Violentata dal cacciatore di frodo
di
Giovane Massi
genere
gay
Violentata dal cacciatore di frodo!
Inverno 2022, un pomeriggio di fine novembre, ore 14,40, avevo saputo da amici che nelle vicinanze del vecchio mulino ormai diroccato su in collina, un cacciatore aveva disposto delle gabbie per catturare la selvaggina. Io adoro gli animali e volevo fare qualcosa di concreto. Era un pomeriggio che alternava nuvoloni, a pioggia battente per cui, mi ero vestita più pesante e indossavo un impermeabile lungo con cappuccio. Arrivata in auto nei pressi del mulino, ero obbligata a parcheggiare in una piazzola naturale a poca distanza. Scesi, mi guardai intorno e non c'era nessuno. Mi inoltro a piedi dentro la boscaglia e dopo circa 250 mt dal mulino noto le prime gabbie mimetizzate da foglie e rami. In una sembrava esserci qualcosa, guardo meglio e dentro c'era un leprotto rimasto imprigionato. Mi abbasso e apro la gabbia, era terrorizzato, non usciva per cui mi sono allontanata per trovare altre gabbie, ne notai altre 2 ma erano vuote, le chiusi così che nessun animaletto potesse rimanere imprigionato. Per meglio, tolsi rami e foglie così che si vedessero bene. Vicino ad un grande albero c'era un capanno da cacciatori tutto mimetizzato, odio i cacciatori, aprii la porta in legno e sbirciai all'interno. C'era solo un tavolo in legno, due sedie e un vecchio mobilino. La curiosità mi spinse ad aprire il mobilino, dentro c'era una bottiglia di grappa, un fornellino da campeggio, una confezione di caffè solubile e delle tazze, più in basso nel ripiano di sotto delle vecchie riviste porno. Erano anni che non ne vedevo una e incuriosita mi sedetti su una sedia e iniziai a sfogliarle. Un temporale pazzesco era iniziato, dentro il capanno non ci pioveva, nemmeno una goccia. Sfogliavo le riviste e un calore mi pervadeva, gli attori erano tutti dotati di cazzi enormi e le tipe che chiavavano sembrava godessero davvero molto di quelle verghe. Sarà il luogo, il temporale, le riviste, io che sono perennemente in calore inizio a togliermi roba, volevo toccarmi, fantasticare... Stendo l'impermeabile sulla tavola, rimango con una canottierina, perizoma, mi ero tolta anche calzini e gli anfibi Dott. Martin rimanendo scalza. Freddo boia ma volevo godere. Mi sdraio sul tavolo, la pioggia batteva forte, guardavo le scene sulle riviste e con le dita penetravo il mio buchetto tenendo le gambe larghe e i piedini smaltati poggiati in alto sulla parete del capanno. Ogni tanto mi segavo ma non troppo perché sennò sarei venuta subito. Mentre guardavo le immagini rapita da quel sottofondo naturale immaginavo quei grossi cazzi dentro di me, non sentivo più il freddo ero eccitatissima. Sopra la porta c'era una specie di scatolina bianca, sembrava un sensore tipo quelli che abbiamo anche noi a casa nelle finestre per l'anti intrusione, però non c'era nessun filo e poi li non c'era corrente. Non gli detti importanza e... sbagliai. Continuo a masturbare il mio culetto con tre dita, miagolavo come una gatta. Si spalanca di colpo la porta e mi prende un mezzo infarto! Entra bagnato fradicio un signore con i baffi piuttosto grassotto con un impermeabile lungo verde da caccia. Ha un fucile. Cazzo penso è il padrone del capanno, cerco di coprire il mio sesso con la rivista ma ero sdraiata con le gambe alzate ed i piedini in alto contro la parete, anche volendo non avrei potuto mettermi in piedi velocemente. L'uomo si tira giù il cappuccio, è pelato. "Chi ti ha detto di entrare qua, mi è scattato l'allarme del sensore, quello lo vedi? Abito a 300 mt da qua". Porco cazzo, che stronzata avevo combinato! "Ho visto che le mie gabbie sono tutte chiuse e vuote scommetto sei stata tu, magari sei un ambientalista del cazzo!". Era proprio incazzato. Negai di essere stata io e inventai che mi aveva sorpreso il temporale. "Quindi hai pensato bene di sdraiarti nuda e guardare le mie riviste!" disse seccato. Non si era accorto che ero un ragazzo, non era riuscito a vedere che avevo l'uccellino tra le gambe. Al primo impatto, capelli lunghi lisci biondi, rossetto e mascara, piedini smaltati, senza un pelo... Cercai di riassumere quantomeno una posizione "più dignitosa" e fu li che scostando il giornale per girarmi, vide che tra le gambe... "Noooo non ci posso credere, sei... sei... un maschio!". Li la presi male. "Ascolta zotico che sei rimasto all'uno quando non c'era nessuno e te la rifai con animaletti indifesi, è capace che giri col fucile perché avresti voluto avere il cazzo lungo come le canne di quell'arma, invece di certo hai un mignolo al posto dell'uccello!" e rincarai senza dargli il tempo di ribattere" ah e per tua norma, io non mi sono mai sentita un ragazzo anche se ho questo tra le gambe facendoglielo vedere bene ". Mi girai per prendere i fuseaux e rimetterli quando sento una mano afferarmi per il collo, "ah si stupida frocetta? Entri nella mia proprietà, fai cappuccetto rosso salva animali, mi infami come se tu avessi ragione e addirittura mi dai del cazzo piccolo! Adesso ti insegno a stare al mondo" e mi piego' la testa verso il tavolo. Aveva molta forza, tentai di sollevarmi con le mani poggiandole sul tavolo ma non riuscii. "Quindi ti senti una donna giusto? In effetti non hai un cazzo da uomo anzi si hai solo quello per il resto saresti una vera vacca... allora ti faccio sentire il mio mignolo nel culo così poi mi dici se avevi azzeccato giusto!" disse rabbiosamente. Tenendomi per il collo mi venne dietro, io ero naturalmente poggiata con la pancia sul tavolo, mi divarico' le gambe usando le sue, ma lo fece dandomi due botte sonore all'interno di entrambi i miei piedini con i suoi stivali di gomma verdi e mi resi conto di essere a pecorina in punta di piedi. Armeggio' con i pantaloni che con la coda dell'occhio vidi cadere giù, poi le mutande. Non riuscivo a muovermi o forse nemmeno lo volevo. Sentii il suo cazzo strusciare su una chiappa. "Quaggiù puoi urlare e chiedere aiuto quanto vuoi, col temporale non ti sentirebbero nemmeno a 10 metri" e sentenzio' minaccioso. Lo aveva duro, forse quella situazione in realtà lo aveva eccitato fin da subito. Con l'unica mano libera allargo' una mia natica afferrandola tutta per vedere dove piantare il suo palo e... "ooohhh Dio mio ooohhh" era entrato di prepotenza e assicuro che non era un mignolo! "Ohhhhh Ohhhhh siiii" pompava quell'arnese come un porco abituato a sfondare troiette. "Senti come mugola cappuccetto rosso... ti piace il mio mignolo vero?" senti adesso che te spingo tutto dentro dimmi un po'... "con voce da maniaco. Con un colpo forte sentii le sue palle aderire proprio sotto il mio buchetto e con un filo di voce rotta da quella botta violenta" ahhhh noooo mi... mi apri in due così... Ohhhhh ". Preso dalla foga lo tiro' indietro quasi a far uscire la cappella e poi un altro colpo forte e un altro. Ne seguirono diversi e ad ognuno i miei gemiti erano sempre più forti credo che urlassi. Non aveva mai lasciato per un istante la presa dal mio collo, anzi, quando mi arrivava dentro fino alle palle, stringeva con più forza ed io in punta di piedi non potevo che sottostare a quel bestione, ormai talmente arrapato nel sentirmi gemere preda indifesa, da essere assolutamente fuori controllo. Al terzo o quarto colpo che ricevevo sbrodolai senza pudore dichiarando così non solo la mia totale resa ma regalandogli l'assoluta consapevolezza di avermi fatta godere del suo cazzone stupratore!
"Mettiti in ginocchio puttanella da 4 soldi, voglio guardarti in faccia mentre ti sborro sul viso!". Lo tolse ed ebbi un attimo di sbandamento, ero stata sulle punte dei piedi tutto il tempo e mi tremavano le gambe. Mi misi in ginocchio, mi prese per i capelli e piazzo' il suo fallo che finalmente potevo vedere in bocca." Succhia lentamente, leccami le palle...". Ubbidivo come un automa. La sua cappella era lucida, tiratissima e le sue palle grosse e sode così come le sue cosce dove avevo poggiato le mani. Ogni tanto lo estraeva dalla mia bocca e me lo strusciava pieno della mia saliva su tutto il volto struccandomi e sbavandomi tutto il rossetto. "Pompa troia pompa di gola, voglio sentire la cappella andarti oltre le tonsille" disse spavaldo e spinse a tal punto, che credevo mi entrassero in bocca anche le sue grosse palle pelose! Non riuscivo a respirare l'avevo davvero oltre le tonsille e lui non cedeva un millimetro, gli graffiai una coscia, capi' che doveva cessare di spingere. Lo tolse "spalanca la bocca e tira fuori la lingua" ordino'. Sapeva come si faceva si era fatto una cultura sui giornali hard. In ginocchio, col trucco sfatto a bocca aperta con la lingua tutta in fuori mi arriva un primo schizzo, potente, caldissimo, mi cola da appena sotto l'occhio destro fino alla lingua, lui mi guarda infoiato, vede che ingoio e così continuando a schizzarmi su tutta la faccia occhi compresi "ingoia tutto e guardami, guarda cazzo come sborro...". Ingoiai tutto ciò che mi colava sulla lingua, non contento disse "ripuliscimi tutto il cazzo, palle comprese, poi guarda li, ne è finito un po' su questo stivale vedi? Chinati e lecca". Gli ripulii tutto poi come una gatta sottomessa gli pulii la sborra finita sopra al suo stivale. "Vai rivestiti e levati dai coglioni, se ti trovo qua un altra volta, ti pianto le canne del fucile in culo è chiaro?". Annuii. Aveva vinto lui. Mi aveva violentata e sottomessa anche mentalmente. Mi aveva sfinita, sentivo il mio buchetto dolorante, le gambe mi tremavano. Mi rivestii velocemente, avevo quasi vergogna. Uscii a testa bassa barcollando leggermente. Cazzo che culo mi aveva fatto quello stronzo perverso! A metà dicembre ci sono tornata perché una scopata così non era facile da trovare in giro. Si lo so cosa pensate ma io ho davvero una forte dipendenza al cazzo!
Inverno 2022, un pomeriggio di fine novembre, ore 14,40, avevo saputo da amici che nelle vicinanze del vecchio mulino ormai diroccato su in collina, un cacciatore aveva disposto delle gabbie per catturare la selvaggina. Io adoro gli animali e volevo fare qualcosa di concreto. Era un pomeriggio che alternava nuvoloni, a pioggia battente per cui, mi ero vestita più pesante e indossavo un impermeabile lungo con cappuccio. Arrivata in auto nei pressi del mulino, ero obbligata a parcheggiare in una piazzola naturale a poca distanza. Scesi, mi guardai intorno e non c'era nessuno. Mi inoltro a piedi dentro la boscaglia e dopo circa 250 mt dal mulino noto le prime gabbie mimetizzate da foglie e rami. In una sembrava esserci qualcosa, guardo meglio e dentro c'era un leprotto rimasto imprigionato. Mi abbasso e apro la gabbia, era terrorizzato, non usciva per cui mi sono allontanata per trovare altre gabbie, ne notai altre 2 ma erano vuote, le chiusi così che nessun animaletto potesse rimanere imprigionato. Per meglio, tolsi rami e foglie così che si vedessero bene. Vicino ad un grande albero c'era un capanno da cacciatori tutto mimetizzato, odio i cacciatori, aprii la porta in legno e sbirciai all'interno. C'era solo un tavolo in legno, due sedie e un vecchio mobilino. La curiosità mi spinse ad aprire il mobilino, dentro c'era una bottiglia di grappa, un fornellino da campeggio, una confezione di caffè solubile e delle tazze, più in basso nel ripiano di sotto delle vecchie riviste porno. Erano anni che non ne vedevo una e incuriosita mi sedetti su una sedia e iniziai a sfogliarle. Un temporale pazzesco era iniziato, dentro il capanno non ci pioveva, nemmeno una goccia. Sfogliavo le riviste e un calore mi pervadeva, gli attori erano tutti dotati di cazzi enormi e le tipe che chiavavano sembrava godessero davvero molto di quelle verghe. Sarà il luogo, il temporale, le riviste, io che sono perennemente in calore inizio a togliermi roba, volevo toccarmi, fantasticare... Stendo l'impermeabile sulla tavola, rimango con una canottierina, perizoma, mi ero tolta anche calzini e gli anfibi Dott. Martin rimanendo scalza. Freddo boia ma volevo godere. Mi sdraio sul tavolo, la pioggia batteva forte, guardavo le scene sulle riviste e con le dita penetravo il mio buchetto tenendo le gambe larghe e i piedini smaltati poggiati in alto sulla parete del capanno. Ogni tanto mi segavo ma non troppo perché sennò sarei venuta subito. Mentre guardavo le immagini rapita da quel sottofondo naturale immaginavo quei grossi cazzi dentro di me, non sentivo più il freddo ero eccitatissima. Sopra la porta c'era una specie di scatolina bianca, sembrava un sensore tipo quelli che abbiamo anche noi a casa nelle finestre per l'anti intrusione, però non c'era nessun filo e poi li non c'era corrente. Non gli detti importanza e... sbagliai. Continuo a masturbare il mio culetto con tre dita, miagolavo come una gatta. Si spalanca di colpo la porta e mi prende un mezzo infarto! Entra bagnato fradicio un signore con i baffi piuttosto grassotto con un impermeabile lungo verde da caccia. Ha un fucile. Cazzo penso è il padrone del capanno, cerco di coprire il mio sesso con la rivista ma ero sdraiata con le gambe alzate ed i piedini in alto contro la parete, anche volendo non avrei potuto mettermi in piedi velocemente. L'uomo si tira giù il cappuccio, è pelato. "Chi ti ha detto di entrare qua, mi è scattato l'allarme del sensore, quello lo vedi? Abito a 300 mt da qua". Porco cazzo, che stronzata avevo combinato! "Ho visto che le mie gabbie sono tutte chiuse e vuote scommetto sei stata tu, magari sei un ambientalista del cazzo!". Era proprio incazzato. Negai di essere stata io e inventai che mi aveva sorpreso il temporale. "Quindi hai pensato bene di sdraiarti nuda e guardare le mie riviste!" disse seccato. Non si era accorto che ero un ragazzo, non era riuscito a vedere che avevo l'uccellino tra le gambe. Al primo impatto, capelli lunghi lisci biondi, rossetto e mascara, piedini smaltati, senza un pelo... Cercai di riassumere quantomeno una posizione "più dignitosa" e fu li che scostando il giornale per girarmi, vide che tra le gambe... "Noooo non ci posso credere, sei... sei... un maschio!". Li la presi male. "Ascolta zotico che sei rimasto all'uno quando non c'era nessuno e te la rifai con animaletti indifesi, è capace che giri col fucile perché avresti voluto avere il cazzo lungo come le canne di quell'arma, invece di certo hai un mignolo al posto dell'uccello!" e rincarai senza dargli il tempo di ribattere" ah e per tua norma, io non mi sono mai sentita un ragazzo anche se ho questo tra le gambe facendoglielo vedere bene ". Mi girai per prendere i fuseaux e rimetterli quando sento una mano afferarmi per il collo, "ah si stupida frocetta? Entri nella mia proprietà, fai cappuccetto rosso salva animali, mi infami come se tu avessi ragione e addirittura mi dai del cazzo piccolo! Adesso ti insegno a stare al mondo" e mi piego' la testa verso il tavolo. Aveva molta forza, tentai di sollevarmi con le mani poggiandole sul tavolo ma non riuscii. "Quindi ti senti una donna giusto? In effetti non hai un cazzo da uomo anzi si hai solo quello per il resto saresti una vera vacca... allora ti faccio sentire il mio mignolo nel culo così poi mi dici se avevi azzeccato giusto!" disse rabbiosamente. Tenendomi per il collo mi venne dietro, io ero naturalmente poggiata con la pancia sul tavolo, mi divarico' le gambe usando le sue, ma lo fece dandomi due botte sonore all'interno di entrambi i miei piedini con i suoi stivali di gomma verdi e mi resi conto di essere a pecorina in punta di piedi. Armeggio' con i pantaloni che con la coda dell'occhio vidi cadere giù, poi le mutande. Non riuscivo a muovermi o forse nemmeno lo volevo. Sentii il suo cazzo strusciare su una chiappa. "Quaggiù puoi urlare e chiedere aiuto quanto vuoi, col temporale non ti sentirebbero nemmeno a 10 metri" e sentenzio' minaccioso. Lo aveva duro, forse quella situazione in realtà lo aveva eccitato fin da subito. Con l'unica mano libera allargo' una mia natica afferrandola tutta per vedere dove piantare il suo palo e... "ooohhh Dio mio ooohhh" era entrato di prepotenza e assicuro che non era un mignolo! "Ohhhhh Ohhhhh siiii" pompava quell'arnese come un porco abituato a sfondare troiette. "Senti come mugola cappuccetto rosso... ti piace il mio mignolo vero?" senti adesso che te spingo tutto dentro dimmi un po'... "con voce da maniaco. Con un colpo forte sentii le sue palle aderire proprio sotto il mio buchetto e con un filo di voce rotta da quella botta violenta" ahhhh noooo mi... mi apri in due così... Ohhhhh ". Preso dalla foga lo tiro' indietro quasi a far uscire la cappella e poi un altro colpo forte e un altro. Ne seguirono diversi e ad ognuno i miei gemiti erano sempre più forti credo che urlassi. Non aveva mai lasciato per un istante la presa dal mio collo, anzi, quando mi arrivava dentro fino alle palle, stringeva con più forza ed io in punta di piedi non potevo che sottostare a quel bestione, ormai talmente arrapato nel sentirmi gemere preda indifesa, da essere assolutamente fuori controllo. Al terzo o quarto colpo che ricevevo sbrodolai senza pudore dichiarando così non solo la mia totale resa ma regalandogli l'assoluta consapevolezza di avermi fatta godere del suo cazzone stupratore!
"Mettiti in ginocchio puttanella da 4 soldi, voglio guardarti in faccia mentre ti sborro sul viso!". Lo tolse ed ebbi un attimo di sbandamento, ero stata sulle punte dei piedi tutto il tempo e mi tremavano le gambe. Mi misi in ginocchio, mi prese per i capelli e piazzo' il suo fallo che finalmente potevo vedere in bocca." Succhia lentamente, leccami le palle...". Ubbidivo come un automa. La sua cappella era lucida, tiratissima e le sue palle grosse e sode così come le sue cosce dove avevo poggiato le mani. Ogni tanto lo estraeva dalla mia bocca e me lo strusciava pieno della mia saliva su tutto il volto struccandomi e sbavandomi tutto il rossetto. "Pompa troia pompa di gola, voglio sentire la cappella andarti oltre le tonsille" disse spavaldo e spinse a tal punto, che credevo mi entrassero in bocca anche le sue grosse palle pelose! Non riuscivo a respirare l'avevo davvero oltre le tonsille e lui non cedeva un millimetro, gli graffiai una coscia, capi' che doveva cessare di spingere. Lo tolse "spalanca la bocca e tira fuori la lingua" ordino'. Sapeva come si faceva si era fatto una cultura sui giornali hard. In ginocchio, col trucco sfatto a bocca aperta con la lingua tutta in fuori mi arriva un primo schizzo, potente, caldissimo, mi cola da appena sotto l'occhio destro fino alla lingua, lui mi guarda infoiato, vede che ingoio e così continuando a schizzarmi su tutta la faccia occhi compresi "ingoia tutto e guardami, guarda cazzo come sborro...". Ingoiai tutto ciò che mi colava sulla lingua, non contento disse "ripuliscimi tutto il cazzo, palle comprese, poi guarda li, ne è finito un po' su questo stivale vedi? Chinati e lecca". Gli ripulii tutto poi come una gatta sottomessa gli pulii la sborra finita sopra al suo stivale. "Vai rivestiti e levati dai coglioni, se ti trovo qua un altra volta, ti pianto le canne del fucile in culo è chiaro?". Annuii. Aveva vinto lui. Mi aveva violentata e sottomessa anche mentalmente. Mi aveva sfinita, sentivo il mio buchetto dolorante, le gambe mi tremavano. Mi rivestii velocemente, avevo quasi vergogna. Uscii a testa bassa barcollando leggermente. Cazzo che culo mi aveva fatto quello stronzo perverso! A metà dicembre ci sono tornata perché una scopata così non era facile da trovare in giro. Si lo so cosa pensate ma io ho davvero una forte dipendenza al cazzo!
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