L'occasione fa l'uomo... 1

di
genere
dominazione

Storia di fantasia. L’autore precisa di essere contro la violenza sulle donne o pregiudizi di genere.


"Allora, come sto?"
Che te ne importa, sempre una stronza rimani, pensò Monica. Avebbre voluto gridalo forte e chiaro a Teresa, maledirla per averla trascinata in quella situazione, ma non poteva, per via della pallina in plastica rossa che le riempiva la bocca, e che permetteva solamente di emettere pochi ed incomprensibili mugugni. E poi l'idiota era lei, che si era fatta convincere in quella follia. Che sarebbe servito?

In ogni caso, doveva ammettere che Teresa era un vero schianto. Il vestito rosso accesso senza maniche, che aderiva perfettamente al suo corpo, le stava d'incanto. Il suo seno, una quarta generosa, che non aveva alcun bisogno di reggiseno per stare alzato, si mostrava allettante, con i capezzoli turgidi che si intravvedevano dietro il tessuto. Dietro il capo d'abbigliamento aveva uno spacco che arrivava fino a metà schiena, per poi lasciare cadere lo sguardo sul lato B, piccolo ma sodo, della donna. E siccome Teresa portava sempre perizomi, o addirittura nessuna mutanda…
Le scarpe, anch'esse rosse, avevano un tacco sottile, di 10 cm, che spacciavano le lunghe gambe affusolate di Teresa, la cui pelle abbronzata e tonica, frutto di ore passate in palestra e centro massaggi, ben si sposavano con i capelli biondo cenere, mossi e lunghi fino al collo, che incorniciavano un viso ovale, con labbra carnose colorate da rossetto colore smeraldo, occhi blu come il mare e un naso sottile.
In poche parole, uno spettacolo da togliere il fiato a più di un uomo, e da suscitare invidia in non poche donne. Come Monica, che imbavagliata come era non poté fare altro che scuotere la testa in su e giù, in segno d'approvazione.

"Benissimo, sapevo che ti sarebbe piaciuto!" - esclamò Teresa, con un sorriso bianco e smagliante. - " Ed aspetta che lo veda Luigi, andrà sicuramente matto. Anche se" - disse la donna con uno sguardo a dir poco diabolico - "credo che sarà più colpito dalla sorpresa che gli ho preparato per il nostro anniversario. Ah, Ah!"
E ci credo, essendo io la sorpresa, pensò Monica, che in quanto a bellezza non era da meno dell'amica.

Con capelli castani chiari e lisci, alla pixie cut e con frangetta, naso sottile, viso ovale ed occhi verde smeraldo, il corpo di Monica era alto e snello, con il girovita che si stringeva, e poteva contare anch’esso di una quarta di seno, anche se non altrettanto sodo come quello di Teresa. Ma il vero pezzo forte era il fondoschiena, non troppo sporgente e di discrete dimensioni, che rapiva lo sguardo di non pochi che la passavano. E in effetti, con tutte le storie che aveva avuto, non c’era da sorprendersi che la donna fosse diventata amante del sesso anale.

Monica era sempre stata orgogliosa del proprio corpo, ma in quella serata si sentiva non poco in imbarazzo a mostrarlo. E a ben ragione, trovandosi completamente nuda.
Quella gran furbona di Teresa aveva fatto un lavoro come si doveva ad impacchettarla: oltre alla ball-gag che le impediva di proferire parola, Monica era saldamente legata con corde che la immobilizzavano alla sedia su cui era seduta, che passando sotto il seno properoso si legavano dietro lo schienale, unendosi ad altre corde che chiudevano a se polsi ed avambracci in due punti diversi. Le gambe erano oscenamente aperte, con i piedi legati alle gambe della sedia, mostrando a chiunque una patatina rasata a zero, senza che Monica potesse fare nulla per sottrarsi ad occhi voraci. E come se la seduta non fosse gia sufficientemente scomoda, c’era un cuneo anale, largo 10cm e lungo 15, fissato alla sedia, che in quel preciso momento entrava fino in fondo dentro il corpo della povera malcapitata. Ed infine, dulcis in fundo, clip in metallo (fortunatamente dai denti non aguzzi) stringevano nella loro mossa entrambi i capezzoli. Una piccola, ma inesorabile tortura.

“Sei bella comoda, Monicuccia mia? Come puoi contastarre mi sono preoccupata che ti sentissi a tuo agio. Anche se devo ammettere che sono delusa di non essere riuscita a trovare quel gel al peperoncino che abbiamo sperimentato il mese scorso. Com’era che dicevi? Che per una settimana ti e sembrato di avere un incendio alla tua patatina? Ma e ovvio, l’ho comprato apposta! Ah, ah!”
“Mmmmmghhff! Mmmmmghhff” - si agito Monica a quella rivelazione, e al ricordo del dolore, misto al piacere, che aveva provato per quella sostanza infernale. Ed ancora una volta si chiese fra se e se perche aveva accosentito a quella follia.

Ma la risposta era ovvia: per il semplice motivo che non riusciva mai a dire di no alla sua carissima amica Teresa. Amica, ma in realta amante. Che a sua volta era un modo carino per dire padrona.

Le due si erano conosciute un anno prima, incontrandosi nella stessa palestra che frequentavano regolarmente. Teresa era direttrice di banca di 45 anni, che pero riusciva a mantenersi perfettamente in forma grazie agli esercizi ginnici che praticava regolarmente. Single, senza figli, era una donna che si era fatta strada grazie alla propria intelligenza e all’intrapendenza, ma cosciente di essere una vera bellezza e che non si faceva scrupoli a fare strage di cuori, passando senza problemi da una relazione all’altra.
Monica, di quasi dieci anni di meno, era invece assistente di produzione in una TV locale, separata e con un figlio avuto subito dopo la fine dell’universita, rimasta in ottimi rapporti con l’ex. Prima di conoscere Teresa, aveva avuto un paio di storie poco importanti a seguito di un matrimonio in generale deludente, con un compagno di studi con cui si era fidanzata quasi per caso, al quale era rimasta legata soltanto perche rimasta incinta, e che aveva dovuto rinunciare al sogno di giornalista per un diverso ruolo in redazione.

C’erano voluti diversi mesi, fatti di incontri casuali e breve occhiate, prima che le due donne si parlassero. Ma c’era voluto poco che diventassero amiche, scoprendo di avere molte cose in comune nonostante differenza d’eta e diversi scelte di vita. Ed una di queste era la bisessualita. In realta, era Teresa ad avere avuto con piu frequenza amanti di ambo i sessi (anzi, una volta confesso anche di aver provato una storia con un transessuale!), mentre Monica non aveva piu avuto rapporti saffici dal secondo anno di universita, anche se la voglia era rimasta anche dopo essersi costruita una famiglia. A dimostrazione di cio fu il fatto che alla prima uscita insieme, una sera di maggio, ci volerro meno di due ore alle due per ritrovarsi avvigliate nello stesso letto. Da allora, gli allenamenti in palestra e le uscite per lo shopping si alternarono a pomeriggi e serate di sesso scatenato.

Quello che rendeva piu speciale questo rapporto, pero, era la dominazione. Fin da subito, Teresa rivelo la sua passione per la sottomissione e i giochi di ruolo, con lei nel rigoroso ruolo di dominatrice. Non lo faceva per soldi, ovviamente, ma aveva un suo giro personale di schiavi e schiave che, regolarmente o meno, si umiliava volontariamente per porsi in balia dei suoi capricci. A cio si affiancavano, senza alcun problema apparente, rapporti normali con partner consenzienti, spesso altri master a cui pero raramente la donna si offriva come slave.
Al contrario, Monica non aveva mai provato ribrezzo, ma neanche interesse per il mondo del BDSM. Se alcuni impazzivavano per fruste e tute in latex, liberissime di farlo, pur che fossero consenzienti. Ma lei no, non aveva mai sperimentato certi giochetti, ed una delle ragioni per cui si era lasciata con il marito era che lui, pur essendo un brav’uomo, si ostinava a volerla legare. Richieste a cui regolarmente si sottraeva.
Ma con Teresa, in un modo o nell’altro, era diverso. Vuoi perche ella si dimostrava essere dolce quando voleva, vuoi perche la loro amicizia non risentiva negativamente del fattore sesso, a poco a poco Monica si lascio convincere, scivolando cosi nel ruolo di sottomessa. E cosi, lo strano rapporto fra le due si fece ancora piu piccante, con Teresa che sapeva in quelle sessioni mostrarsi una mistress dura e sadica, del tutto imprevedibile: ogni volta che si incontravano, Monica non sapeva mai se si fossero limitate a semplici coccole sotto le lenzuola, oppure si sarebbe ritrovata ad essere portata al guinzaglio come una cagna con tanto di plug completo di finta coda.

Quella volta, pero, sembro che si fosse andati troppo oltre. Uno degli amanti storici di Teresa, Luigi, era un avvocato che viveva in un’altra citta, ma che spesso si fermava per qualche giorno in trasferta. In quelle occasioni, lui e Teresa si incontravano per fare l’amore come due ricci. Lui non era un praticante del BDSM, e lei aveva dovuto rinunciare a farne un suo “giocattolo personale” dopo qualche esperienza disastrosa. Ma continuavano a frequentarsi da ormai cinque anni, e per festeggiare in modo degno Teresa aveva deciso di realizzare una fantasia che le aveva confidato: un rapporto a tre con un’altra donna. Inutile dire che la donna in questione avrebbe dovuto essere Monica.
“No! No, no e no! Non se ne parla nemmeno!” -, strillo Monica dopo un altro rapporto consumato a letto, con Teresa a suo fianco che l’abbracciava. Entrambe erano ancora nude. - “Io non lo faccio il regalo d’anniversario per chissa chi!”
“Ma non e uno sconosciuto! Ti ho gia parlato di Luigi, e uno a posto. Con lui puoi stare tranquilla, non andra oltre se non vuoi.”
“Ma ti rendi conto di quello che mi chiedi? Un fatto e giocare fra di noi, un altro e coinvolgere una terza persona.”
“Ma senti da che pulpito! Ma scusa, non mi avevi detto che al liceo avevi un ragazzo che ti aveva coinvolta con una sua cugina di secondo grado” - disse Teresa ridendo
“Beh, si, ma e stato tempo fa.” - rispose Monica imbarazzata - “Ero ancora inesperta ed ingenua, mi fidavo di lui. E poi la cugina aveva un anno piu di noi, e devo ammettere che e stata gentile. Ma poi loro due sono stati scoperti ed e successo un casino con le famiglie, e da allora non mi e piu capitato.”
“Ah, beh, sugli incesti sono d’accordo con te, mi fanno troppo orrore. Non tanto per religione o moralita, ma mi sembrerebbe troppo strano farlo con un mio parente. Pensa che ho un nipote, figlio di mio fratello, con cui mi mostro fredda e stronza proprio per evitare complicazioni. Eppure e un gran figo!”
“Ah! E quindi, visto che non sei imparentato con Luigi, dovrei sentirmi onorata a fare la bambola gonfiabile con lui? E poi quanto hai detto che dovrebbe durare, un intero weekend?!?”
“Si, lo ammetto, forse e chiederti troppo. Ma questa settimana, che sarebbe il vero anniversario del nostro primo incontro, non si puo, ha un processo troppo importante. E da troppo tempo che non ci vediamo, ed io, non so perche, sento che ci stiamo allontanando. Vorrei fare qualcosa che riaccendesse la passione fra di noi. E una sola serata non potrebbe bastare.”
“Ma scusa, non ho capito. Questo Luigi e durato piu a lungo degli altri tuoi ex. Che ha di speciale? Sei forse innamorata?” - chiese Monica mettendosi a sedere.
“Ma no, amore, non credo. Solo che… beh, con lui mi sento bene, piu o meno come con te, e mi piacerebbe che le cose continuassero cosi. Se ti chiedo questo favore e perche non so di chi fidarmi.”
“Ma scusa, non puoi chiederlo a qualcuna delle tue schiave?”
“Te l’ho detto, Luigi si presenta qui il prossimo venerdi fingendo un viaggio di lavoro, e ritorna domenica da moglie e figli. In quell’occasione Aysha, la mia schiava attuale, va a trovare dei parenti al Nord per un mese. Una zia malata o qualcosa del genere. E poi vorrei che fosse qualcosa di naturale, senza costrinzioni.”
“Ed io? Non saro forse costretta? Come vuoi che mi comporti con lui?” - E detto questo Monica usci dal letto e si diresse verso il bagno per farsi una doccia. Ma subito Teresa la segui e la blocco sulla porta, stringendola da dietro. Le sue tette, solide e generose, si strinsero alla schiena della partner, provocandoli dei brividi.
“Mmmmhhm! Ti prego, sara divertente! Luigi e una bomba a letto, e con me al vostro fianco ti divertirai di piu. Garantito” - fece Teresa con aria seducente.

A quelle parole, Monica, per sua personale ammissione, si senti ad un tratto avvampare. Subito, senza volerlo, si immagino stesa sul letto, a prendere in bocca il membro di un uomo che non aveva mai visto, mentre da dietro la sua scopamica, con tanto di strapon on, si preparava a penetrarla alla pecorina. E tutto si sarebbe ripetuto per tre giorni, esplorando ogni posizione immaginabile. E gia questo basto a vincere in parte le sue resistenze. Liberatasi dall’abbraccio, si volto verso Teresa con atteggiamento piu disponibile.
“Ma… tu sei sicura che questo Luigi ci andra piano con me?”
“Siii! Te l’ho gia spiegato, l’idea e quella ti farti trovare nuda e legata per stuzzicare i suoi appetti sessuali, ma poi ti libereremmo e ci dedicheremmo a vicenda.”
“E tu mi garantisci che non accadra nulla che io non voglia?”
“Al 100%. Anzi, sai una cosa?” - fece Teresa, che all’improvisso sembro avere un’idea - “ Se farai la tua parte e ti comporterai come si deve con noi, in cambio prometto di fare tutto quello che vuoi.”
“In che senso?”
“Beh, non lo so di preciso. Ma se andra tutto bene, come io penso, ti lascero carta bianca nei nostri incontri futuri.” - disse Teresa con un sorriso, e riabbracciata Monica la tiro a se, facendo entrare in contatto i propri capezzoli, che cominciassero a tornare duri per entrambe le donne.
“Carta bianca? Vuoi dire, che saro io a condurre il gioco d’ora in poi?” - chiese Monica, che comincio a bagnarsi per la terza volta quel pomeriggio.
“Questo ancora non lo so, ma si, potrei anche lasciarmi andare da te, ogni tanto. Che cosa ne dici?”
“Io… io… penso che vale la pena almeno di pensarci. Mi dai qualche giorno?”
“Concesso. Ma non metterci troppo, porcellina mia.”
E detto questo Monica e Teresa si baciarono appassionatamente sulla bocca, limonando con la stessa dolcezza di cui solo loro due erano capaci. Poi Monica si stacco e guardo l’ora sulla radiosveglia del comodino, accanto al letto di Teresa.
“Adesso basta parlare. Ho solo un’altra ora prima di andare a prendere Luca agli allenamenti. Sbrighiamoci.”
“Cosi si fa, baby!” - e prendensi per mano, ritornarono a letto.

Nei giorni successivi Monica continuo a pensare ai pro e ai contro della proposta di Teresa, e il piu delle volte si bagnava cosi tanto da sporcare le mutandine che portava, o da precipitarsi subito al bagno per ditalinarsi.
Farlo con un uomo e con una donna contemporaneamente poteva essere un’esperienza eccitante, e se fosse andata bene, chissa, avrebbe potuto ripetersi. Ma una parte di lei continuava ad essere combattuta, tra remore morali e la paura di coinvolgere un estraneo nel suo strano menage. Eppure, allo stesso tempo, era decisa a non rinunciare alla storia con Teresa, che andava ben oltre il sesso, e se l’avesse delusa non se lo sarebbe perdonato.
Infine, non ultimo, si chiedeva cosa potesse chiedere in cambio a Teresa per quella proposta indecente. Quella donna era una forza della natura sessuale, non c’era niente che non avesse gia sperimentato, percio sarebbe stata sempre lei ad avere maggior esperienza di lei. In fondo, c’era una ragione per cui lei la sua temibile, stupenda, adorabile, sadica e sublime padrona…
Ad un tratto, a quei pensieri, Monica si illumino. Le sembrava un pensiero assurdo, inconcepibile, che lei stessa non avrebbe mai potuto pensarla. Eppure, la sola idea che fosse quasi irrealizzabile, la faceva apparire ancora di piu seducente. Sorridendo, Monica decise che Teresa si sarebbe ben presto rimangiata la sua promessa.

Il giovedi sera, una volta che il figlio era andato a letto, Monica prese il cellulare e chiusasi in bagno chiamo Teresa.
“Finalmente! Cominciavo a preoccuparmi? Allora, che hai deciso? Non dirmi che rifiuti, ti prego. Luigi arriva domani.”
“Tranquilla, ci sto! Domani Luca va da suo padre e resta per tutto il weekend, ci pensera il mio ex a portarlo a scuola lunedi. Percio avremmo tutto il tempo necessario.”
“Siii! Lo sapevo che avresti accettato! Vedrai, ci divertiremo un mondo! Saremmo dei veri porc…”
“Aspetta! Non cosi di fretta. Accetto, ma ad una condizione. Ricordi quello che mi avevi promesso, che avresti fatto tutto quello che volevo?”
“Oh, quello. Uhmm, si. In realta, mi era quasi passato di mente, ma se vuoi…”
“Voglio, voglio. In particolare, mi e venuta in mente un ideuzza. E cioe che la prossima volta che ci divertiremmo con il sadomaso…”
“Ah! Tutto qui?” - esclamo Teresa, che pensava di esserla cavata con poco - “Ma si, certo, e proprio quello che faciamo sempre. E che cosa ti piacerebbe fare?”
“Eh, eh. No, mia cara, lasciami finire. Stavo per dire: la prossima volta, faremo si i nostri giochini,... ma a parti inverse!”

Per un istante Teresa rimase allibita e in silenzio dall’altro capo del telefono, pensando di aver sentito male. Ma si riprese subito e chiese: -”C-co-cosa, scusa?!?, Vuoi dire che…?”
“Esatto, mia cara sporcacciona: significa che io saro la padrona e tu la mia cara schiava!”
“Io…? Tu? Ma…ma se non hai esperienza!”
“Sbagliato, non ce l’avevo prima di incontrarti. Ma a furia di subire, adesso ho le idee ben chiare su come infliggeterle. E non e tutto: visto che pratichiamo questo gioco di ruoli da quasi un anno, da ora e per tutto l’anno prossimo sarai tu a farmi da troia da sfondare.”
“Un anno intero? Ma sei impazzita? Tu…”
“Io ho fatto ed eseguito tutto quello che tu mi hai chiesto. Adesso, per legge di compensazione, sarai tu a prendere ordini da me? Capito? Altrimenti, trovarti un’altra cogliona da far scopare al tuo Luigi del cavolo! Prendere o lasciare!”

In realta, Monica aveva fatto quella proposta sapendo benissimo che Teresa avrebbe rifiutato. Ma si divertiva al pensiero che una volta fosse lei a dettare le condizioni, facendo rimanere l’amante in sospeso. Ora era curiosa di sapere come si sarebbe tirata fuori.
“Ehmm, io… Scusa Monica, ma non potresti chiedermi qualcos’altro? Non che io mi rifiuti, ma forse dovremmo parlarne con piu calma e maggiore considerazione. Il BDSM e una cosa seria, se non praticato correttamente…”
“Prendere o lasciare, puttana! O dici si adesso, oppure andate tutte e due al diavolo, tu e il tuo puttaniere! Adesso riattacco, e se non richiami entro…”
“No! Aspetta! Ok, ok, hai vinto! O cazzo, che ho detto?”
“E brava la mia vaccona! Ti sei decisa, eh? Vedrai, non sara male, quando, a quattro zampe, ti portero al guinzaglio a…”
“D’accordo, ho capito!” - interuppe Teresa con voce alterata. Che spasso! - “Ma…ecco, non si potrebbe trovare un, diciamo,...un accordo?”
“ Quale accordo? Le mie condizioni sono quelle e…”
“Si, va bene, sei stata chiara. Ma io non mi riferivo a domani sera. Pensavo, ecco, ad una via di mezzo. Saro la tua schiava, d’accordo, ma un anno mi sembra eccessivo. Non si potrebbe…”
“Non ci provare. Un anno e ed un anno rimane.”
“Un anno, ok. Ma, visto che dovresti cimentarti come mistress, e per quello ci vuole tempo, che dici se non lo facessimo sempre, ma, non so, una volta al mese.”
“Ah-ah! Una volta al mese non basta, tra lavoro e famiglia rischierebbe di non esserci tempo. Semmai, potremmo fare una volta te ed una volta me nei panni della dominatrice. Che pensi?”
“Uhmm, facciamo ogni due volte che domino io, una mi tocchera subire. Poi vediamo come va e decidiamo se continuare. D’accord?”
“Affare fatto, allora. Possiamo fare cosi.”
“E va bene. Se non c’e altro, passero a prenderti io al lavoro. Vanno bene le 16:30, cosi abbiamo tempo di prepararci?”
“Facciamo le 17, cosi sono sicura di non lasciare il lavoro sospeso.”
“Vada per le 17, allora. Accidenti, questa me la paghi.”
“Come vuoi, cara. Piuttosto, prepararti per la volta successiva, che ti leghero come…”
“Ma vaffa…!” - E con questo Teresa riattacco.
A Monica non sembrava vero: era riuscita a strappare quello che voleva da quel grande troione della sua amica/amante/mistress. Certo, in un rapporto di 2 a 1 avrebbe continuato lei a rimetterci, ma di sicuro avrebbe sfruttato quelle occassioni al meglio per divertirsi. Al solo pensiero, si fece umida in basso, cosi, alzandosi, chiuse la porta del bagno, si spoglio e proprio come mamma l’aveva fatta si adagio nella vasca da bagno a masturbarsi e toccandosi le tette, immaginandosi Teresa, legata ed imbavagliata, che cavalcava lo strapon che indossava.

Ritornando al ricordo della sera prima, adesso Monica si era trovata la risposta alla domanda sul motivo per cui aveva in pratica accettato di prostituirsi; e mentre la saliva cominciava a colarle dalla bocca tappata, gia si riprometteva di fare la stessa cosa a Teresa, proprio li, nella stanza dei giochi che la quarantacinquenne aveva ricavato da uno spazio non utilizzato della villetta in cui viveva, in aperta campagna, isolata dalle altre case e sufficientemente lontano dalla strada.
“Benissimo, e ora di andare. Luigi mi ha gia dato appuntamento ad un ristorantino che conosciamo, e non gli piace aspettare. Ma prima,” - Teresa si volto per prendere qualcosa da un carrello pieno di dildi ed altri sex toys - “ancora qualche piccolo ritocco.”
Rivoltandosi verso la schiava, aveva in mano una mascherina per gli occhi, e sorridendo la mise addosso alla povera malcapitata, negandole ogni visione. Poi Monica la senti armeggiare con qualcosa, e si preoccupo, immaginando bene che mancava ancora un piccolo particolare.
“Mmmmhhhf!”
“Shh! Buona, bella topolona mia. Ancora un po di pazienza.”
E in quel mente Monica senti premere contro la propria vagina una suferficie di plastica ovale, e capi subito che cosa era. Una magic hand: quella sporcacciona di Teresa aveva intenzione di lasciarla li con un vibratore in funzione! Subito dopo senti rumore di nastro adesivo strappato, segno che il dispositivo veniva fissato alla sedia. E prima che si potesse rendere conto di quello che succedeva, il vibratore si accese, facendosi sentire contro le pareti vaginali di Monica. Una sensanzione che gia conosceva bene, di tormento, ma anche di eccitazione.

“Mmmhhhfff!”
“Ecco fatto. Ora sei perfetta. Ah,ah!” - fece Teresa, palpeggiandole una tetta. - “Mmmhh, che bella che sei, cosi indifesa. Se solo potessi tenere sempre cosi! Ma tranquilla, ci penseremo io e Luigi a liberarti. Adesso vado, che il ristorante e dall’altra parte della citta. Dovremmo essere di ritorno tra le dieci e le undici. Nel frattempo, divertiti con il nostro piccolo amico li sotto. Bye-bye!” - E detto questo si stacco da Monica, baciandola sulla guancia.

Cosa? Tra le dieci e le undici? Ma, … sta scherzando?, penso Monica, che prima di scendere li sotto completamente nuda, aveva dato un occhiata all’ora, ed adesso non potevano essere ancora le 19! Tre o quattro ore in quello stato, a subire vibrazioni, e non aveva ancora mangiato. Subito provo a ribellarsi agitandosi sulla sedia, ma era saldamente legata, e il bavaglio le impediva di emettere suoni comprensibili. In compenso, agitandosi il plug che aveva nell’ano si fece sentire ancora di piu la sua presenza. In ogni caso, era inutile: senti Teresa allontanarsi fischiettando allegra, spegnendo le luci e chiudendo la porta dietro di se.
Non resto altro che rassegnarsi ed armarsi di pazienza, sperando che la mistress e il suo amante arrivassero il piu presto possibile. Era oramai sola, al buio, nessuno sapeva che fosse li, ed aveva fatto sapere ad amici e parenti che non sarebbe stata raggiungibile per tutto il weekend.
Puttana che non sei altro, questa me la paghi. Oh, eccome se me la paghi. Oramai sei mia, la prossima volta mi divertiro come si deve con te, penso Monica maledendo Teresa, giurando “vendetta” per le umiliazioni che di li a poco avebbre subito. Ed ancora una volta, maledi se stessa, per essere una puttana altrettanto porca.

Continua...
scritto il
2023-03-19
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