Le cugine anziane
di
Lo studente poetico
genere
incesti
Le cugine anziane
Avevo 19 anni, una voglia insaziabile, mi segavo spesso come tutti, ogni tanto mi capitava qualche donna che mi faceva scopare, ed ero diventato abbastanza bravo a durare e trattenermi. Non avevo una ragazza, proprio non mi interessavano le parole d’amore, e forse quelle che mi volevano non mi piacevano.
Avevo tante zie e zii, e recentemente era morta la più anziana delle sorelle di mamma, lasciando 3 figlie di 48, 50, e 52 anni, che per me all’epoca era come dire vecchie. Erano però simpatiche e da bambino rimanevo impressionato dalle tettone di due di loro, che mi baciavano ed abbracciavano e spesso mi lasciavano il segno del rossetto .
Erano laureate, insegnavano, ma tutte zitelle, un po aspre di carattere. Mia Madre mi dice di andare da loro per aiutarle in casa, mi avrebbero anche aiutato con gli studi universitari. Potevo anche dormire da loro, se volevo, erano più vicine all’Università. Ma’, ma sono un po stronze ed aspre. Ma no, ti vogliono bene.
Accettai e mi trasferii da loro, le vidi contente, potevano farmi fare sistemazioni, e spostare mobili, portare borse, ma erano severissime quando mi mettevo a studiare. E mi richiamavano quando uscivo per giocare a pallone o fare sport.
Faceva caldo e notavo che si slacciavano un po gli abiti, mostrando le tettone, e qualche tentazione cominciò a farsi strada in me. Mi capitava di entrare nelle loro camere, e vedevo a volte che erano con le coscione fuori, o senza reggiseno, primi giorni si nascondevano, poi non ci facevano caso, anche se si saranno accorte che guardavo. Tanto mi disse la più grande sei il nostro cuginetto, non ti scandalizzi certo e non dobbiamo nasconderci da te.
Beh, cominciai a segarmi, pensando a quelle figone che avevano. Avevo la camera a pian terreno della villa, e una sera si affaccia la più grande, tutta scollata, con una sottoveste nera. Scusami ma mi è sembrato che ci sia un pipistrello nella mia camera, ho paura, vieni a vedere. Mi alzo e lei notò che ero in slip e lo avevo durissimo. Vidi che osservava, ma non disse niente, mi diressi in camera sua che era la piano superiore, con una scopa, ed effettivamente era entrato un pipistrello, riuscii a farlo uscire, e la feci entrare, ne era terrorizzata prima. Che bravo il mio cuginetto, voglio darti un bacio, grazie e mi bacia sulla guancia, ma sono avvolto dalle tettone seminude, mi viene una voglia da morire, cerco di trattenermi, ma poi gli afferro le tette e comincio a succhiarle. Che fai, ma ansima, ed invece di allontanarmi, mi stringe. Gli allungo una mano fra le cosce e vedo che si sta bagnando, dai cugina, sto morendo, ho voglia. Si sente in dovere di non farmi scoppiare, e mi dice si, fai il bravo, non alzare la voce cosi non ci sentono. Non ricordo nemmeno più come gli montai sopra tanto ero frenetico, e per lei deve essere stato bello, non era vergine come dicevano, e quindi apprezzava la mia foga. Sono venuto credo un paio di volte senza uscire dalla figona, perso fra le tettone. Quando mi sono calmato un po, mi ha accarezzato il viso, mi ha detto di non dire niente a nessuno, che doveva essere un segreto fra noi. Poche ore dopo mi era tornata la voglia, potenza della gioventù, ma dovevo andare per degli esami, e venne con me la seconda, di 50 anni, severissima. Diceva di avere un’amica professoressa all’università, e infatti si videro e si abbracciarono davanti a me. Lei disse all’amica che ero il suo cuginetto, e l’esame fu superato brillantemente, ma non ero impreparato, la cugina mi aveva allenato bene, severa com’era, ma anche preparata.
La ringraziai e tornammo in macchina a casa, lei era una delle poche donne che guidava. In macchina la gonna le risaliva sulle cosce e ne notavo il ginocchio e la prima parte delle cosce belle tonde, oltre alle tettone che aveva ben coperte.
Non volli fare cattivi pensieri, pensando a come si erano abbracciate con la prof. Universitaria. Ma qualche voce c’era che se la intendesse con le femmine.
Tornati a casa fui festeggiato dalle altre cugine per l’esame avevano preparato una torta, mi baciarono torturandomi fra le tette. Telefonarono a tutta la parentela ed alcuni vennero in visita, loro erano orgogliose del cuginetto.
Un paio di giorni di tregua, la più grande era soddisfatta, si vedeva, e mi aveva fatto fare un’altra bella scopata, mentre le sorelle erano al lavoro. Mi elogiava tantissimo.
Poi rimasi solo in casa con la terza sorella, più piccola di altezza, ma popputa anche lei. Era piuttosto aspra nel parlare con me, ed a un certo punto mi fece capire che avesse capito cosa succedeva fra me e la sorella. Ma cosa c’è di male? Siamo cugini, e tu sei nostro ospite, ti curiamo come un figlio, e te ne approfitti. Mi sentii un po umiliato, le dissi che loro erano persone intelligenti e sapevano quello che volevano, non mi sentivo colpevole di aver approfittato.
E poi, le dissi, piacerebbe anche a te. Mi diede uno schiaffo, ci rimasi male, lei anche, tanto che mi abbracciò e si scusò. Ma era nelle mie braccia e le baciai il seno da sopra. Porco, smettila, ma non si staccava, continuai, si rilassava. Non era esperta come l’altra, non sapeva governare le cose, e quindi ebbi buon gioco, era ormai stravolta, la portai sul letto letteralmente in braccio, la spogliai rapidamente e la infilai, focoso come un ragazzo di 19 anni qual’ero. Niente preliminari ma giocavo con le tette, ma mi accorsi che era dura e si lamentava per il dolore, dopo mi disse che era vergine, ma nulla mi avrebbe fermato. Io non mi accorsi quasi di niente dopo un po era bagnata e pensavo a farla girare, cambiare posizione, tenerla sopra per rallentare. Collaborava però. Mi accorsi che stava avendo un orgasmo, forse il primo, si mise a urlare, per fortuna eravamo soli in casa. Ero molto orgoglioso l’avevo fatta venire ed ero ancora in tiro.
Si sciolse i capelli diventò morbida, e quando rientrò la prima sorella, la guardò e capì tutto, venne nella mia stanza e mi disse , bravo, mia sorella aveva proprio bisogno di un momento di attenzione, viene sempre trascurata. E poi me lo prese in bocca, non me l’aspettavo, voleva ringraziarmi in modo particolare. Gli sarò sempre grato, ora è morta da anni, ma la ricordo sempre con piacere.
Ormai ci eravamo stabilizzati, gli amici mi sfottevano, tu, niente ragazze? Sei uno sfigato? E io pensavo che invece ne avevo di fica, e tanta, ma non potevo dire nulla.
A volte con la prima a volte con la terza, di nascosto dalla severissima seconda, praticamente facevo sesso tutti i giorni, e non solo non mi faceva male, ma andavo bene negli studi. Tutti erano soddisfatti, anche la seconda, che si vantava di avermi imposto un rigido controllo sui miei studi ed orari. A casa mia mi dissero di restare la, con loro, ne avevamo tutti vantaggi. Non mi feci pregare, anche se mio padre deve aver capito qualcosa.
La seconda però quando si sedeva affianco a me alla scrivania, aveva preso ad urtarmi casualmente il gomito con le tette, e quando si chinava per indicarmi qualche disegno o qualche testo, ne sentivo il profumo e vedevo la scollatura profonda.
Un giorno lei si accorge che mi è venuto duro, e che io affianco la mia gamba alla sua, ma non si scosta, abbiamo le gambe strette, io passo la mia mano sulla mia gamba e poi passo sulla coscia sua, e niente , non dice niente. Gli accarezzo il ginocchio, lei niente, scendo fra le gambe, la pelle è liscia e morbida. Stop, mi dice lei, ma sorride. Chissà come mi viene, “posso baciarti” le chiedo? Sei così severa con me, ma io ti voglio bene. Accosta le labbra e provo un bacio profondo come non mi aspettavo, dolce, lungo. Fermo, continua a studiare, ora. Col cazzo, come faccio, mi hai turbato. E’ tornata severa, devi aspettare, con me. E calca il “con me”. E poi mi dice che la serà mi porterà con se a casa della sua amica professoressa che mi aveva presentato.
Ho capito. Ma ve lo racconto la prossima volta, merita un capitolo a se.
Avevo 19 anni, una voglia insaziabile, mi segavo spesso come tutti, ogni tanto mi capitava qualche donna che mi faceva scopare, ed ero diventato abbastanza bravo a durare e trattenermi. Non avevo una ragazza, proprio non mi interessavano le parole d’amore, e forse quelle che mi volevano non mi piacevano.
Avevo tante zie e zii, e recentemente era morta la più anziana delle sorelle di mamma, lasciando 3 figlie di 48, 50, e 52 anni, che per me all’epoca era come dire vecchie. Erano però simpatiche e da bambino rimanevo impressionato dalle tettone di due di loro, che mi baciavano ed abbracciavano e spesso mi lasciavano il segno del rossetto .
Erano laureate, insegnavano, ma tutte zitelle, un po aspre di carattere. Mia Madre mi dice di andare da loro per aiutarle in casa, mi avrebbero anche aiutato con gli studi universitari. Potevo anche dormire da loro, se volevo, erano più vicine all’Università. Ma’, ma sono un po stronze ed aspre. Ma no, ti vogliono bene.
Accettai e mi trasferii da loro, le vidi contente, potevano farmi fare sistemazioni, e spostare mobili, portare borse, ma erano severissime quando mi mettevo a studiare. E mi richiamavano quando uscivo per giocare a pallone o fare sport.
Faceva caldo e notavo che si slacciavano un po gli abiti, mostrando le tettone, e qualche tentazione cominciò a farsi strada in me. Mi capitava di entrare nelle loro camere, e vedevo a volte che erano con le coscione fuori, o senza reggiseno, primi giorni si nascondevano, poi non ci facevano caso, anche se si saranno accorte che guardavo. Tanto mi disse la più grande sei il nostro cuginetto, non ti scandalizzi certo e non dobbiamo nasconderci da te.
Beh, cominciai a segarmi, pensando a quelle figone che avevano. Avevo la camera a pian terreno della villa, e una sera si affaccia la più grande, tutta scollata, con una sottoveste nera. Scusami ma mi è sembrato che ci sia un pipistrello nella mia camera, ho paura, vieni a vedere. Mi alzo e lei notò che ero in slip e lo avevo durissimo. Vidi che osservava, ma non disse niente, mi diressi in camera sua che era la piano superiore, con una scopa, ed effettivamente era entrato un pipistrello, riuscii a farlo uscire, e la feci entrare, ne era terrorizzata prima. Che bravo il mio cuginetto, voglio darti un bacio, grazie e mi bacia sulla guancia, ma sono avvolto dalle tettone seminude, mi viene una voglia da morire, cerco di trattenermi, ma poi gli afferro le tette e comincio a succhiarle. Che fai, ma ansima, ed invece di allontanarmi, mi stringe. Gli allungo una mano fra le cosce e vedo che si sta bagnando, dai cugina, sto morendo, ho voglia. Si sente in dovere di non farmi scoppiare, e mi dice si, fai il bravo, non alzare la voce cosi non ci sentono. Non ricordo nemmeno più come gli montai sopra tanto ero frenetico, e per lei deve essere stato bello, non era vergine come dicevano, e quindi apprezzava la mia foga. Sono venuto credo un paio di volte senza uscire dalla figona, perso fra le tettone. Quando mi sono calmato un po, mi ha accarezzato il viso, mi ha detto di non dire niente a nessuno, che doveva essere un segreto fra noi. Poche ore dopo mi era tornata la voglia, potenza della gioventù, ma dovevo andare per degli esami, e venne con me la seconda, di 50 anni, severissima. Diceva di avere un’amica professoressa all’università, e infatti si videro e si abbracciarono davanti a me. Lei disse all’amica che ero il suo cuginetto, e l’esame fu superato brillantemente, ma non ero impreparato, la cugina mi aveva allenato bene, severa com’era, ma anche preparata.
La ringraziai e tornammo in macchina a casa, lei era una delle poche donne che guidava. In macchina la gonna le risaliva sulle cosce e ne notavo il ginocchio e la prima parte delle cosce belle tonde, oltre alle tettone che aveva ben coperte.
Non volli fare cattivi pensieri, pensando a come si erano abbracciate con la prof. Universitaria. Ma qualche voce c’era che se la intendesse con le femmine.
Tornati a casa fui festeggiato dalle altre cugine per l’esame avevano preparato una torta, mi baciarono torturandomi fra le tette. Telefonarono a tutta la parentela ed alcuni vennero in visita, loro erano orgogliose del cuginetto.
Un paio di giorni di tregua, la più grande era soddisfatta, si vedeva, e mi aveva fatto fare un’altra bella scopata, mentre le sorelle erano al lavoro. Mi elogiava tantissimo.
Poi rimasi solo in casa con la terza sorella, più piccola di altezza, ma popputa anche lei. Era piuttosto aspra nel parlare con me, ed a un certo punto mi fece capire che avesse capito cosa succedeva fra me e la sorella. Ma cosa c’è di male? Siamo cugini, e tu sei nostro ospite, ti curiamo come un figlio, e te ne approfitti. Mi sentii un po umiliato, le dissi che loro erano persone intelligenti e sapevano quello che volevano, non mi sentivo colpevole di aver approfittato.
E poi, le dissi, piacerebbe anche a te. Mi diede uno schiaffo, ci rimasi male, lei anche, tanto che mi abbracciò e si scusò. Ma era nelle mie braccia e le baciai il seno da sopra. Porco, smettila, ma non si staccava, continuai, si rilassava. Non era esperta come l’altra, non sapeva governare le cose, e quindi ebbi buon gioco, era ormai stravolta, la portai sul letto letteralmente in braccio, la spogliai rapidamente e la infilai, focoso come un ragazzo di 19 anni qual’ero. Niente preliminari ma giocavo con le tette, ma mi accorsi che era dura e si lamentava per il dolore, dopo mi disse che era vergine, ma nulla mi avrebbe fermato. Io non mi accorsi quasi di niente dopo un po era bagnata e pensavo a farla girare, cambiare posizione, tenerla sopra per rallentare. Collaborava però. Mi accorsi che stava avendo un orgasmo, forse il primo, si mise a urlare, per fortuna eravamo soli in casa. Ero molto orgoglioso l’avevo fatta venire ed ero ancora in tiro.
Si sciolse i capelli diventò morbida, e quando rientrò la prima sorella, la guardò e capì tutto, venne nella mia stanza e mi disse , bravo, mia sorella aveva proprio bisogno di un momento di attenzione, viene sempre trascurata. E poi me lo prese in bocca, non me l’aspettavo, voleva ringraziarmi in modo particolare. Gli sarò sempre grato, ora è morta da anni, ma la ricordo sempre con piacere.
Ormai ci eravamo stabilizzati, gli amici mi sfottevano, tu, niente ragazze? Sei uno sfigato? E io pensavo che invece ne avevo di fica, e tanta, ma non potevo dire nulla.
A volte con la prima a volte con la terza, di nascosto dalla severissima seconda, praticamente facevo sesso tutti i giorni, e non solo non mi faceva male, ma andavo bene negli studi. Tutti erano soddisfatti, anche la seconda, che si vantava di avermi imposto un rigido controllo sui miei studi ed orari. A casa mia mi dissero di restare la, con loro, ne avevamo tutti vantaggi. Non mi feci pregare, anche se mio padre deve aver capito qualcosa.
La seconda però quando si sedeva affianco a me alla scrivania, aveva preso ad urtarmi casualmente il gomito con le tette, e quando si chinava per indicarmi qualche disegno o qualche testo, ne sentivo il profumo e vedevo la scollatura profonda.
Un giorno lei si accorge che mi è venuto duro, e che io affianco la mia gamba alla sua, ma non si scosta, abbiamo le gambe strette, io passo la mia mano sulla mia gamba e poi passo sulla coscia sua, e niente , non dice niente. Gli accarezzo il ginocchio, lei niente, scendo fra le gambe, la pelle è liscia e morbida. Stop, mi dice lei, ma sorride. Chissà come mi viene, “posso baciarti” le chiedo? Sei così severa con me, ma io ti voglio bene. Accosta le labbra e provo un bacio profondo come non mi aspettavo, dolce, lungo. Fermo, continua a studiare, ora. Col cazzo, come faccio, mi hai turbato. E’ tornata severa, devi aspettare, con me. E calca il “con me”. E poi mi dice che la serà mi porterà con se a casa della sua amica professoressa che mi aveva presentato.
Ho capito. Ma ve lo racconto la prossima volta, merita un capitolo a se.
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