Una inaspettata esperienza
di
Ra e Vi
genere
dominazione
Era quasi l’ora di chiudere erano le 20:15, a breve sarebbe passato per la radio il messaggio registrato di avvicinarsi alle casse perché il negozio chiuderà. Non c’era molta gente, ormai la maggior parte della clientela è andata via e non restava che allineare qualcosa in corsia ed avvantaggiarmi con le pulizie di routine. Avvertivo la sensazione di essere osservata, quasi seguita ma non percepivo nulla di insolito, un cliente mi guardava. Ho incrociato il suo sguardo ed accennato un sorriso, aveva un fare titubante tipico di chi stava per pormi una domanda. “Ciao, sei tu Ra, vero?!?” Un piccolo cenno con la testa, nulla di più. Ho annuito d’istinto senza pensarci, pervasa da mille dubbi mi guardavo attorno, eravamo soli. Non sapevo che dire, che fare, penso nessuno mi chiama Ra tranne.. tranne chi legge ciò che scrivo in quel sito. Ho cercato di fare mente locale, pensando a chi in qualche modo potrebbe conoscermi e chiamarmi solo con le mie iniziali ma nulla, il vuoto. Ho deglutito ed abbasso lo sguardo imbarazzata mentre lui ha proseguito allontanandosi. Sovrappensiero continuavo ad allineare i prodotti sullo scaffale pensando e ripensando sempre al medesimo quesito, quando ad un tratto, sono stata raggiunta da una mano.
Impietrita non riuscivo né a muovermi, né ad emettere fiato, con la sensazione di essere accaldata ma al tempo stesso di aver freddo. Non ero in grado nemmeno di distogliere lo sguardo da quella confezione di biscotti che era a pochi centimetri dal mio viso mentre tutto il resto intorno sembrava farsi buio. La sua mano mi stringeva lì da dietro, proprio tra le gambe, mentre mi sussurrava qualcosa all’orecchio. Ero così presa dal panico da non capire una singola parola di quello che quell’uomo mi stesse bisbigliando. Pochi secondi pensavo, pochi interminabili secondi ancora e lui mi lascerà. Ma la presa non accennava ad allentarsi anzi, si faceva sempre più serrata ed energica fino a farmi sollevare sulle punte. Lì per lì non provavo dolore, calore più che altro e senso di sopraffazione, mi sentivo inerme. Ripresi quel tanto di lucidità che basta per avvertire le sue dita muoversi passando da voler afferrarla a mano piena a voler osare di più. Mi suggeriva di allentare la presa delle cosce ignaro che io non avessi la ben che minima coscienza del mio corpo, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella confezione di biscotti che guardavo con assurda insistenza figuriamoci muovere le gambe. Sentivo due dita premere più delle altre, che voglia penetrarmi? Pensavo. Neanche il tempo di rendermene conto e le sue dita erano dentro di me così tanto da avere la convinzione che mi avesse perforato i leggins. Sentivo le sua dita allungarsi e ritrarsi diverse volte avvertendo la sensazione di bagnato. La mia mentre rimbalzava come una pallina da tennis su due pensieri.. mi ha bucato i leggins, ora che faccio? E.. oh mio dio sto perdendo sangue. Mi sono sentita svenire.
Ho ripreso coscienza qualche secondo dopo con il messaggio registrato che invitava tutti i clienti a raggiungere le casse, senza la sua mano e con il viso su quella confezione di biscotti mi reggevo ad una delle mensole dello scaffale nel reparto colazione. Non so in che stato avessi raggiunto il bagno del personale, l’unica cosa che mi interessava era controllare se i miei leggins erano bucati e se avessi perso sangue. Per fortuna mi sbagliavo. Di una cosa ero certa però, lui era un lettore e voleva dar vita alle mie fantasie espresse in un racconto pubblicato un mese fa ignaro che per me quelle siano solo fantasie. Non c’era dubbio, era qualcuno che aveva letto il mio racconto.
Questo messaggio è rivolto a te, non so che aspetto tu abbia, né voglio denunciarti, voglio solo che tu sappia che mi hai fatto sentire una merda. Tra fantasia e realtà c’è una bella differenza! Spero che te ne renda conto e ricevere al più presto le tue più sincere scuse.
Un abbraccio vero e sentito a chiunque si sia trovata ahimè in situazioni simili.
Impietrita non riuscivo né a muovermi, né ad emettere fiato, con la sensazione di essere accaldata ma al tempo stesso di aver freddo. Non ero in grado nemmeno di distogliere lo sguardo da quella confezione di biscotti che era a pochi centimetri dal mio viso mentre tutto il resto intorno sembrava farsi buio. La sua mano mi stringeva lì da dietro, proprio tra le gambe, mentre mi sussurrava qualcosa all’orecchio. Ero così presa dal panico da non capire una singola parola di quello che quell’uomo mi stesse bisbigliando. Pochi secondi pensavo, pochi interminabili secondi ancora e lui mi lascerà. Ma la presa non accennava ad allentarsi anzi, si faceva sempre più serrata ed energica fino a farmi sollevare sulle punte. Lì per lì non provavo dolore, calore più che altro e senso di sopraffazione, mi sentivo inerme. Ripresi quel tanto di lucidità che basta per avvertire le sue dita muoversi passando da voler afferrarla a mano piena a voler osare di più. Mi suggeriva di allentare la presa delle cosce ignaro che io non avessi la ben che minima coscienza del mio corpo, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella confezione di biscotti che guardavo con assurda insistenza figuriamoci muovere le gambe. Sentivo due dita premere più delle altre, che voglia penetrarmi? Pensavo. Neanche il tempo di rendermene conto e le sue dita erano dentro di me così tanto da avere la convinzione che mi avesse perforato i leggins. Sentivo le sua dita allungarsi e ritrarsi diverse volte avvertendo la sensazione di bagnato. La mia mentre rimbalzava come una pallina da tennis su due pensieri.. mi ha bucato i leggins, ora che faccio? E.. oh mio dio sto perdendo sangue. Mi sono sentita svenire.
Ho ripreso coscienza qualche secondo dopo con il messaggio registrato che invitava tutti i clienti a raggiungere le casse, senza la sua mano e con il viso su quella confezione di biscotti mi reggevo ad una delle mensole dello scaffale nel reparto colazione. Non so in che stato avessi raggiunto il bagno del personale, l’unica cosa che mi interessava era controllare se i miei leggins erano bucati e se avessi perso sangue. Per fortuna mi sbagliavo. Di una cosa ero certa però, lui era un lettore e voleva dar vita alle mie fantasie espresse in un racconto pubblicato un mese fa ignaro che per me quelle siano solo fantasie. Non c’era dubbio, era qualcuno che aveva letto il mio racconto.
Questo messaggio è rivolto a te, non so che aspetto tu abbia, né voglio denunciarti, voglio solo che tu sappia che mi hai fatto sentire una merda. Tra fantasia e realtà c’è una bella differenza! Spero che te ne renda conto e ricevere al più presto le tue più sincere scuse.
Un abbraccio vero e sentito a chiunque si sia trovata ahimè in situazioni simili.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Al supermercatoracconto sucessivo
Nei bagni del bar
Commenti dei lettori al racconto erotico