L’s story. Capitolo 32. Tanti “lieto fine”
di
Laras
genere
dominazione
Sabato, dopo l’ora di pranzo. Mi sveglia Marta, non so che ora è. Accanto a noi c’è Claudio, ha gli occhi lucidi, visibilmente emozionato. Le altre saranno scese.
Marta: “Bimba, su, qualcosa devi mangiare… ce la fai ad alzarti? Brucia ancora?”.
Ci provo, sì ce la faccio, siedo sullo scendiletto, rispondo: “Mi gira la testa e ho senso di spossatezza, ma ce la faccio e… e brucia meno. Mi avete lasciato qualcosa? Devo scendere giù? Mi vergogno, penso che tutti sappiano cosa mi han fatto per tutta la notte”.
Ma Claudio ci interrompe: “L. aspetta ti devo dire una cosa. E anche a te Marta per favore”. Gli tremano le mani, prosegue “Mi… mi sposa… Dopo che ieri notte mi ha visto fare l’amore con Rodolfo e aver partecipato…Ercole ha detto che… che quando tu e io potremo divorziare, mi sposa”. Si stringe a me, piange di felicità... continua: “E’ un sogno... ne sono innamorata da quanto avevo quasi 17 anni, ho fatto tutto per farlo innamorare… e oggi mi ama tanto, ne sono sicura [noto che sta parlando al femminile senza vergognarsene] … è così appassionato quando mi possiede che mi fa sentire la più bella e più amata del mondo”. Mi commuovo anche io, sono così felice per lui! Rispondo:
“E sei anche bellissima Claudio… se vogliamo che quei briganti che amiamo ci tengano, dovremo esserle sempre… guarda Marta: c’è una ragione se dopo 25 anni di matrimonio suo marito la possiede come un pazzo ogni volta!”. Ridiamo tutte, anche Claudio.
Marta: “Su adesso, pettegole! Aiutiamo Lara ad andare sotto, deve mangiare”. Mi aiutano, cambio le calze smagliate e calzo il paio di Dior color écru. Mi avvio, ma quando sono in cima allo scalone… tutti gridano: “Eccola! Eccola! La ragazza 7 ore!” Ridono tutti, mi applaudono e io… scatto e torno indietro verso la camera, corro dentro, mi chiudo… mi butto sullo scendiletto in posizione fetale, sto per piangere. Marta torna: “Ma cosa c’è? Cos’è successo stavolta?”. Torna Claudio, salgono le di corsa anche le altre due e Romina.
Mi metto a piangere: “Claudio, Marta, voi mi conoscete da tempo. Non sono una sporcacciona, non vado con tutti [pausa] Sono stati loro a insegnarmi a ubbidire, a far contenti gli uomini! [pausa] E adesso tutti ridono di me, come quando ero ragazzina al paese… mi diranno cose brutte … mi tratteranno come una donnaccia… e… e…”.
Marta, urlando: “Smettilaaaa!!! Non è così! Ti applaudono perché sono contenti per te! Perché sei un esempio per tutte noi! Perché resti innocente anche quando ti scopano in tanti! Non hai capito niente!”.
Le ho tutte attorno, mi consolano, mi rincuorano, dicono che devo scendere, che tutti vogliono dirmi cose belle… e in quel momento Ottavia ripete una cosa che, per le tre “grandi”, è normale: “Elle, sei bravissima, stai serena, sarai marchiata molto presto secondo me”. Giro il viso verso Marta e chiedo: “Marta ma che vuol dire marchiata? Più passa il tempo più lo sento ripetere”.
Marta sospira, è seria, cerca le parole. “Marchiata vuol dire che una merita di appartenere per sempre: al suo padrone e a questa comunità. Il marchio non si cancella”.
Io: “Ma io non capisco… lo sai che non ho l’intelligenza come te…”.
Le tre “grandi” si guardano. Poi parla Patty: “Facciamolo. Claudio lo sa già, ma Elle e Romina devono vedere”.
Si alzano, si mettono davanti a Romina e a me… allargano le cosce, alzando quella destra. Accanto alla vagina hanno tutte e tre un disegno scuro che non capisco.
Marta: “Si capisce se venite a guardare più da vicino”. Ci avviciniamo e vediamo una specie di tatuaggio: è un fallo con tanto di testicoli. Quello di Marta ha una M sopra, Patty una D, Ottavia una G.
Claudio aggiunge, con un filo di voce pieno di gioia: “Anche a me ha promesso di marchiarmi presto, forse lo stesso giorno che mi sposa. Avrò anche io un fallo e una E sotto una chiappa… se solo ci penso sborro nella gabbietta, senza toccarmi”.
Marta conclude: “Quando il tuo padrone ti marchia assume anche lui un impegno per sempre davanti a te e a tutta la comunità: dovrà vivere per te, ti sei chiesta come mai Flavia, la modista, ha tutti quei soldi? E lui dovrà anche proteggerti e sostenerti a costo della vita. Se non lo fa, lo aspetta una fine terribile”.
Sono impressionata. Romina invece è commossa e le scendono le lacrime: “Ragazze, io… io non avevo capito niente. Sono una povera deficiente, Adelmo ha solo ragione ad essere infuriato con me. Adesso come posso fare? Voi mi prendereste con voi?”. Le “grandi” e anche Claudio sorridono, invece io sono attentissima.
Risponde Marta: “Noi non decidiamo niente, non dipende da noi il prenderti qui. Puoi fare solo due cose: supplicarlo e dimostrargli che sei cambiata con i fatti”.
Romina piange, sinceramente pentita. Scatta in piedi, si spoglia cercando di vestire il più possibile come noi: non ha la guepiere, mette le autoreggenti, ma le ha solo color carne. Chiede a me la mia vecchia coda da gatta e mi prega di inserirgliela. Infila i tacchi più alti che ha e corre a scapicollo giù per le scale. Siamo a bocca aperta, ci riprendiamo e, curiose, trotterelliamo giù anche noi. La vedo nuda e per la prima volta faccio caso a come è: ammetto che non è male, ma ha peli… però con un po’ di aiuto da parte di tutte, potrebbe diventare bella come noi.
La vediamo ai piedi di Adelmo, sorpreso più di noi, che lo supplica: “Tienimi mio signore [impara presto!], non mi merito niente, sono stupida e superba. Ma tienimi, dammi una seconda chance, ti supplico. Giuro che non te ne pentirai: imparerò presto, cambierò e sarai fiero di me”. Piange per terra, singhiozza e si stringe a un polpaccio di Adelmo.
Adelmo sembra riflettere, non capisce, chiede: “Dunque, con una scopata di Daniele, sei cambiata? È bastato un cazzo duro nel tuo culo floscio? È così tanto più bravo di me?”.
Adelmo è severo, la umilia apposta. Lei singhiozza più forte ma, ora, accetta di venire mortificata senza ribellarsi. Finalmente trova la forza di rispondere: “Sì, Daniele c’entra… ma sono loro che mi han fatto capire. Sceglimi mio signore, permettimi di servirti ed essere felice come loro” e indica noi!
Adelmo non crede ai suoi orecchi e, forse teme un imbroglio da parte di Romina, perciò: “Giovanni, sono stato umiliato da questa ragazzina e sono disgustato. Decidi tu”.
Giovanni sentenzia: “Romina, hai 7 giorni per metterti in ordine: tutti quei peli per noi vogliono dire superbia, volersi proteggere da sola. E poi tante altre trascuratezze - te le diranno le altre schiave - che vogliono dire solo una cosa: non ti interessa di Adelmo, né di piacere e servire nessuno. Dopo i primi 7 giorni ne avrai altri sette per superare la prova del rapporto sessuale con molti sconosciuti. In queste due settimane vivrai con le schiave giovani, potrai andare alle loro lezioni e sarai sottomessa ad Adelmo: ricordati che qualcuna di voi riesce ad avere l’orgasmo solo con un bacio e senza toccarsi: non si pretende questo, ma devi dimostrare con i fatti che sei davvero cambiata”.
Romina ora piange per la felicità, con la voce rotta dal pianto ringrazia Giovanni ma cerca gli occhi di Adelmo. Fa uno sforzo, si calma, si rialza, si prostra davanti ad Adelmo, pone la testa in mezzo ai suoi piedi. E resta così, fino a quando lui vorrà.
Marta mi porta in cucina: c’è una ciotola con cibo per me: “Bimba mia, mangia. Devi mangiare di sostanza. Io andrò a supplicare di farti riposare”. Un passo sicuro si avvicina: non alzo gli occhi, smetto di mangiare: è il generale: “L. devo ringraziarti. Sono socio adesso, ma senza di te non sarei mai arrivato qui”.
Marta è tornata: “Mio signore, il suo perdono se parlo: è stato appena deciso che L. non è disponibile fino a domattina. Deve riposare”.
Aresi sorride: “Non intendevo usarla, sono qui per gratitudine. Lara voglio anche dirti che ho parlato con il nostro avvocato. Tra poco sarò liberato da mia moglie. Non sono povero, ho accumulato tanto nelle missioni estere e sento il dovere di far qualcosa per te e la società non solo a parole. Ti voglio bene come a una figlia”. Come vorrei un bacio o una carezza sul viso… ma capisco che al mio eroe preferito serve tempo per ammorbidirsi.
Riprendo a mangiare, ho quasi finito la ciotola: avevo una fame… Ma arrivano altri passi maschili, entrano in cucina. Per fortuna è rimasta Marta a vigilare che altri non mi vogliano possedere. Infatti, eccola che si inginocchia ai piedi di Balth e Karch e spiega in inglese che non posso essere usata. Parla Karch in italiano: “Mio padre vuole ringraziare L. perché gli ha ridato la gioia di vivere. Mia madre lo ha fatto soffrire e ha cercato di portarci via tutte le nostre imprese. Mio padre ed io siamo diventati duri, e solo dopo quella vacanza all’Hedonism è tornato a sorridere. Io invece ho ancora il cuore indurito. Vogliamo aiutare e, ora che sono socio, ho qualche idea da sottoporre ai soci anziani”. Si interrompe, Balth dice qualcosa all’orecchio del figlio, che sorride e stringe a sé il papà.
Karch: “Mio padre chiede se sarebbe possibile far uscire L. per un giro sulla spiaggia, un aperitivo, un gelato”. Mi illumino d’immenso, credo che mentre guardo Balth gli occhi mi siano diventati verdissimi. Mi giro verso Marta e sussurro: “Puoi dire a quello stupidone di baciarmi? Si può?”. Marta ride e traduce in inglese. Anche Balth ride, felice, mi si avvicina e mi dà un fiocco in bocca tenero… e mi dice: “If possibile, the shortest you have”. Marta e Karch ridono, io non ho capito.
Marta risponde: “Just 30’ minutes, she needs a shower and… something more”. Mi trascina sopra, doccia, mi aiuta a pettinarmi… ma quando sceglie cosa devo mettere, chiedo: “Ma Marta… perché vestita così? Morirò per l’imbarazzo”.
Marta: “Perché lui ha chiesto espressamente queste cose, ochetta! È avanti con gli anni: vuole che tutti lo invidino vedendolo una splendida bambolina. Adesso trova le calze alla parigina più lunghe che hai, su!”. Sono pronta, tacchi di 9cm., una microgonna di 16 cm: sedere praticamente al nudo. … Triangolino anteriore del perizoma? Venite a vedere gente, offerta per tutti! Le parigine che mi arrivano neanche a metà coscia: avrò un freddo cane. Ma sopra mi copro con un maglioncino di cashmere e un bomberino corto.
Sabato, verso le 16:30. Per fortuna c’è pochissima gente in giro e passo un pomeriggio in allegria, tranquilla. Ovviamente Balth mi fa entrare in tutti (pochi, per fortuna) i locali e Bar aperti. In un bar ci sono 5-6 signori che fumano e giocano alle carte. Balth mi fa sedere su uno sgabello, accavallare le gambe: scende il silenzio. Vado in confusione e arrossisco: mi fa scendere e mi porta tra quei sei e mettere le mani su un tavolo, dando loro la schiena: mi allarga le gambe e mi apre le natiche… è una umiliazione ai massimi livelli! Tutti mi accarezzano e io… mi bagno di nuovo per l’umiliazione che subisco! In un pub c’è anche la musica e lascia che un signore mi inviti a ballare, così che tutti possano vedere il suo “trofeo”. Ogni momento è buono per umiliarmi, o tenermi una mano sul sedere, specie se c’è gente: purtroppo a me piace… e lui è così felice che mi offre aperitivo, cocktail, pizzetta… Sembriamo due fidanzatini… con 40 anni età di differenza!
La passeggiata finisce, mi sono divertita e sono stata bene. Prima di entrare mi fermo. So che non posso chiedere niente, ma quando mi invita a entrare batto i piedini sull’asfalto. Capisce, mi abbraccia, infila una mano dentro al mio perizoma e palpa… mi dà un bacio interminabile. In inglese riesco a dirgli: “I love you”.
Mangio poco a cena, alle 21:00 mi avvio verso la nostra camera per dormire, sono ancora stanca. Ma almeno il bruciore nella patata e nel retto è passato. Sto salendo di sopra e vedo le altre cinque che stanno già limonando o facendo di più. Romina non si stacca da Adelmo e gli fa un bocchino interminabile davanti a tutti.
Marta mi ferma per la buonanotte e per dirmi: “Stanno già decidendo della tua fase B, devo spiegarti qualcosa al più presto. Ho ascoltato che i greci hanno un fornitore a Forlì che ha anche negozi, sexy shop, club prive e altre cosette porche. Stai calma e niente paura, supererai ogni umiliazione!
Ah, e ricorda che verso le 15:00 quando andremo via tutti devi restare qui per Helio...”.
Continua
Marta: “Bimba, su, qualcosa devi mangiare… ce la fai ad alzarti? Brucia ancora?”.
Ci provo, sì ce la faccio, siedo sullo scendiletto, rispondo: “Mi gira la testa e ho senso di spossatezza, ma ce la faccio e… e brucia meno. Mi avete lasciato qualcosa? Devo scendere giù? Mi vergogno, penso che tutti sappiano cosa mi han fatto per tutta la notte”.
Ma Claudio ci interrompe: “L. aspetta ti devo dire una cosa. E anche a te Marta per favore”. Gli tremano le mani, prosegue “Mi… mi sposa… Dopo che ieri notte mi ha visto fare l’amore con Rodolfo e aver partecipato…Ercole ha detto che… che quando tu e io potremo divorziare, mi sposa”. Si stringe a me, piange di felicità... continua: “E’ un sogno... ne sono innamorata da quanto avevo quasi 17 anni, ho fatto tutto per farlo innamorare… e oggi mi ama tanto, ne sono sicura [noto che sta parlando al femminile senza vergognarsene] … è così appassionato quando mi possiede che mi fa sentire la più bella e più amata del mondo”. Mi commuovo anche io, sono così felice per lui! Rispondo:
“E sei anche bellissima Claudio… se vogliamo che quei briganti che amiamo ci tengano, dovremo esserle sempre… guarda Marta: c’è una ragione se dopo 25 anni di matrimonio suo marito la possiede come un pazzo ogni volta!”. Ridiamo tutte, anche Claudio.
Marta: “Su adesso, pettegole! Aiutiamo Lara ad andare sotto, deve mangiare”. Mi aiutano, cambio le calze smagliate e calzo il paio di Dior color écru. Mi avvio, ma quando sono in cima allo scalone… tutti gridano: “Eccola! Eccola! La ragazza 7 ore!” Ridono tutti, mi applaudono e io… scatto e torno indietro verso la camera, corro dentro, mi chiudo… mi butto sullo scendiletto in posizione fetale, sto per piangere. Marta torna: “Ma cosa c’è? Cos’è successo stavolta?”. Torna Claudio, salgono le di corsa anche le altre due e Romina.
Mi metto a piangere: “Claudio, Marta, voi mi conoscete da tempo. Non sono una sporcacciona, non vado con tutti [pausa] Sono stati loro a insegnarmi a ubbidire, a far contenti gli uomini! [pausa] E adesso tutti ridono di me, come quando ero ragazzina al paese… mi diranno cose brutte … mi tratteranno come una donnaccia… e… e…”.
Marta, urlando: “Smettilaaaa!!! Non è così! Ti applaudono perché sono contenti per te! Perché sei un esempio per tutte noi! Perché resti innocente anche quando ti scopano in tanti! Non hai capito niente!”.
Le ho tutte attorno, mi consolano, mi rincuorano, dicono che devo scendere, che tutti vogliono dirmi cose belle… e in quel momento Ottavia ripete una cosa che, per le tre “grandi”, è normale: “Elle, sei bravissima, stai serena, sarai marchiata molto presto secondo me”. Giro il viso verso Marta e chiedo: “Marta ma che vuol dire marchiata? Più passa il tempo più lo sento ripetere”.
Marta sospira, è seria, cerca le parole. “Marchiata vuol dire che una merita di appartenere per sempre: al suo padrone e a questa comunità. Il marchio non si cancella”.
Io: “Ma io non capisco… lo sai che non ho l’intelligenza come te…”.
Le tre “grandi” si guardano. Poi parla Patty: “Facciamolo. Claudio lo sa già, ma Elle e Romina devono vedere”.
Si alzano, si mettono davanti a Romina e a me… allargano le cosce, alzando quella destra. Accanto alla vagina hanno tutte e tre un disegno scuro che non capisco.
Marta: “Si capisce se venite a guardare più da vicino”. Ci avviciniamo e vediamo una specie di tatuaggio: è un fallo con tanto di testicoli. Quello di Marta ha una M sopra, Patty una D, Ottavia una G.
Claudio aggiunge, con un filo di voce pieno di gioia: “Anche a me ha promesso di marchiarmi presto, forse lo stesso giorno che mi sposa. Avrò anche io un fallo e una E sotto una chiappa… se solo ci penso sborro nella gabbietta, senza toccarmi”.
Marta conclude: “Quando il tuo padrone ti marchia assume anche lui un impegno per sempre davanti a te e a tutta la comunità: dovrà vivere per te, ti sei chiesta come mai Flavia, la modista, ha tutti quei soldi? E lui dovrà anche proteggerti e sostenerti a costo della vita. Se non lo fa, lo aspetta una fine terribile”.
Sono impressionata. Romina invece è commossa e le scendono le lacrime: “Ragazze, io… io non avevo capito niente. Sono una povera deficiente, Adelmo ha solo ragione ad essere infuriato con me. Adesso come posso fare? Voi mi prendereste con voi?”. Le “grandi” e anche Claudio sorridono, invece io sono attentissima.
Risponde Marta: “Noi non decidiamo niente, non dipende da noi il prenderti qui. Puoi fare solo due cose: supplicarlo e dimostrargli che sei cambiata con i fatti”.
Romina piange, sinceramente pentita. Scatta in piedi, si spoglia cercando di vestire il più possibile come noi: non ha la guepiere, mette le autoreggenti, ma le ha solo color carne. Chiede a me la mia vecchia coda da gatta e mi prega di inserirgliela. Infila i tacchi più alti che ha e corre a scapicollo giù per le scale. Siamo a bocca aperta, ci riprendiamo e, curiose, trotterelliamo giù anche noi. La vedo nuda e per la prima volta faccio caso a come è: ammetto che non è male, ma ha peli… però con un po’ di aiuto da parte di tutte, potrebbe diventare bella come noi.
La vediamo ai piedi di Adelmo, sorpreso più di noi, che lo supplica: “Tienimi mio signore [impara presto!], non mi merito niente, sono stupida e superba. Ma tienimi, dammi una seconda chance, ti supplico. Giuro che non te ne pentirai: imparerò presto, cambierò e sarai fiero di me”. Piange per terra, singhiozza e si stringe a un polpaccio di Adelmo.
Adelmo sembra riflettere, non capisce, chiede: “Dunque, con una scopata di Daniele, sei cambiata? È bastato un cazzo duro nel tuo culo floscio? È così tanto più bravo di me?”.
Adelmo è severo, la umilia apposta. Lei singhiozza più forte ma, ora, accetta di venire mortificata senza ribellarsi. Finalmente trova la forza di rispondere: “Sì, Daniele c’entra… ma sono loro che mi han fatto capire. Sceglimi mio signore, permettimi di servirti ed essere felice come loro” e indica noi!
Adelmo non crede ai suoi orecchi e, forse teme un imbroglio da parte di Romina, perciò: “Giovanni, sono stato umiliato da questa ragazzina e sono disgustato. Decidi tu”.
Giovanni sentenzia: “Romina, hai 7 giorni per metterti in ordine: tutti quei peli per noi vogliono dire superbia, volersi proteggere da sola. E poi tante altre trascuratezze - te le diranno le altre schiave - che vogliono dire solo una cosa: non ti interessa di Adelmo, né di piacere e servire nessuno. Dopo i primi 7 giorni ne avrai altri sette per superare la prova del rapporto sessuale con molti sconosciuti. In queste due settimane vivrai con le schiave giovani, potrai andare alle loro lezioni e sarai sottomessa ad Adelmo: ricordati che qualcuna di voi riesce ad avere l’orgasmo solo con un bacio e senza toccarsi: non si pretende questo, ma devi dimostrare con i fatti che sei davvero cambiata”.
Romina ora piange per la felicità, con la voce rotta dal pianto ringrazia Giovanni ma cerca gli occhi di Adelmo. Fa uno sforzo, si calma, si rialza, si prostra davanti ad Adelmo, pone la testa in mezzo ai suoi piedi. E resta così, fino a quando lui vorrà.
Marta mi porta in cucina: c’è una ciotola con cibo per me: “Bimba mia, mangia. Devi mangiare di sostanza. Io andrò a supplicare di farti riposare”. Un passo sicuro si avvicina: non alzo gli occhi, smetto di mangiare: è il generale: “L. devo ringraziarti. Sono socio adesso, ma senza di te non sarei mai arrivato qui”.
Marta è tornata: “Mio signore, il suo perdono se parlo: è stato appena deciso che L. non è disponibile fino a domattina. Deve riposare”.
Aresi sorride: “Non intendevo usarla, sono qui per gratitudine. Lara voglio anche dirti che ho parlato con il nostro avvocato. Tra poco sarò liberato da mia moglie. Non sono povero, ho accumulato tanto nelle missioni estere e sento il dovere di far qualcosa per te e la società non solo a parole. Ti voglio bene come a una figlia”. Come vorrei un bacio o una carezza sul viso… ma capisco che al mio eroe preferito serve tempo per ammorbidirsi.
Riprendo a mangiare, ho quasi finito la ciotola: avevo una fame… Ma arrivano altri passi maschili, entrano in cucina. Per fortuna è rimasta Marta a vigilare che altri non mi vogliano possedere. Infatti, eccola che si inginocchia ai piedi di Balth e Karch e spiega in inglese che non posso essere usata. Parla Karch in italiano: “Mio padre vuole ringraziare L. perché gli ha ridato la gioia di vivere. Mia madre lo ha fatto soffrire e ha cercato di portarci via tutte le nostre imprese. Mio padre ed io siamo diventati duri, e solo dopo quella vacanza all’Hedonism è tornato a sorridere. Io invece ho ancora il cuore indurito. Vogliamo aiutare e, ora che sono socio, ho qualche idea da sottoporre ai soci anziani”. Si interrompe, Balth dice qualcosa all’orecchio del figlio, che sorride e stringe a sé il papà.
Karch: “Mio padre chiede se sarebbe possibile far uscire L. per un giro sulla spiaggia, un aperitivo, un gelato”. Mi illumino d’immenso, credo che mentre guardo Balth gli occhi mi siano diventati verdissimi. Mi giro verso Marta e sussurro: “Puoi dire a quello stupidone di baciarmi? Si può?”. Marta ride e traduce in inglese. Anche Balth ride, felice, mi si avvicina e mi dà un fiocco in bocca tenero… e mi dice: “If possibile, the shortest you have”. Marta e Karch ridono, io non ho capito.
Marta risponde: “Just 30’ minutes, she needs a shower and… something more”. Mi trascina sopra, doccia, mi aiuta a pettinarmi… ma quando sceglie cosa devo mettere, chiedo: “Ma Marta… perché vestita così? Morirò per l’imbarazzo”.
Marta: “Perché lui ha chiesto espressamente queste cose, ochetta! È avanti con gli anni: vuole che tutti lo invidino vedendolo una splendida bambolina. Adesso trova le calze alla parigina più lunghe che hai, su!”. Sono pronta, tacchi di 9cm., una microgonna di 16 cm: sedere praticamente al nudo. … Triangolino anteriore del perizoma? Venite a vedere gente, offerta per tutti! Le parigine che mi arrivano neanche a metà coscia: avrò un freddo cane. Ma sopra mi copro con un maglioncino di cashmere e un bomberino corto.
Sabato, verso le 16:30. Per fortuna c’è pochissima gente in giro e passo un pomeriggio in allegria, tranquilla. Ovviamente Balth mi fa entrare in tutti (pochi, per fortuna) i locali e Bar aperti. In un bar ci sono 5-6 signori che fumano e giocano alle carte. Balth mi fa sedere su uno sgabello, accavallare le gambe: scende il silenzio. Vado in confusione e arrossisco: mi fa scendere e mi porta tra quei sei e mettere le mani su un tavolo, dando loro la schiena: mi allarga le gambe e mi apre le natiche… è una umiliazione ai massimi livelli! Tutti mi accarezzano e io… mi bagno di nuovo per l’umiliazione che subisco! In un pub c’è anche la musica e lascia che un signore mi inviti a ballare, così che tutti possano vedere il suo “trofeo”. Ogni momento è buono per umiliarmi, o tenermi una mano sul sedere, specie se c’è gente: purtroppo a me piace… e lui è così felice che mi offre aperitivo, cocktail, pizzetta… Sembriamo due fidanzatini… con 40 anni età di differenza!
La passeggiata finisce, mi sono divertita e sono stata bene. Prima di entrare mi fermo. So che non posso chiedere niente, ma quando mi invita a entrare batto i piedini sull’asfalto. Capisce, mi abbraccia, infila una mano dentro al mio perizoma e palpa… mi dà un bacio interminabile. In inglese riesco a dirgli: “I love you”.
Mangio poco a cena, alle 21:00 mi avvio verso la nostra camera per dormire, sono ancora stanca. Ma almeno il bruciore nella patata e nel retto è passato. Sto salendo di sopra e vedo le altre cinque che stanno già limonando o facendo di più. Romina non si stacca da Adelmo e gli fa un bocchino interminabile davanti a tutti.
Marta mi ferma per la buonanotte e per dirmi: “Stanno già decidendo della tua fase B, devo spiegarti qualcosa al più presto. Ho ascoltato che i greci hanno un fornitore a Forlì che ha anche negozi, sexy shop, club prive e altre cosette porche. Stai calma e niente paura, supererai ogni umiliazione!
Ah, e ricorda che verso le 15:00 quando andremo via tutti devi restare qui per Helio...”.
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