quanto voleva la sborra sulle tette E il seme di Martino uscì in maniera copiosa e Michela in modo molto malizioso se la spalmò sui seni e in particolare sui capezzoli.
Nel mentre, si metteva le dita in bocca mugolando di piacere. Insomma, sotto l’aspetto da secchiona, in realtà Michela era una porca, una troia, ma a lei non piaceva la parola, a cui piaceva moltissimo il sesso e il cazzo.
Martino gli disse che la voleva ri scopare che era troppo eccitante e porca, come mai credeva che fosse.
Le rispose che erano anni che celava i suoi desideri per colpa dell’educazione repressiva di suo padre, ma ora aveva deciso di ribellarsi. In primis, facendosi prescrivere la pillola e poi facendo l’amore con Martino.
Martino la guardava estasiato e il cazzo in maniera naturale si eresse ancora una volta.
Le chiese se voleva fare l’anale, lei rispose di sì, lui si mise a inumidire il buco del culo, quando fu sufficientemente umido prima infilò timidamente la cappella, poi a poco a poco tutto il cazzo.
Lei gridò dapprima dal dolore, ma poi quei gemiti di dolore si trasformarono in gemiti di piacere finché lei venne con un grido acuto e lui gli sborrò negli intestini.
Poi Martino stremato si mise sdraiato sul corpo di lei e si addormentarono così fino al pomeriggio inoltrato, quando ormai era l’ora di tornare a casa.
Lui la riaccompagnò, si diedero appuntamento per l’università, anche se, lei rispose che ormai pensava che avrebbero fatto anche altro e lui con un sorriso a trentadue denti, gli rispose che naturalmente sarebbe stato così.
scritto il
2022-07-28
3 . 9 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.