Il mare a quadretti
di
Vandal
genere
sentimentali
IL MARE A QUADRETTI
In bici. verso sera. Mi soffermo ai margini di una strada campestre. Le risaie sono accese di un bronzo dorato. Il sole si tuffa nel mare a quadretti, come noi lomellini chiamiamo le nostre risaie. Come la gente di passaggio ha imparato a definire. Mi fermo e osservo, le cascine semideserte, nulla più come un tempo, dove era colma di allegra gioventù e suoni di animali. Un campè, badile in spalla, passeggia sull'argine tra due risaie, accompagnato dal gracidare delle rane e il ronzio delle zanzare
Resterei lì ad ascoltare quei suoni.
Inforco la bicicletta e mi avvio, la zuppa calda della ignora Cesira mi aspetta sulla tavola.
Giù in cascina, lungo l'argine del Terdoppio, supero l'ansa e già arrivo. Via la gallina che a momenti mi fa cadere. E lì trovo la zuppa pronta per essere mangiata
E poi c'è l'appuntamento che aspetto da sempre
La signora Cesira ha una figlia, Adele, bella, piena, florida. Ogni sera alla finestra, che non si preoccupa di tirare le tende o chiudere le persiane, a sfidare le zanzare, che si denuda mostrando le carni bianche. E io in pieno turbamento giovanile, ad osservarla dietro la legnaia, a sognare di danzare con lei tra le lenzuola.
Nuda lei, che si avvicina alla finestra e poi la chiude. Sorride, quasi sapesse che la spio nel buio.
E poi a letto, contento di quell'ennesima visione. Io giovane ventenne innamorato di una diciottenne.
E una sera che stavo per prender sonno, un lieve bussare alla porta. Eccola lì davanti, sorride ed entra. Il dito sulle labbra, mi bacia di sua iniziativa.
E poi, quella notte, il desiderio si avvera: la mia danza tra le lenzuola fino a prima mattina. E poi a letto, contento di quell'ennesima visione. Io giovane ventenne innamorato di una diciottenne.
E una sera che stavo per prender sonno, un lieve bussare alla porta. Eccola lì davanti, sorride ed entra. Il dito sulle labbra, mi bacia di sua iniziativa.
E poi, quella notte, il desiderio si avvera: la mia danza tra le lenzuola fino a prima mattina.
In bici. verso sera. Mi soffermo ai margini di una strada campestre. Le risaie sono accese di un bronzo dorato. Il sole si tuffa nel mare a quadretti, come noi lomellini chiamiamo le nostre risaie. Come la gente di passaggio ha imparato a definire. Mi fermo e osservo, le cascine semideserte, nulla più come un tempo, dove era colma di allegra gioventù e suoni di animali. Un campè, badile in spalla, passeggia sull'argine tra due risaie, accompagnato dal gracidare delle rane e il ronzio delle zanzare
Resterei lì ad ascoltare quei suoni.
Inforco la bicicletta e mi avvio, la zuppa calda della ignora Cesira mi aspetta sulla tavola.
Giù in cascina, lungo l'argine del Terdoppio, supero l'ansa e già arrivo. Via la gallina che a momenti mi fa cadere. E lì trovo la zuppa pronta per essere mangiata
E poi c'è l'appuntamento che aspetto da sempre
La signora Cesira ha una figlia, Adele, bella, piena, florida. Ogni sera alla finestra, che non si preoccupa di tirare le tende o chiudere le persiane, a sfidare le zanzare, che si denuda mostrando le carni bianche. E io in pieno turbamento giovanile, ad osservarla dietro la legnaia, a sognare di danzare con lei tra le lenzuola.
Nuda lei, che si avvicina alla finestra e poi la chiude. Sorride, quasi sapesse che la spio nel buio.
E poi a letto, contento di quell'ennesima visione. Io giovane ventenne innamorato di una diciottenne.
E una sera che stavo per prender sonno, un lieve bussare alla porta. Eccola lì davanti, sorride ed entra. Il dito sulle labbra, mi bacia di sua iniziativa.
E poi, quella notte, il desiderio si avvera: la mia danza tra le lenzuola fino a prima mattina. E poi a letto, contento di quell'ennesima visione. Io giovane ventenne innamorato di una diciottenne.
E una sera che stavo per prender sonno, un lieve bussare alla porta. Eccola lì davanti, sorride ed entra. Il dito sulle labbra, mi bacia di sua iniziativa.
E poi, quella notte, il desiderio si avvera: la mia danza tra le lenzuola fino a prima mattina.
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