Adesso sentirai cos'è davvero prendere il cazzo

di
genere
sadomaso

Con orietta mi sono conosciuto tempo addietro, grazie ad un amico preside che mi ha portato sul piatto d'argento la sua insegnante di lettere dei liceo. Me ne aveva parlato una sera a cena di Orietta, anni 45: - è una assatanata di sesso, con due tette che aggettano fuori con i capezzoli eretti, quando è eccitata. Ma è eccitata quasi sempre. Ha un fisico mozzafiato ed è arrapantissima come donna. Alta, snella e provocante sempre, in tutte le situazioni. A me arriva in presidenza con scuse loffie, tanto per farsi vedere le cosce, mentre si siede per non dirmi un cazzo di che. Io nella mia posizione devo starmene buono e fermo, ma è lei che mi dice che ha voglia di scopare, in quanto ninfomane e mi chiede se conosco qualcuno che se la farebbe. Io a questo racconto ho addrizzato non le antenne, il cazzo. Ho commentato che io me la farei davanti e di dietro per ore intere. Ed è finità lì. Non so se chi legge ci crede; io ho uno "spirito guida" che mi segue tutto il giorno e ci parlo, ottenendo delle risposte. Una sera mi sono confidato con "lui, che poi è LEI" (è UNO SPIRITO FEMMINILE). Ho espresso la desiderata di poter avere nel mio studio medico una femmina del genere e da cosa sarebbe nata cosa. Sere dopo il mio "spirito lei" mi ha riferito di aver condizionato durante la sotte un sogno del mio amico preside, raccontandogli nel sogno che io suo amico (sarei io) è un superdotato, che durante il militare ha fattoparte di corpo di "polizia speciale", con addestramento estremo alla difesa personale, stante un fisico bestiale posseduto con aggiunta di una preparazione alle arti marziali estreme ... e chi più ne ha pensate, più ne ha messe. Alla fine del sogno l'imput al sig preside di presentare la prof a ... Io ho preso atto di questa cosa, sapendo che la spirito guida non mi prende per il culo. Le ho chiesto di farmela avere come regalo di compleanno il giorno del mio compleanno, la prof supesorca da sballo. Quel giorno ero a studio in trepidazione. Si sono fatte le 17,00 e il campanello ha taciuto. 17,30 idem. 18,00 come prima; il silenzio del campanello. Quasi mi prendevo per il culo da solo, per aver creduto che un gran pezzo di fica potesse essere stata spinta a venire da me, dal mio amico preside, pressato a farlo durante il sogno di notte. Mentre pensavo a questo: drin,drin. Suono del campanello. Sono andato ad aprire disilluso, pensando al solito rimpicoglioni fuori appuntamento o al portiere che ti chiedeva le chiavi della macchina, per spostarla, che impicciava ad un mezzo grosso, che doveva entrare. Invece mi trovo davanti un pezzo di sorca mozzafiato. Totalmente a forma di femmina in ogni parte del corpo.
Mi si sono accesi gli occhi e l'ho dato a vedere non poco. La bonona si è accomodata e prima ancora di dirmi il suo nome, si è slacciata la camicetta eiettando 2 tette da sballo con 2 capezzoli rossi e dritti come carote, chiedendomi: - ti piacciono?
Io non ho ritenuto di rispondere, ma di fiondarmici sopra a succhiarle le tette, capezzoli compresi fatti entrare in bocca a me. I gemiti che faceva la bonona mi hanno indotta a sdraiarla sul lettino da visita. Lei ci ha messo un attimo a mettersi a gambe in alto, mostrando lo spettacolo incredibile delle cosce ben rifinite con calze e reggicalze. Le mutandine erano filiformi e toglierle è stato strapparle vie, praticamente. Quando ha visto che canna le sarebbe entrata in vagina, si è preoccupata di dirmi di infilarlo non più di metà, che altrimenti l'avrei sfondata. Una che ti dice così, te lo fa diventare d'acciaio. Si è fatta stantuffare soffrendo molto, anche se penetrata a metà ed è venuta ansimando e facendo squirting. Mentre io non ero venuto. Per questo mi ha fatto un pompino da sballo, rimanendo contraraiata che il cazzo non le entrava in bocca e che la sborrata abbondante le è grondata tutta fuori dalla bocca. Così è avvenuta la presentazione.
Non potevo aver festeggiato meglio il mio compleanno, quale giorno e la fede nel soprannaturale in me è aumentata enormemente. Ci siamo visti spessissimo successivamente, anche per scopare in macchina nei posti apparentemente appartati in campagna. Quando nel bosco ho rischiato l'intervento della forestale. Non sono mai riuscito ad infilarglielo su tutto, perchè lei non poteva tornare a casa con del sangue in vagina, avendo tanto di marito. Tutte le volte mi pregava di andarci delicato col cazzo e di farlo entrare quel tanto che a lei non la facevo urlare dal dolore. Mi ha sempre detto: se mi fai male è l'ultima volta. E non si contano le volte che me la sono scopata anche al limite del farla urlare, perchè poi in verità se le andava su di più le piaceva non poco. Molte volte andavamo nella mia baita di campagna, dove lei stessa commentava che avrebbe potuto urlare lì, ché non l'avrebbe sentita nessuno. Però mi ricordava di non esagerare nel farle male, perchè non voleva tornare a casa con la vagina vistosamente violata e sanguinante. A VOLTE PARLANDO IN MOMENTI DI EROTISMO LE CHIEDEVO se le piacesse l'amore alla francese: l'anale. Come risposta si mostrava contrariata, per motivi di imbarazzo estremo a farsi violare quella intimità intima. Diceva: c'è dentro la ... cacca. Mi piacerebbe, ma tutte le volte che l'ho fatto con mio marito, è finita male. E poi non ce lo ha grosso come il tuo.
E io giù: Ornella, ti piacerebbe farlo? Lei: altro che, ma ho paura di fare la figura che feci da ragazzina. Io: - Che figura? Lei, prima si è seccata mostrandosi contraraiata a parlarne e poi lo ha detto: - ho urlato come una disperata per il dolore, mentre me lo faceva, lo ha tirato fuori tutto sporco di c...a e me lo ha messo in bocca per venirmi in bocca. Ho vomitato. E' stato bruttissimo. Fino alla inculata mi è pure piaciuto, pur se ho sofferto tanto. Ha rovinato tutto mettendomelo in bocca dopo averlo estratto da lì.
Ho capito dal suo racconto da bambina, che deve aver fatto al marito, che il marito le faceva lo stesso trattamento che aveva subito da bambina. Ecco cosa intendeva per finito male.
Non ne abbiamo più parlato della sodomia, ed abbiamo scopato altre volte, parecchie, in vagina, con più o meno spinta dolorosa, ma mai fino a farla strillare.
Tutte le volte che andavamo al ristorante la sera, poi mi chiedeva di passare nella mia baita di campagna, a farla venire. Se andava a casa senza venire, stava male. Se non la scopavo io, si sditalinava da sola. In macchina. E mai l'ho fatta sditalinare fino a venire. Poi intervenivo sempre io.
Anche quella sera eravamo stati al ristorante. Quella sera si era molto seccata che io avessi puntato gli occhi come un telescopio, su una signora molto arrapante, che si era messa in un tavolo di fronte a noi. Comunque la prendeva a ridere, stuzzicandomi con battute sarcastiche sull'eta della signora, che io stavo puntando.
Comunque a me quella signora mi aveva ingrifato non poco, perchè era il tipo volgare, che non sarebbe il caso di non mandare su tutto il cazzo in vagina, per evitare di farle male.
Figurarsi l'idea di incularsela, se può non far salire il sangue tutto nel cazzo.
Con la scusa di andarci semplicemente a bere un caffè, l'ho riportata in baita in campagna, Orietta. Premettendo che ci saremmo solo bevuti il caffè. Ovviamente quando ha visto che io non stavo facendo niente per scoparmela, si è indispettita non poco e ha cominciato a sollevare la gonna dicendo: - non ti faccio effetto questa sera? Io immaginavo al posto di quelle cosce, le cosce della signora arrapantissima del ristorante.
Quando la fantasia erotica è diventata parossistica e non mi sono retto più, che ho fatto?
Invece di metterla a gambe all'aria sul letto, Orietta, l'ho messa a 90° sul tavolo della cucina ... Le ho abbassato le mutande e poi gliele ho fatte scavallare dai piedi. Lei ha realizzato che quella sera ci sarebbe stata una variazione sul tema e si è irrigidita, per opporsi all'operazione sodomizzazione. Io l'ho messa sul fatto che con le cosce sue arrapanti mi aveva fatto impazzire. Mica potevao dirle che mi faceva impazzire ricordare quelle della sigmora al ristorante. Fatto sta che sentendosi al centro della mia fantasia erotica, ha allentato la resistenza. In cucina c'era il burro e sono corso a prenderlo dopo averle dilatato con le dita l'entrata anale. Se non lo avessi avuto duro come l'acciaiao per effetto del pensiero della signora del ristorante, spingendo forte mi si sarebbe peiagto. Invece ha guadagnato l'entrata prepotentemente facendola urlare, in un modo che non era più la voce che conoscevo di Orietta. Stava piangendo come la bambina che era in età adolescenziale! Eccitantissimo però era sentire la tonalità gutturale di quello strillo, che ossociavo a quella signora volgare del ristorante. Fatto sta che alla fine glielo ho infilato su tutto a Ornella. Sudava gocciolando. Le stavo facendo male oltre misura. Per sborrarle dentro avrei dovuto darci dentro come un forsennato ritmicamente. Quindi le ho annunciato che ora avrebbe provato quello che una donna nella vita deve provare sennò non è una donna. Le sbombardate di cazzo dritto le avrebbero sconquassato l'intestino e fatto un male atroce. L'ho fatto pensando sempre che stavo inculandomi quella signora ...
A Orietta devo averglielo mandato su che più non potevo mandarglielo su ed ha vomitato, mentre singhiozzava dal dolore. Immaginavo sempre quella signora lì a vomitare e l'idea mi faceva andare in visibilio e sborrare a getti violenti dentro al culo, che però era di Orietta. Quando l'ho fatta finita Orietta era sfinita, dolorante e con lo stomaco sotto sopra. Ha pianto per più di mezz'ora. Poi mi sono accorto che per il dolore aveva urinato e per l'orgasmo aveva eiettato liquido dalla vagina. E' andata in orgasmo a lunghissimo mentre urlava dal dolore. Quella sera ORietta per me non era Orietta, ma quella signora arrapantissima, non bella come Orietta ma arrapante da impazzire.
Siamo rientrati tardissimo, perchè lei ha voluto farsi il bagno in vasca, mandandosi acqua nell'intestino fino a vederla scendere pulita e non insanguinata. Timore massimo che il marito a casa potesse accorgersi del servizietto che aveva subito. Era pallidissima.
Mi disse che sentiva dentro la pancia come se le fosse entrata nell'intestino una bottiglia della coca cola da 1,5 litri. Una sensazione che non aveva mai immaginato di poter sentire.
Il dolore l'ha descritto come 10 volte più forte del dolore del parto, che pure l'aveva fatta strillare di brutto, vergognandosi in sala parto.
L'orgasmo l'ha descritto come l'estasi di santa teresa, mentre era come impalata.
La scoperta importante per Orietta è stata che mentre in vagina più su di tanto non poteva andarle il mio cazzo, nel retto poteva entrarle tutto.
Le volte successive ha voluta farsi reinculare previa spalmata esagerata di LUAN anestetico e dilatazione gradutale dello sfintere anale. Non ha vomitato a cazzo tutto su. Il vomito era stato l'effetto della violenza con cui la sbattevo.
Per me non è stato arrapante come la prima volta e lei è venuta ugualmente alla fine dello strazio anale.
E' acpitato che qualche altra volta la abbia inculata con una certa violenza, fecendola strillacchiare. Senza il LUAN non ha voluto più essere inculata, commentando che è come levare un dente con l'anestesia (mettere il luan) e il levarlo senza anestesia (non mettercelo). Mi ha confidato che il ricordo di tutto quel dolore estremo la fa eccitare a casa da sola, che deve spararsi un "ditalino" infilando un cetriolo in vagina.
Mi confessa che vorrebbe tanto farselo rifare, ma non se la sente.
Tanto io un cazzo duro come l'acciaio,ome quella sera che ho visto al ristorante quella signora arrapantissima, non lo avrò mai più. Anzi, mai dire mai.
scritto il
2022-11-09
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