Janì
di
Fenice
genere
masturbazione
Mio marito osserva con cupidigia la piccola e promettente Janì che mi aiuta in casa. Lei viene da una famiglia molto povera e suo padre ha scelto di mandarla da me in cambio di un paio di pecore che ho acquistato per lui a un mercato. Sapeva che con me sarebbe stata bene e non le sarebbe mancato nulla.
Pelle ambrata, capelli lunghi e neri, mani forti ma piccole, minute come lei.
Mio marito ha cominciato da subito a fantasticare e ho notato come dovesse toccarsi per rimettere a posto il suo coso quando la guarda lavorare.
Ieri era seduto sul divano e Janì puliva i vetri delle porte finestre che affacciano sul giardino. Le ho comprato dei vestitini da lavoro bianchi e leggeri, corti fino a metà coscia, quando lavora svolazzano e mostrano le mutandine di cotone bianche.
Ho rinnovato tutto il suo guardaroba, ho buttato gli stracci, e ho comprato solo biancheria di cotone. Mutande a vita alta e reggiseni semplici ma che esaltano le sue forme.
Le ho dato delle direttive chiare su cosa indossare, quando cambiarsi, quando lavarsi. Voglio la massima pulizia in casa. Lei è ubbidiente perché il padre le ha detto di esserlo ma è timida e vergognosa. Janì è ancora vergine e così deve rimanere. Le ho fatto fare una visita ginecologica per accertarmene e ne farà una ogni tre mesi per controllare che l’imene resti ben chiuso e intatto. Ho voluto che mio marito assistesse alla visita ginecologica è si è eccitato come non mai, sono stata contenta di vedere quanto gli tirasse.
La visita è stata accurata, abbiamo visto il clitoride che al tocco sapiente della mia amica ginecologa si è gonfiato, le grandi labbra carnose e umide, il taglio verticale e chiuso della sua vagina che schiumava leggermente, il buchetto dietro con la sua aureola ambrata. La mia amica ginecologa ma indugiato con le dita guantate su punti più sensibili per vedere se Janì percepisse piacere. Janì in alcuni momento aveva il fiato affannato, altri ha emesso piccoli e impercettibili gemiti. L’umidità era abbondante, la ragazza molto eccitata e molto imbarazzata. Se le gambe non fossero state bloccate con dei lacci alla sedia ginecologica, sarebbe di certo scappata. La mano della mia amica ginecologa si è fermata prima che lei godesse. Poi siamo tornati tutti e tre a casa in silenzio.
Uno dei compiti di Janì è quello di fare la doccia a mio marito. Lui al mattino è sempre carico e io non gli permetto quasi mai, ora che c’è Janì smetto del tutto, avere rapporti di penetrazione con me o con chiunque. Mi ha tradita a suo tempo e ora paga. Questa mattina ho insegnato alla piccola Janì come fare a lavarlo.
Lui è nudo nella doccia, io sono in piedi in un punto che mi da massima visibilità, Janì indossa una camiciola di corone bianca che le arriva sotto il pelo e niente biancheria sotto. Ho voluto così perché il cotone sottile bagnato ecciterà molto mio marito. Questo rito si ripeterà tutti i giorni, solo nei giorni del ciclo Janì porterà le sue mutande bianche.
Ora Janì è dentro la grande doccia e ha aperto il getto di acqua calda verso di lui, il suo sesso svetta duro e i suoi testicoli sono ben pieni. Ieri sera gli ho detto cosa sarebbe successo questa mattina e lui ha cominciato a provare una eccitazione che non l’ha fatto dormire. Glielo ho tenuto in mano tutto il tempo perché non si toccasse da solo per darsi piacere. Ora è ben carico, come piace a me!
Janì ha la camiciola attaccata al corpo da tanti piccoli spruzzi di rimbalzo. Insapona la spugna a comincia a lavargli la schiena. Le ho detto di fare lentamente. Deve lavare bene l’interno dei glutei, passando e ripassando con la spugna nella fessura e arrivando ogni volta fino alla attaccatura dei coglioni. Lui già geme e muove appena il bacino peso da una voglia crescente di spingere.
Ma non serve spingere perché non c’è nulla in cui possa affondare.
Peccato per lui, doveva pensarci prima di tradirmi.
Ora Janì si è chinata per lavare le gambe che lui tiene divaricate. Fa con calma e la schiuma cola abbondante. Quando si gira Janì continua a pulire le gambe e il suo cazzo le sbatte in faccia ma le dico di continuare. Ora lava i sacchetti gonfi e rugosi, insapona la cappella viola e io le chiedo di essere leggerissima nel tocco, deve tenere la manina avvolgente ma senza dare troppa pressione. Dopo averlo fatto passa alla pancia. Lui vorrebbe che lei continuasse ma non può essere lavato a metà, deve pazientare.
Il cazzo la sfiora mente lei lava braccia e ascelle. Ora le chiedo di tornare a occuparsi dell’asta che sta per scoppiare.
Un bel risveglio per mio marito, molto più di quanto meriti.
Lei riprende il lavaggio ma senza spugna, solo con le piccole mani. Lo insapona e massaggia avanti e indietro. Le dico che deve pulire bene il bordo alla fine della cappella e tenere la pelle abbassata per farlo meglio. Vedo che lui gocciola il suo succo abbondantemente, segno che lo sperma è in arrivo. La fermo e le dico di risciacquare tutti il corpo con un bel getto caldo.
Lo fa e lui mi maledice. Questo mi diverte molto.
Appena la schiuma è stata tutta inghiottita dallo scarico, lei torna dove era prima e riprende il ritmo sotto il getto tiepido. Le porgo un detergente intimo e lei lo schiuma di nuovo. La mano scivola bene e scorre leggerissima stringendo appena i coglioni e poi di nuovo l’asta. Lui freme, soffre, gode. Janì boccheggia anche lei concentrata e eccitata nello stesso tempo. Vuole fare bene e compiacermi, i darà grandi soddisfazioni.
La lascio indugiare a lungo con il suo tocco leggero. So che lui spinge lo sperma in fuori e che tra poco erutta. Le dico di stare pronta a smettere quando glielo ordino. Lui sobbalza, si tende, è l’ora è adesso. Fermo la mano di Janì che smette subito. Lui cerca il tocco senza trovarlo. Grida sconsolato mentre erutta tutto il suo ardore che se ne va' in uno spruzzo inutile e violento ma senza dargli piacere.
Resta solo il senso di vuoto come si merita e come è giusto che sia.
La doccia lo risciacqua e Janì prende la crema e comincia a massaggiare l’asta ancora dura. Lui si lamenta ma sa che deve restare fermo. Massaggia con mano decisa, ha intuito la ragazzina. Poi io fermo tutto e ma mando via.
Per oggi mio marito può vestirsi e andare a lavorare. Fisso l’anello anti-masturbazione al suo cazzo e lo lascio solo.
Il profumo del caffè è già nell’aria.
Pelle ambrata, capelli lunghi e neri, mani forti ma piccole, minute come lei.
Mio marito ha cominciato da subito a fantasticare e ho notato come dovesse toccarsi per rimettere a posto il suo coso quando la guarda lavorare.
Ieri era seduto sul divano e Janì puliva i vetri delle porte finestre che affacciano sul giardino. Le ho comprato dei vestitini da lavoro bianchi e leggeri, corti fino a metà coscia, quando lavora svolazzano e mostrano le mutandine di cotone bianche.
Ho rinnovato tutto il suo guardaroba, ho buttato gli stracci, e ho comprato solo biancheria di cotone. Mutande a vita alta e reggiseni semplici ma che esaltano le sue forme.
Le ho dato delle direttive chiare su cosa indossare, quando cambiarsi, quando lavarsi. Voglio la massima pulizia in casa. Lei è ubbidiente perché il padre le ha detto di esserlo ma è timida e vergognosa. Janì è ancora vergine e così deve rimanere. Le ho fatto fare una visita ginecologica per accertarmene e ne farà una ogni tre mesi per controllare che l’imene resti ben chiuso e intatto. Ho voluto che mio marito assistesse alla visita ginecologica è si è eccitato come non mai, sono stata contenta di vedere quanto gli tirasse.
La visita è stata accurata, abbiamo visto il clitoride che al tocco sapiente della mia amica ginecologa si è gonfiato, le grandi labbra carnose e umide, il taglio verticale e chiuso della sua vagina che schiumava leggermente, il buchetto dietro con la sua aureola ambrata. La mia amica ginecologa ma indugiato con le dita guantate su punti più sensibili per vedere se Janì percepisse piacere. Janì in alcuni momento aveva il fiato affannato, altri ha emesso piccoli e impercettibili gemiti. L’umidità era abbondante, la ragazza molto eccitata e molto imbarazzata. Se le gambe non fossero state bloccate con dei lacci alla sedia ginecologica, sarebbe di certo scappata. La mano della mia amica ginecologa si è fermata prima che lei godesse. Poi siamo tornati tutti e tre a casa in silenzio.
Uno dei compiti di Janì è quello di fare la doccia a mio marito. Lui al mattino è sempre carico e io non gli permetto quasi mai, ora che c’è Janì smetto del tutto, avere rapporti di penetrazione con me o con chiunque. Mi ha tradita a suo tempo e ora paga. Questa mattina ho insegnato alla piccola Janì come fare a lavarlo.
Lui è nudo nella doccia, io sono in piedi in un punto che mi da massima visibilità, Janì indossa una camiciola di corone bianca che le arriva sotto il pelo e niente biancheria sotto. Ho voluto così perché il cotone sottile bagnato ecciterà molto mio marito. Questo rito si ripeterà tutti i giorni, solo nei giorni del ciclo Janì porterà le sue mutande bianche.
Ora Janì è dentro la grande doccia e ha aperto il getto di acqua calda verso di lui, il suo sesso svetta duro e i suoi testicoli sono ben pieni. Ieri sera gli ho detto cosa sarebbe successo questa mattina e lui ha cominciato a provare una eccitazione che non l’ha fatto dormire. Glielo ho tenuto in mano tutto il tempo perché non si toccasse da solo per darsi piacere. Ora è ben carico, come piace a me!
Janì ha la camiciola attaccata al corpo da tanti piccoli spruzzi di rimbalzo. Insapona la spugna a comincia a lavargli la schiena. Le ho detto di fare lentamente. Deve lavare bene l’interno dei glutei, passando e ripassando con la spugna nella fessura e arrivando ogni volta fino alla attaccatura dei coglioni. Lui già geme e muove appena il bacino peso da una voglia crescente di spingere.
Ma non serve spingere perché non c’è nulla in cui possa affondare.
Peccato per lui, doveva pensarci prima di tradirmi.
Ora Janì si è chinata per lavare le gambe che lui tiene divaricate. Fa con calma e la schiuma cola abbondante. Quando si gira Janì continua a pulire le gambe e il suo cazzo le sbatte in faccia ma le dico di continuare. Ora lava i sacchetti gonfi e rugosi, insapona la cappella viola e io le chiedo di essere leggerissima nel tocco, deve tenere la manina avvolgente ma senza dare troppa pressione. Dopo averlo fatto passa alla pancia. Lui vorrebbe che lei continuasse ma non può essere lavato a metà, deve pazientare.
Il cazzo la sfiora mente lei lava braccia e ascelle. Ora le chiedo di tornare a occuparsi dell’asta che sta per scoppiare.
Un bel risveglio per mio marito, molto più di quanto meriti.
Lei riprende il lavaggio ma senza spugna, solo con le piccole mani. Lo insapona e massaggia avanti e indietro. Le dico che deve pulire bene il bordo alla fine della cappella e tenere la pelle abbassata per farlo meglio. Vedo che lui gocciola il suo succo abbondantemente, segno che lo sperma è in arrivo. La fermo e le dico di risciacquare tutti il corpo con un bel getto caldo.
Lo fa e lui mi maledice. Questo mi diverte molto.
Appena la schiuma è stata tutta inghiottita dallo scarico, lei torna dove era prima e riprende il ritmo sotto il getto tiepido. Le porgo un detergente intimo e lei lo schiuma di nuovo. La mano scivola bene e scorre leggerissima stringendo appena i coglioni e poi di nuovo l’asta. Lui freme, soffre, gode. Janì boccheggia anche lei concentrata e eccitata nello stesso tempo. Vuole fare bene e compiacermi, i darà grandi soddisfazioni.
La lascio indugiare a lungo con il suo tocco leggero. So che lui spinge lo sperma in fuori e che tra poco erutta. Le dico di stare pronta a smettere quando glielo ordino. Lui sobbalza, si tende, è l’ora è adesso. Fermo la mano di Janì che smette subito. Lui cerca il tocco senza trovarlo. Grida sconsolato mentre erutta tutto il suo ardore che se ne va' in uno spruzzo inutile e violento ma senza dargli piacere.
Resta solo il senso di vuoto come si merita e come è giusto che sia.
La doccia lo risciacqua e Janì prende la crema e comincia a massaggiare l’asta ancora dura. Lui si lamenta ma sa che deve restare fermo. Massaggia con mano decisa, ha intuito la ragazzina. Poi io fermo tutto e ma mando via.
Per oggi mio marito può vestirsi e andare a lavorare. Fisso l’anello anti-masturbazione al suo cazzo e lo lascio solo.
Il profumo del caffè è già nell’aria.
1
voti
voti
valutazione
4
4
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La terribile Famiglia 5 - La mano del padre
Commenti dei lettori al racconto erotico