La mia prima visita

di
genere
prime esperienze

Mamma mi portava di tanto in tanto dal ginecologo con lei, che per me non era nulla di più di una dottoressa per ragazze slash donne, mi limitavo ad entrare in stanza ma ad aspettare al di là del separé, ascoltavo distrattamente le frasi di rito senza mai soffermandomi troppo sulle risposte, al contrario ero intenta a scorrere instagram o guardare video su youtube. Un giorno però inaspettatamente la dottoressa mi ha invitato a sedermi al di là della scrivania, a pormi domande e spiegarmi cose che avevo già studiato in scienze alle scuole medie ma che adesso assumevano un significato diverso. Fin qui tutto okay.
Il problema si è presentato quando mi ha chiesto di spostarmi dietro il separé, di togliere jeans e mutandine e accomodarmi sul lettino. Sgranavo gli occhi guardando mamma facendole capire che non volevo tentando di non farmi vedere dalla dottoressa. Con il cuore in gola cercavo di coprirmi inutilmente con la maglietta mentre vedevo scomparire mamma dietro quel separé. La dottoressa faceva cenno di sedermi sul bordo e appoggiare l’incavo delle ginocchia su dei sostegni prima di sdraiarmi e distendere la schiena. Non potevo più coprirmi, così forse inconsciamente serrai gli occhi per non guardare.
L’ispezione mi procurava un ansia ed un disagio indescrivibile misto ad un senso di impotenza che ben presto inspiegabilmente si trasformava in qualcos’altro. Percepivo addosso le sue dita coperte da guanti accarezzarmi sempre più insistentemente, prima sull’addome poi via via sempre più in basso, sentivo premere, palpare in un modo quasi gradevole fino a quando mi ha penetrata con le dita. Credo di aver tentato di chiudere le gambe d’istinto perché un cigolio, un suono probabilmente causato dal lettino mi ha fatto aprire gli occhi. Accaldata e rossa in viso osservavo il suo volto, per poi distoglierlo non appena il suo sguardo incrociava il mio. Per un secondo credo di aver notato nel suo viso un cenno di complicità, un sorriso, un ghigno, prima di sentire le sue dita ritrarsi e riaprirsi sempre più rapidamente. Da lì in poi il blackout. Non so se abbia avuto un orgasmo o cosa, so solo che volevo che continuasse, volevo sollevare la schiena e la testa per vedere più possibile, desideravo come non mai quegli sguardi, quelle dita, quelle attenzioni su di me anche se non lo avrei mai e poi mai ammesso. Le labbra serrate, il respiro bloccato come se fossi in apnea, non ho idea se quello fu il mio primo orgasmo e non so neanche se emanai un suono, ricordo solo una sensazione di beatitudine come se fossi la persona più leggera del mondo. La visita continuò con l’inserimento di qualcosa di freddo, forse avvolto da qualcosa di gelatinoso, ma onestamente i ricordi si fanno più confusi, ricordo solo quell’ “okay, abbiamo finito sei stata bravissima” della dottoressa ed il suo enorme sorriso bianchissimo. Mi sono asciugata con la carta e rivestita il più velocemente possibile, non volevo che mamma mi vedesse. Sono ritornata a casa con la sensazione di essere bagnata ma al tempo stesso più me stessa.

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Grazie per aver letto, vi auguro una buona giornata/serata.

Firmato Ra
scritto il
2023-02-21
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