Scopata dai sui 140 kg

di
genere
gay

Scopata dai suoi 140 kg!

Abitualmente vado a fare colazione in un bar vicino casa. C'è sempre la solita gente perché non è un bar su una grande via di transito, rimane un po' all'interno questo gli garantisce una clientela abitue'. Da qualche mattina però avevo notato un signore sui 50 che per la mole era impossibile non vedere. Alto circa 190 cm per almeno 140 kg. Aveva l'aria simpatica. Ogni tanto indirizzava lo sguardo verso di me sorridente ed io contraccambiavo. Non l'avevo mai visto. Una mattina trovandoci insieme alla cassa, gentilmente aveva voluto offrirmi la colazione. Uscendo ci siamo soffermati fuori a fare 2 chiacchiere. Mi disse che era appassionato di musica, che suonava la chitarra, di lettura e del buon cibo, questo lo avevo intuito gli dissi ridendo. Di me gli dissi che studiavo ma da casa, non avendo obbligo di frequenza a parte qualche volta, che mi piaceva da impazzire l'abbigliamento e che a differenza delle apparenze ero un ragazzo. Mi disse che lo aveva capito, era separato da molti anni e che qualche anno prima aveva avuto una storia con un ragazzo tipo me. Si era trasferito nelle vicinanze e mi disse che se qualche volta, se avessi voluto sentire come suonava sarei stata la benvenuta. Gli lasciai il mio numero e mi fece uno squillo per memorizzare il suo. Lo vidi altre mattine, poi un venerdì verso le 9,30 finito di fare colazione mi chiese se nel pomeriggio mi andava di andare a sentire la sua chitarra. Perché no risposi, così verso le 16, 00 andai a casa sua. La casa era piuttosto nuova e anche l'arredamento. C'era un grande divano in sala con intorno diverse chitarre. Parlammo un po' del più e del meno poi mi fece sentire alcuni pezzi. Era molto bravo, la chitarra quasi spariva con la stazza che aveva lui. Mentre suonava pensai che se aveva il cazzo proporzionato alle sue dimensioni fisiche doveva averlo enorme. Da un certo punto di vista la curiosità mi solleticava ma non potevo certo essere esplicita, magari mi avrebbe presa per matta. La presi alla larga. "Sai, pensavo, io sono un metro e settanta e peso intorno ai 50, in pratica ne fai 3 di me ridendo". Lui rise e disse che pesava 138 kg. "Posso chiederti una cosa?". Annui. "Ecco ma tu quando lo fai, stai sotto per forza credo sennò..." e risi. Lui disse che in effetti per certe cose era meglio se stava sotto, per non rischiare di schiacciare la persona. Ma aggiunse anche un dettaglio "comunque, ironia della sorte non ho una dotazione che rispecchia la mia stazza anzi è davvero piccolo". Era una confidenza intima piuttosto spudorata per essere conoscenti da poco. "Va beh piccolo, dipende dal tuo metro di valutazione..." dissi quasi per tirargli su il morale. "No no è proprio piccolo ti assicuro" ribadi'. Con aria da stupidella puttana "ok siccome non ci credo facciamo un gioco con le carte se le hai". Disse che le aveva e le prese, quindi proposi che ogni volta che uno dei due pelava una carta più bassa dell'altro doveva togliersi una cosa. Lui rise di gusto poi "certo che sei proprio curiosa tu, va bene ci sto". Iniziammo e per 4 volte consecutive pelai la carta più bassa, mi ero tolta la maglia, i fuseax, le scarpe e le calze, così ero solo con le mutandine e canottiera ovviamente da femmina. Lui via via che perdevo sembrava attratto dal mio corpo esile e mi aveva fatto i complimenti per i piedini, disse che erano davvero sensuali, affusolati e perfetti nelle proporzioni. In effetti li adoravo. Se avessi pelato un altra carta più bassa della sua sarei rimasta nuda. Stava a lui, pela un 6 di quadri, io pelo una donna di fiori. Lui si tolse la maglia rimanendo a torso nudo. Era enorme, una panciona grande! Stava a me, pelo un 2 di cuori lui un sette di picche. Mi alzo e sfilo le mutandine girandomi di spalle e piegandomi per fargli ammirare il mio culetto. Mentre alzo l'altro piede per sfilarle, perdo l'equilibrio e frano addosso a lui, atterro sul suo pancione, con il viso sul suo petto. "Oh scusami mi ha fatto perdere l'equilibrio il tappeto"... Avevo la bocca a pochi centimetri dalla sua, lui si avvicina e mi bacia la fronte "non ti preoccupare non ti ho nemmeno sentita" ridendo. La mia pelle era a contatto con la sua e per istinto, cadendo mi aveva afferrata per un fianco che adesso cingeva. Aveva la pelle liscia, tirata, su quel pancione morbido ci stavo comoda. "Se vuoi puoi stare non mi dai fastidio anzi" sussurrò. Era rassicurante, sembravo una bambina tra le sue braccia. "Beh si ma sono nuda" dissi fingendo vergogna. Iniziò a carezzare le mie cosce, sfiorando talvolta il mio uccellino timido, mi stavo eccitando e lo si capiva dal mio respiro che si faceva più veloce. Con la mano cercai il suo cazzo ma la sua pancia me lo impediva. Sorrise. Mi fece alzare, si tolse i pantaloni e le mutande e si rimise sul divano con la schiena poggiata allo schienale "sali piccola" disse ammiccando con la mano. Salii sopra quell'omone, il da seduta la sua pancia aderiva col mio ventre e il mio uccellino. Iniziò a carezzarmi la schiena fino ai glutei, tentavo così messa di arrivare a baciarlo ma era troppo lontana la sua faccia quindi leccai il suo collo come una gatta. Mi tirò su e mi mise tutta la lingua in bocca. Era una lingua molto grossa. Riusciva a maneggiarmi con estrema semplicità, ero un fuscello tra le sue mani. Ero eccitatissima! "Ti va se ti lecco?" chiese con garbo. Annuii. Mi sposto', lui scese dal divano e mi mise a pecorina, con le grosse mani mi spalancò le chiappe e subito dopo la sua lingua carnosa stava avidamente leccando tutto intorno al mio buchetto voglioso. Io con una mano mi tiravo le palle in avanti così che non gli dessero "noia". Riusciva a divaricarmi allo spasimo ed io mi sentivo posseduta come una troia! Godevo e glielo facevo sentire. Quando infilava la sua lingua dentro, spingevo il culetto verso di lui, così che mi entrasse ancora più dentro. Dopo qualche lunghissimo minuto vedendomi bella aperta, mise prima due dita poi tre e con cura me le infilò fino al palmo della mano. Gli sussurravo cose tipo "siiii cosiii scopa questa cagnetta, fammi urlare!". Sentivo che era molto eccitato anche lui. Si alzò, si mise seduto comodo sul divano e mi chiese di salire su di lui però dandogli la schiena. Lo feci, era morbidissimo ma non sentivo il suo coso. Si alzo' la pancia e mi disse" prova adesso piccola "mi sistemai e sentii il suo piccolo cazzo che però non entrava. Lo aveva piegato leggermente all'insù tipo uncino per cui lui, sollevandomi per le chiappe fece in modo che la cappella fosse orientata proprio davanti al mio buchetto, poi mi abbassò un poco e finalmente stava entrando. Nonostante fosse piccolo era durissimo ed essendo piegato in quel modo la sensazione era molto piacevole. Mi sollevava e poi mi riabbassava così per tante volte. Quando mi alzava, naturalmente con la schiena poggiavo sulla sua pancia/petto e i miei piedini roteavano in aria disegnando dei cerchi, io li tenevo appuntiti e lui più volte "sborrerei solo a leccarteli quei piedini". Siccome lo sapevo, facevo di tutto affinché li vedesse bene mentre iniziava a pomparmi con gran forza. Il suo cazzetto mi entrava e usciva di continuo e stavo per venire... "ohhhh dai continua che sto... ahhhh siiii vengoooo ti prego non smettere ohhhh" credo mi abbiano sentito fino all'ultimo piano! Mi aveva fatto sbrodolare tantissimo, avevo schizzato oltre che me anche le sue cosce. Mi concesse il tempo per sistemarmi, dopo mi misi in ginocchio per succhiarglielo ma lui disse "sdraiati qua e giocaci con i tuoi piedini" presi dalla borsa il lubrificante ma mi fermo' "aspetta ci penso io" afferrò le mie caviglie, tirandomi a se come fossi una piuma e iniziò a leccarmeli entrambi. La sua lingua ingorda si insinuava tra le mie dita, provavo un piacere estasiante, quando furono grondanti di saliva, li uni' e mettendo il cazzo tra le piante dei miei piedini iniziò a segarsi. Dopo qualche istante presi io il controllo, lo faceva impazzire quando univo le dita e dalla cappella scivolavo giù verso le palle, talvolta glielo prendevo tra l'alluce e il medio e lo segavo così. Schizzo' con violenza dicendomi che ero una brava troietta e i suoi fiotti copiosi di latte andarono anche tra le mie dita colando lungo le caviglie. Fu a quel punto che essendo piuttosto snodata "guarda come si fa in questi casi" gli dissi, portando un piedino alla bocca e iniziando a raccogliere il suo seme con la lingua per poi ingoiare. Li ripulii entrambi guardandolo negli occhi, dopo gli ripulii cazzo e palle lasciandolo lindo come se non avesse mai sborrato. Lui nel mentre mi carezzava i capelli. "Quando tornerai a trovarmi". "Non so, sono viziata, ho bisogno di sesso continuamente" e sorrisi. Mi rivestii ma gli regalai le mie mutandine. "Mi mandi via via qualche fotina dei tuoi piedini?" chiese. Gli risposi di sì, sapere che si sarebbe segato guardandoli e ricordando quel footjob mi faceva piacere.
scritto il
2023-04-07
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