Schiava sessuale torturata

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gay

Schiava sessuale torturata

Ho 23 anni e quando mi guardo allo specchio nuda, mi rendo conto che sono una ragazza se non avessi questo piccolo uccellino depilato. Non ho nulla di maschile, ho lineamenti dolci, labbra carnose, capelli lunghi biondi sulle spalle, fisico senza un pelo né barba, gambe lunghe non muscolose, un culetto rotondo, sodo da far invidia a tante Vip, caviglie da ballerina e due piedini molto molto sensuali. Essendo sempre eccitata ho deciso che volevo provare qualcosa che andasse OLTRE il sesso. Sono sempre stata attratta da uomini decisi, brutali. Volevo provare qualcosa che mi lasciasse un esperienza unica, così decido di rispondere ad un annuncio molto esplicito che citava testualmente: In Firenze, MASTER MATURO INFLESSIBILE Dungeon super attrezzato CERCA slave Sissy max 25enne per dominazione, corda, frusta, cera, elettricità, fucking machine. Astenersi indecisi.
Scrissi una mail all'indirizzo specificato perché non vi era alcun numero di telefono. Specificai il mio interesse per l'annuncio e allegai alcune mie foto nuda in varie pose. Un ora dopo trovai la risposta del Master diceva cosi: senza dilungarsi troppo, quel che cerco l'ho scritto chiaro, se interessata realmente, presentati giovedì prossimo alle ore 15 presso Via Ghibellina al civico (omissis) campanello (omissis). Massima discrezione. Risposi accettando e dicendo che sarei stata puntuale. Arrivo' il fatico giovedì. La mattina mi ero fatta ben 2 clisteri di camomilla per essere pulitissima dentro. Arrivo sotto la palazzina e suono al campanello indicatomi. Il portone si apre e c'erano delle scale maestose che portavano su. Arrivo difronte ad una porta semi aperta, entro chiedendo permesso. Una voce da in fondo un corridoio dice "chiudi la porta". Eseguo. "Vieni in direzione della mia voce". Cammino su un pavimento bellissimo, in alto soffitti a volte affrescati, il rumore dei miei tacchi 12 echeggiava man mano che procedevo. "Fermati" disse la voce, "liberati della borsa, spengi il cellulare" ubbidii. Ero in una sala grande con tavoli antichi un grande camino e quadri dappertutto oltre che un enorme tappeto tipo persiano. Notai anche diverse telecamere. "Voglio che rimani in intimo e scarpe". Mi tolsi ciò che non era richiesto. "Adesso procedi lentamente e gira su te stessa lentamente , voglio vederti bene". Lo feci. Arrivai ad un altra porta era chiusa. Attesi istruzioni, sapevo di essere osservata dalle telecamere. L'eccitazione saliva. "Spingi la porta ed entra, trovi un tavolo, sdraiati e aspetta". Entrai, la stanza era piuttosto grande, poco illuminata, mi guardai attorno e mi tornò alla mente di quando ero stata a visitare il Museo delle torture di Siena. C'erano macchinari in legno che sembravano medioevali tipo inquisizione, carrucole, ganci, panche con strani aggeggi laterali, una grande croce messa a X e poi una serie infinita di "attrezzi del mestiere". Mi sdraiai come ordinato. Dal buio in fondo udii dei passi solenni. Pian piano vidi la sagoma di un uomo vestito molto elegantemente con un vistoso orologio al polso. Indossava una maschera da diavolo. "Benvenuta schiava, firma questo foglio, c'è scritto che da questo momento tu sarai per tua volontà un oggetto ai miei voleri". Firmai senza leggere nulla. "Bene, adesso devo procedere ad un ispezione corporale". Indossava dei guanti in lattice, iniziò a tastare il mio corpo dalla bocca che mi fece aprire fino alle dita dei piedi facendomi togliere le calze nere velate e le scarpe che indossavo. "Togli tutto il resto da ora non ti servirà", tolsi tutto rimanendo nuda, su quel tavolone duro e freddino. "Hai mai avuto un padrone" chiese l'uomo. "No Signore, mai" risposi. "Io a differenza di altri pseudo padroni sono piuttosto crudele, sei certa di voler provare l'abisso del dolore e della sottomissione più estrema?". Non sapevo cosa poteva intendere ma il posto, l'atmosfera e la mia eccitazione mi fecero dire "Si lo desidero Signore". Mi fece scendere, scalza, il pavimento era freddo così come quella stanza. Mi fece accomodare su una panca strana che però avevo già visto nel museo che vi dicevo. Attaccò i miei polsi e le mie caviglie a dei bracciali in cuoio collegati a degli ingranaggi di legno che avevano una manovella. Man mano che la girava mi sentivo allungare. "Con questa macchina potrei semplicemente allungare i tuoi arti così tanto da staccarli, è una panca originale da stiramento" disse. Ero in tensione sia le braccia che le mie gambe tiravano in direzioni opposte. Prese un frustino e dapprima piano poi sempre più deciso colpiva i miei capezzoli, le mie ascelle, l'interno coscia e le dita e la pianta dei miei piedini. Per l'occasione avevo messo uno smalto nero opaco sia sulla mani che sui piedini, faceva molto noir. A secondo delle parti che mi colpiva gemevo di dolore, ma volevo provare tutto. Non era di molte parole. Mi colpi' numerose volte poi mise qualcosa nella mia bocca che mi impedisse di urlare e iniziò a colare della cera rossa sui miei genitali, capezzoli, collo e caviglie. Urlavo e tanto cercando invano di contorcermi. Aveva ricoperto di cera il mio pisellino. Allento' la tensione sia alle braccia che alle gambe e mi fece girare a pancia sotto. Rimise l'attrezzo in tensione e col frustino mi colpi' almeno una decina di volte le chiappe, forte. Urlavo dal dolore. Poi le spalle e i polpacci e nuovamente le piante dei piedi. Era un vero tormento! Mi fece riposare prima di togliermi da quella panca. Mi era colato il trucco a causa delle lacrime. "Sei una sciocca schiava e questo oggi ti costerà caro". Mi prese per un braccio e mi fece mettere a pecorina su una griglia fissata al pavimento, manette ai polsi idem alle caviglie. Avvicinò una macchina che aveva un palo in metallo che terminava con un fallo piuttosto grosso. "Questa macchina si occuperà di sfondare i tuoi orifizi, ne avrai una dietro e una la posizionero' che scopi la tua bocca. Avvicinò quella dietro il mio culetto, allargo' le mie chiappe per lubrificare il buchetto che mi dilato' usando 2 dita. Poi con diversi tentativi mentre io mugolavo come una cagna fece entrare dentro di me la cappella del fallo. L'altro fallo, sempre parte terminale di un altra di quelle macchine me lo piazzo' in bocca. Dovevo sembrare uno spiedino! Accese la prima macchina e il fallo spinse meccanicamente verso il mio buchetto, Dioooo era grosso e premeva come un elefante oooogghhgh non potevo parlare, urlare perché aveva azionato anche il fallo che avevo in bocca. Si muovevano allo stesso tempo, quando mi pompava nel culetto mi pompava anche la gola, una sensazione stranissima che mi rendeva totalmente succube. Godevo e gridavo quando il fallo nel sedere arrivava in fondo! Le frustate continuavano e quando urlavo di piacere, si facevano più sonore sull'interno delle mie natiche umide di sudore. Pompo' la mia gola spesso fino a soffocarmi, si divertiva a fermare il fallo dentro la mia gola quando era proprio in fondo così da vedermi diventare rossa per il soffocamento e lo stesso, fermava il fallo dentro le mie viscere quando era a fondo scala. Non potevo muovermi con quei due cosi enormi che mi infilavano! "Ti porterò al limite, un istante prima della morte ma non ti ucciderò non è questo lo scopo" disse pacato. Poi le macchine ritrassero i falli e tornai a respirare. Sentivo il mio culetto aperto in modo osceno, davanti a me un lago della mia bava, dovevo avere trucco e rossetto ovunque. Iniziavo a tremare provata. Mi libero' "vuoi dell'acqua" chiese. "No grazie Signore" risposi. Mi accompagno' verso la croce, mi fece salire con i piedi su due piccole basi in legno poste a tre quarti della croce, assicurò i miei polsi alle estremità in alto così che le braccia fossero larghe esattamente come lo erano le mie gambe stando su quei due supporti. Avvicinò una delle due macchine con il fallo, tolse quello che aveva usato per seviziarmi la bocca e la gola e ne monto' uno molto lungo piuttosto rigido. Sembrava un largo bastone. "Ora proverai il martirio dell'impalamento, non blocchero' le tue caviglie così che il tuo corpo potrà dimenarsi frenetico man mano che il palo entrerà dentro "lo disse con una certa eccitazione dopo compresi perché. Piazzo' la macchina sotto di me dove la croce formava la X, aziono' lentamente, per fare in modo che il palo iniziasse a entrarmi nel buchetto, poi lo blocco'. Mi fece alzare un piede e tolse il supporto dove poggiava, poi anche l'altro così da rimanere ciondoloni sorretta unicamente dai polsi. Era faticoso e faceva male ma non ebbi molto tempo prima che azionasse la macchina che lentamente prese sempre più posto dentro di me. Saliva lentamente molto lentamente ed io non potevo sorreggermi con i piedini, a un certo punto iniziai a muovere in modo disordinato le gambe il palo saliva, saliva lento inesorabile e si faceva spazio dentro, non riuscivo a parlare avevo la bocca spalancata la lingua completamente di fuori e gli occhi bianchi (tipo ahegao dei manga), le gambe sbattevano contro la croce, ero in preda di quel palo, i miei piedini appuntiti cercavano dove appoggiare ma le tavole della croce erano lisce, nessun appiglio. Non so quanti centimetri avevo dentro ma erano tanti quando fermo' la macchina ritenendo che quella fosse la giusta misura, per farmi provare la vera sensazione di impalamento. Io gemevo mentre muovevo le gambe ovunque e sbavavo saliva, nella mia mente malata forse avrei voluto che continuasse per sentire quel palo uscirmi dalla bocca! Lui si rese conto che stavo per sborrare e mi colpi' i genitali "non devi godere ora schiava, ora devi solo soffrire". Lasciai che le gambe si rilassassero' e fu in quel momento che vidi 4 persone eleganti alcune corpulente che mi osservavano mascherate. "Che ne facciamo... finisco il lavoro?" chiese l'aguzzino ai 4 uomini. "No ci pensiamo noi". L'uomo che mi aveva ricevuto e usato fino a quel momento uscì compostamente dalla stanza. I 4 continuavano ad osservarmi da vicino mentre il mio corpo era percorso da brividi misti tra eccitazione ed agonia. Uno di loro avvicino' un carrello dove sopra c'era qualcosa. Sentii che metteva delle pinzette su alcune dita dei miei piedini, due sui capezzoli (stringevano molto) e aiutandosi con una scaletta una la mise che strizzasse la mia lingua. "Adesso ballerai impalata per noi" mi disse all'orecchio. Tempo che scendesse dallo scaleo e iniziano una serie di scariche elettriche che bruciavano e mi facevano fare movimenti inconsulti, quando la corrente veniva azionata fremevo dalla testa ai piedi emettendo un gemito rauco. "Ridai corrente" disse uno di loro e ricominciai a ballare involontariamente col palo piantato nello stomaco che mi bloccava per cui solo gambe e piedini si muovevano forsennatamente proprio come una sadica danza. Schizzai latte come una mucca! Mentre la corrente pervadeva ogni singolo millimetro del mio corpo io stavo godendo di un orgasmo assurdo, fortissimo, diabolico. Poi svenni. Quando mi sono ripresa, ero adagiata su un letto singolo che aveva spalliera a sbarre. Dietro la testa 2 cuscini. Avevo una cintura di cuoio intorno alla gola e 1 dei 4 la teneva dietro a me. A turno gli altri tre, uno alla volta: il primo piuttosto grasso mi alza le gambe e mi prende il culetto, mentre pompava "stringi.." e quello dietro me con la cintura stringeva e mi soffocava fintanto che il ciccione non diceva basta. Lo faceva impazzire sia la contrazione del mio buchetto quando non respiravo sia l'espressione "adoro inculare una giovane schiava mentre muore" disse. Poi fu il turno del secondo che sempre col rituale del soffocamento lo teneva in fondo alla mia gola fino che vedendomi agitare per l'asfissia sborro' e il tipo allento' la cintura, il terzo mi fece girare a pecorina, prese lui la cintura e mi soffocava personalmente mentre mi inculava, così che il 4 uomo potesse stuprare la mia bocca. Ero piena di sborra, mi avevano fatto bere almeno un bicchiere di sperma quei maiali depravati e dal culetto emettevo aria mista a sperma. Si pulirono alla meglio e se ne andarono. Mi distesi sfinita, sentii solo che uno dei 4, rivolgendosi al padrone di casa disse "questi sono i tuoi soldi la ragazza ci piace falla tornare". Capii che lui organizzava per persone benestanti queste dimostrazioni e che quindi quegli uomini erano lì fin dall'inizio, forse il tutto era stato anche filmato. Il padrone di casa venne da me "bene puoi andare, se vuoi farti una doccia ti mostro dove". "Grazie Signore però prima se non oso chiedere troppo, vorrei avere il suo membro dentro di me o avere il privilegio di poterlo leccare". L'uomo si sbottono' i pantaloni, io mi avvicinai con la bocca. Lo spompinai con devozione e lui ricambio' inculandomi come un Dio pagano a pancia in su, ammanettata alla spalliera mentre con la corrente ai capezzoli mi faceva sobbalzare dal letto. Mi riempi' copiosamente, poi mi lasciò riposare su quel materasso fradicio di sborra e umori. Circa un mese dopo tornai.
scritto il
2023-04-03
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