Un spiacevole risveglio

di
genere
masturbazione

La domenica mattina è l’unico giorno della settima in cui posso dormire fino alle 9:00, non importa quanto possa far tardi la sera precedente, l’importante per mamma e che alle 9:05 io sia giù a fare colazione. Quella domenica mi ero svegliata decisamente prima che la sveglia suonasse, pressappoco l’ora in cui mi sveglio abitualmente per andare a scuola. Ad occhi chiusi cercavo impacciatamente di raggiungere il mio smartphone per capire che ore fossero senza preoccuparmi troppo del baccano che creavo. Qualche timido raggio di sole penetrava dalla finestra, la casa era silenziosa così mi ero ricomposta sotto le coperte tentando di riprendere sonno invano. Mentre mi rigiravo tra le coperte semi disfatte, iniziai quasi senza rendermene conto a toccarmi.
Si, lo confesso era qualcosa che di tanto in tanto praticavo la domenica mattina, ma tutto sommato non con regolarità. Ricordo bene quel giorno, ero in t-shirt e mutandine, senza reggiseno. Ne avevo diversi, quasi tutti a triangolo ma erano a lavare. I due push up e a balconcino erano scomodissimi, quindi, avevo deciso di farne a meno.
Con le coperte fin sul viso fantasticavo pensando di non essere sola in camera. Non so per quale strana ragione immaginavo di essere raggiunta da un numero imprecisato di mani, che facendosi spazio sotto le coperte, accarezzavano e palpavano ogni centimetro del mio corpo. Avevo sempre più caldo e presa dal momento ricordo di aver sfilato la t-shirt e di aver abbassato le mutandine. Sapevo di non avere nulla con me ma in quel momento volevo godere, godere e basta senza remore. Il clito sporgente, le labbra gonfie e quel senso di eccitazione che mi stava divorando l’anima. Venni sul panno in cotone che solitamente usavo mettere tra le cosce per non creare irritazione disperso tra le lenzuola.
Appagata solo per qualche secondo ripresi a masturbarmi furiosamente, sapevo che sarebbe stato un errore ma non ne avevo abbastanza. Il respiro sempre più affannoso faceva crescere in me l’illusione di farlo davvero, nella mia mente ero ambita e desiderata da decine di mani che perlustravano il mio corpo senza mai averne abbastanza. Decisi di levare completamente le mutandine per poter sperimentare diverse posizioni. Nella mia mente mi incitavo ed insultavo al tempo stesso con termini volgari e scurrili, stavo per raggiungere inesorabilmente il mio secondo orgasmo dopo pochi minuti. Anche se avevo voglia di urlare, ansimai silenziosamente soffocando la mia goduria tra le lenzuola che ben presto avrebbero accolto i miei umori. Sfinita senza rendermene conto chiusi gli occhi.
Una mano, mamma, mi tolse le coperte per svegliarmi lasciandomi scoperta, nuda e bagnata, volevo morire! Mamma, interdetta per qualche secondo andò via senza dire nulla. Sapevo che di li a poco avrei avuto una conversazione imbarazzante. Infilai tutto nella lavatrice senza che lei potesse vedermi, seguirono giorni di testa bassa e silenzi imbarazzanti, fino a quando lei mi disse queste precise parole “meglio se le tue cose le fai in bagno e non ne letto”, mi limitai ad annuire.
La mattina successiva trovai sotto al letto un pacco regalo, carta beige e fiocchetto rosso. Lo aprii, al suo interno un vibratore viola a forma di ovetto . Non ringraziai mai mamma, lo chiamai Ovetto ed è tutt’ora il mio giocattolo preferito.

Grazie mamma.

Firmato Ra
scritto il
2023-02-24
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