La Dirigente femmina
di
Lo studente poetico
genere
etero
Proprio a me era capitata l'unica dirigente femmina dell'azienda, il marito, collega, di 10 anni più giovane di lei, lei 52 all'epoca, due figlie femmine, io un 33enne sportivo, una fama di donnaiolo immeritata, e una consolidata fama di ribelle (alias rompicoglioni).
In azienda ero stimato professionalmente, ma avevo nemici, fra i dirigenti, qualcuno tentò di mettermi a freno dandomi un capo femmina.
Non la consideravo per niente dal punto di vista sessuale, anche se non era affatto brutta.
Dopo alcuni contrasti, volle fare un colloquio sincero con me, ero annoiato, avevo dei problemi con una mia fidanzata. Appariva materna, e la cosa mi rompeva un po le palle, per cui impostai il colloquio in maniera professionale, al che lei rispose appunto che non voleva parlare in maniera professionale. Voleva parlare del rapporto con me. Mi disse di essere una donna, che spesso aveva evitato di discutere con me, e che io la trascuravo. prima di tutto nella sua sensibilità femminile. "Ma Lei ha marito e figli, che Le frega di me, non sono certo un cafone o un maleducato, anche se posso apparire aspro o distratto, il lavoro va bene, abbiamo successo, quindi alla fine ....." Come a dire che cazzo vuoi. Mi disse che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e che potevo anche sollevare un po gli occhi dalla cazzo di carriera, che stava rovinando anche il rapporto con la mia ragazza. Alla fine della discussione se ne uscì con una frase sibillina, del tipo noi siamo quelli che litigano, litigano e poi finiscono a letto assieme.
Non ci pensai, ma la sera il discorso mi tornò a mente, ne parlai con un amico anziano, che rise e mi disse che avevo fatto lo stronzetto con una che me la voleva dare. Beh in fondo non era male, non bellissima di viso, corpo accettabile, nessun particolare eclatante.
Capitò così che fummo convocati entrambi presso il Boss, a Roma, e ci preparamo al viaggio, la segretaria prenotò lo stesso albergo, viaggio in aereo, durante il viaggio c'erano delle turbolenze, lei ebbe paura e mi chiese di tenerle la mano, tremava, e si accostava, non diedi peso, si scusò per la paura, arrivò a baciarmi sulla guancia.
Il capo ci sbrigò in due minuti, rinviandoci a una riunione del giorno successivo, in cui io dovevo tenere una relazione. Fissò dei paletti, e sorridendo disse alla mia capa di tenermi a bada, che potevo diventare perisoloso.
Bene, andiamo a prenzo? poi ci facciamo un giro per Roma, vorrrei vedere il tal museo, mi accompagna?. Va bene, si. Per pranzo lei va con altri colleghi dirigenti, ci vediamo nel primo pomeriggio nella hall dell'albergo, si è messa veramente bene, abitino sopra il ginocchio, una scollatura generosa, tacco. Per la prima volta ne noto le gambe, mica male, lei si accorge dello sguardo e mi sfotte, "soddisfatto"? Taxi, museo, faccio un po sfoggio di cultura classica, ci fermiamo davanti a un quadro, dove una dea "matura" riceve l'omaggio di un giovane atletico, mi guarda, la guardo.Niente, andiamo in albergo?, i tacchi mi stancano, ok, torni con me? è passata al tu, si vengo. In taxi mi prende la mano, non ritiro la mia.
In Albergo va subito nella sua camera, io nella mia, mi chiama, vieni da me? Ormai aspettavo quella chiamata. Boh, poteva essere mia madre, ma ormai la volevo.
Era seduta sul letto, una vestaglietta vaporosa, c'era un salottino in camera, si alza e mi fa sedere a fianco a lei, mi dice che ha visto come le ho guardato le cosce, se volevo guardarle meglio, e si tira su la vestaglia. Non esito, una mano fra le sue cosce e lei mi bacia. Stavolta si stringe a me, e mi fa sentire un corpo ancora sodo.
La portai sul letto, si scoprì tutta, era meglio di quanto mi aspettassi, lei mi toccava i muscoli delle braccia e le cosce, poi me lo prese in mano, mentre io gli baciavo il seno.
Si comportava bene, non cercai di farmelo prendere in bocca, la volevo inchiodare sul letto, aprì le cosce, le salii sopra, una sensazione caldissima, cominciai a muovermi, era tutta presa , la sentivo ansimare, mi tenevo sulle braccia per non caricarla del mio peso, ma affondavo con i fianchi, decisi di "comportarmi bene" tecnicamnete. Avemmo presto un primo orgasmo, ma la tensione rimaneva. Guarda che. oltr eche una dirigente, sono una femmina, non devi esibirti.
Diventò materna e morbida, me lo prese in bocca dolcemente, e io ricambiai con la lingua sul clitoride.
Poi si affidò per un po alla mia voglia ed alla mia fantasia, per poi continuare a dirigermi, l'alternanza fra i miei momenti di maschio poseente ed atletico, ed i suoi momenti ricettivi e materni, ci fece avere diversi orgasmi, eravamo sfiniti, eravamo li da ore.
Cenammo con qualcosa dal frigobar, e poi rimanemmo a letto assieme.
La riuonine della giornata successiva fu un successo, ci alternavamo nel condurla, affiatati.
Lei ebbe molti complimenti dai suoi colleghi dirigenti, anche per il rapporto ottimale che aveva con quel ribelle che ero io.
Nel viaggio di ritorno ci chiedemmo cosa sarebbe successo ora. Niente, disse lei, non ho nessuna voglia di mettere in crisi il mio matrimonio, e nemmeno le tue relazioni. Ma avremo dei nostri momenti. Ma li deciderò io. E niente, voleva decidere lei.
In azienda ero stimato professionalmente, ma avevo nemici, fra i dirigenti, qualcuno tentò di mettermi a freno dandomi un capo femmina.
Non la consideravo per niente dal punto di vista sessuale, anche se non era affatto brutta.
Dopo alcuni contrasti, volle fare un colloquio sincero con me, ero annoiato, avevo dei problemi con una mia fidanzata. Appariva materna, e la cosa mi rompeva un po le palle, per cui impostai il colloquio in maniera professionale, al che lei rispose appunto che non voleva parlare in maniera professionale. Voleva parlare del rapporto con me. Mi disse di essere una donna, che spesso aveva evitato di discutere con me, e che io la trascuravo. prima di tutto nella sua sensibilità femminile. "Ma Lei ha marito e figli, che Le frega di me, non sono certo un cafone o un maleducato, anche se posso apparire aspro o distratto, il lavoro va bene, abbiamo successo, quindi alla fine ....." Come a dire che cazzo vuoi. Mi disse che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e che potevo anche sollevare un po gli occhi dalla cazzo di carriera, che stava rovinando anche il rapporto con la mia ragazza. Alla fine della discussione se ne uscì con una frase sibillina, del tipo noi siamo quelli che litigano, litigano e poi finiscono a letto assieme.
Non ci pensai, ma la sera il discorso mi tornò a mente, ne parlai con un amico anziano, che rise e mi disse che avevo fatto lo stronzetto con una che me la voleva dare. Beh in fondo non era male, non bellissima di viso, corpo accettabile, nessun particolare eclatante.
Capitò così che fummo convocati entrambi presso il Boss, a Roma, e ci preparamo al viaggio, la segretaria prenotò lo stesso albergo, viaggio in aereo, durante il viaggio c'erano delle turbolenze, lei ebbe paura e mi chiese di tenerle la mano, tremava, e si accostava, non diedi peso, si scusò per la paura, arrivò a baciarmi sulla guancia.
Il capo ci sbrigò in due minuti, rinviandoci a una riunione del giorno successivo, in cui io dovevo tenere una relazione. Fissò dei paletti, e sorridendo disse alla mia capa di tenermi a bada, che potevo diventare perisoloso.
Bene, andiamo a prenzo? poi ci facciamo un giro per Roma, vorrrei vedere il tal museo, mi accompagna?. Va bene, si. Per pranzo lei va con altri colleghi dirigenti, ci vediamo nel primo pomeriggio nella hall dell'albergo, si è messa veramente bene, abitino sopra il ginocchio, una scollatura generosa, tacco. Per la prima volta ne noto le gambe, mica male, lei si accorge dello sguardo e mi sfotte, "soddisfatto"? Taxi, museo, faccio un po sfoggio di cultura classica, ci fermiamo davanti a un quadro, dove una dea "matura" riceve l'omaggio di un giovane atletico, mi guarda, la guardo.Niente, andiamo in albergo?, i tacchi mi stancano, ok, torni con me? è passata al tu, si vengo. In taxi mi prende la mano, non ritiro la mia.
In Albergo va subito nella sua camera, io nella mia, mi chiama, vieni da me? Ormai aspettavo quella chiamata. Boh, poteva essere mia madre, ma ormai la volevo.
Era seduta sul letto, una vestaglietta vaporosa, c'era un salottino in camera, si alza e mi fa sedere a fianco a lei, mi dice che ha visto come le ho guardato le cosce, se volevo guardarle meglio, e si tira su la vestaglia. Non esito, una mano fra le sue cosce e lei mi bacia. Stavolta si stringe a me, e mi fa sentire un corpo ancora sodo.
La portai sul letto, si scoprì tutta, era meglio di quanto mi aspettassi, lei mi toccava i muscoli delle braccia e le cosce, poi me lo prese in mano, mentre io gli baciavo il seno.
Si comportava bene, non cercai di farmelo prendere in bocca, la volevo inchiodare sul letto, aprì le cosce, le salii sopra, una sensazione caldissima, cominciai a muovermi, era tutta presa , la sentivo ansimare, mi tenevo sulle braccia per non caricarla del mio peso, ma affondavo con i fianchi, decisi di "comportarmi bene" tecnicamnete. Avemmo presto un primo orgasmo, ma la tensione rimaneva. Guarda che. oltr eche una dirigente, sono una femmina, non devi esibirti.
Diventò materna e morbida, me lo prese in bocca dolcemente, e io ricambiai con la lingua sul clitoride.
Poi si affidò per un po alla mia voglia ed alla mia fantasia, per poi continuare a dirigermi, l'alternanza fra i miei momenti di maschio poseente ed atletico, ed i suoi momenti ricettivi e materni, ci fece avere diversi orgasmi, eravamo sfiniti, eravamo li da ore.
Cenammo con qualcosa dal frigobar, e poi rimanemmo a letto assieme.
La riuonine della giornata successiva fu un successo, ci alternavamo nel condurla, affiatati.
Lei ebbe molti complimenti dai suoi colleghi dirigenti, anche per il rapporto ottimale che aveva con quel ribelle che ero io.
Nel viaggio di ritorno ci chiedemmo cosa sarebbe successo ora. Niente, disse lei, non ho nessuna voglia di mettere in crisi il mio matrimonio, e nemmeno le tue relazioni. Ma avremo dei nostri momenti. Ma li deciderò io. E niente, voleva decidere lei.
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