La vita in diretta - Ritoccato

di
genere
saffico

L’ho riscritto. E come una che esce pettinata e truccata. E’ sempre la stessa ma garba di più

Sul margine superiore a destra: Ugo_96 e poco sotto l’orario: 22.58.
Poi piazza Vetra. La ripresa è sbilenca. Sullo sfondo un mucchio gente a giro ed ecuadoriani che vendono rose. Anche motorini che sgasano e bicchieri di plastica buttati dappertutto.
Stiamo a qualche decina di metri ma non c’è verso di staccarlo dal tablet. Si girasse in direzione delle Colonne mi vedrebbe ad agitare la mano. Sto qua a far serata insieme al giro delle sorelline. Un po’ di lesbowatching, chiacchiere in orbita, imprevisti&probabilità. In realtà marco stretto la Benny.
La sessione Twitch è in corso da poco meno di quattro minuti. Al centro del display l’espressione smorta di Ugo. Che neanche è il suo nome vero, sulla carta d’identità c’è scritto Luciano. Quasi tutti lo conoscono per Caco. E facile farci l’anagramma: Coca. Ma è bravo, mica tira lui.
Sistema qualcosa con le mani. Veste cotone color mandarino e sopra le scapole due bretelle in poliestere: lo aiutano a sostenere il tablet e a stabilizzare il filmato.
“Spendo tutto a Brac in Luglio? Non credo”, mi fa ma non capisco a cosa si sta riferendo. Una tipa con i capelli ramati strilla: “Ohohohoh, certo che facciamo gli auguri a Bea”. Gli salta di fianco, lo strattona ed ha una voce così sgradevole che mia nonna diceva: pare che ti stanno schiacciando in mezzo ad un uscio. In dialetto mantovano suonava proprio bene.
Raddrizza l’inquadratura ed il mondo torna orizzontale. Si gira : “Mai avrei pensato che ..” e tronca lì la frase.
Ho di nuovo tutta la sua attenzione mentre nuove identità si alternano sul display: LeiX, Jenny_Piccalo, Alepotenza ed un orgia di resub e #. Scampoli di vita che si succedono, onde nel mare urbano.
Si aggiusta la siga. Gli dona tenerla li sul lato della bocca. Se la batte sul dorso della mano e di accenderla non se ne parla nemmeno.
L’immagine si freeza per un attimo e resta in primo piano lo zigomo da iguana. Non avevo mai fatto caso a questo suo dettaglio selvatico.
Quando il panta-rei riprende lo riporto a Brac, anche lì sarà notte piena: “Sai .. ho guadagnato un decimo e però .. haha .. sono stata in case più fighe”.
“Niente Funky Donkey?” vuol sapere.
“L’ostello a Bol? Verboten! I cessi in comune li lasciamo ai maturandi”.
“Certo che a caccia di potta sui letti a castello ti ci arrampicavi meglio di Cita”.
“Letto matrimoniale nei secoli dei secoli, sir”.
Eppure sembra ieri quando ci passavo i pomeriggi a piluccare fragole. Isabella le affogava nel Lambrusco, c’erano pure zucchero e cannella e l’effetto ciucca era garantito. Poi a completare la scalata verso la cima della branda era un lavorone. Heike con la sua vociona da vescovo sassone ammoniva sul giorno del Giudizio dove tutte saremmo state chiamate a render conto dei nostri peccati e c’era da pisciarsi addosso dal ridere ad ascoltare l’omelia. Pareva l’asilo Republic, è vero, ma lassù qualcuna con cui farsi passare la sbronza si trovava sempre.
“A proposito di scimmie antropomorfe, Benedetta, c’era anche lei?” mi chiede da finto coglione e lo sa quanto mi ci sto raspando le corna con ‘sta storia.
Atteggia la stessa smorfia dell’altra sera quando mi ha solfeggiato Daniele Silvestri: “ .. mi sono innamorata di una stronza .. ci vuole una pazienza .. ” ma questa volta ha pietà di me.
Del resto mica serve una trasmissione a reti unificare per sapere come sto messa e neanche la sfera di cristallo per presagire il futuro. Il mio credo d’averlo intuito immediatamente, la sera stessa in cui ci siamo conosciute, io e la Benny. S’era al LellaLifeLine a Rogoredo, una festa per femmine e tutte limonavano a caso. Dopo un robusto scambio di lingua gli ho domandato come mai lì. La risposta mi strappò un ghigno ma era il mio oroscopo preciso: “Perché c’è un sacco di figa”.
La sciupafemmine suddetta ce l’ho ora qua di fianco anche se è più distante della Nuova Zelanda. Se ne sta in disparte immersa nel suo smartphone a sparare raffiche di emoji. E’ in trip petaloso. Più tardi è probabile mi tenga aggiornata della sua recente simpatia per Tonia –ci esce il giovedì sera dopo zumba, perché come sostiene lei, per sincerità reciproca, ci si deve dire tutto.
Alzo la mano a simulare una bicchierata e butto la palla di là: “C’era il raki, sempre sia lodato”. Annuisce, Caco.
La tipa degli auguri-a-Bea riattacca la sua litania: “Sono venuta a fare festa con voi per il birthday, mica ci venivo qui, sennò” e lo tira per un braccio. La cam piega tutta a sinistra, sopra la spalla ed in primo piano ci entra una coppia di trentenni. Lui pelato col barbone da profeta, lei col l’ombelico nudo e l’Heineken in canna. Se ne stanno andando per i fatti propri ed è un istante quando la lei s’accorge di essere diventata l’attrice protagonista, con i suoi tre secondi di celebrità. Tira fuori la lingua, sgrana gli occhi e giù la boccaccia. E’ già mezza fuori inquadratura ma poi inarca il dorso e rientra a fuoco. La lingua che esibisce è da grande attrice.
Poi scoppia in una risata argentina, da la schiena e pare che evapori dalle nostre vite.
Strappa un sorrisetto anche a Caco. E’ stato preso di sorpresa, un filo di imbarazzo e non gli viene il commento figo, tipo grande-capo-estiqaatsi. Si limita a un: “Vabbè, volete fare un saluto a Gianna?”. Gianna che poi sarei io.
Il barba si gira, fa una piroetta e qualche povera di spirito squittisce col fatto del testosterone dei pelati ma è lei che torna sui suoi passi. Si pianta li davanti al Galaxy, mette le braccia conserte e rilascia una dichiarazione: “Ho un ovetto vibrante nella patata. Ci tenevo lo sapessi”. Fissa dritta lo schermo come lo zio Sam col dito puntato. In quel momento lì so per certo che si sta rivolgendo a me.
Ha il nasone con le narici larghe, le spalle alte da amazzone straripano dalla canotta. Un tipo, insomma che se la vedi in fila alla posta ti viene la fantasia di dargli un po’ di lingua ma poi c’è la bolletta e cento altri cazzi e lasci fare. Qui ed ora, invece, mi fa un sesso da paura. Trasuda qualcosa di barbaro dalla pelle e mi fa tremare la passera. Non esagero, lo giuro. Funziono così.
Barba-lui tira fuori un gingillo dalla tasca e lo allunga. Assomiglia ad un telecomando auto ma anche no. Niente icone serratura aperta/chiusa, solo un ovulo liscio e nero con un cuoricino stilizzato. Ho un sobbalzo, è Lovetto, il love-egg griffato mysecretcase, il mio compagno di vita più fedele.
Caco: “Posso?”.
Il barba assente sulfureo: “Vai, vai .. puoi cambiare la vibrazione, se vuoi. A lei garba”.
Caco spippola un po’ a caso e la nasona si sente Meg Ryan al Ticinese. Meno patinata, certo ma cento volte più figa.
La parte la regge alla grande, forse è una scammer, difficile intendere se sta perculando o cosa. Il labbro sollevato che fa è un invito a Mirabilandia.
Socchiude gli occhi, inclina il capo in attesa del diletto. “Ancora, ancora”, rilancia e intanto rotea l’indice, “E’ il tasto di sotto, please”.
In piano americano, adesso: “Molto meglio, ora. Bravo”, tira su il pollice e sussurra con l’aria da cow-girl in libertà vigilata.
Prima di andarsene: “Gli ridai lo scettro del potere? Grazie” fa a Caco e ad un tratto il barba torna vivo. Fosse morto all’istante nessuno avrebbe buttato una lacrima.
Quando l’inquadratura si apre sullo sfondo c’è un tale coi basettoni ed una Pepsi che ridacchia manco fosse Muttley. Io, invece, sono senza parole, senza fiato, senza saliva. Solo goose leather.
L’esibizione si è svolta in pochi istanti, il tempo sufficiente, dicono, per farsi l’idea di una persona. O per innamorarsi.
Mi viene da urlare: “Nasona, figona, ti amoooooooooo” e mi sentirebbe dall’altro lato della piazza. E’ il mio do di petto ma qualcuno deve avermi azzerato l’audio.
Me li faccio io questi film ma sono sempre muti. Questo potrebbe intitolarsi: ‘Benedetta? Benedetta, chi?’ A proposito di colpi di fulmine, alla tipa potrei raccontare una barzelletta trovata sopra un Cucciolone Algida: c’è una sardina che chiede ad una balena: “E’ vero che ti sposi oggi?”. La risposta: “Sì, sì, ci siamo innamorati in un baleno”. Lo so che fa ridere solo me e questa è una delle ragioni per cui rimedio poco. Vabbè, ciao, nasona. Solo altro materiale per il mio parco ditalini.
“Com’è, Gianna, tutt’apposto?”, mi fa Caco e annuso cinismo fra le righe. Si meriterebbe un vaffanculo gratis ma intanto che riavvio il cervello, dopo un bel po’ di insistenze, parte il coretto ritmato dal battito delle mani: tanti-auguri-a-te-tanti-auguri-a-Bea. C’è riuscita, finalmente, la tipa rossocrinita ad imporre la sua presenza al mondo. Chissà se più tardi riuscirà a leccargliela, a Bea.
Jenny_Piccalo è uscita dalla diretta, peccato. Quel nick mi ha indotto qualche cattivo pensiero. Entrano uappadu, intorchiato e pecorella. Il live Irl prosegue, come le nostre piccole vite.
Amen
scritto il
2023-05-02
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