Le due badanti
di
Lo studente poetico
genere
etero
Mia madre anziana stava male e aveva bisogno di assistenza continua, per evitarle l’ospedale o la casa di ricovero, prendemmo due badanti, per i turni, io andavo a dormire a casa di mamma,anche per sorvegliare le badanti, alternandomi con mia sorella.
La prima occhiata che diedi alla prima arrivata delle due, fu positiva, una donna di mezza età, nemmeno brutta, moldava, che era anche gradita alla mamma. La seconda la conobbi più tardi, lei veniva di giorno, una Armena, un po grossa, materna.
Poichè la casa era grande, offrimmo alle due di dormire, ed accettarono volentieri, avevano in due la stessa grande camera e le separammo con un armadio. Mia madre aveva il sospetto che potessero portare uomini in casa, ma poiché qualcuno di noi figli era sempre presente, non capitò.
La sera arrivavo un po tardi, quando mi toccava dormire la, e si offrirono anche per prepararmi la cena, per lavarmi le cose, e stirare le camice, ok, dai.
La mamma migliorava, quindi si poteva dare loro le ore di uscita anche aumentate, si preparavano eleganti e si alternavano nelle uscite, ma tornavano abbastanza presto. Ebbi modo di vedere l’Armena mentre si vestiva, belle cosce tornite e grandi, e tette di taglia grande solide, nonostante avesse più di 50 anni. Mi chiese cosa stessi guardando, le feci i complimenti, “tu piace io?” si certo, sembrava contenta, uscì. Era rimasta la moldava che aveva sentito, la mamma dormiva, si avvicinò a me, era in vestaglia, e mostrava belle cosce, era più minuta dell’altra, ma gonfia di carne nei posti giusti. “Non Esci? “No, se hai bisogno di aiuto, ci sono io.” Le chiesi della sua vita in Moldavia, aveva lasciato un marito ubriacone e 3 figli, per necessità, voleva portare i figli in Italia. Provai a darle dei consigli, mi ascoltò attentamente, poi mi disse : tu italiano unico che non prova con me.” Capii subito, in tutte le altre case i maschi ci provavano. “No, bella, io non ho problemi di donne, e rispetto le persone che lavorano.” . “tu hai donne belle?, - beh si, ora non ho rapporto fisso, ma se capita, si. - “Tu uomo che a me piace, sei signore, non allunga le mani” . Si chiamava Yelena. Vai a riposare, oppure se vuoi ci guardiamo un film assieme, mentre aspetti la tua collega.
Si mise affianco a me sul divano e poiché parlava russo, scegliemmo il parlato in russo, e i sottotitoli in italiano. La cosa la commosse, e la storia poi comprendeva delle scene d’amore, lei fremeva ogni volta, e si accostava a me, sempre più vicina.
Yelena, bella, io ti rispetto, ma se sei così vicina, torno ad essere un maschio italiano. Mi baciò, ed accostò il seno notevole, rispose, “io tu piace, tu bravo, e bello” – Era una offerta esplicita, dovevo stare attento, poiché rientrava la sua collega, si staccò e guardò il film. L’altra arrivando e vedendo che avevo messo il parlato in russo, rimase molto contenta, e mi baciò su una guancia. La presi un po in giro, “allora, ti sei vista con il fidanzato?” - Tutti porci, rispose, io giocato a carte con amiche.
Boh, pensai la migliore soluzione è che me le faccio entrambe, se si attivano meccanismi che mi vogliono ricattare il tentativo dell’una annulla quello dell’altra. E poi non può essere violenza se due vengono con me assieme.
L’Armena indossò un accappatoio e andò nella doccia, sotto era nuda, e non esitò a mostrarmi ridendo le cosce nude. La Moldava disse che le sue cosce erano meglio, scoprendole. Mi chinai per baciare le cosce nel punto di incrocio vicino alla fica, sospirò subito. Mi restituì il favore tirando fuori il cazzo e prendendolo in bocca, mi piaceva molto, nel frattempo usciva l’Armena dalla doccia, ancora umida, vide, e si accostò a me, baciandomi in bocca e subito dopo mettendomi le zinne sulla faccia. Andiamo sul mio letto, venne la Moldava mentre l’Armena si asciugava.
Confesso che le diedi una leccata di figa, era profumata, si era preparata. La cosa la fece eccitare tantissimo, e passò subito a cavalcarmi il cazzo che aveva tirato su, una bella donna, profumata e calda, si offriva senza riserve. Alla fin la girai sulla schiena e venimmo insieme, non fingeva.
L’altra aveva osservato con calma, e non si era unita. Ero ormai un po soddisfatto, ma mi volevo fare anche lei. La Moldava andava per la doccia, Lei si sdraiò con me, e senza esitare lo prese in bocca, volendo tirarlo su ancora. Dai aspettiamo un po, mi lavo anche io poi vengo da te , va bene?
Tornava la Moldava, era soddisfatta, disse alla collega di aspettare, poi veniva anche lei.
Dopo la doccia mi prepararono una cenetta, io toccavo 4 tette, e due culi magnifici. Non si toccavano fra loro, si alternavano, preferivo. Andai a letto e dopo mezzora arrivò l’Armena, profumata, “tu vuoi m?” Dai vieni. Fu materna, ma anche molto eccitante, aveva una fica calda meravigliosa, ma anche di bocca, ma quel culo mi interessava molto, lo capì e mi fece provare.
Godette un po rumorosamente, la Moldava venne a vedere, rideva. Feci finta di venire, chissà cosa mi aspettava nei giorni futuri, come fatiche sessuali del cazzo.
Capii poi che ne avevano parlato fra loro, avevano un maschio in casa, pulito comodo e non aggressivo, ne cattivo. Piacevo ad entrambe ed avevano deciso di offrirsi, senza gelosie fra loro.
Poi toccò il turno a mia sorella, io ero a casa, ma a volte una , a volte l’altra, venivano a casa mia nelle ore libere. Eravamo un bel trio, simpatico, senza gelosie. E le scopate erano calme ma intense.
Quando tornai a fare il turno, decisero che avremmo dormito in tre sul lettone.
Fu una bella cosa, la moldava non aveva mai provato nel culo, e si fece consigliare dall’altra per provare, io facevo il toro.
Devo dire che non mi chiesero mai niente, ma spontaneamente le feci dei regalini, tipo borse, gioiellini, le volevo ringraziare, le assistei per le pratiche. Loro si tenevano pulitissime, sapevano bene che certe infezioni fanno male sia ai maschi che alle femmine, e la promiscuità le fa subito esplodere. Il rapporto si era normalizzato, mia madre migliorava, mi preoccupai di trovare per loro le migliori famiglie. Loro accettarono lavori al massimo di 8 ore, e, prima una, e poi l’altra, mi chiesero di poter stare con me, per qualche giorno.
Non era qualche giorno, era il mio piccolo harem, mi volevano veramente bene. Evitavano che passassi nello stesso giorno da una fica all’altra, anche per farmi prendere riposo, ma si prestavano a tutte le cose che potessero eccitarmi.
Si capì che avevo un piccolo harem , e gli amici mi sfottevano, mi chiamavano il sultano.
Poi arrivarono i figli della Moldava, anche grazie a me, e lei prese una casa e vi si trasferì.
L’Armena rientrò in patria per motivi di famiglia. Mi ero occupato di far mettere da parte dei risparmi ad entrambe a cui avevo aggiunto qualcosa, senza farglielo sapere, e rimasero felici.
Vollero entrambe darmi una notte di commiato. Furono magnifiche, non ho mai avuto due donne così calde. E stavolta erano assieme. Il rispetto reciproco che avevano avuto fra di loro , verso di me, e io verso di loro, ci aveva garantito tanto piacere.
Mia madre fece a entrambe un bel regalo.
Non fu l’ultima volta che le vidi. La Moldava cercava occasioni per stare con me, e mi risulta che aveva mandato via ogni tipo di corteggiatore, anche chi voleva sposarla.
Le ricordo sempre con gioia.
La prima occhiata che diedi alla prima arrivata delle due, fu positiva, una donna di mezza età, nemmeno brutta, moldava, che era anche gradita alla mamma. La seconda la conobbi più tardi, lei veniva di giorno, una Armena, un po grossa, materna.
Poichè la casa era grande, offrimmo alle due di dormire, ed accettarono volentieri, avevano in due la stessa grande camera e le separammo con un armadio. Mia madre aveva il sospetto che potessero portare uomini in casa, ma poiché qualcuno di noi figli era sempre presente, non capitò.
La sera arrivavo un po tardi, quando mi toccava dormire la, e si offrirono anche per prepararmi la cena, per lavarmi le cose, e stirare le camice, ok, dai.
La mamma migliorava, quindi si poteva dare loro le ore di uscita anche aumentate, si preparavano eleganti e si alternavano nelle uscite, ma tornavano abbastanza presto. Ebbi modo di vedere l’Armena mentre si vestiva, belle cosce tornite e grandi, e tette di taglia grande solide, nonostante avesse più di 50 anni. Mi chiese cosa stessi guardando, le feci i complimenti, “tu piace io?” si certo, sembrava contenta, uscì. Era rimasta la moldava che aveva sentito, la mamma dormiva, si avvicinò a me, era in vestaglia, e mostrava belle cosce, era più minuta dell’altra, ma gonfia di carne nei posti giusti. “Non Esci? “No, se hai bisogno di aiuto, ci sono io.” Le chiesi della sua vita in Moldavia, aveva lasciato un marito ubriacone e 3 figli, per necessità, voleva portare i figli in Italia. Provai a darle dei consigli, mi ascoltò attentamente, poi mi disse : tu italiano unico che non prova con me.” Capii subito, in tutte le altre case i maschi ci provavano. “No, bella, io non ho problemi di donne, e rispetto le persone che lavorano.” . “tu hai donne belle?, - beh si, ora non ho rapporto fisso, ma se capita, si. - “Tu uomo che a me piace, sei signore, non allunga le mani” . Si chiamava Yelena. Vai a riposare, oppure se vuoi ci guardiamo un film assieme, mentre aspetti la tua collega.
Si mise affianco a me sul divano e poiché parlava russo, scegliemmo il parlato in russo, e i sottotitoli in italiano. La cosa la commosse, e la storia poi comprendeva delle scene d’amore, lei fremeva ogni volta, e si accostava a me, sempre più vicina.
Yelena, bella, io ti rispetto, ma se sei così vicina, torno ad essere un maschio italiano. Mi baciò, ed accostò il seno notevole, rispose, “io tu piace, tu bravo, e bello” – Era una offerta esplicita, dovevo stare attento, poiché rientrava la sua collega, si staccò e guardò il film. L’altra arrivando e vedendo che avevo messo il parlato in russo, rimase molto contenta, e mi baciò su una guancia. La presi un po in giro, “allora, ti sei vista con il fidanzato?” - Tutti porci, rispose, io giocato a carte con amiche.
Boh, pensai la migliore soluzione è che me le faccio entrambe, se si attivano meccanismi che mi vogliono ricattare il tentativo dell’una annulla quello dell’altra. E poi non può essere violenza se due vengono con me assieme.
L’Armena indossò un accappatoio e andò nella doccia, sotto era nuda, e non esitò a mostrarmi ridendo le cosce nude. La Moldava disse che le sue cosce erano meglio, scoprendole. Mi chinai per baciare le cosce nel punto di incrocio vicino alla fica, sospirò subito. Mi restituì il favore tirando fuori il cazzo e prendendolo in bocca, mi piaceva molto, nel frattempo usciva l’Armena dalla doccia, ancora umida, vide, e si accostò a me, baciandomi in bocca e subito dopo mettendomi le zinne sulla faccia. Andiamo sul mio letto, venne la Moldava mentre l’Armena si asciugava.
Confesso che le diedi una leccata di figa, era profumata, si era preparata. La cosa la fece eccitare tantissimo, e passò subito a cavalcarmi il cazzo che aveva tirato su, una bella donna, profumata e calda, si offriva senza riserve. Alla fin la girai sulla schiena e venimmo insieme, non fingeva.
L’altra aveva osservato con calma, e non si era unita. Ero ormai un po soddisfatto, ma mi volevo fare anche lei. La Moldava andava per la doccia, Lei si sdraiò con me, e senza esitare lo prese in bocca, volendo tirarlo su ancora. Dai aspettiamo un po, mi lavo anche io poi vengo da te , va bene?
Tornava la Moldava, era soddisfatta, disse alla collega di aspettare, poi veniva anche lei.
Dopo la doccia mi prepararono una cenetta, io toccavo 4 tette, e due culi magnifici. Non si toccavano fra loro, si alternavano, preferivo. Andai a letto e dopo mezzora arrivò l’Armena, profumata, “tu vuoi m?” Dai vieni. Fu materna, ma anche molto eccitante, aveva una fica calda meravigliosa, ma anche di bocca, ma quel culo mi interessava molto, lo capì e mi fece provare.
Godette un po rumorosamente, la Moldava venne a vedere, rideva. Feci finta di venire, chissà cosa mi aspettava nei giorni futuri, come fatiche sessuali del cazzo.
Capii poi che ne avevano parlato fra loro, avevano un maschio in casa, pulito comodo e non aggressivo, ne cattivo. Piacevo ad entrambe ed avevano deciso di offrirsi, senza gelosie fra loro.
Poi toccò il turno a mia sorella, io ero a casa, ma a volte una , a volte l’altra, venivano a casa mia nelle ore libere. Eravamo un bel trio, simpatico, senza gelosie. E le scopate erano calme ma intense.
Quando tornai a fare il turno, decisero che avremmo dormito in tre sul lettone.
Fu una bella cosa, la moldava non aveva mai provato nel culo, e si fece consigliare dall’altra per provare, io facevo il toro.
Devo dire che non mi chiesero mai niente, ma spontaneamente le feci dei regalini, tipo borse, gioiellini, le volevo ringraziare, le assistei per le pratiche. Loro si tenevano pulitissime, sapevano bene che certe infezioni fanno male sia ai maschi che alle femmine, e la promiscuità le fa subito esplodere. Il rapporto si era normalizzato, mia madre migliorava, mi preoccupai di trovare per loro le migliori famiglie. Loro accettarono lavori al massimo di 8 ore, e, prima una, e poi l’altra, mi chiesero di poter stare con me, per qualche giorno.
Non era qualche giorno, era il mio piccolo harem, mi volevano veramente bene. Evitavano che passassi nello stesso giorno da una fica all’altra, anche per farmi prendere riposo, ma si prestavano a tutte le cose che potessero eccitarmi.
Si capì che avevo un piccolo harem , e gli amici mi sfottevano, mi chiamavano il sultano.
Poi arrivarono i figli della Moldava, anche grazie a me, e lei prese una casa e vi si trasferì.
L’Armena rientrò in patria per motivi di famiglia. Mi ero occupato di far mettere da parte dei risparmi ad entrambe a cui avevo aggiunto qualcosa, senza farglielo sapere, e rimasero felici.
Vollero entrambe darmi una notte di commiato. Furono magnifiche, non ho mai avuto due donne così calde. E stavolta erano assieme. Il rispetto reciproco che avevano avuto fra di loro , verso di me, e io verso di loro, ci aveva garantito tanto piacere.
Mia madre fece a entrambe un bel regalo.
Non fu l’ultima volta che le vidi. La Moldava cercava occasioni per stare con me, e mi risulta che aveva mandato via ogni tipo di corteggiatore, anche chi voleva sposarla.
Le ricordo sempre con gioia.
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