La prima volta che ho ceduto la mia schiava

di
genere
dominazione

Ti preparo per l’evento. Sei nuda, al centro della stanza, bendata, le mani legate a una corda che pende dal soffitto, le gambe tenute molto aperte da altre corde. Introduco i miei amici: “questa troia è tutta vostra e mi raccomando non siate affatto gentili con lei”.
Tu non sai neanche quanti sono e se sono tutti uomini.
Senti delle mani che cominciano a esplorare il tuo corpo, si impossessano della tua carne, mani pesanti che premono, che si intrufolano, che stringono. Da brava puttanella sei già eccitata, non immaginavi che io potessi arrivare a tanto quando ti avevo detto della sorpresa. Ti eri fidata, pensando tutt’al più a qualche giochetto strano.
Ora invece ti trovi circondata, con la fica già piena di dita che ti allargano, con almeno due dita che ti stanno martoriando il buco del culo, con le mani che ti impastano le tette e ti mungono i capezzoli come si fa con una vacca.
Non riesci a stare ferma, il tuo corpo sussulta dalle mille sensazioni: soprattutto piacere e dolore che si mescolano e che non sono poi così differenti. L’uno non fa che far aumentare l’altro.
La mano che si era impossessata della tua fica ti abbandona e tu emetti quasi un sospiro di delusione. Ma subito due unghie ti pinzano il clitoride e mantengono la stretta. Dalla bocca ti esce prima un lamento, che poi diventa un urlo quando la stretta si fa più forte.
Sono dita sapienti, perché capiscono subito fino a che punto possono stringere per non darti solo dolore cieco. Certo, fanno male, ma scatenano anche ondate di piacere perverso lungo il tuo ventre.
Poi una lingua si sostituisce alle unghie. “Falla godere questa puttana, vediamo quanto resiste”.
Un’altra voce incita: “Dai Carla, falla urlare ancora, questa volta di piacere”.
Le tue orecchie hanno sentito che la lingua è di una Carla, di una donna. Non lo avevi mai fatto prima con una donna, anche se era nei tuoi desideri, tanto per provare. Ma così la cosa ti coglie impreparata.
Hai quasi un moto di ribellione, non vuoi dargliela vinta. Ma non ci riesci. Lei è bravissima, la sua lingua frulla, picchietta, spinge, entra.
Duri si e no un minuto e poi vieni liberando tutta la tua tensione, urli di piacere.
“Ora maschietti fatevi sotto – dico io – scopatevela tutti per bene”.
Non fai neanche in tempo a riprenderti dall’orgasmo che già senti da davanti un grosso cazzo che ti penetra. Lo fa con forza, strappandoti un “ahhh” rauco e profondo. Appena trovato il buco la spinta è decisa e violenta. Si ferma dentro, tutto piantato fino in fondo.
Intanto delle mani si impossessano delle tue tette, soprattutto dei capezzoli. Quello che prima ti veniva fatto al clitoride ora tocca ai capezzoli. Vengono strizzati, tirati, ma soprattutto a martellarti il cervello sono le unghie che gli si infliggono dentro.
Distratta dal trattamento ai capezzoli quasi neanche ti sei accorta del corpo di un altro uomo che ti si è posizionato dietro. Ci fai caso quando anche il suo cazzo si posiziona sul tuo buco del culo.
Sei terrorizzata: primo non avevi mai provato una doppia penetrazione, secondo anche solo nel culo era pochissimo che lo prendevi e ogni volta serviva un po’ di calma prima che il dolore passasse e iniziasse a montare il piacere.
Ora sai che non ti verrà riservata nessuna dolcezza. I tua fica sbrodolante ha ben lubrificato anche il culo, quindi è un attimo che la cappella riesca a infilarsi dentro.
Dalla bocca ti escono tutte le vocali, il cui suono è prolungato da un respiro profondo e affannato. Unica alternativa alle vocali è un “mmmmmm” non si sa se di dolore o di piacere.
Ti senti il culo allargato al massimo, ma questo si mischia con la sensazione del cazzo che ti riempie la fica e dei capezzoli martoriati. Non sai su quale sensazione concentrarti, la tua testa passa dall’una all’altra senza riuscire a fermarsi.
Gli altri intorno incitano l’uomo che ti sta dietro: “spaccale il culo a questa puttana. Prima ha goduto come una cagna in calore, ora deve pagarla. Mica siamo qui per farla divertire” e giù risate di scherno e battutacce sulla tua condizione di troia con tutti i buchi pieni.
Il suo affondo nel culo ti porta a concentrarti istantaneamente sul dolore della penetrazione. Dolore si, ma nel tuo cervello la situazione perversa e assurda scatena anche la tua libido. Non riesci a non pensare a quanto sia vero che sei una troia incorregibile, che si è fatta convincere a fare questo gioco e che la cosa sta anche piacendoti. Certo il culo fa malissimo, ma sentire dolore in fin dei conti la vivi come una punizione giusta per la vacca da monta che sei.
Come se si fossero messi d’accordo i due cazzi all’unisono cominciano a pomparti, entrano ed escono insieme. L’uscita è lenta e studiata, l’affondo successivo violento e deciso fino in fondo. Piano piano il tuo culo si sta abituando a quella presenza, mentre la fica è già in estasi e sbrodola da matti. Il tuo livello di eccitazione è tale che quasi vorresti che le tette ti venissero trattate ancora peggio di quanto venga già fatto.
Vuoi sensazioni forti, vuoi sentirti puttana fino nel profondo e l’essere trattata male ti da la certezza che è la giusta conseguenza del tuo essere così.
Ancora una volta non passa molto tempo che senti il piacere crescere dentro, i due cazzi ti stanno facendo impazzire, ti spaccano e proprio per questo ti mandano in estasi. I due uomini ti vengono dentro e tu riesci a percepire la loro sborra che ti riempie. Basta questo per farti raggiungere un altro incredibile orgasmo, ancora più forte di quello di prima.
Lentamente i loro cazzi li senti meno rigidi e in un attimo si sfilano da te. Il vuoto che lasciano ti fa quasi cedere le gambe. Se non fossi legata cadresti in ginocchio.
Passa solo un attimo e in ginocchio ci finisci veramente, perché ti ho slegato le mani. “Ora soddisfa con bocca gli altri miei amici, puttana” ti dico. Uno dopo l’altro i cazzi ti si materializzano davanti, mani forti ti prendono la testa e ti senti scopata anche in bocca. Chi prima, chi dopo vengono tutti e tu già sai che dovrai ingoiare tutto, per non farmi incazzare.
Quasi avevi dimenticato della presenza della donna, così quando senti la sua fica sulle tue labbra resti di nuovo sorpresa. Non hai mai leccato una fica e ora sai che non puoi rifiutarti. Sei quasi timida e impacciata nel tirare fuori la lingua. Uno schiaffo della donna ti fa girare la testa e un forte bruciore ti infiamma la guancia: “Leccami la fica troia e vedi di farlo bene. Voglio sentire la tua lingua che passa e ripassa sul clitoride e che si infila dentro”.
Lo schiaffo ti ha scosso, hai quasi paura che te ne venga dato un altro e quindi cerchi di metterci più buona volontà, maggiore impegno. La lecchi come un gelato e senti il suo clitoride farsi rigido per le tue attenzioni.
La cosa ti rende quasi orgogliosa e ti eccita. Azzardi anche a penetrarla con la lingua, la tiri fuori al massimo, la irrigidisci e le fai un dentro e fuori sempre più veloce. Quando lei viene ti inonda la faccia di umori, quasi un getto che ti riempie la bocca. “Leccalo tutto troia, mica devi inghiottire solo la sborra, non credi?”. Ubbidiente esegui pulendole tutta la fica.
Ti faccio i miei complimenti, ora sono più dolce, sicuramente compiaciuto dal tuo comportamento, orgoglioso di aver mostrato ai miei amici quanto sei troia nell’animo. Sei talmente sfinita che quasi non ti accorgi che lentamente se ne stanno andando tutti.
Resto solo io e finisco di slegarti. Fai fatica a restare in piedi e hai tutti i muscoli indolenziti dalla scomodità della posizione tenuta. Ti porto sotto la doccia, mi spoglio in un attimo e ti raggiungo. Tu resti poggiata al muro, quasi inebetita. Ti lavo io, anche nelle tue parti intime. Ti scopo con amore, lì in piedi contro il muro, quasi con dolcezza. In fin dei conti lo meriti un premio.

Per fare quattro chiacchiere: evoman@libero.it
di
scritto il
2022-12-07
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