L'hai voluto il cazzo, adesso strilla.
di
Massimiliano Buongustatio
genere
poesie
SE non è poesia questo racconto, non è poesia niente. Parto dall'inizio di come sono andate le cose, perchè se arrivo subito alla fine, qualche lettore o lettrice con la puzza sotto al naso, mi potrebbe giudicare un sadico. Ero in una cazzo di conferenza e al primo posto c'era una signora che scosciava non poco. Tipo la Bianchina Berlinguer quando parla in teleconferenza con mauro corona, che ci si è ingrifato con quelle cosce.
Insomma per un'ora e più mi sono visto davanti quello spettacolo di scosciate sempre più arrapanti, di una signora non più di primo pelo della fica. Gli altri relatori al tavolo erano vecchi come il cucco, nonchè del tutto rinocglioniti, e donne, e quindi ho pensato che le scosciate fossero dedicate a me medesimo. Me la sarei fatta volentieri quella tardona arrapantissima.
Provvidenzialmente mi ha seguito all'uscita ed ha attaccato bottone. Dove andassi, dove non andassi e alla fine ci siamo incamminati insieme a casa sua.
Tanghete! A casa sua ha continuato a scosciare sul divano facendo mettere me sul divano di fronte. Alla fine glielo ho detto che mi stava facendo esplodere l'uccello.
Si è inginocchiata a tiramelo fuori l'uccello dai pantaloni. E si è trovata davanti una mazza che non si aspettava di trovare. AH! HA DETTO: TI FACCIO SOLO UN POMPINO, perchè con questo mi sfondi l'utero.
Io: INTANTO FAMMI IL POMPINO. In meno che non si dica il cazzo che avevo già duro, me lo ha fatto diventare un tubo innocenti maggiorato.
L'ho sbattura a pancia in sotto sul divano, le ho sollevato la gonna e abbassato le mutande, per incularmela. Lei si è fatta seria dicendo che non voleva assolutamente.
L'ho sditalinata e le ho succhiato le tette, fino a portarla ad un soffio dall'orgasmo.
Nello sfintere anale che non c'entrava il mio dito inumidito con la saliva della sua bocca, poi c'entrava comodamente, il dito, dacchè si era aperta per l'eccitazione estrema.
Altro liquido lubrificante le era venuto giù dalla vagina e quindi ho potuto premere forte con la cappella sullo sfintere. Ed è entrato. Lei ha emesso un'urlo, che devono averla sentita nei piani sopra. Urlava basta, basta, basta, ripetutamente lacrimando come una ragazzina piccola piccola al primo anale.
Io che le dicevo: brutta maiala, mi hai fatto arrapare e ora puoi strillare quanto ti pare, ma fino che non ti riempio la pancia di sborra, non smetto. Peccato che con quegli strilli arrapantissimi di una donna arrapantissima tardona, che eccita ancora di più
(far strillare una ragazzina non è da veri uomini), in poco tempo ho schizzato a getto e mi sono goduto poco tempo quegli strilli maiuetici. Volevo continuare anche dopo la schizzata ma lei si è dimenata e me lo sono trovato fuori dal suo culo, ancora duro al 50%. Lei ha pianto per una mezz'ora dimenandosi sul divano per il dolore anale e forse anche molto internamente. Mi ha redarguito che non era riuscita a venire per quanto dolore le avevo fatto sentire. E che ora non le andava più, perchè ancora stava male per la
profonda penetrazione, che le sembrava le arrivassi allo stomaco e se avessi continuato avrebbe rigettato. Era molto preoccupata per il sangue che le usciva e voleva telefonare ad una sua amica medico, per sapere se dovesse preoccuparsi. Telefona, le ho detto.
Ho sentito la telefonata. Ha descritto l'inculata in tutti i dettagli e fatto capire con che calibro e lunghezza di attrezzatura era stata inculata, violentemente, peraltro. Poi ha precisato che le stava uscendo sangue e che aveva sentito un dolore, peggiore di quello del parto. La sua amica le ha suggerito di andare in bagno a farsi un bidet abbondante con acqua fredda, non calda. Fredda. Poi di richiamarla se le stesse uscendo ancora sangue. Ha seguito letteralmente il consiglio. Il sangue non usciva più, ma si sentiva come se le fosse entrato qualcosa di devastante nell'intestino. E gran dolore allo sfintere. Lo ha riferito alla sua amica, che spiritosamente, per sdrammatizzare, le ha detto che avrebbe voluto il numero di telefono di quello che le aveva fatto quel servizietto.
Insomma per un'ora e più mi sono visto davanti quello spettacolo di scosciate sempre più arrapanti, di una signora non più di primo pelo della fica. Gli altri relatori al tavolo erano vecchi come il cucco, nonchè del tutto rinocglioniti, e donne, e quindi ho pensato che le scosciate fossero dedicate a me medesimo. Me la sarei fatta volentieri quella tardona arrapantissima.
Provvidenzialmente mi ha seguito all'uscita ed ha attaccato bottone. Dove andassi, dove non andassi e alla fine ci siamo incamminati insieme a casa sua.
Tanghete! A casa sua ha continuato a scosciare sul divano facendo mettere me sul divano di fronte. Alla fine glielo ho detto che mi stava facendo esplodere l'uccello.
Si è inginocchiata a tiramelo fuori l'uccello dai pantaloni. E si è trovata davanti una mazza che non si aspettava di trovare. AH! HA DETTO: TI FACCIO SOLO UN POMPINO, perchè con questo mi sfondi l'utero.
Io: INTANTO FAMMI IL POMPINO. In meno che non si dica il cazzo che avevo già duro, me lo ha fatto diventare un tubo innocenti maggiorato.
L'ho sbattura a pancia in sotto sul divano, le ho sollevato la gonna e abbassato le mutande, per incularmela. Lei si è fatta seria dicendo che non voleva assolutamente.
L'ho sditalinata e le ho succhiato le tette, fino a portarla ad un soffio dall'orgasmo.
Nello sfintere anale che non c'entrava il mio dito inumidito con la saliva della sua bocca, poi c'entrava comodamente, il dito, dacchè si era aperta per l'eccitazione estrema.
Altro liquido lubrificante le era venuto giù dalla vagina e quindi ho potuto premere forte con la cappella sullo sfintere. Ed è entrato. Lei ha emesso un'urlo, che devono averla sentita nei piani sopra. Urlava basta, basta, basta, ripetutamente lacrimando come una ragazzina piccola piccola al primo anale.
Io che le dicevo: brutta maiala, mi hai fatto arrapare e ora puoi strillare quanto ti pare, ma fino che non ti riempio la pancia di sborra, non smetto. Peccato che con quegli strilli arrapantissimi di una donna arrapantissima tardona, che eccita ancora di più
(far strillare una ragazzina non è da veri uomini), in poco tempo ho schizzato a getto e mi sono goduto poco tempo quegli strilli maiuetici. Volevo continuare anche dopo la schizzata ma lei si è dimenata e me lo sono trovato fuori dal suo culo, ancora duro al 50%. Lei ha pianto per una mezz'ora dimenandosi sul divano per il dolore anale e forse anche molto internamente. Mi ha redarguito che non era riuscita a venire per quanto dolore le avevo fatto sentire. E che ora non le andava più, perchè ancora stava male per la
profonda penetrazione, che le sembrava le arrivassi allo stomaco e se avessi continuato avrebbe rigettato. Era molto preoccupata per il sangue che le usciva e voleva telefonare ad una sua amica medico, per sapere se dovesse preoccuparsi. Telefona, le ho detto.
Ho sentito la telefonata. Ha descritto l'inculata in tutti i dettagli e fatto capire con che calibro e lunghezza di attrezzatura era stata inculata, violentemente, peraltro. Poi ha precisato che le stava uscendo sangue e che aveva sentito un dolore, peggiore di quello del parto. La sua amica le ha suggerito di andare in bagno a farsi un bidet abbondante con acqua fredda, non calda. Fredda. Poi di richiamarla se le stesse uscendo ancora sangue. Ha seguito letteralmente il consiglio. Il sangue non usciva più, ma si sentiva come se le fosse entrato qualcosa di devastante nell'intestino. E gran dolore allo sfintere. Lo ha riferito alla sua amica, che spiritosamente, per sdrammatizzare, le ha detto che avrebbe voluto il numero di telefono di quello che le aveva fatto quel servizietto.
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