Al supermercato

di
genere
masturbazione

Sono una ragazza tranquilla, sono sempre stata tranquilla e non ho mai creato problemi. Non so se sarò sufficientemente capace nella vita, mi hanno sempre detto che ho ottime capacità e a pochi mesi dagli esami di maturità non so più chi sono. Questo quinto anno è stato credo quello più concreto, quello più ricco di esperienze, quello in cui dovrei decidere che farò nella vita. Il punto è che non so un bel niente! Ho l’ansia al solo pensare agli esami e per giunta sono costretta a lavorare part-time.
Il lavoro mi piace, ci ho lavorato per sei mesi la scorsa estate e credo sia stata una delle esperienze più gratificanti della mia vita. Qui ho avuto modo, in parte, di capire quello che le altre persone pensano di me. Sempre più di frequente infatti ho la sensazione di leggere nella mente delle persone, come se entrandoci in contatto possa capire quello che pensano di me. Per la maggior parte delle volte solo quasi invisibile, per altre sono la commessa a cui chiedere informazioni, per altre la cassiera che ci impiega una vita a rilasciare lo scontrino, per altre ancora invece sono molto di più.
Forse sarò diventata stronza ma ammetto di divertirmi quando le fidanzate mandano occhiatacce ai compagni, quando loro sono preda di pizzicotti e quando qualcuno sussurra apprezzamenti pensando di non essere sentito. Ci sono stati casi in cui qualcuno distrattamente mi ha sfiorato i fianchi, altre palpata i glutei, altre ancora accarezzato il seno mentre facevano finta di aver bisogno proprio di quell’oggetto vicino a me, per poi riporlo una volta che andavo via. In quei casi facevo finta di nulla o li guardavo con la coda dell’occhio accennando un sorriso senza scostarmi immediatamente ma aspettando la loro reazione. La verità? Ci godo. In alcuni momenti sono talmente eccitata da pensare “okay, ora vado in bagno e mi tocco”, ma non lo faccio mai, troppa paura che qualche collega mi scopra, così cautamente aspetto la fine del turno per andare a casa e toccarmi.
Immagino di essere messa alle strette da quei clienti cercando di divincolarmi senza successo. Che mi dicano di tranquillizzarmi e che non vogliono farmi del male ma solo aiutarmi mentre con un filo di voce chiedo gentilmente di smettere abbassando lo sguardo. Che prendano il sopravvento su di me davanti agli altri clienti facendomi vergognare ma allo stesso tempo essere ambita, desiderata, pronta ad esaudire le loro voglie. In una fantasia in particolare mi sollevano la polo rossa per poi massaggiarmi il seno, lo fanno con tanta forza da volerlo quasi spremere. In altre mi portano una mano sulla bocca per impedirmi di parlare mentre l’altra si insinua nei miei leggins neri, si fa strada tra il mio intimo penetrandomi e masturbandomi fino a rendermi inerme. In altre ancora, immagino di essere alla loro mercé completamente immobilizzata e priva di scelta, scopata in posizione supina mentre mi dicono volgarità. Ma il pensiero con cui mi tocco più di frequente è quello in cui vengo sollevata di peso e penetrata in braccio per poi essere posata su di uno scaffale o poggiata al muro e condotta al piacere più estremo mentre altri clienti si avvicinano in attesa del loro turno. Sono pazza? Probabilmente si, ma mi eccita da morire!
Chissà se conosco qualcuno di voi, le probabilità sono minime ma se nel vostro Conad c’è una diciottenne dai capelli ricci lunghi castano scuro, probabilmente sono io.

Firmato Ra
scritto il
2023-04-30
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